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Tokyo, pochi giorni dopo il terremoto e tsunami del 2011

Sono le tre del mattino. Non vieni a letto?

Mi hai sentito?

Sono le tre del mattino.

Cosa stai facendo?

Dovresti venire a letto.

Da quello che abbiamo sentito, Mika, un ex vicino di casa ha sentito dei suoni provenire da qualche punto del sottosuolo, il che, se confermato, ci farebbe sperare che ci sia ancora vita da qualche parte proprio sotto di noi.

Kyoko.

I rumori di colpi sono stati sentiti prima da un ex vicino di casa in bicicletta che cercava di salvare qualcosa dalla sua casa devastata.

Accanto alla sua casa c'è una piccola fabbrica.

Sotto la fabbrica potrebbe esserci qualcuno ancora vivo. Ma per quanto tempo?

Torniamo a te, Moriko.

Ultime notizie sul terremoto!

Tokyo Times!

Il bilancio delle vittime sale a 10.000.

Non è affatto così?

Non ha detto una parola dal terremoto.

Guarda solo la TV.

Solo le notizie sul terremoto.

Non viene a letto da cinque giorni.

Non l'ho nemmeno vista andare in bagno.

È come se non esistessi.

Devo tornare.

Stavo rovistando tra le macerie per trovare le mie cose.

Ma poi ho sentito come un rumore di colpi provenire dal basso, e poi una voce che chiedeva aiuto.

Ed è sicuro di aver sentito una voce provenire dal basso?

Non c'era nessuno in giro.

Sono stato l'unico a tornare.

Ero tutto solo.

Sono un sacco di soldi, signor Katagiri.

Sto facendo del mio meglio, è solo che...

Fare del proprio meglio non è sufficiente con un cliente come Big Bear Trading.

La Tokyo Security Trust Bank non può limitarsi a un prestito di 700 milioni, signor Katagiri.

Oggi ci sta dando dentro, eh?
- Già.

Povero ragazzo.

Povero vecchio Katagiri.

Hanno ignorato tutte le lettere dei nostri avvocati.

Ho fatto tutto ciò che era in mio potere, signore, ma per il momento...

Il signor Yamamoto mi ha chiamato personalmente per questo prestito e mi sta facendo pressione.

È vostro dovere farmi avere i risultati entro la prossima settimana. È chiaro?

Sì, mi dispiace. Certo.

Andare via presto non è una buona idea di questi tempi con tutte le voci che girano.

Dove stai andando?
- Parenti. La famiglia di mia sorella.

Kyoko viene con te?

E un altro per te.

Mi dispiace.

Buon fine settimana.
- Anche a te.

Divisione prestiti, parla il signor Katagiri.

Ciao, sono io.

Satsuki?

Come stai?

Cosa vuoi?

Puoi prestarmi un po' di soldi?
- Che cosa? Di nuovo?

Ti richiamo.

Devo pagare le bollette e sono a corto di tutto.

Come se la cava tuo marito con la domanda di lavoro? L'ha spedita?

Sai bene che fa del suo meglio.

Forse questa volta il suo meglio non è abbastanza.

Ascolta, se non vuoi mandarmi quei soldi, va bene. Tornerò a lavorare al Pink Pony.

Non ho detto che non voglio. Non ho fondi illimitati, tutto qui.

Come stanno i miei nipotini?
- Non molto bene.

Si vergognano di andare a scuola.

Hanno sempre gli stessi vestiti addosso.

Gli altri bambini li prendono in giro.

"Non tornerò mai più.

"Il problema è che non mi dai niente,

o, per dirla in modo più preciso,

non hai nulla dentro di te che tu possa darmi.

Sei buono e gentile, ma vivere con te è come vivere con un pezzo d'aria.

Non è colpa tua.

Sono sicura che troverai un'altra donna amorevole. Ma per favore non chiamarmi.

La prossima settimana manderò qualcuno a prendere il mio vecchio baule e alcuni oggetti che ho messo da parte.

Butta via il resto.

Per favore, occupati di Watanabe, che deve essere nascosto da qualche parte.

Non riesco a trovarlo".

Watanabe!

Mi chiami pure Rana.

Entri, entri.

Non c'è nulla di cui preoccuparsi.

La prego, signor Katagiri.

Si sbrighi.

Chiuda la porta e si levi le scarpe.

Devo scusarmi per aver fatto irruzione mentre era fuori.

Sapevo che sarebbe stato uno shock trovarmi qui.

Trovare un'enorme rana che ti aspetta a casa sarebbe uno shock per chiunque.

Ma non avevo scelta.

Allora... che ne dice di una tazza di tè?

Ho pensato saresbbe tornato presto, così ho messo a bollire dell'acqua.

Si sta calmando?

So che avrei dovuto prendere un appuntamento, signor Katagiri.

Ma una questione urgente mi porta qui. La prego di perdonarmi.

Una questione urgente?
- Beh, sì, certo.

Perché altrimenti mi sarei preso la libertà di irrompere in casa di una persona?

Questa scortesia non è il mio stile abituale.

Ha qualcosa a che fare con me?

Beh, sì e no.

Le dispiace se fumo?
- Per niente. Fumi e beva quanto vuole.

Io non sono un fumatore, ma cavoli... è la sua vita.

Non è collegato a qualche gang, vero?

Quale gang assumerebbe una rana per fare il lavoro sporco? Diventerebbero lo zimbello di tutti.

Se è qui per negoziare un rimborso, sta perdendo tempo. Solo i miei superiori possono farlo.

La prego, signor Katagiri, non sono qui per questioni così futili.

Sono perfettamente a conoscenza della sua posizione presso la Tokyo Security Trust Bank.

No, questo non ha nulla a che fare con la restituzione dei prestiti.

Ma allora, se posso chiedere, cosa ci fa qui?

Sono qui per salvare Tokyo dalla devastazione.

So che sta pensando che sono pazzo o che sia un sogno, ma io non sono pazzo e lei non sta sognando.

La questione è seria.

A dire la verità, signor Rana...
- La prego, mi chiami Rana.

A dire la verità, Rana, non mi sembra di essere in grado di afferrare esattamente la situazione.

Le dispiace se le faccio una o due domande?
- No, per niente.

La comprensione reciproca è di fondamentale importanza.

Faccia tutte le domande che vuole.

Lei è una vera rana, vero?
- Sì, certo.

Come può vedere, sono una vera rana.

Devo gracidare?

Va bene, bene!

Lei è senza dubbio una rana.

Chiunque sostenga che non sono una rana sarebbe uno sporco bugiardo!

E io farei a pezzi una persona del genere.

Diceva che è venuto qui per salvare Tokyo dalla devastazione?

È quello che ho detto.

Che tipo di devastazione?

Terremoto.

Un terremoto molto forte.

È previsto che colpisca Tokyo alle 9:33 del 23 marzo, tra una settimana, un terremoto ancora più grande di quello che ci ha colpito la settimana scorsa.

Il numero dei morti di un tale terremoto supererebbe probabilmente le 300.000 persone.

Per lo più a causa di incidenti che coinvolgono il sistema di rete.

Crollo di sopraelevate, schiacciamento di metropolitane, esplosione di serbatoi.

Edifici ridotti in macerie, abitanti schiacciati a morte.

Incendi ovunque.

Puro inferno.

L'epicentro sarà vicino alla sede del rione di Shinjuku.

L'ufficio del rione Shinjuku?

Colpirà sotto la filiale di Shinjuku della Tokyo Security Trust Bank.

E lei ha intenzione di fermare questo terremoto?

Esattamente.

Lei ed io andremo sotto la banca e combatteremo fino alla morte con Verme.

Chi è Verme?

Verme vive sottoterra. È un verme gigantesco.

Quando si arrabbia, provoca terremoti.

E in questo momento è molto, molto arrabbiato.

Per cosa è arrabbiato?

Non ne ho idea. Nessuno sa cosa pensa Verme in quel suo torbido testone.

Di solito dorme.

È quello che gli piace di più, far sonnellini di anni, decenni, al caldo e al buio del sottosuolo,

assorbendo ogni piccolo rimbombo e riverbero che gli arriva.

Sostituisce la maggior parte di essi con la rabbia.

Ma ora, coi diversi tipi di odio che ha assorbito e immagazzinato dentro di sé negli anni,

il suo corpo e il cuore si sono gonfiati fino a proporzioni gargantuesche.

Per di più, questo recente terremoto lo ha scosso dal sonno profondo che si stava godendo.

Ha avuto una rivelazione ispirata dalla sua profonda rabbia.

Era giunto il momento di provocare un enorme terremoto, e lo avrebbe fatto qui a Tokyo.

Quindi sta dicendo che io e lei dobbiamo andare sottoterra e combattere Verme per fermare questo terremoto.

Esatto.

Ancora non capisco.

Perché ha scelto me per venire con lei?

Ho sempre avuto rispetto per lei, signor Katagiri.

Per anni lei ha accettato in silenzio gli incarichi meno affascinanti, portandoli a termine in modo eccellente.

Non promosso, non apprezzato dai suoi superiori e dai suoi colleghi.

Non s'è mai lamentato.

Vorrei quasi picchiarli a sangue per conto suo.

Ma Rana, sono sicuro possa trovare qualcuno ben più forte di me per combattere Verme, come un maestro di karate o un militare.

A dir la verità, signor Katagiri, sono io a combattere.

Ma non posso fare tutto da solo.

Mi serve che lei mi stia vicino e dica: "Vai Rana! Stai andando alla grand! So che puoi vincere!"

Potrei non tornare vivo da questa battaglia, ma non posso scappare.

Come disse Nietzsche,

la più alta saggezza è non avere paura.

Quello che voglio da lei, signor Katagiri, è che mi sostenga con tutto il cuore come un vero amico.

So che deve essere difficile per lei credere a tutte queste cose stravaganti.

Per questo intendo fornirle la prova della mia esistenza.

Mi dica, signor Katagiri, lei ha avuto problemi a recuperare un prestito che la banca ha fatto alla Big Bear Trading, vero?

Beh, questi individui sono coinvolti nella mafia.

Stanno tramando per far fallire l'azienda.

Vi stanno puntando per 700 milioni, giusto?
- Certamente.

Non si preoccupi. Lasci fare a me.

Lunedì mattina, il buon Rana avrà risolto tutto. Si rilassi e faccia una bella dormita.

Che ora è?

10:20.

L'orologio è preciso?

- Penso di sì...
- È costoso?

Non molto.

Era economico, ma è preciso.

Solo perché un orologio è costoso non significa sia preciso.

Io ne avevo uno costoso, ma era sempre fermo.

L'ho perso un anno dopo che i miei genitori me l'avevano comprato. Ora non me ne comprano più.

Dev'essere fastidioso non avere un orologio.
- Cosa?

Non è fastidioso non avere un orologio?

Non proprio.

Voglio dire, non vivo in montagna o altro. Se voglio sapere l'ora, chiedo a qualcuno.

E il telefono?

Non ne hai uno?

No, non vogliono che mi perda nei giochi.

Giusto.

Questo è l'autobus giusto, vero?
- Sì.

Per quanto ne so, c'è un solo bus su questa tratta.

È quello che prendevi quando andavi a scuola?
- Esatto.

Anche se era molto diverso da questo.

Mi chiedo se questa volta farà male.

Il trattamento?

Ha già fatto male in passato?

No, non proprio.

Cioè, non è stato del tutto indolore, ovviamente.

A volte fa un po' male, ma niente di terribile.

Sarà diverso farsi curare da un nuovo medico.

E il leggero cambiamento di procedura potrebbe fare la differenza. Non mi arrenderei così facilmente.

Non mi arrendo, ma...

Ma sei un po' stufo?

Ad essere sincero, ho paura.

Passo tanto tempo a immaginare il dolore, che è peggio del dolore stesso. Capisci cosa intendo?

Quando vedo uno che soffre, posso immaginare il dolore, ma è comunque molto diverso dal dolore che quella persona sta realmente provando.

È molto soggettivo.

Qual è la cosa più dolorosa che ti sia mai capitata?

A me?

Intendi dolore fisico?

Hai mai provato un dolore così forte da pensare di non poterlo sopportare?

"Non tornerò mai più".

Non riesco a ricordare.

Quindi sei già stato qui?

Sì, una o due volte.

Sei stato male?

No, non io. Kyoko.

Venivo a trovare Kyoko in realtà.

Cos'ha?

Fammi pensare.

Credo che fosse la costola.

Una costola spostata, credo.

È successo tempo fa, molto prima che ci sposassimo.

All'epoca non era nemmeno la mia ragazza.

Allora perché andavi a trovarla?

Mi piaceva già... molto.

Ma all'epoca era la ragazza del mio migliore amico.

Quindi eri innamorato di lei, ma lei era innamorata del tuo migliore amico?

Sì. Si può dire che... Si può dire così.

Lo vedi ancora?
- Hiroshi? No. Non lo vedo.

No, è morto poco dopo.

- È morto?
- Sì.

Come?

Uno stupido incidente in moto.

I medici dicono che non ha sentito nulla.

Allora, cosa è successo?

Si è innamorata di te?

Credo di sì.

Più o meno.

Meglio che vada, sono il prossimo.

Ci vediamo tra poco.

Andrà tutto bene.

Non riusciresti nemmeno a toglierlo.

Mi ha detto che ha dovuto sganciarlo da sola.
- Per favore! Smettila di farmi ridere.

Mi fa male il petto quando rido.

Dove ti fa male?
- Qui.

Vuoi un massaggio?
- Smettila!

Cos'è un salice cieco?
- C'è un albero così.

Mai sentito nominare.

Perché me lo sono inventato.

Ci sono questi moschini che portano il polline del salice cieco all'orecchio della donna e la fanno addormentare.

Allora, cosa fanno i moschini una volta entrati?
- Mangiano la sua carne, ovviamente.

Un giovane si arrampica sulla collina per salvare la donna che il polline di salice cieco aveva addormentato.

Il giovane della storia sono io, giusto?

Hanno una nuova macchina per l'esame dell'orecchio, ma per il resto era tutto come al solito.

Fanno una radiografia, mi controllano le onde cerebrali, ma non trovano nulla,

iniziano a dare la colpa a me, come se mi stessi inventando qualcosa.

Che succede esattamente quando si smette di sentire?

È come perdere una frequenza radio.

Va e viene, e poi sparisce del tutto,

e prima di accorgersene, torna di nuovo.

Ti dà fastidio?

No, non proprio, ma il problema dell'udito è solo una parte.

Parte di cosa?

Hai mai visto il film "Fort Apache"?

Forse, molto tempo fa.

È un grande film di John Ford.

All'inizio, c'è un nuovo colonnello che incontra dei soldati su quella roccia nella Monument Valley.

E poi il capitano gli va incontro al suo arrivo.

Il capitano è John Wayne.

Il colonnello non sa molto della vita nel West, e nemmeno degli indiani. Attaccano spesso la zona.

Una volta arrivato al forte, il colonnello si rivolge a John Wayne e gli dice,

"Ho visto degi indiani mentre venivamo. Faresti meglio a stare attento".

Ma John Wayne tutto figo risponde: "Non preoccuparti.

Se sei riuscito a scorgere degli indiani, significa che non c'erano davvero".

O qualcosa del genere.

Ma hai capito?

Forse che...

non è quello che tutti possono vedere che è davvero importante?

Ogni volta che qualcuno si dispiace per le mie orecchie, quel dialogo mi viene sempre in mente.

"Se sei riuscito a scorgere degli indiani, significa che non c'erano davvero".

Ti spiace dare un'occhiata alle mie orecchie?

Le tue orecchie? Perché vuoi che ti guardi le orecchie?

Solo nel caso in cui tu veda qualcosa dall'esterno.

Va bene.

Hai visto qualcosa di particolare?

No, niente di speciale.

Ma hai percepito qualcosa di... strano?

Niente di strano.

Allora, quanto ti fermi?

Torno domani.

Di già? Perché non rimani ancora un po'?

Per quel che vale, ho ancora un lavoro.

Comunque, devo tornare a cercare il mio gatto.

Eh?

Il mio gatto.

È scomparso, probabilmente è da qualche parte in giardino, ma devo tornare a cercarlo.

Non può prendersi cura lei di lui?
- Kyoko, intendi?

È vero che guarda la tv ininterrottamente?

Sì, è vero. Perché me lo chiedi?

Sono solo curioso.

È questo, giusto?

Che cosa?

Questo è il nostro autobus, giusto?

Stai bene?

Sì. Sto bene.

- Posso aiutarla?
- Signor Katagiri.

Mi chiamo Shiraoka. Sono un avvocato della Big Bear Trading.

Oh... capisco.

Ho ricevuto una telefonata dal mio cliente in merito alla questione del prestito in corso.

Vuole che sappiate che si assumerà la piena responsabilità di restituire l'intero importo richiesto entro la data di scadenza.

Le ho portato qui un memorandum firmato in tal senso.

La sua unica richiesta è che non mandiate più Rana a casa sua.

- Rana?
- Già.

Vuole che chieda a Rana di non visitare mai più casa sua.

Io stesso non sono sicuro di cosa significhi, ma credo che questo le sarà chiaro, signor Katagiri.

Ho ragione?
- Sì, è così.

Sarà così gentile da trasmettere il mio messaggio a Rana, mi fido?

Lo farò.

Il suo cliente non vedrà mai più Rana.

Grazie mille.

Trasmetterò il suo messaggio al mio cliente che prenderà subito accordi per il pagamento.

Lo apprezzo molto.

Una settimana di pausa?

Capisco cosa sta passando, Komura.

Certo, posso darle una settimana di riposo, ma mi dica...

da quanto tempo lavora per noi?

Sette anni, signore...
- 7 anni. Qua era la sua posizione quand'è arrivato?

Ero nel reparto prestiti, signore.

Quindi, come adesso, ho ragione?
- Sì.

Komura, perché non coglie l'opportunità di ricominciare?

Lei è un bravo e piacevole dipendente, intelligente.

Ha fatto studi letterari, ha anche suonato il pianoforte.

Sarò sincero con lei.

Non c'è futuro per lei qui.

Metà del reparto sarà esternalizzato entro un anno.

Posso fare un'offerta vantaggiosa, perché possa avere il tempo di trovare qualcosa che la soddisfi.

Ma questo lavoro mi va benissimo, signore.

Non posso prendermi la settimana libera?

Ecco cosa suggerisco:

si prenda la settimana, Komura, ma ci pensi, ok?

Un nuovo inizio o un vicolo cieco.

- Allora, cosa farai?
- Caggiafà?

Perché non approfittarne? Far qualcosa di speciale...

Qualcosa di speciale?

Non te ne starai seduto a contemplare la tua infelicità, vero?

Devo trovare Watanabe.
- Watanabe?

Il mio gatto, sai?

Oh sì, il tuo gatto.

Non so, perché non fai un viaggetto o qualcosa del genere?

Un viaggio?

Potrei anche.

Ma dove?

Sei mai stato a Hokkaido?

No, mai.

Ti piacerebbe andare?

Perché me lo chiedi?

A dir la verità, ho questo pacchettino che vorrei spedire a Kushiro,
e mi chiedevo se saresti disposto a farlo per me.

Mi faresti un grande favore, e sarei felice di pagare il biglietto di ritorno.

Potrei anche pagare
l'albergo a Kushiro.

- Un pacchettino?
- Sì, più o meno così...

È qualcosa per il lavoro?

No, per niente, strettamente personale.

Semplicemente non voglio pubblicarlo.

Dovrei occuparmene io stesso, ma ora non ho tempo.

È qualcosa di importante?
- Niente di fragile o pericoloso.

Non ti fermeranno all'aeroporto per questo.

Ti prometto che non ti metterò nei guai.

Lo porti con il bagaglio ordinario.

Allora, a chi devo portare questo pacco?
- A mia sorella.

Mia sorella minore. Vive lassù.

...particolari tipi di terremoto che sono associati alla deformazione della crosta terrestre.

Gli tsunami hanno un'altezza d'onda di piccola ampiezza e una molto lunga, spesso centinaia di chilometri,

mentre le normali onde oceaniche hanno una lunghezza d'onda di soli 30 o 40 metri...

Il caso Big Bear sta andando bene, presumo?

Tutto bene, Katagiri?

Non si preoccupi, è l'unico che può vedermi.

Mi dica, signor Rana...
- Solo Rana.

Dica, Rana, cosa gli ha fatto?
- Niente di che. Solo un tocco di terrore psicologico.

Come scrisse Joseph Conrad, "Il vero terrore è quello che gli uomini provano nei confronti della loro immaginazione".

Ma non importa. Mi parli del caso Big Bear.

- Sta andando bene, credo.
- Sembra di sì.

Allora, ho guadagnato la sua fiducia? Si unirà a me per combattere Verme?

A dire la verità...

L'idea non mi fa impazzire, ma non credo che questo basti a farmi desistere?

No, è una questione di onore e responsabilità.

Io e lei dobbiamo andare sottoterra e affrontare Verme.

Anche dovessimo perdere la vita, non otterremo la simpatia di nessuno, e anche riuscissimo a sconfiggere Verme, nessuno ci loderebbe.

Nessuno saprà mai che una simile battaglia infuriava anche sotto i loro piedi.

Solo io e lei lo sapremo, signor Katagiri.

Solo io e lei.

Comunque vada a finire, la nostra sarà una battaglia solitaria.

Sa, signor Rana,

sono solo un uomo comune.

Va bene solo Rana.

Sono un uomo assolutamente ordinario.

Meno che ordinario.

Sto diventando calvo.

Mi sta venendo la pancia.

Il mese scorso ho fatto 44 anni e ho i piedi piatti.

Il medico mi ha detto che ho tendenze diabetiche.

Sono passati tre mesi o più dall'ultima volta che ho dormito con una donna, e ho dovuto pagare.

Non una sola persona a cui piaccio, né al lavoro né nella vita privata.

Non so parlare con le persone e non sono bravo con gli estranei, quindi non mi faccio mai degli amici.

Non ho capacità atletiche.

Sono sordo, basso,

emotivo,

miope e astigmatico.

Vivo una vita orribile.

Tutto ciò che faccio è mangiare, dormire e cagare.

Non so nemmeno perché sto ancora vivendo.

Perché una persona come me dovrebbe salvare Tokyo?

Perché, signor Katagiri, non c'è nessun altro di cui mi possa fidare per combattere al mio fianco.

Va bene, allora.

Cosa vuole che faccia?

Voglio che ci incontriamo il 22 a mezzanotte nella sala caldaie del seminterrato della sua banca.

Rimanga col pretesto degli straordinari.

Dal locale caldaie, scendiamo una scala di 150 metri fino a dove vive Verme.

E se mi spavento all'ultimo minuto e scappo? Cosa farà, signor Rana?

Rana!

Cosa farebbe allora, Rana?

Combatterei da solo, anche se le mie possibilità di battere Verme sarebbero pari a quelle di Anna Karenina di sopravvivere a quella locomotiva in corsa.

Ha letto "Anna Karenina", signor Katagiri?

No.

Tuttavia, non credo che mi abbandonerà sul campo di battaglia.

Lo vedo.

È una questione di...

di palle!

Che, sfortunatamente,

Non mi capita di possedere.

Quindi è sicuro?

Beh, non credo proprio.

Giusto.

Se avesse un amante, non starebbe a casa a guardare tutta la notte edifici che crollano, giusto?

Giusto.

E che dire del... sesso?

Cosa?

Beh, voglio dire, te la scopi ancora?

Ogni tanto anche la moglie ha bisogno di una scopata.

Va tutto bene. Non ha voluto subito dei figli perché finanziariamente eravamo un po'...

Ma andava tutto bene.

Quindi la scopavi?

Beh, non come all'inizio.

Oh, certo. Anch'io ero sposato, sai.

Cioè, a dire la verità, ultimamente non eravamo proprio... sai?

Cioè, non so se le sia mai piaciuto davvero.

Giusto, o forse non è mai stata veramente interessata a te.

Sto scherzando.

Allora, dove alloggia?

Parlate?

No, niente.

Non risponde al telefono.

Hai provato con i suoi genitori?
- Un altro drink, signori?

- Certo.
- No, devo proprio andare.

Domani devo lavorare.

Giusto, sì.

Quasi dimenticavo.

Ecco qui.

Ecco il biglietto con le informazioni sul volo.

Mia sorella verrà a prenderti all'aeroporto e ti porterà in albergo.

Come la riconoscerò?

Non preoccuparti, è un piccolo aeroporto.

Comunque, ne parleremo.

Buon viaggio.

Grazie.

Buona sera.

Sono Komura.

C'è Kyoko?

Può dirmi dove si trova?

Quindi sa dov'è, ma non vuol dirmelo?

No, devo parlare con lei.

"Non ci pensi più?"

No, mi dica solo dov'è.

Ho bisogno di sapere come sta, e...

No, non sono ubriaco!

Devo solo parlare con lei!

Dov'è?

Vivere con te è come vivere con un pezzo d'aria.

Quando Hiroshi è morto, per continuare a vivere,

mi sono trasferita a Tokyo.

Komura mi ha seguito.

Sapevo che era innamorato di me.

Ho lasciato che si prendesse cura di me.

Era bello, gentile.

Eravamo tutti e tre come fratelli e sorelle.

Ci siamo lasciati tutti e tre, ma in modi diversi.

Non riuscivo a stare al passo con gli studi,

così ho trovato un lavoro part-time qui.

Lavoravi qui?

All'epoca non era un hotel.

Che cos'era?

Ricordi il tuo ventesimo compleanno?

Niente di niente.

È troppo lontano.

E tu?

Ricordo ogni momento

come se fosse ieri.

Ed è successo qui?

È per questo che hai proposto di incontrarci qui?

Avevo voglia di rivedere quel momento così speciale.

Perché pensi che sia collegato a ciò che ti sta accadendo ora.

È così?

Tutto ciò che accadde quel giorno fu come un'illusione.

Non so se sia successo davvero, ma in qualche modo credo che ci sia un legame.

Che tipo di collegamento?

Questo era un ristorante italiano vecchio stile. Lavoravo come cameriera part-time.

Il proprietario viveva al sesto piano sopra il ristorante.

Ogni sera alle otto, gli veniva consegnato un piatto di pollo con un bicchiere di vino.

Quindi gli portavi il cibo ogni sera?

Lo faceva il direttore.

Nessuno degli altri dipendenti sapeva che aspetto avesse il proprietario.

Il giorno del mio compleanno, il mio 20° compleanno, pioveva a dirotto.

Il ristorante era quasi vuoto.

Buona sera.

Grazie per aver sfidato la pioggia.

Buona sera.

Possiamo avere il nostro solito tavolo, per favore?
- Certo, signor Mats...

Kyoko!

Potresti occuparti dei signori Matsui?

Il piatto forte di stasera sono i tortellini al sugo di pancetta.

Cosa c'è che non va?

Sto bene, devo solo sedermi un attimo.

Sei sicuro? Hai un aspetto terribile.

È il mio stomaco, non lo so.

È così doloroso.

Va dai clienti.

Starò bene.

Penso che dovresti andare in ospedale.

Mi sento così debole.

Voglio che porti la cena nella stanza 604 alle otto.

Suona il campanello, di': "La sua cena è qui" e va via.

Stanza 604, giusto?

Alle otto in punto. Stanza 604.

Era una serata fiacca.

Non c'era molto da fare.

La maggior parte delle prenotazioni è stata cancellata a causa della pioggia.

Poco prima delle otto, andai in cucina a prendere la cena.

Era stata una serata così noiosa che ero quasi eccitata all'idea di poterlo finalmente vedere.

E un pollo da mangiare.

604...

La sua cena, signore.

Cena?

Sì, signore.

Il direttore si è ammalato all'improvviso.

Le ho portato la cena al suo posto, signore.

Oh, capisco.

Non sta bene?

Sì, signore.

Ha avuto mal di stomaco improvviso ed è dovuto andare in ospedale.

Pensa di avere l'appendicite.

Non va bene.

Non va affatto bene.

Le porto il pasto, signore?

Oh, sì, certo.

Come desidera.

Se è così gentile da sistemare i piatti nel corridoio, signore, verrò a prenderli tra un'ora.

Oh, sì, certo.

Li metto nel corridoio, sul carrello,

tra un'ora, come desidera.

C'è altro, signore?

Beh...

Non mi viene in mente niente.

Allora torno al lavoro.

Solo un momento.

Sì?

Potrebbe dedicarmi cinque minuti, signorina?

Vorrei parlare con lei.

Penso che vada bene, se si tratta solo di cinque minuti.

A proposito, quanti anni ha?

Ho appena compiuto 20 anni.

Appena compiuti?

Significa che è appena successo o che sta per succedere?

Volevo dire che ho appena compiuto 20 anni.

- Oggi è il mio compleanno.
- Capisco!

Quindi oggi è il tuo compleanno.

Esatto, signore.

È un'ottima cosa.

Buon compleanno.

Grazie mille.

È davvero meraviglioso.

Allora, che ne dice di fare un brindisi?

Grazie, signore, ma devo tornare al lavoro.

Non dovrebbe essere un problema, e se io dico che va bene, nessuno può dirle di no.

Comunque, solo un sorso per celebrare questo meraviglioso evento.

Un sorso allora.

Buon compleanno.

Che la vita sia ricca e fruttuosa e che non ci sia nulla che possa gettarvi un'ombra oscura.

Il suo ventesimo compleanno lo vivrà solo una volta nella vita, signorina.

Già.

Ed eccola qui, in questo giorno così speciale, a portarmi la cena come una fata gentile.

Beh, mi è stato detto di farlo.

Anche così, è un caso che, il giorno del tuo 20° compleanno, mi ha consegnato un bel pasto caldo?

Non pensa possa essere una sorta di destino?

Ed è per questo che vorrei farle un regalo.

Un compleanno speciale richiede un regalo speciale.

No, la prego, signore, non ci pensi nemmeno.

Mi è stato semplicemente detto di portarle la cena, signore.

Ho detto regalo, ma non è un oggetto vero e proprio, e non vale nulla, in termini di denaro, intendo.

Vorrei esaudire un desiderio, mia cara, bella, giovane fata.

Qualsiasi desiderio abbia, io lo realizzerò.

Sempre che abbia un desiderio.

Un desiderio?

Qualcosa che vorrebbe, o che vorrebbe che accadesse.

Se ha un desiderio,

lo realizzerò, ma è meglio che ci pensi bene perché posso esaudirne solo uno.

Solo uno, e non potrà tornare indietro.

Devo esprimere un desiderio e sarà esaudito?

Ha un desiderio, signorina?

O no?

Questo è esattamente il modo in cui è successo. Non me lo sto inventando!

Allora, hai espresso un desiderio?

Il fatto è che non lo stavo prendendo sul serio al 100%.

Ma era il mio 20° compleanno.

Tutto quello che avevo fatto era stato servire tortellini con salsa di acciughe, quindi ho pensato che non era una questione di credere o non credere.

Hai capito?
- Certo.

Così ho espresso un desiderio.

È questo il suo desiderio?

Sì, è il mio desiderio.

Un po' insolito per una ragazza della sua età.

Mi aspettavo qualcosa di meno ragionevole.

Oh, se non va bene, posso pensare a qualcos'altro, non mi dispiace.

Posso desiderare qualcos'altro.

No, non c'è niente di male, mia cara signorina.

Niente di male.

È solo un po' sorprendente.

Non desidera qualcos'altro?

Come voler essere più bella, più intelligente o più ricca?

Le va bene non fare pressioni per qualcosa del genere?

Qualcosa che una ragazza normale chiederebbe.

Certo, mi piacerebbe essere più bella, più intelligente o più ricca, ma non riesco a immaginare cosa mi accadrebbe se una di queste cose si avverasse.

Potrei finire per essere ricca e malata o bella e sola.

O intelligente e infelice.

Capisco.

Allora, il mio desiderio va bene?

Sta a lei decidere se va bene o no.

Ecco qua.

Il suo desiderio è stato esaudito.

- Di già?
- Sì.

Non è stato affatto un problema.

Il suo desiderio è stato esaudito, bella signorina.

Buon compleanno.

Ora può tornare al lavoro e non si preoccupi,

metterò il carrello all'ingresso.

- Ehi, stai bene? Sembri strana.
- No, sto bene.

- Allora, com'era?
- Non lo so...

Non sono riuscita a vederlo bene.

Si è scoperto che il direttore aveva solo un brutto disturbo allo stomaco.

Il giorno dopo tornò a lavorare normalmente, e anch'io.

Non ho più rivisto il proprietario e non sono più tornata al ristorante dopo essermene andata.

Neanche una volta.
- Perché no?

Non lo so.

Una specie di premonizione.

Dopo Capodanno ho lasciato il lavoro e sono tornata a studiare.

Mi sono trasferita da Komura nella casa che gli aveva dato sua madre.

Ci siamo sposati.

Ti spiace se ti faccio una domanda?

Vuoi sapere qual è il mio desiderio.

Ma non vuoi dirmelo.

Non dovresti farlo.

Va bene, non insisterò.

Vorrei sapere, però, se il tuo desiderio si è avverato e se ti sei mai pentita di aver espresso quel desiderio e non un altro.

Beh, sì e no.

Avevo un marito gentile.

Avevamo intenzione di avere presto dei figli.

Avevamo una bella casa, giocavo a tennis con le mie amiche.

Non è andata così male.

È quello che continuavo a ripetermi.

Qual era la tua seconda domanda?

Se ti sei mai pentita di aver espresso quel desiderio e non un altro.

Non importa cosa desideri, non importa quanto lontano tu vada, non potrai mai essere altro che te stesso.

Molto molto vero.

E tu?

Cosa avresti desiderato al mio posto?

Il giorno del mio 20° compleanno?

Non mi viene in mente niente, è troppo lontano.

Niente?

Niente di niente.

Perché hai già espresso il tuo desiderio.

Ma è meglio che ci pensi bene, perché posso esaudire un solo desiderio.

Vivere con te è come vivere con un pezzo d'aria.

- Ciao.
- Ciao! Io sono Keiko.

Mio fratello mi ha detto quanto gli sei stato utile.

Questo è la mia amica, Shimao.
- Piacere di conoscerti.

- Un caffè?
- Con piacere.

Mio fratello mi ha detto che tua moglie è morta di recente.

No, non è morta.

Ho parlato con mio fratello l'altro giorno.

Mi è sembrato che abbia detto chiaramente che hai perso tua moglie.

Sì, mi ha lasciato.

Per quanto ne so, è viva e vegeta.

Mi dispiace molto, devo aver capito male.

Ti prego di perdonarmi.

Non preoccuparti.

In ogni caso, se n'è andata.

Comunque, lascia che ti dia questo importante pacchetto che ti ho portato.

- Ecco a te.
- Grazie.

Ti dispiace se mi assento un momento?

Assolutamente no, fai pure.

Sei già stato a Hokkaido?

- No.
- Lo so.

La strada è lunga.

Stranamente, non mi sembra di aver viaggiato così tanto.

Perché hai volato!

Quegli aerei sono troppo veloci, la tua mente non riesce a stare al passo con il tuo corpo!

Forse hai ragione.

Volevi viaggiare così lontano?

Credo di sì.

Per via di tua moglie?

Non importa quanto lontano tu vada, non puoi allontanarti da te stesso.

È come la tua ombra.

Ti segue ovunque.

Esatto.

Hai fame?

Non ne sono sicuro. Più o meno.

Andiamo a mangiare qualcosa di caldo, tutti e tre.

Ti aiuterà a rilassarti.

Questa è una parte di Hokkaido che non riceve molta neve, ma fa un freddo cane!

A volte sembra che le orecchie si stacchino!

Si sente parlare di ubriachi che muoiono di freddo dormendo per strada!

Ci sono orsi da queste parti?

Orsi, dice.

Shimao ha una bella storia sugli orsi, vero?

Dimmi, c'è qualcosa che ti piacerebbe fare mentre sei ad Hokkaido?

Mio fratello mi ha detto che passerai qualche giorno qui.

Niente di speciale.

Che ne dici di una sorgente calda?

Ti piacerebbe fare un bel bagno in una vasca?

Conosco un bel posticino in campagna non lontano da qui.

Non è una cattiva idea.

Sono sicura che ti piacerebbe, è proprio bello.

E non ci sono orsi.

Ti spiace se ti chiedo di tua moglie?

Quando se n'è andata?

5 giorni dopo il terremoto.

Pensi che abbia qualcosa a che fare con il terremoto?

Non credo.

Comunque mi chiedo se cose del genere non siano collegate in qualche modo.

Sì, è solo che non si riesce a capire come.

Giusto! Cose del genere accadono di continuo.

Cose tipo?

Come ad esempio quello che è successo a qualcuno che conosco...

- Seiki?
- Esatto.

C'è questo ragazzo, Seiki.

Ha circa 40 anni, è un parrucchiere.

Una notte, sua moglie ha visto un UFO.

Stava guidando da sola alla periferia della città nel cuore della notte quando vide un enorme UFO atterrare in un campo.

Come in Incontri Ravvicinati.

Una settimana dopo, se ne andò di casa.

Non avevano problemi domestici o altro.

È sparita nel nulla.

Ed è stato a causa dell'UFO?

Non lo so.

Se n'è andata e basta, senza nessun biglietto o altro.

Aveva anche due figli alle elementari.

Mia moglie ha lasciato un biglietto e non abbiamo figli.

Quindi la tua situazione è un po' migliore di quella di Seiki.

Sì, i bambini fanno una grande differenza.

Il padre di Shimao se ne andò di casa quando lei aveva sette anni.

È scappato con la sorella minore della moglie.

Forse la moglie di Seiki non è scappata.

Forse è stata catturata dagli alieni dell'UFO.

sottotitoli a cura di
francescovecchi

Eccoci qua!

I proprietari sono miei amici, quindi ho fatto preparare la stanza più grande.

È un love hotel, spero che non ti dia fastidio?

No, per niente.

Ho pensato aveva più senso piuttosto che una stanzetta in un hotel economico vicino alla stazione.

Certo!

È fantastico.

Perché non fai il bagno?

Sto riempiendo la vasca per te.
- Oh, sì.

Non è una cattiva idea.

Grazie.

Restiamo qui un po' e beviamo una birra se per te va bene.

Certo.

Keiko è tornata a casa.

Voleva scusarsi e che ti dicessi che tornerà domattina.

Ti dispiace se resto qui un po' a finir la birra?

Non c'è problema.

Sicuro che non ci siano problemi?

Volevi stare solo o qualcosa del genere?

No, nessun problema.

Ne vuoi una?

Ho visto gli elicotteri e le barche.

Non mi hanno visto.

Ho passato due giorni in acqua quando una barca mi ha raccolto.

Non so dove siano.

Nessuno può dirmi niente.

Perché devo...

Parliamo, finché siamo qui.

Certo.

Di cosa parliamo?

In macchina, tu e Keiko avete parlato di un orso. Ricordi?

Hai detto che è una grande storia...

Oh, sì. La storia dell'orso.

- Vuoi raccontarmela?
- Certo, perché no?

È un po' volgare, però.

Non ti dispiace?

In realtà è una cosa che mi è successa, quindi è un po' imbarazzante.

Mi piacerebbe sentirla. Ma solo se a te sta bene.

Va bene.

All'incirca nel periodo in cui sono entrata al terzo anno di college, uscivo con un ragazzo.

Era un anno più grande, anche lui studente universitario. È stato il primo ragazzo con cui ho fatto sesso.

Un giorno, eravamo in escursione sulle montagne del nord.

Era autunno, quindi le colline erano piene di orsi.

È il periodo dell'anno in cui si preparano al letargo, quindi sono in cerca di cibo e sono molto pericolosi.

Hanno fatto una cosa terribile a un escursionista tre giorni prima della nostra uscita.

Ma in realtà sono praticamente vegetariani.

Si dice che quando si cammina si debba scuotere un campanello per evitare gli orsi.

- Capito?
- Certo non sono mica un coglione.

Ecco cosa stavamo facendo.

Suonavamo questa campana, camminavamo e siamo arrivati in un posto dove non c'era nessuno.

All'improvviso, disse che voleva farlo.

Anche a me piaceva l'idea, ma avevo paura degli orsi!

Immagina, essere uccisi da un orso mentre fai l'amore.

Non vorrei mai morire così, tu?
- No, sono d'accordo.

Così abbiamo scosso la campana dall'inizio alla fine.

Chi di voi scuoteva la campana?
- Facciamo a turno.

Ci scambiavamo quand'eravamo stanchi.

A volte ci penso anche adesso mentre faccio sesso e mi viene da ridere.

Oh, è meraviglioso!

Alla fine riesci a ridere.
- Certo che rido.

Quando è stata l'ultima volta che hai fatto sesso con tua moglie?

Non so bene...

Qualche mese fa?

E da allora niente?

Niente.

Con nessuno?

Sai cosa penso?

Devi alleggerirti e imparare a goderti la vita un po' di più.

Voglio dire, pensaci.

Domani potrebbe esserci un terremoto.

Potresti essere rapito dagli alieni.

Potresti essere mangiato da un orso.

Non si sa mai cosa succederà.

Vero.

Devi aver pensato a tua moglie.

Sono cose che succedono.

Non dovresti lasciarti turbare.
- Cercherò di non farlo.

Gli uomini lasciano sempre che queste cose li infastidiscano, però.

Hai detto che tua moglie ha lasciato un biglietto?
- Sì.

Cosa c'era scritto?

Che vivere con me era come vivere con un pezzo d'aria.

Un pezzo d'aria?

Che cosa significa?

Che non c'è niente dentro di me, credo.

È vero?

Potrebbe essere.

Non so.

Cosa sarebbe qualcosa?

Sì, vero.

Cosa sarebbe qualcosa?

Mia madre andava pazza per la pelle di salmone.

Desiderava che esistesse un tipo di salmone fatto solo di pelle.

Quindi, in alcuni casi, potrebbe essere meglio non avere nulla dentro.

Non credi?

Ti dirò questo, però.

Non so se tu abbia o meno qualcosa dentro di te, ma penso che tu sia fantastico.

Scommetto che il mondo è pieno di donne che ti capirebbero e si innamorerebbero di te.

Diceva anche questo.

Cosa, il biglietto di tua moglie?

Non scherzare.

E ora che ci penso, cosa c'era dentro la scatola che ho portato qui?

Ti dà fastidio?

Prima no, ma ora...

non lo so, sta iniziando a farlo.

- Da quando?
- Da adesso.

All'improvviso?

Sì, all'improvviso.

Ti dirò perché.

Perché quella scatola contiene qualcosa che era dentro di te, la tua anima vuota.

Non lo sapevi quando l'hai portata qui e l'hai data a Keiko con le tue mani.

Ora non la riavrai mai più.

Dai!

Stavo solo scherzando. Ho detto la prima cosa che mi è venuta in mente.

Mi dispiace.

Era una pessima battuta, non volevo ferirti.

Cominci a pensare di aver fatto molta strada?

Sì.

Una strada molto lunga.

Ma in realtà sei solo all'inizio.

Sto per morire.

Il vero terrore è quello che gli uomini provano nei confronti della loro immaginazione.

Mi scusi.

Oh, bene!

Finalmente è sveglio.

Che ora è?

- Sono le 9:15.
- Di mattina?

Ma no, è notte!

Le 21:15?

Il 23 marzo?

Precisamente le 21:15 del 23 marzo.

Non c'è stato un forte terremoto a Tokyo questa mattina?

A Tokyo?

Sì, a Tokyo.

Non che io sappia!

Come va la mia ferita?

Quale ferita?

Dove mi hanno sparato.
- Sparato?

Sì, vicino all'ingresso posteriore della Trust Bank, un tizio mi ha sparato alla spalla.

Signor Katagiri, non le hanno sparato.
- No?

- Ne è sicura?
- Come so che non c'è stato nessun terremoto stamattina.

Allora che diavolo ci faccio in ospedale?

Qualcuno l'ha trovata per strada privo di sensi nel quartiere Kabukicho di Shinjuku.

Non aveva ferite esterne, era solo svenuto e non abbiamo ancora scoperto perché.

Il dottore arriverà presto, è meglio che parli con lui.

Quindi mi sta dicendo che sono sdraiato in questo letto dalla prima serata di ieri.

- È così?
- Esatto.

Deve aver avuto degli incubi terribili, signor Katagiri.

L'ho sentita urlare "Rana! Ehi, Rana!"

L'ha fatto spesso.

Ha un amico soprannominato Rana?

Rana?

Rana?

Volevo incontrarla nel locale caldaia a mezzanotte come avevo promesso, ma ho avuto una specie di incidente e mi hanno portato qui.

Lo so, va tutto bene, non si preoccupi.

Mi è stato di grande aiuto nella battaglia.

- Davvero?
- Sì, davvero!

E devo ringraziare lei per la nostra vittoria.

Non capisco...

Sono stato incosciente per tutto il tempo.

Non ricordo nulla!
- Meglio così.

Tutto questo terribile scontro è avvenuto nell'area dell'immaginazione.

Il luogo esatto del nostro campo di battaglia.

È lì che sperimentiamo le nostre vittorie e le nostre sconfitte.

Tutti noi alla fine subiamo una sconfitta, ma come Ernest Hemingway ha visto così chiaramente,

il valore finale delle nostre vite non è deciso da come vinciamo, ma da come perdiamo.

Io e lei insieme, signor Katagiri, siamo riusciti a impedire l'annientamento di Tokyo!

Abbiamo salvato 300.000 vite dalle fauci della morte.

Com'è riuscito a sconfiggere Verme e cosa ho fatto io?

Abbiamo dato tutto quello che avevamo, tutto il coraggio di cui siamo capaci.

L'oscurità era l'alleato del nostro nemico.

Ha portato un proiettore per riempire il posto di luce.

Ha cercato di spaventarvi con i suoi fantasmi di oscurità.

Si è avvolto intorno a me e mi ha bagnato con la sua orribile melma.

Lo feci a pezzi, ma si rifiutò di morire.

Potevo solo impedirgli di...

Signor Katagiri, le dispiace se faccio un breve pisolino?

Sono completamente esausto.

La prego, Rana, faccia un lungo e profondo sonno.

Siamo finalmente riusciti a sconfiggere Verme, ma a dire il vero...

Cosa?

Ciò che si vede con gli occhi non è necessariamente reale.

Il mio nemico è, tra le altre cose, il me stesso dentro di me.

Dentro di me c'è il non-me.

Sta diventando tutto un po' fangoso.

La locomotiva sta arrivando.

È stanco, Rana, dorma. Starà meglio.

Sto lentamente tornando al fango.

Eppure...

Dorma, Rana.

Appena esco, compro Anna Karenina.

Poi faremo una bella e lunga discussione letteraria.

Rana?

Rana!

Signor Katagiri!

Un altro brutto sogno, eh?

Povero caro.

Ecco fatto.

Cosa stava sognando?

Ciò che si vede con gli occhi non è necessariamente reale.

È proprio vero, soprattutto per quanto riguarda i sogni.

Rana.

È successo qualcosa a Rana?

Ha salvato Tokyo dalla distruzione di un terremoto.

Tutto da solo.

Che bello!

Non ci servono altre cose terribili a Tokyo, ne abbiamo già tante.

Lei era molto affezionato a Rana, vero, signor Katagiri?

Più di chiunque altro.

La locomotiva...

Abbiamo rivelato solo il suo nome di battesimo: Toshiro.

Toshiro è il sopravvissuto del misterioso corridoio sotterraneo.

Può dirci, Toshiro, com'è riuscito a salvarsi?

È un miracolo che io sia qui.

Era buio totale.

L'aria era densa di polvere.

Pensavo di essere morto.

Ho sentito un po' di umidità, sotto le fogne, come se conducesse da qualche parte.

Non riuscivo a girarmi. Con la mano sono riuscito a sollevare piccole quantità d'acqua.

Ed è questo che l'ha tenuto in vita, Toshiro?

Solo a poco a poco mi sono reso conto di dove mi trovavo, del corridoio sotterraneo, del terremoto.

Pensavo che sarei morto da solo, senza essere notato, che non avrebbe fatto differenza per nessuno.

Ero sdraiato e soffrivo. Vedevo la mia vita passare.

Perché non ho dato di più, non ho preso di più da lei quando potevo?

Solo quando non avevo più nulla ho visto tutto così chiaramente.

Ero solo un fantasma senz'anima.

E fu allora che sentii dei deboli passi da qualche parte lassù, e sentii urlare e...

Improvvisamente capii il significato di essere vivi.

- Pronto?
- Allora, hai deciso?

Oh, ciao, mamma.

Riguardo al lavoro? No, non ancora.

Forse ho trovato qualcosa per te.

Oh, davvero? Per esempio?

Ti ricordi della mia cara amica Mitsuko?

Ha un'amica che pubblica una rivista di racconti per ragazze.

Stanno cercando qualcuno che scelga e riveda le poesie
inviate dai lettori e che scriva ogni mese una breve poesia per la prima pagina.

La paga non è male per un lavoro facile.

Lavoro facile?

Non so nulla su come scrivere poesie.

Ma, tesoro, scrivevi delle poesie così belle quando eri al liceo.

Lo facevi ad occhi chiusi. Riusciresti di certo.

Ascolta, non so scrivere poesie ne a occhi chiusi ne aperti. Non scrivo poesie per le ragazzine.

Per quello che vale, ho ancora un lavoro.

Sto solo cercando di aiutare.

A proposito, sei andato a cercare Watanabe?

Oh, no.

Mi ero completamente dimenticato del gatto.
- Oh, tesoro.

Pensare a lui perso da qualche parte.

- Beh...
- Povero Watanabe.

Senti, ti dispiace se ti richiamo più tardi?

- Voglio solo che tu sia felice.
- Grazie, mamma.

Non dimenticare il gatto e pensa alla poesia.

Non si sa mai.

Watanabe!

Watanabe?

- Caldo, vero?
- Sì, molto.

Hai una sigaretta?

Sì, certo.

Vivi da queste parti?

Sì, proprio lì dietro.

Sto cercando il mio gatto.
- Che tipo di gatto?

È un grosso gatto a strisce marroni e la punta della coda è un po' piegata.

- Nome?
- Noboru Watanabe.

No, non il tuo nome, il nome del gatto.

Questo è il nome del mio gatto.
- Oh, davvero impressionante.

In realtà è il nome di mio cognato, ma il gatto ce lo ricorda.

In che modo il gatto ti ricorda tuo cognato?
- Non so, in generale.

Il modo in cui cammina. E il suo sguardo vuoto.

Un gatto a strisce marroni con la coda piegata?
- E un collare nero.

Forse ho visto un gatto così.

Non so se la coda fosse piegata, ma era un gatto marrone e credo che avesse un collare.

- Quando l'hai visto?
- Non so, qualche giorno fa.

Devo sedermi, ma perché non aspetti qui con me?

Tutti i gatti alla fine passano di qua.

E qualcuno chiamerà la polizia se ti vede in giro in quel modo.

Non sarebbe la prima volta.

- Beh...
- Andiamo.

Andiamo, possiamo sederci al sole e aspettare che il tuo gatto si faccia vivo.

Ho una vista perfetta.

Ok, d'accordo.

Sono caduta in moto.

Che cortile grande.

Deve essere una rottura prendersene cura.
- Già.

Da ragazzo lavoravo per una ditta di tosaerba.

- Sei sempre da sola?
- Tranne quando viene la domestica.

Durante il giorno sono solo io.

- Non vai a scuola?
- Non vai al lavoro?

Non devo andare al lavoro.
- Hai perso il lavoro?

Stanno esternalizzando il mio reparto e vogliono licenziarmi, ma per ora mi prendo solo una settimana di ferie.

Oh, bene.

- Ti piace il tuo lavoro?
- A me va benissimo.

È questo che volevi fare?
- Il mio lavoro?

Non importa, non credo ci sia nulla che volessi fare, quindi...

- Sei sposato?
- Beh, tecnicamente sì.

E tua moglie è al lavoro?

Mi ha lasciato. Stiamo divorziando.

Ecco perché mi prendo qualche giorno di vacanza.

Anche i miei genitori hanno divorziato, tre anni fa. Mia madre aveva una relazione.

Un giorno sono tornata a casa presto e li ho trovati lì a farlo.

Ho provato a nasconderlo a mio padre per un po', ma poi l'ha scoperto.

- Ha una relazione?
- Mia moglie? Per quanto ne so, no.

Senti lo strano suono degli uccelli?

- Sì, è l'uccellino a molla.
- Si chiama così?

Mia moglie lo chiamava così.

Diceva che era lì tutte le mattine per dare un po' di carica al nostro piccolo mondo.

Lì è dove passano i gatti.

In quel punto passano sotto la recinzione, attraversano l'erba ed entrano nella casa libera.

Seguono sempre esattamente lo stesso percorso.

- Ci sono molti gatti lì dentro?
- Sì, ci sono molti gatti. Di tutti i tipi.

Alcuni stanno perdendo il pelo.

Alcuni hanno un occhio solo e, al posto dell'altro, un grumo di carne cruda.

Ho un parente con sei dita per mano.

Sa come tenerlo piegato in modo che la gente non se ne accorga.

Una ragazza davvero carina, però.

Ho lasciato il telefono dentro.

È mio padre. Mi controlla sempre a quest'ora.

Vado a prendermi una Coca Cola.

Ti va una birra o qualcos'altro?

No, grazie, sto bene così.

Signor Katagiri...

Il signor Suzuki vorrebbe vederla subito.

- Subito?
- Subito.

Hai chiesto di vedermi?

Si sieda, signor Katagiri.

Sono sicuro che ormai avrà sentito le voci sull'esternalizzazione del nostro reparto.

Non presto molta attenzione alle voci.
- Beh, dovrebbe. Sono fondate.

Stiamo per esternalizzare metà del reparto entro i prossimi sei mesi.

Inoltre, il signor Yamamoto mi ha consigliato di iniziare il processo proprio oggi.

Capisco.

Molti dipendenti, uno su due per l'esattezza, dovranno andare in pensione anticipata o con una buonuscita.

La divisione prestiti è direttamente interessata da questo programma.

- Davvero?
- Sì, signor Katagiri.

Temo che uno dei primi dipendenti designati al pensionamento anticipato sia il suo superiore, il signor Mitsuda.

Abbiamo discusso anche del suo caso, col signor Yamamoto.

- Il mio caso?
- Sì, signor Katagiri.

E a dire la verità...

Ok, passamelo.

Sì, ha avuto il tempo di riflettere?

Sì, signor Suzuki.

E se l'offerta è ancora disponibile, vorrei approfittarne.

Molto bene. Preparo i documenti e l'assegno.

Può venire quando vuole.
- Ok, verrò domani.

Grazie, signor Suzuki.

Signor Katagiri, cosa ne pensa di cambiare lavoro?

Non sono sicuro di seguirla, signore.

Il signor Yamamoto ha espresso la sua soddisfazione per la rapida e raffinata gestione del caso Big Bear,

in cui è riuscito quasi magicamente a recuperare la totalità del prestito con gli interessi.

Per questo, come per l'ottimo lavoro che ha fatto in questi anni, voglio ringraziarla.

Desidero pertanto promuoverla da oggi alla carica di direttore della seconda sezione della divisione prestiti.

Hai visto qualche gatto?

Ho appena lasciato il mio lavoro.
- Ottimo.

Allora, se fossi innamorato di una ragazza e scoprissi che ha sei dita, cosa faresti?

Non lo so.

Forse venderla al circo?

- Davvero?
- No, sto scherzando.

Non credo che mi darebbe fastidio.

E se avesse quattro seni?

Non lo so.

- Quanti anni hai?
- Ho appena fatto 16 anni.

Quindi non ti dispiacerebbe sposare una ragazza con sei dita ma non con quattro seni?

No, non ho detto questo, non so...

Perché non lo sai?

Non lo so, è difficile immaginare una cosa del genere.

Riesci a immaginare una ragazza con sei dita?

Sì, credo di sì.

Allora perché non quattro seni? Che differenza c'è?

Faccio troppe domande?

La gente te lo dice?
- Sì, a volte.

Puoi dormire se vuoi. Ti sveglio se vedo il tuo gatto.

Posso dirti una cosa? Non devi rispondere per forza.
- Sì, certo.

Sono solo alcune cose a cui ho pensato in questi giorni.

Mi piacerebbe poter guardare dentro un cadavere...

aprirlo con un bisturi e trovare il nucleo di ciò che era.

Sono sicura che c'è qualcosa di simile all'interno, qualcosa di viscido e scuro nascosto lì dentro.

Non preoccuparti.

Ti farò sapere se Noboru Watanabe si fa vivo.

Sono sicura che è qui in giro da qualche parte.

Sarà qui da un momento all'altro.

Sta arrivando.

So che sta arrivando...

attraverso l'erba...

sotto la recinzione...

fermandosi ad annusare i fiori lungo il percorso.

È quasi arrivato.

Si sta avvicinando sempre di più.

Noboru Watanabe, dove sei andato?

Ed ecco qua.

E una firma qui, se non le dispiace.

Ok, è tutto.

- Buona giornata.
- Grazie.

Dove sei andata? L'uccellino a molla ti ha dimenticato?

Watanabe!