All language subtitles for Ancient Apocalypse (2022) - 1x05 - Legacy of the Sages_IT

UNA SERIE NETFLIX

L'elettricità fa meraviglie per noi.

Siamo diventati
una specie attiva giorno e notte.

Ma il nostro tetto di luci oscura

uno degli spettacoli più meravigliosi
per chi vive sul pianeta…

il cielo notturno.

Per gli antichi,

guardare le stelle doveva essere
il più grande show sulla Terra,

il modo più divertente per passare
le loro lunghe, buie notti.

Avranno conosciuto
ogni angolo della Via Lattea,

ogni ammasso stellare,
ogni cometa che attraversava il cielo.

Spiegherebbe perché,
ovunque guardiamo nel mondo antico,

troviamo enormi strutture
che attirano lo sguardo verso i cieli.

E se ci fosse di più sotto?

Antiche piramidi e templi
in tutto il mondo

collegano cielo e terra con un preciso
allineamento di Sole, Luna e stelle.

Perché li costruirono con tanta cura
e su così larga scala?

Forse volevano dirci qualcosa?

Avvertirci che dobbiamo
fare attenzione ai cieli, a ogni costo.

L'EREDITÀ DEI SAGGI

Sono in Turchia,
diretto sulla cima di una remota collina,

a circa 40 chilometri
dal confine con la Siria.

Oggi questa parte del mondo è travagliata,

ma è stata di grande importanza
per la storia dell'umanità.

MAR NERO - TURCHIA
MAR MEDITERRANEO - SIRIA - IRAQ

Nella Turchia sud-orientale,
vicino alla moderna Sanliurfa,

accadde qualcosa di interessante
nell'ultima era glaciale.

10.000 a.C.

I cacciatori-raccoglitori
dell'età della pietra

scoprirono d'un tratto l'agricoltura,
iniziando a creare insediamenti.

IRAN - MESOPOTAMIA - GOLFO PERSICO

Accadde in tutta l'area
che conosciamo come Mezzaluna Fertile,

che si estendeva a sud
fino al Golfo Persico.

4.000 a.C.

Circa 6.000 anni fa,
nell'area nota come Mesopotamia,

sarebbe nata
quella che a lungo è stata ritenuta

la prima civiltà del mondo,
quella dei Sumeri.

Quella visione della storia implora
di essere riscritta.

Nel 1994, mentre osservavano
il campo di un contadino,

gli archeologi notarono strane pietre
scolpite che spuntavano dal terreno.

Alcune veramente gigantesche.

I successivi scavi portarono
a una serie di eccezionali scoperte.

Questo sito archeologico
recentemente scavato

ci chiede di abbandonare i pregiudizi
sui nostri antenati dell'età della pietra.

Non erano affatto
tecnologicamente primitivi,

e le loro opere qui ci dimostrano

che possedevano delle abilità inaspettate

che rivaleggiano con quelle

delle civiltà successive,
teoricamente più avanzate.

Sotto al moderno tetto
che lo protegge dagli elementi,

troviamo Göbekli Tepe.

Secondo tutto ciò
che ci hanno insegnato sulla preistoria,

non dovrebbe esistere.

Gli archeologi accettano
che risalga a circa 11.600 anni fa…

9.600 a.C.

…rendendolo la più antica
struttura monumentale riconosciuta.

È un sito megalitico
molto sofisticato e avanzato,

di circa 7.000 anni
più antico di Stonehenge

e della necropoli di Giza.

Così, l'idea che non ci fosse
nel mondo una civiltà

in grado di creare opere simili
12.000 anni fa

viene completamente annullata.

È più antico dell'invenzione della ruota

o dell'addomesticamento dei cavalli.

Costruito mentre la Terra riemergeva
dall'ultima era glaciale

e le popolazioni locali

erano semplici cacciatori-raccoglitori
che vivevano in capanne.

Se quelle non erano abbastanza avanzate

da progettare e costruire
questa meraviglia megalitica,

chi la costruì e perché?

Cos'è questo posto?

A prima vista, ci troviamo di fronte
a qualcosa di sconvolgente.

Se osserviamo più attentamente, però,
mettendo insieme gli indizi,

possiamo farci una buona idea

di quanto fosse ambizioso e imponente
nel suo massimo splendore.

Sul lato di una collina

che ha vicino solo poche tracce
di insediamenti umani,

troviamo quattro recinti circolari
con una distribuzione interna simile.

Al centro di ciascuno,

troviamo una coppia
di enormi megaliti a forma di T,

pesanti fino a dieci tonnellate

e posti su un pavimento
di pietra levigata.

Figure gemelle giganti,

alcune con braccia e mani
scavate nella roccia

e teste inclinate.

Sono attorniati
da pilastri più piccoli a forma di T,

molti dei quali sono scolpiti e decorati,

tutti connessi
da cerchie murarie in pietra e passaggi.

Come vennero sollevati e posti qui
questi enormi blocchi…

nessuno lo sa.

Ciò che ammalia
tutti quelli che vengono qui,

compresi gli archeologi
che fecero gli scavi,

è la meraviglia della incisioni.

Simboli di animali si trovano ovunque
a Göbekli Tepe.

È come un'arca di Noè di pietra.

Le creature raffigurate a Göbekli Tepe
sono curiosamente disposte e stilizzate

come se il loro scopo
fosse più che altro simbolico.

E c'è qualcos'altro di inusuale
in queste strutture megalitiche.

Quando gli archeologi le datarono,

videro che i quattro recinti
non erano stati costruiti insieme.

Il Recinto D risale
a circa 11.600 anni fa…

D - 9.600 a.C.

…ma il più recente, il Recinto A,
venne costruito 10.500 anni fa.

A - 8.500 a.C.

Invece di aggiornare
l'edificio precedente,

questa popolazione continuò
a costruire nuovi recinti

nel corso di circa 1.100 anni,

ogni volta ruotandone l'allineamento.

Ed è interessante notare

che il recinto più antico, il Recinto D,

è anche il più grande

e il più intricatamente decorato
del gruppo.

Un cacciatore-raccoglitore

non può aver pensato
all'improvviso: "Costruirò

il più grande sito megalitico del mondo".

Di solito, più ci esercitiamo in qualcosa
e meglio ci viene.

Come questi scavatori moderni

che ancora tagliano la pietra
nelle colline attorno al sito,

così pensiamo che lavorassero
le civiltà antiche,

migliorando col tempo.

Ma Göbekli Tepe,
il Recinto D in particolare,

sembra rovesciare questa supposizione.

Come fece
una comunità di cacciatori-raccoglitori

a costruire in modo brillante

una struttura megalitica
al primo tentativo?

Forse è ora di considerare la possibilità
che questi grandi recinti megalitici

non fossero una miracolosa invenzione
dei cacciatori-raccoglitori,

ma l'eredità

di una civiltà preistorica
precocemente avanzata.

È questa l'idea

che l'archeologia tradizionale
trova quasi offensiva.

Gli accademici si sono fissati
con questo concetto,

che durante l'era glaciale

l'intera umanità sulla Terra
fosse composta da cacciatori-raccoglitori.

Eppure, i costruttori di Göbekli Tepe

furono molto più ambiziosi
del cacciatore-raccoglitore medio.

Nel 2003, un test geofisico
che utilizzava un radar GPR

trovò all'interno della collina
una ventina di altri recinti

e più di 200 pilastri.

Per la maggior parte ancora sottoterra.

Un enorme complesso megalitico
diffuso in nove ettari di terreno,

più di 12 campi da calcio.

È un sito enorme.

Non è possibile svegliarsi e,
senza abilità pregresse,

conoscenze o esperienza
nella lavorazione della pietra,

creare qualcosa come Göbekli Tepe.

Dev'esserci una lunga storia dietro,
storia che ci è completamente sconosciuta.

Per me, questo rafforza
l'idea di una civiltà perduta.

Trasferì la sua tecnologia,

le sue abilità e conoscenze a loro.

Göbekli Tepe non è l'unico complesso
risalente all'ultima era glaciale

a essere stato scoperto di recente qui.

Nel 2019, gli archeologi turchi iniziarono
gli scavi in un altro sito

a circa un'ora di auto a est,
chiamato Karahan Tepe,

scoprendo qualcosa di inaspettato.

Il governo turco non aveva mai permesso
l'accesso a una troupe

prima d'ora.

Il capo archeologo, il prof. Necmi Karul,

crede Karahan Tepe sia
più o meno contemporaneo a Göbekli Tepe,

se non più antico.

Ma è molto diverso.

La camera grande presenta
pilastri a T e megaliti,

ma un lato è scavato nella roccia,

e può ospitare decine di persone.

Cosa crede che sia accaduto qui?

Ha qualche idea?

Possiamo interpretarlo come una tribuna,
un'area in cui sedersi…

- Sì.
- …e in cui potevano ritrovarsi.

- È una grande struttura.
- Sì.

Karahan Tepe sembra essere
un luogo di ritrovo rituale.

Le incisioni sulle pareti

non sono ben eseguite
come quelle a Göbekli Tepe.

Ma vediamo delle figure con delle tuniche.

Potrebbero rappresentare
i veri architetti del sito?

- Faccia strada, professore.
- Sì.

Il prof. Karul mi porta
in una camera laterale curiosa,

otto metri per sei, profonda due metri.

Dieci pilastri simili a falli

sono stati intenzionalmente
e magistralmente scolpiti nella roccia.

Con un undicesimo pilastro isolato
al posto d'onore.

Anche un canale serpeggiante
è stato scavato nella roccia

per permettere a un qualche liquido
di fluire in questa camera,

acqua, o forse sangue.

Ed è dominata da un'imponente
e misteriosa testa scolpita.

Il collo della figura ricorda i rettili,

nel modo in cui si allunga dalla roccia
e osserva dall'alto i pilastri

all'interno del recinto.

C'è qualcosa di sinuoso
e anche di sinistro in essa.

È un volto molto potente.

È una testa umana

- scolpita nella roccia…
- Nella roccia.

…che guarda all'ingresso.

Sì, e lo sguardo rivolto là.

Imponente.

- Sembra la testa di un serpente.
- Sì.

- Si comporta come un serpente.
- Sì.

Un serpente con una testa umana.

Sì, forse.

È una scoperta unica.

- Sì, è fantastica.
- Sì.

Questo recinto trasmette
una sensazione di paura e terrore.

So che non è scienza,

ma è la mia reazione emotiva
a ciò che stavo vedendo.

Mi chiedo se paura e terrore

fossero presenti nella sua costruzione.

Mi chiedo se sia qualcosa
che dobbiamo sapere del nostro passato.

Se provochi paura per un motivo.

Il professore conferma che,
come a Göbekli Tepe,

non sono state trovate tracce di colture.

I costruttori di questo tempio erano
ancora cacciatori-raccoglitori.

Si pensava
che l'agricoltura fosse venuta prima,

e che quella avesse permesso di creare
insediamenti e posti come questo.

Ma, se lei ha ragione,
questo insediamento la precedette.

L'insediamento è precedente.

- Erano cacciatori-raccoglitori.
- Sì.

E poi iniziarono a vivere
una vita diversa.

Cambiarono gli edifici

- e la tecnologia, eccetera.
- Sì.

Una specie di rivoluzione di idee.

Possiamo chiamarla una rivoluzione.

Quindi, questo mette sotto un'altra luce
la storia dell'umanità.

Per ora, sono state scavate
solo due camere a Karahan Tepe.

Ma il radar GPR ha rivelato
almeno altre 20 camere

che devono ancora essere esplorate.

Insieme a Göbekli Tepe,

le strutture risalgono
alla fine dell'ultima era glaciale,

poco prima che gli umani iniziassero
a coltivare e ad allevare.

L'agricoltura non esisteva
quando Göbekli Tepe fu costruito,

ma stranamente,
proprio quando sorse 11.600 anni fa,

l'agricoltura iniziò a spuntare ovunque.

Secondo me, questi sono indizi chiari

di un trasferimento di tecnologie.

Qualcuno che già sapeva creare megaliti

e come costruire grandi siti megalitici
arrivò a Göbekli Tepe.

Conosceva già l'agricoltura

e usò quel sito per mobilizzare
una comunità locale,

organizzandola e insegnandole a coltivare.

Secondo le leggende
dell'antica Mesopotamia

accadde proprio questo.

Tra i molti miti
su diluvi e cataclismi dell'antichità,

la tradizione mesopotamica del diluvio
è di particolare interesse.

Parla di un piccolo gruppo
di saggi antichi,

gli Apkallu, che insegnarono alla gente
di qui le abilità della civiltà.

All'inizio, prima della storia conosciuta,

l'umanità venne creata dagli dèi
affinché accudisse terre e animali.

Ma i primi umani erano troppo oziosi
e indisciplinati per questo compito,

e il loro numero aumentava a dismisura.

Perciò gli dèi inviarono un grande diluvio

per fare piazza pulita
e ricominciare da zero l'umanità.

Inviarono anche sette saggi, gli Apkallu,

tradizionalmente raffigurati
come figure barbute con vesti fluenti,

che istruirono i sopravvissuti.

Il loro capo era Oannes, venuto dal mare,

di solito raffigurato
come per metà uomo e per metà pesce.

Camminò tra la gente

insegnando agricoltura, architettura
e la conoscenza delle stelle.

Devo notare che la lista include

molti dei progressi che si dice
siano stati fatti a Göbekli Tepe.

Oannes è l'ennesimo esempio
di eroe civilizzatore.

Un insegnante che arriva all'improvviso,
di solito via mare,

dopo un grande cataclisma,

come Quetzalcoatl in Messico,

o come Osiride,
la cui leggenda dice che viaggiò per nave

per insegnare all'umanità
gli usi della civiltà.

E non sono solo le loro storie
a essere simili tra le culture antiche.

GLI ASSIRI

Anche la loro rappresentazione
nell'arte antica è molto simile…

I TOLTECHI

…anche per vesti e borse.

I MAYA

GLI OLMECHI

Credo che questi siano
racconti di eventi reali.

Sovrapposti, in alcuni casi,

a simbologie e narrazioni
che ci distraggono,

ma in sostanza
credo che dovremmo fidarci di questi miti.

Le mura aperte al cielo di Göbekli Tepe

mi ricordano un po' anche Gigantia
e gli altri templi di Malta.

Forse sono stati ispirati
dalla stessa cosa?

A Malta, Lenie Reedijk mi ha mostrato

come i diversi allineamenti
degli antichi templi megalitici

seguissero il sorgere
di una sola stella, Sirio,

nel corso di migliaia di anni.

È interessante vedere che ritroviamo
lo stesso fenomeno a Göbekli Tepe.

Anche i pilastri centrali
dei tre recinti più antichi

sembrano rivolti verso Sirio.

Verso la fine dell'era glaciale,
i loro orientamenti diversi

seguono i diversi punti
in cui la stella è sorta nel tempo.

Quest'attenzione condivisa per Sirio,
secondo me,

è un altro indizio che questi antichi
costruttori a Malta e in Turchia

avevano un serbatoio comune di conoscenze

riguardo all'astronomia
e alle costruzioni megalitiche.

È possibile che i lavori
dei grandi progetti in entrambi i luoghi

fossero stati diretti da sopravvissuti
di una civiltà più avanzata

che girò il mondo
alla fine dell'ultima era glaciale,

forse rappresentata
dai giganti sui pilastri di pietra

o dalle figure incappucciate
a Karahan Tepe?

Persone arrivate qui

nella Mezzaluna Fertile
dopo un grande diluvio.

Se così fosse, cosa volevano dire?

Tutti quegli animali scolpiti
ci stanno dicendo qualcosa?

In queste recenti indagini,

ho scoperto nuove informazioni
su Göbekli Tepe

che avvalorano ulteriormente
questa interessante idea.

Ho incontrato il dr. Martin Sweatman
al vicino Museo di Sanliurfa,

casa della splendida ricostruzione
del recinto maggiore di Göbekli Tepe.

Scienziato con un interesse
per l'archeoastronomia,

la sua ricerca si è concentrata
sul Pilastro 43,

noto anche come stele dell'avvoltoio.

Secondo lei, Martin, perché è importante?

È forse uno degli artefatti
più importanti al mondo.

È davvero incredibile.

Questo pilastro è
la nostra stele di Rosetta.

Sì.

Il dr. Sweatman crede
che i simboli sulla pietra

potrebbero rappresentare asterismi,

e le figure
ammassi stellari nel cielo notturno.

Notiamo subito lo scorpione.

Potrebbe essere
la costellazione Scorpione.

È una tentazione concludere che sia così.

Certo.

Diverse culture hanno assegnato
nomi e figure diversi

alle costellazioni dello zodiaco.

Vedere un asterismo riconoscibile
sul Pilastro 43 è interessante.

Sopra ci aspetteremmo di trovare
il Sagittario,

che noi conosciamo
come un arciere con arco e frecce.

Qui vediamo l'avvoltoio con le ali
spiegate nell'esatta angolazione

di arco e frecce.

Notiamo che ci sono altri simboli animali

corrispondenti ad altre costellazioni,

quasi a rappresentare una mappa
del cielo notturno.

Questa è una mappa
delle stelle più visibili

nell'area dell'odierna
costellazione dello Scorpione.

Se allineiamo quella costellazione
con lo Scorpione sul Pilastro 43,

gli altri asterismi presenti
sembrano corrispondere

alle altre figure
rappresentate sul pilastro.

- Perciò, tutto corrisponde.
- Certo.

Ma la vera scoperta del dr. Sweatman
è arrivata quando ha considerato l'idea

che il cerchio centrale
rappresentasse il Sole.

Quindi, cosa potresti voler dire
con l'immagine del Sole

in una particolare posizione
relativamente alle costellazioni?

Potresti voler indicare una data.

L'indizio principale è la presenza
di tre altri simboli animali

in cima al pilastro.

Conferma l'idea che questa sia una data.

Quei simboli indicano una data.

Il dr. Sweatman crede

che quei tre piccoli animali scolpiti
in cima al Pilastro 43

appaiano vicino a rappresentazioni
simboliche di tre tramonti.

Insieme al disco solare
al centro della stele,

potrebbero indicare
quattro momenti chiave dell'anno solare:

i solstizi d'estate e d'inverno
e gli equinozi di primavera e autunno.

I bassorilievi rappresenterebbero
asterismi apparsi nel cielo

dietro o intorno al sole al tramonto

in quelle date chiave del calendario.

Improvvisamente, possiamo agganciare
i quattro momenti chiave dell'anno

al momento su cui vogliono
che ci concentriamo,

- al centro del pilastro.
- Esatto.

È un'idea brillante e accattivante.

Una data incisa nella pietra
nel linguaggio universale dell'astronomia.

A quale data si riferisce il pilastro?

Usando un software progettato

per monitorare
il cielo notturno per migliaia di anni,

possiamo trovare una finestra di un secolo
che ben si adatta alla teoria di Martin.

Alla fine ho scoperto
che possiamo collegarlo

al periodo tra il 10.900 a.C.
e il 10.800 a.C.

Ma è più di mille anni prima dell'inizio
della costruzione di Göbekli Tepe.

Perché quella data era importante?

Sappiamo diverse cose
su quel periodo storico.

Quasi esattamente in quel periodo,
in quel breve secolo,

accadde un evento climatico drammatico
noto come Dryas recente.

Cambiò del tutto il nostro mondo.

Noi chiamiamo quest'evento
l'antica apocalisse,

ma gli scienziati lo chiamano
Dryas recente.

Iniziò 12.800 anni fa con un cataclisma

e terminò 11.600 anni fa,

quando iniziò
la costruzione di Göbekli Tepe.

Il mondo subì
un tremendo sconvolgimento geologico

che comprese immensi diluvi

seguiti da più di 1.000 anni
di temperature gelide.

La vita sulla Terra cambiò
in modo fondamentale.

Si estinsero i mammut
e le tigri dai denti a sciabola.

Ma l'umanità sopravvisse.

Poi, 11.600 anni fa,

il freddò finì
con un altro immenso diluvio

che innalzò il livello del mare.

Fu allora, solo quando la Terra
fu tornata alla quiete,

che iniziò la costruzione di Göbekli Tepe.

E credo che non sia una coincidenza.

Göbekli Tepe, per come la vedo io,

è stato un nuovo inizio per la civiltà,

dopo che la civiltà precedente

era stata distrutta dal cataclisma.

È bello trovare qui il Pilastro 43,

che è incredibilmente ben preservato,

considerati i suoi 11.600 anni.

È davvero fantastico.

E se questo misterioso complesso
non fosse solo un luogo di riti,

ma anche un memoriale
in ricordo di un evento che mutò il mondo?

Avrebbe senso.

Oggi, alcuni dei nostri edifici
più grandiosi sono memoriali.

Il Lincoln Memorial a Washington DC

o il Taj Mahal in India.

Ma Göbekli Tepe potrebbe essere
più di questo?

E se gli architetti
avessero voluto lasciare

un messaggio di grande importanza

che le generazioni future
avrebbero dovuto decifrare?

Perché quando gli archeologi

determinarono l'età del pietrisco
che copriva il sito,

ebbero un'altra sorpresa.

Circa 10.000 anni fa,

le strutture vennero sepolte

in modo rapido e deliberato,
contemporaneamente.

Venne fatto un enorme sforzo
per seppellire Göbekli Tepe.

Non si limitarono a seppellirla,

ci posero sopra
un'intera collina creata dall'uomo.

Dobbiamo immaginare
squadre di centinaia di persone

che portano cesti di pietrisco
e le riversano nei recinti.

E sorge una domanda: perché lo fecero?

Il sito non fu abbandonato.
Non venne distrutto o saccheggiato.

Venne sepolto con cura,
nascosto e preservato.

Ed è rimasto lì al sicuro
per migliaia di anni,

fino alla sua recente scoperta.

Per come la vedo io, ha senso solo
se lo consideriamo una capsula del tempo.

Come tutte le capsule del tempo,

ha lo scopo di trasmettere
un messaggio al futuro.

Sia a Göbekli Tepe che a Karahan Tepe,
i serpenti sono le immagini predominanti.

C'è qualcosa

in quelle forme sinuose e discendenti,

come se i costruttori
ne fossero ossessionati,

come se i serpenti fossero
l'unico messaggio

che volevano farci arrivare
da entrambi i siti.

Ma i serpenti potrebbero rappresentare
qualcos'altro?

Sembra che ovunque troviamo tracce
di un episodio della storia umana obliato,

troviamo i serpenti.

In Messico,
lo stesso Quetzalcoatl è un serpente.

A Malta, entriamo
nel santuario interno di Gigantia

passando sopra a un serpente.

Forse conosco il significato dei serpenti,
ma il migliore esempio non è in Turchia.

Si trova quasi dall'altra parte del mondo,
nel centro degli Stati Uniti, in Ohio,

dove antichi saggi crearono
un immenso serpente nel terreno,

che servisse come memoriale
e, forse, come avvertimento.

Sottotitoli: Sarah Marcucci