All language subtitles for 1 D3LF1N1

>Anselmo: E' cosi difficile,
ad un anno di distanza,

>raccontare di quell'inverno,
di me,

>di tutti noi ''Delfini'',
come ci chiamano in questa citta.

>E' una citta antica, come ce ne
sono tante nell'ltalia Centrale,

>dove strade, palazzi,
i muri stessi...

>sono come impregnati di storia,
di tradizione. Di passato.

>Forse e per questo che qui tutto
finisce sempre per attutirsi,

>per soffocare. Sembra sempre
che non sia successo niente.

>E finiamo per crederlo anche noi.

>Ma e proprio per questa ragione
che comincio a scriverne.

>Per capire meglio io stesso come
fu che, nel giro di una stagione,

>ci ritrovammo cambiati, diversi.

Allora? Andiamo al circolo?

-Si, andiamo al circolo!
-Troppo noioso!

Andiamo dove vi pare,
purche vi sbrighiate! Ho freddo.

-Andiamo dalla Chere!
-lo vado in macchina con lei.

Dalla Chere! Tutti dalla Chere!

>Anselmo: ln fondo,
la storia puo cominciare da qui.

>Da quella sera di Novembre.
O era ancora Ottobre?

>Quando Marina si senti male
e Fedora non era ancora dei nostri.

>Gia. Era una delle tante ragazze
che si fermavano a guardare,

>quando uscivamo rumorosamente
dal Caffe.

Fedora: Mamma, possibile
che ti devi sempre accecare?

Non mi ero nemmeno accorta
che fosse buio.

-E poi, il nuovo pensionato...
-Fedora: Consuma troppa luce.

Fedora: E dobbiamo fare economia,
naturalmente.

-Anselmo: Marina! Marina!

<-Anselmo: Cerca di calmarti!

-Guglielmo: E' proprio andata, eh?
<-Anselmo: Su, calmati.

-Elsa: Lascia, ci penso io.
-Anselmo: Marina!

Anselmo: Marina!

-Elsa: Ma tu guarda mio fratello...
-Chere: Vai a prendere dell'acqua.

-Chere: Hai da accendere?
-Guglielmo: Si.

-Guglielmo: Nervosa?
-Chere: Si.

Se per una bottiglia di whisky
ha una reazione del genere...

Mio padre ci ha messo 50 anni
per arrivare alla crisi.

Guglielmo: Solo che tuo padre non
aveva 1 5 anni quando ha cominciato.

-Elsa: Ecco Alberto.
-Chere: Finalmente!

Chere: Speriamo che abbia trovato
il medico.

Guglielmo: Bene, cosi giocheremo
tutti al dottore e all'ammalata.

Elsa: Di' un po',
ma sarai cosi anche dopo sposati?

-Guglielmo: Cosi spiritoso?
-Elsa: No, cosi idiota.

-Mario: Buonasera.
-Chere: E' lei.

-Mario: Ma da quant'e che beve?
-Elsa: Saranno sei anni,

comprese le domeniche
e le altre feste comandate.

Chere: Gia, ma nessuno di noi
pensava che fosse a questo punto.

Chere: E' stata una bravata. Una
bottiglia di scotch in pochi sorsi.

-Guglielmo: Ma quello chi e?
-E' uno nuovo. Martini non c'era.

Elsa: Accidenti!

Mario: Potrebbe darmi una mano?

-Vorrei parlare con i genitori.
-Alberto: Di chi?

-Alberto: Arriva tardi, dottore.
-Mario: Cioe?

Alberto: Separati e risposati.

Alberto: La madre nelle Americhe,
il padre non si sa bene dove.

-Marina e cresciuta da sola.
-Anselmo: Grazie al cielo.

Chere: Ha uno zio tutore. Se e
una cosa seria, si puo parlargli.

Mario: Certo che per arrivare
a una crisi del genere,

significa che il sistema nervoso
era gia piuttosto logorato.

-Mario: Non c'entra solo il bere.
-Anselmo: E allora?

Mario: lo la visitero ancora
domani.

Mario: Dovrebbe cambiare aria,
in una clinica specializzata.

Mario: ln Svizzera ci sono
le migliori. Se ha i mezzi.

Guglielmo: E' una fanciulla
senza mezzi, senza scarpe,

senza neanche un cappottino
per coprirsi dall'inverno.

-Guglielmo: Poverina!

Chere: Cosa devo dire al tutore?

Mario: Gliel'ho detto,
cambiare aria.

-Mario: Cambiare ambiente.
-Alberto: Ehi!

Alberto: Quanto le dobbiamo,
dottore?

Mario: Niente, grazie.
Mi paga lo Stato.

-Qualcuno mi puo accompagnare?
<-Chere: Si, l'accompagno io.

Chere: Voi rimanete pure.
lo vado e torno.

Chere: Annina, la pelliccia!

Elsa: Su, Anselmo! Un viaggetto
in Svizzera e torna subito.

Anselmo: Ma si, ma si...
Tu fai sempre tutto semplice.

Anselmo: Sei come nostra madre.

Alberto: Balliamo?

-Chere: La porto in ospedale?
-Mario: No, grazie.

Mario: Avevo gia finito il turno.
Stavo proprio per uscire.

Chere: Allora l'accompagno a casa.
Dove abita?

Non ci siamo ancora presentati.
lo sono Margherita Chere.

Margherita e troppo lungo,
quindi mi chiamano Chere.

-Mario: Piacere. Mario...
-Non lo dica. E' questione di ore.

Mario: Come sarebbe a dire?

Numero del passaporto, segni
particolari, moralita, stipendio...

-Chere: Sapro tutto di lei.
-Mario: Ah, si?

-E chi sara a raccontarglielo?
-Chere: Nessuno.

Chere: La citta, i muri...

Chere: l tavoli del Caffe Meletti.

-Chere: Lei c'e gia stato?
-Mario: No, non credo.

Mario: Per me,
i bar sono tutti uguali.

-Cameriere: Buonasera, Contessina.
-Chere: Buonasera.

-Buonasera!
-Salve, Chere!

-Chere: Buonasera a tutti!
<-l miei rispetti, Contessa!

-Chere: Buonasera.
-Buonasera.

Mario: Beh, non si puo dire
che passiamo inosservati.

Chere: Gia. l telegrammi
stanno gia partendo:

''Avvistata Contessina,
nuovo medico, notte.''

Chere: Ma con me non ci provano
gusto. Sanno che non ci bado.

-Chere: Gino, un tonic. E lei?
-Mario: Un caffe, grazie.

Chere: E non le impedira
di dormire? Come la invidio!

Mario: Devo studiare, stasera.
Mi sto specializzando in biologia.

Chere: Lavora in laboratorio?

Mario: Non ancora, ma ho chiesto
al Direttore di farmi trasferire.

-Chere: A chi? A Geminiani?
-Mario: Lo conosce?

Chere: Fra di noi,
ci conosciamo tutti.

Chere: Questo e il nostro tempio
e quella e la vetrina,

dove restiamo esposti
per qualche ora al giorno...

... con il nostro bravo cartellino
al collo.

Chere: Gia, ma lei, naturalmente,
non conosce ancora nessuno.

Chere: Signore e signora Foschini,
con figlia da maritare,

00:10:34,160
00:10:37,720
Chere: Portano sempre la governante
con loro, perche fa tanto lnglese.

Peccato che sia tardi. Mancano le
Costruzioni e i Materiali Plastici,

le nostre industrie piu importanti.
l loro figli erano da me, stasera.

-Mario: E quello?
<-Chere: Niente, e il Sindaco.

Mario: E lei?

Mario: Lei che cosa direbbe
di se stessa?

Chere: Vedete quella alta, pallida,
magra, che beve un tonic?

Pensate che i suoi antenati
hanno fondato la citta!

<-Buonasera, Commendatore.
-Buonasera.

-Ridolfi: Buonasera, Contessa.
-Chere: Buonasera, Ridolfi.

Chere: Ridolfi,
il fuorilegge degli affari.

00:11:35,480
00:11:39,560
Guai a capitargli fra le mani.
Fine della prima lezione!

Chere: Buonasera a tutti!

<-Ciao, Chere!
-Chere: Buonasera.

Fedora: Era la Contessina Chere?

Mario: Come mai ho l'onore
di una sua visita?

Fedora: Dovere
di affitta-camere!

Fedora: E' stata la Contessina
ad accompagnarla?

-Mario: Ma lei come lo sa?
-Ho sentito il rumore di un'auto.

-E l'ha riconosciuta dal rumore?!
-Fedora: No!

Fedora: Dal rumore si riconosce
solo quella di Alberto De Matteis.

Una Ferrari. Mi sono affacciata
e ho visto lei che scendeva.

Fedora?

No, niente. Mi scusi.

Fedora: Cosa fa un dottore
tutto il giorno?

-Fedora: Perche ride?

Mario: Perche, un momento fa,
stavo pensando la stessa cosa.

Mario: Che cosa fa una ragazza
come lei tutto il giorno?

Fedora: Si annoia. Aiuta in casa,
va a fare le compere...

... e ascolta le prediche
della mamma.

Fedora: Che cosa vuol fare
in un posto come questo?

Fedora: Bisognerebbe andar via,
in una grande citta.

Mario: E che cosa cambierebbe?

-Fedora: Tutto.
-Mario: Non ci credo.

Mario: Non e questo il punto.

Mario: E poi, comunque,
un po' di citta arriva anche qui.

Mario: Ho letto che giovedi
verra una compagnia importante.

Fedora: Danno ''La figlia di lorio''.
L'ho letto anch'io.

Mario: E... ci andra?

Fedora: Credo di si.

Mario: Con qualcuno?

Fedora: Se e questo che vuole
sapere, non sono fidanzata.

Fedora: E non ho nessuno
con cui andare.

-Fedora: Allora?
-Mario: Allora, cosa?

-Fedora: Non mi invita?
-Mario: Mi ha gia invitato lei.

Mario: Piuttosto, come la mettiamo
con le prediche della mamma?

-Mario: Dovro dirle qualche cosa?
-Fedora: Non dovra dirle niente.

Fedora: Vedra, pensera subito
ad un possibile matrimonio...

e mi spieghera quello che devo fare
per non lasciarmelo sfuggire.

-Mario: Ah!
-Fedora: Stupito?

Fedora: Per mia madre e diventato
una specie di chiodo fisso.

Fedora: Da quando mio padre
se n'e andato con quell'altra.

Mario: Anche se non c'era questo...

Mario: l genitori, certe volte,
sono cosi diversi da noi.

Fedora: Gia. E un giorno o l'altro
ti trovi in chiesa...

... vicino al primo impiegatuccio
disponibile.

Mario: Ma perche parla cosi?

Mario: Lei e giovane, bella...
Puo avere tutto quello che vuole.

Lei e qui da troppo poco tempo
per capire come stanno le cose.

Per aspirare a qualcosa di piu
c'e da superare il muro.

Mario: ll muro? Quale muro?

Fedora: Lei non lo vede.
Non puo vederlo.

Fedora: C'e un muro altissimo,
invisibile.

Fedora: Come un cristallo.

Fedora: Dietro questo muro
ci sono i Delfini.

-Mario: l Delfini?
-Fedora: Li chiamano cosi,

come il figlio primogenito
degli antichi Re di Francia.

Fedora: l nostri Delfini non hanno
un trono da ereditare,

ma tante altre cose.

>Anselmo: La villa dei De Matteis,
i genitori di Alberto,

>Dopo il Caffe, e l'istituzione
piu illustre della citta.

>Qualunque visita ufficiale,
qualunque convegno,

>qualunque compagnia teatrale
abbia l'occasione di mettere piede

>... all'interno delle nostre mura,

>in casa dei De Matteis
si da inesorabilmente una festa.

>Anche se le loro feste hanno
meno classe delle feste piu rare,

>ma piu raffinate, che la Chere
da nel suo palazzo,

>queste serate sono considerate
un avvenimento.

>Se ne comincia a parlare
da una settimana prima,

>magari solo per sapere i nomi dei
privilegiati che vi sono ammessi.

Che splendida casa!

>Anselmo: Quella sera era in onore
di una compagnia di giro,

>che aveva dato una passabile
versione de ''La figlia di lorio'',

>al Teatro Comunale.

-A Berna? Si, ricordo quella villa!
-Da fuori gli somiglia molto.

Dare lo spettacolo la sera stessa
dell'arrivo, mi ha fatto stancare!

-Venga, cara. Vuol fare un bagno?
-Grazie, ma dicevo per dire.

Ci siamo abituati, e la nostra
vita. Siamo un po' degli zingari.

Madre di Anselmo: Dove sono
i ragazzi? Elsa? Elsa!

Madre di Anselmo: Venga,
stia vicino a me.

Madre di Anselmo: Elsa,
ti presento il signor Mattioli.

E' una personalita, viene da Roma.

-Questa e mia figlia.
-Mattioli: Sua figlia?!

Si stupisce, caro! Hai sentito?
E questa e la piu piccola!

-Dov'e Anselmo?
-Elsa: Adesso arriva.

-Elsa! Elsa!
-Elsa: Piacere. Scusatemi.

Grazie, Contessina, ma le assicuro
che malgrado i miei 57 anni,

posso ancora essere io
ad aiutare una signorina.

Chere: Lei mi aiutera
a sostenere la serata.

-Chere: Prego.
-Grazie.

Chere: E il dottore? Non e venuto?

Alberto: Tranquilla, arrivera.

Alberto: A proposito, mica male
quella ragazza che stava con lui.

Chere: Gia. Credo che sia
la sua affitta-camere.

Alberto: Chissa se nel prezzo
della camera e compresa anche lei.

Chere: Sai cosa mi e sempre
piaciuto in te?

Chere: L'elevatezza spirituale
dei tuoi pensieri.

>Anselmo: Gia. La Chere aveva
invitato di sua iniziativa...

>il giovane medico e una ragazza,
Fedora, che era con lui,

>ad annoiarsi mortalmente
anche loro.

>Ma forse mi annoiavo solo io,
perche Marina non c'era.

>Mia madre aveva gia trovato
qualcuno da cui farsi corteggiare

>... e mio padre conversava
con l'attrice giovane.

Padre di Anselmo: Mio figlio ha
dei quadri, in camera, di cui...

-... non si capisce un bel niente!

Voglio presentarti Mattioli.
Questo e il nostro Sindaco!

ll signor Mattioli e venuto da Roma
per il nuovo piano regolatore.

-Prego, accomodatevi.
-lo stavo parlando con Ofelia,

quando sento un rumore
alle mie spalle.

Mi volto e Polonio era sparito,
li, in pieno spettacolo. Sparito!

Fortuna che la signora e entrata
chiedendomi di Amleto.

Povero Shakespeare!
Cosa le dicevo?

Alle volte sembra di essere
tornati all'epoca dei carrozzoni.

00:18:50,119
Alberto: Non so perche mia madre ci
tenga a fare questa beneficienza.

-Chere: Alberto...!
-Fratello di Alberto: Lascialo dire

Alberto e fatto cosi. Papa dice
sempre che bisogna farlo sfogare.

Alberto: Bravo! Bravo!
ll primo della classe!

Alberto: La consolazione
dei genitori.

Alberto: Ma che bisogno c'era
di farli venire fin qui?

Alberto: Come se non ci fossimo
annoiati abbastanza a teatro.

Stabiliamo che il venerdi, qui,
si apre una mensa pubblica, allora!

-Non pare anche a lei, dottore?
-Perche non lo propone a sua madre?

Chere: Sarebbe un modo per renderci
piu popolari, soprattutto tu.

Chere: E lei cosa ne dice,
signorina?

Fedora: lo penso che non
ne abbiate bisogno.

Fedora: l De Matteis sono cosi
conosciuti, qui in citta.

-Fedora: E poi il signor Alberto...
-Mario: ll signor Alberto...

Mario: C'e qualcuno
che lo riconosce a distanza.

Mario: Dal rumore della macchina.
Si immagini un po'.

Alberto: Andiamo, Chere.
Scegliamo i dischi, e meglio.

Chere: Scusate.

Alberto: Sono delle anime semplici.
Beati loro.

Chere: lo pensavo che gli avresti
rotto il muso, come dici tu.

-Alberto: A quel dottorino?

Alberto: Figurati...

-Alberto: Gli soffio la ragazza.
-Chere: Se ci riesci.

Alberto: Se ci riesco?

Chere: ll dottore e un uomo serio,
posato. Magari se la sposa.

Alberto: Quanto scommetti che
gliela porto via stasera stessa?

-Chere: Dieci bottiglie di scotch.
-Alberto: Dieci bottiglie se perdo.

-Ma se vinco, tu me ne dai venti.
-Chere: E perche, poi?

Ti lascio il dottore libero,
senza ragazza. Tutto per te.

Attenzione, attenzione! La signora
vuole proporre un gioco di societa.

-State zitti un momento.
-Si, facciamo un gioco! Avanti!

No, le signore volevano
che recitassi un monologo...

... e io ho proposto un gioco.
Fa sempre tutto lui.

Perche non facciamo il gioco
della posta segreta?

Per carita! Vengono fuori
delle sconcezze inenarrabili!

Come si chiama quel nuovo gioco
che va di moda in lnghilterra?

Si chiama ''ln or Out'',
''Dentro o Fuori''. Ma e cosi noioso!

-Giochiamo all'''Assassino''.
-Al buio? Ma che dici?

E poi non toglierti la giacca!
Che ospite sei?

<-Al buio? Com'e?
-Alberto: Vieni.

Alberto: Ve lo spiega lui,
che prende sempre 10 in ltaliano.

-Si distribuiscono le carte,

Chi riceve l'asso di picche
e l'assassino,

chi riceve l'asso di cuori
e il detective.

-Ma lo conosciamo!
-lo no. Fallo parlare.

00:21:10,638
00:21:13,238
00:21:16,239
00:21:19,918
Alberto: Peccato che non abbiano
recitato a teatro, questa sera.

-Non le e piaciuto lo spettacolo?
-Alberto: Affatto.

Che critico severo! Bisognera
stare attenti. Hai sentito?

Questi giovanotti provinciali
si sono proprio evoluti.

-Alberto: Ha ancora fame?
-Cosa?

Alberto: Ho visto che mangiava
con molto appetito.

Se ha ancora fame, chieda pure al
maggiordomo. Sara rimasto qualcosa.

Guarda che villano!
Ma dove siamo capitati?

Alberto: Allora?
Chi distribuisce le carte?

-Alberto: Vuol dare lei, signorina?
-Fedora: lo?

00:21:58,759
Alberto: Tenga.

Madre di Anselmo: Allora, Mattioli,
mi dovra uccidere?

Mattioli: Signora, lo faro
con la massima delicatezza.

<-Elsa: Ma davvero?
-Non ci crede?

-Elsa: Proprio nuda?
-La chiamano ''versione francese''.

Elsa: ll signore mi sta raccontando
delle cose incredibili sul cinema.

Elsa: Pensa che per molti film
fanno la versione francese.

Anselmo: Si, lo so.
Ma dato che qui siamo in ltalia,

cerca di non fare la versione
mondiale delle tue gambe.

Mi scusi.

Elsa: Possibile che mi devi
far fare sempre queste figure?

-Elsa: Non posso parlare con...?
-Anselmo: Con uno sconosciuto?

Anselmo: Ne abbiamo gia una,
in casa, che si comporta cosi.

Elsa: Anselmo, ma perche fai cosi?
Tu leggi tanto.

Elsa: Dici sempre
che sei contro i pregiudizi.

Elsa: Da quando e partita Marina
sei intrattabile.

Anselmo: Marina... Marina e
la sola che mi comprenda.

Fedora: Tenga, signorina.

-Alberto: Avete tutti le carte?
-lo no!

Alberto: Chi e il detective?

Alberto: E' lei, dottore?
Allora deve uscire.

Mario: No, io purtroppo
devo andare via.

<-Sindaco: Sono io!
-Alberto: Allora esce il Sindaco!

Chere: Perfetto! ll detective
non poteva essere che il Sindaco!

-Naturalmente.
-Chere: Ma perche se ne va?

-Domattina ho il turno alle sei.
-Chere: Peccato!

-Mario: Arrivederci.
-Chere: Arrivederci.

-Fedora: Allora andiamo via?
-Sapevi che dovevo andare via, no?

Mario: Tu, se vuoi, puoi restare.

Mario: Ciao.

Alberto: Puoi accompagnarla tu,
dopo.

Chere: Aspetta,
non ho ancora deciso.

Alberto: Ha deciso lui. Amen.

-Sindaco: Allora, posso uscire?
-Alberto: Si, esca pure.

Alberto: Spegni l'interruttore
generale. Attenzione!

La prima legge e il silenzio! Tutti
devono muoversi in punta di piedi.

Solo la vittima potra gridare.

Sindaco: Tutti fermi!
Mantenete le posizioni.

Sindaco: Lei, Chere, mi dica che
cosa ha fatto prima dell'omicidio.

Chere: Ho avuto un appuntamento
d'affari con il signor Foresi,

00:25:59,599
00:26:03,879
00:26:07,599
00:26:46,280
Fedora: Mario...

Fedora: Non so, Mario...
Vorrei dirti tante cose,

-Fedora: che tu potessi capirmi...
-Mario: Che cosa c'e da capire?

Mario: Stai superando il muro, no?
Tua madre sara soddisfatta.

Fedora: No, non e cosi semplice.

Mario: Non c'e niente di piu
semplice e di piu ridicolo insieme.

Mario: Dato che io, invece,
ti voglio bene veramente...

00:27:18,198
Madre di Fedora: Allora se ne va?
Ha proprio deciso?

Mario: Arrivederla, signora.
Le ho lasciato i soldi in cucina.

Mario: E' compreso anche
il consumo della luce.

Fedora, ha telefonato
due volte De Matteis.

Proprio De Matteis,
il figlio del Marchese!

Ha detto che ti avrebbe richiamata
quando ti saresti svegliata. Pensa!

Madre di Fedora: Adesso mi devi
raccontare tutto. Tutto!

>Anselmo: Quando piove, qui da noi,

>sembra che venga letteralmente giu
il cielo.

>Quasi come se il Padreterno
volesse cancellare dal suolo,

>dai muri, anche le tracce, anche
l'eco di quel poco che e successo.

>La piazza cessa, allora,
di essere il salotto dei cittadini,

>a tutto vantaggio degli incassi
del Caffe Meletti,

>dove la domenica mattina
la gente perbene,

>e noi siamo perbene,
i piu perbene,

>si stipa come in una scatola
di sardine.

>Quella mattina,
l'argomento della conversazione...

>... doveva essere
il fattorino del fioraio,

>che compiva il suo dovere
sfidando le intemperie...

>... per le strade della citta.

Anselmo: Eccolo! Ogni mattina, due
dozzine di rose rosse per Elsa.

00:28:39,118
Alberto: Guarda che io
non te le mando, capito?

-Alberto: Non sono un sentimentale.
-Fedora: A te chi le manda?

-Elsa: E chi lo sa.
-Guglielmo: Sono stato dal fioraio.

-Anselmo: Sei diventato geloso?
-Guglielmo: No! Per curiosita.

-Elsa: E allora?
-Non parla nemmeno sotto tortura.

Anselmo: Ci troviamo di fronte
ad un ammiratore dannunziano.

-Guglielmo: Di dove?
-Elsa: Dannunziano.

Elsa: Viene da D'Annunzio. Mai
sentito nominare dalle tue parti?

Guglielmo: Faccio gia tanta fatica
a fabbricarla, la carta.

Figurati se ho voglia di leggere
quello che ci scrivono sopra.

Anselmo: Non ho mai capito
una cosa:

sposi Elsa per fare la carta con
le materie plastiche di mio padre,

o per far fare a lui la plastica
con la tua carta?

Guglielmo: Sentito
gli intellettuali e gli idealisti?

Gugliemo: Un matrimonio d'amore
come il nostro, vero, Elsa?

-Anselmo: Tu non ami i soldi?
-Guglielmo: l soldi? Certo!

-Elsa: Solo nel nostro matrimonio.

-Guglielmo: Appunto.

-Elsa: Cara, il tuo Pernot.
-Fedora: Grazie.

Alberto: Bevi tranquilla. E' solo
un po' piu forte dell'anisetta.

Anselmo: Si, un po' piu forte.
Ci si sono semplicemente ammazzati

... un po' di pittori francesi
nel secolo scorso.

Guglielmo: Quelli sono morti
di fame, non di Pernot!

Guglielmo: A proposito, Anselmo,
quando mi ridai quelle 30.000 lire?

-Anselmo: Mai.
-Elsa: Anselmo e un disastro.

Elsa: Gli do sempre la mia auto
e devo anche metterci la benzina.

Elsa: Ha debiti dappertutto.

Guglielmo: Per caso ti fa schifo
il patrimonio di famiglia?

-Non voglio i soldi di mio padre.
-Guglielmo: E i miei, invece, si?

Anselmo: Senti, nessuno ti chiede
di capire! Non ti stancare!

Alberto: Annulliamo il debito
dell'artista.

Alberto: Ti giochi le 30.000 lire
ai dadi?

Guglielmo: Certo!
La fortuna aiuta gli audaci.

-Alberto: Chi vuole i cioccolatini?
-Elsa: lo.

Elsa: Dio, come piove!

Alberto: Dottore!

Alberto: La trovo cambiata
dall'ultima volta che l'ho vista.

Mario: Lei, invece, e sempre
lo stesso. Un caffe.

Sara un'impressione, ma ha l'aria
cositriste, cosi depressa,

come se le fosse successo
qualcosa, un grosso dispiacere.

Senta, perche non viene a casa mia
una di queste sere?

Ci riuniamo fra amici,
giochiamo a carte, balliamo.

Siamo gente molto comprensiva, sa?

Mario: Signor De Matteis,
vuol farmi un favore?

-Alberto: Certo.
-Quando mi vede, giri al largo.

Mario: Faccia un bel giro largo.
Ma molto largo.

E perche, dottore, se e lecito?

Mario: Perche altrimenti va
a finire che le sfascio la faccia.

Mario: E non vorrei darle
tanta soddisfazione.

Alberto: Guardi che lei
non sfascia la faccia a nessuno.

-Alberto: Tanto meno a me.
-Mario: E perche?

-Perche e figlio di De Matteis?
-Alberto: No.

Mario: Perche suo padre potrebbe
farmi cacciare dall'ospedale?

Alberto: No, perche gliela sfascio
prima io.

Mario: Senta, oggi non ho voglia
di giocare.

Mario: Se le viene il solletico
un'altra volta, pero, mi avverta.

Mario: Trovero una mezz'ora libera.

-Salve.
<-Alberto: Ma che e successo?

Alberto: E' la prima volta che ti
vedo in giro prima di mezzogiorno.

Chere: Ci sono giornate
in cui ti succede di tutto.

Non mi guardate, sono un mostro.
Ho passato una notte d'inferno.

-Chere: Come va?
-lo vado al tavolo con gli altri.

Alberto: Arrivederci a presto,
dottore.

Alberto: Quando non avra piu
tanta fretta.

-Chere: Cos'e successo?
-Mario: Niente. Sciocchezze.

Chere: Come si trova in hotel?

Mario: Per me, gli alberghi
sono tutti uguali, come i bar.

Mario: E' piuttosto pallida.
Vuole un cognac?

Chere: No, e solo una brutta
giornata. Passera.

Chere: Tutto passa, presto o tardi.

Mario: Gia, presto o tardi.

Chere: Senta, si faccia vivo.
Gia, e inutile.

Chere: ln questa citta non c'e
pericolo di non incontrarsi.

-Anselmo: Cos'hai, Chere?
-Chere: Niente. Perche?

Chere: Non guardatemi tutti.
Mi sento cosi giu di forma, oggi.

Elsa: Ma no, Chere, invece
sei bellissima. Vero?

Elsa: Quando sei entrata, pensavo
a come fai ad essere sempre...

... a posto ed elegante, anche se
non hai dormito e c'e la pioggia.

Guglielmo: Ma perche non ti sei
fidanzata con la Chere?

-Chere: Che cos'avevi, prima?

Alberto: Niente. Le classi medie
alzano la voce. E' la democrazia.

Alberto: A proposito, mi hai
mandato soltanto dieci bottiglie.

-Elsa: Quali bottiglie?
-Chere: Una scommessa.

Chere: Una stupida scommessa
in una stupida serata. Tutto qui.

Chere: Ridolfi!

-Alberto: Perso.
-Guglielmo: Dai, daccapo.

Chere: Ridolfi, non ci fa mai
l'onore di venire al nostro tavolo!

-Ridolfi: Buongiorno a tutti.
-Chere: Le offro un Campari.

-Chere: Si sieda qui.
-Ridolfi: Grazie. Scusi un momento.

-Elsa: Ma che ti salta in mente?
-Chere: Che c'e di terribile?

Chere: Puo essere divertente.
Stiamo sempre solo fra di noi.

Guglielmo: Sbaglio o i guai
della Chere si chiamano ''Ridolfi''?

>Anselmo: Cosa avvenne
nei due mesi che seguirono?

>Anche sforzandomi di ricordare,

>le immagini dei giorni che
precedettero il ritorno di Marina

>... mi appaiono irrimediabilmente
vuote, sfocate.

>Ecco, ricordo della Chere.

>Venimmo a sapere tempo dopo
che fu proprio in quel periodo,

>verso la meta di Febbraio,
che la Chere ebbe una relazione...

>... con il giovane medico
che Fedora aveva abbandonato.

>Ma fu una cosa breve,
di quelle che finiscono all'alba,

>col primo sole che filtra
dalle finestre socchiuse.

Chere: Quand'ero bambina,
passavo delle ore in questa stanza.

Chere: l miei genitori
erano sempre via.

Mario: Eri una bambina
triste o allegra?

Chere: Ero come sono adesso, credo.

Chere: Triste o allegra.

Chere: E' tardi. Sono quasi
le otto. Devo vestirmi.

Chere: Ho una riunione d'affari.
Ti ricordi di Ridolfi?

Mario: Quello che mi hai indicato
al Meletti, giusto?

Chere: Che impressione mi facesti.
Gia da quella sera.

Chere: Che strana serata, vero?

Mario: Gia.

Non mi guardare. Se mi guardi,
non riusciro mai a truccarmi.

Che cos'hai?

Come, che cos'ho?

C'e qualcosa che non va, vero?

Se e per questo,
sono tante le cose che non vanno.

-Tu, per esempio.
<-Mario: Che c'e che non va in me?

lo, per esempio.

Mario: No, non e solo questo.
C'e dell'altro. Ne sono sicuro.

Certamente. l guai non vengono
mai soli, no?

E' un detto che la mia famiglia
ha dovuto conoscere fino in fondo.

Mario...

Non e servito a niente, vero?

Mario: Non e facile dimenticarla.

Mario: Sei stata molto buona,
Chere.

Ti assicuro che non e stato
un sacrificio.

>Anselmo: La piu felice del gruppo,
a quel tempo, era Fedora.

>La sua storia con Alberto
continuava,

>scandita dal rombo
della sua Ferrari.

>Ormai era interamente dei nostri,
passata di colpo,

>all'occhio inclemente della citta,
al ruolo di ''aspirante Delfina''.

>Poi arrivo il telegramma di Marina
che annunciava il suo arrivo.

Elsa? Elsa!

Elsa, che hai?

Niente.

Adesso passa.

Mi prende cosi, senza una ragione.

Mi sembra che tutto sia
cosi inutile.

Tutto sara inutile, ma non andare a
prendere la reduce dalla Svizzera!

Anselmo: Coraggio, alzati!

-Elsa: Sei felice, vero?
<-Anselmo: Certo.

Elsa: Ma doveva arrivare proprio
ad Ancona, la tua Marina?

-Anselmo: 2, 4, 6, 8...
-Elsa: Che ore sono?

-Anselmo: Le sei.
-Elsa: Oddio, le sei...!

Elsa: Mi viene da piangere ancora.

Anselmo: Su, non la fare lunga!

-Elsa: Che vuoi che mi metta?
-Uno scafandro da palombaro.

-Elsa...!
<-Non hai mai visto una donna nuda?

Ma tu non sei una donna,
sei mia sorella.

-Elsa: Puoi voltarti, sono vestita.

Anselmo: Saranno Alberto e Fedora.
Ma e presto, no?

Elsa: Gli innamorati non dormono.
Beati loro.

Anselmo...!

Non ti sei mai alzato cosi presto.

00:41:30,360
Elsa: Chi era? Sempre Mattioli?

Elsa: Anselmo, possibile che
ti meravigli ancora della mamma?

Anselmo: Elsa, mettitelo bene
in testa: io non sono come te!

Chere: Gli stavi dietro benissimo
con la tua macchina.

-Elsa: A che binario sara?
-Chere: Non lo so.

Elsa: Ma non e arrivato!

>-Altoparlante: Attenzione!
-Chere: Zitti! Stiamo a sentire.

>ll rapido proveniente da Lugano,
Chiasso, Milano, Bologna,

>... e in ritardo di 25 minuti.

Elsa: E io che faccio?
Senti, vado a sedermi.

Chere: No, aspetta! Dove vai?
Andiamo a vedere il mare.

Alberto: Attenta.

Chere: Attenta, qui si inciampa.

-Chere: Ecco il mare!
-Elsa: lo mi farei un bagno.

<-Chere: ln Marzo?! Sei matta?
<-Elsa: C'e il sole.

Hai visto come si baciano?
A me queste cose...

Elsa: A te non piace guardarli?

Elsa: Bravi! Fate un bis!

Elsa: Sei un idiota, Anselmo!
Un imbecille!

Anselmo: Quanti anni hai, Elsa?
Ti rendi conto di quanti anni hai?

Anselmo: Sempre con l'occhio
al buco della serratura.

Anselmo: Se tu potessi, metteresti
i registratori sotto i letti,

-le macchine fotografiche nascoste!
-Alberto: Lasciala stare, Anselmo.

Anselmo: Gia, perche a te
Elsa serve da platea.

Anselmo: Senza una platea,
mi chiedo cosa ci fai al mondo!

Alberto: Ma che ha? Tuo fratello
ha dormito con il sedere scoperto?

-Alberto: Dai, fuma.
-Anselmo: No, grazie.

Chere: Facciamo un gioco,
tanto per passare il tempo!

Anselmo: Ma certo! Un'idea geniale!
Sai che facciamo?

Anselmo: ll gioco dei perche.
Perche siamo venuti qua?

Perche stiamo aspettando? Perche
ci vediamo tutti i santi giorni?

Perche siamo sempre
le stesse facce?

Alberto: Non sei stato tu a voler
fare un'improvvisata a Marina?

Anselmo: Naturalmente!
lo sono qui perche aspetto Marina,

voi guardate me che aspetto
e noi tre guardiamo loro due.

Anselmo: E loro due cosa fanno?
Guardano noi e cosi via.

Alberto: Ho capito, ci siamo.
Gli comincia la crisi stagionale.

-Alberto: Coraggio, Fedora.
-Anselmo: Giustissimo.

Anselmo: Se c'e una cosa di cui
Fedora ha bisogno e il coraggio.

-Fedora: Cosa vuoi dire?
Anselmo: Niente, Fedora.

Anselmo: Che il tuo e un gioco
pericoloso e ci vuole coraggio.

-Alberto: E cioe?
-Fedora: Lascia stare.

Anselmo: Sto parlando a Fedora,
non a te.

Anselmo: Perche?

Anselmo: Non ci vuole coraggio
a farsi vedere in giro con te...

... giorno e notte,
in questo sporco paese?

Alberto: Adesso le prendi.
Giuro che le prendi!

-Elsa: Non toccare mio fratello!
-Chere: Basta, andiamo!

Chere: Non fate i bambini.

Fedora: Nessun coraggio, Anselmo.
E non sto facendo nessun gioco.

Chere: E poi, basta!
Di che ci immischiamo?

Chere: Se Alberto e Fedora si
sposeranno o meno, sono fatti loro.

Chere: L'importante e che stiano
bene insieme, che si amino.

Elsa: Gia, e per amore
che tu sposi Ridolfi, vero?

Elsa: L'ho saputo. Cosa credi?

Elsa: L'altro giorno non l'hai
invitato al nostro tavolo per caso.

Elsa: Ma come puoi farlo?
E' un uomo volgare, vecchio!

>-Altoparlante: Attenzione!
-Alberto: Andiamocene, Fedora.

>ll rapido proveniente da Lugano,
Chiasso, Milano, Bologna,

>-... e in arrivo al binario 4!
-Tutto per 20 minuti di ritardo.

Marina: Facchino!

Beh? Come mi trovate?
Sono cambiata, no?

>Anselmo: Credo di non essere mai
stato cosi felice, in vita mia,

>come in quel pomeriggio
in riva al mare.

>L'indifferenza e l'angoscia
che mi avevano preso,

>specie negli ultimi tempi
della nostra separazione,

>erano svanite appena
l'avevo vista scendere dal treno.

>Appena l'avevo riavuta
fra le braccia.

>lnsieme a lei avevo trovato
la forza di prendere la decisione

>... che avevo accarezzato
da tanto tempo.

>Partire. Piantare tutto.
Andare all'estero per sempre.

-Marina: Anselmo?
-Anselmo: Si?

Marina: Perche non dici niente?

-Anselmo: Che giorno e oggi?
-Marina: Lunedi.

Anselmo: lntendo la data.

Marina: Lunedi 10 Marzo. Perche?

Anselmo: 10 Marzo 1960.

Anselmo: La mia vita comincia oggi.
Con te.

Marina: Anselmo, ti amo.

Anselmo: Allora perche dicevi
che in Svizzera stavi bene da sola?

Marina: No, Anselmo!

Anselmo: Per questo non rispondevi
alle mie lettere?

-Anselmo: E' per questo? Dimmi!
-Marina: No. Lasciami!

Marina: Chi dice che stavo bene?
La Svizzera e come il Purgatorio.

Marina: Era la prima volta
che rimanevo tanto tempo da sola.

Marina: Ho potuto capire
tante cose.

Marina: Com'e bello qui!

Marina: Lo sai che sono passata
dalle mie proprieta?

Marina: Ci sono dei punti
che somigliano a questo posto.

Non sai di quante cose sono venuta
in possesso con i miei 20 anni.

2.000 ettari di terra,
un canapificio...

C'e una tenuta, vicino a Modena,
che arriva quasi fino al mare.

Anselmo: ''ll tuo silenzio e grande
come il mare.'' Chi lo diceva?

Marina: Anselmo Foresi,
volume l, poesie giovanili.

Anselmo: Se uno inizia a citarsi,
e segno che e un fallito.

Marina: Smettila!

Marina: Lo sai che quando torniamo
dovrai lavorare molto?

-Marina: Dovrai aiutare anche me.
-Anselmo: Quando torniamo...?

-Anselmo: Quando torniamo, dove?
-Marina: lo pensavo a Modena.

Marina: Gia, tu ancora non lo sai.
Divento un'industriale.

Marina: Entro al 30% nell'industria
di tuo padre. Siamo gia d'accordo.

Anselmo: Scusa, ma non capisco.

-Quando hai visto mio padre?
-Marina: Ci siamo scritti.

Marina: Vedrai, non e come pensi.
Sara divertentissimo.

Marina: Ci sono tante cose da fare.
C'e da rimettere in piedi tutto.

Muoversi, viaggiare, parlare con
gli operai discutere coi contadini.

Anselmo: Ma che stai dicendo?

Marina: Cerca di capirmi.

Anselmo: Sei impazzita? La Svizzera
ti ha rivoltato il cervello?

Anselmo: Abbiamo sempre sognato
di piantare tutto per sempre,

abbiamo sempre odiato questa vita!
E adesso e tutto cambiato?

E con chi ti vai a mettere
d'accordo? Con mio padre!

-Senza nemmeno dirmelo!
-Aspetta di vedere! E' diverso...

Diverso da quello che sei sempre
stata, da quello che credevo di te:

una donna che non si allea
con uno di loro,

teste riempite solo
di biglietti da mille!

E ti sembra giusto starsene a casa
senza fare niente?

Leggere i rendiconti del tutore,

quando c'e un capitale
che puo essere raddoppiato?

Marina, lo buttiamo nel fiume
il tuo capitale,

-ci sputiamo sopra, lo bruciamo!
-Marina: Ma non e giusto!

Marina: Sono soldi sudati,
lo sai o non lo sai?

E non si puo passare tutta la vita
andando in giro per il mondo.

Marina: Senza contare che costa
e ci vogliono le tenute per pagare.

Marina: Anselmo, io ti amo.

Marina: Non posso pensare
alla mia vita senza di te.

Anselmo: Marina, torna in te!

Anselmo: La vita che abbiamo sempre
sognato e tutt'altra cosa.

Anselmo: Uscire di qui, mischiarsi
alla gente, ai loro problemi...

... che noi quasi non conosciamo,
non vediamo!

Anselmo: Se tu mi sei vicina,
io riprendero a scrivere,

ma bisogna avere forza,
rompere con tutto questo,

questa mentalita,
questa chiusura!

Anselmo: E' il nostro solo dovere.
Essere noi stessi.

-Anselmo: Cambiarci, capisci?
-Non e cambiare cio che dico io?

Anselmo: Ma che e successo, Marina?

Marina: Niente. Niente.

Marina: Tu parli come se fossimo
ragazzi e non avessimo...

... responsabilita.
Verso tutti, anche verso i soldi.

Marina: E non si puo.

Anselmo: Che peccato, Marina.

Dio mio, che peccato!

Anselmo: Puoi andarci da sola
a Modena. lo... io non lo so.

-Alberto: ma che hai?
-Fedora: Niente. Pensavo.

Alberto: Sei una pensatrice...

Fedora: Pensavo che non mi hai
mai detto che mi ami.

-Fedora: Perche ridi?

Alberto: Ti amo, ti sogno,
non posso vivere senza di te.

-Alberto: Ma non ti fa ridere?
-Fedora: No.

Alberto: Queste sono battute
per Anselmo, l'altro pensatore.

Alberto: E poi, a dire la verita,

non ho ancora deciso chi amo
di piu fra te e la Ferrari.

Alberto: Stai buona.
Se vuoi, imparo a dirti che ti amo.

-Alberto: Avanti!

-Le sigarette.
-Alberto: Hai paura? Dai, tiramele.

-Alberto: Cattivo tiro, ma va bene.
-Scusi.

Alberto: Che hai?

Alberto: Chi vuoi che ti riconosca
a piu di 20 chilometri di distanza?

-Fedora: Non e per quello.
-Alberto: E per cosa allora?

Fedora: Niente.

Alberto: Anche tu...

Fedora: Anche io, cosa?

Alberto: La tremenda umiliazione,
la vergogna, lo scandalo...

Alberto: Farsi scoprire con un uomo
in una camera d'albergo.

-Alberto: Sempre la stessa storia.
-Fedora: Fanno tutte cosi, vero?

-Alberto: Tutte.
-Fedora: Prima ci stanno...

... e poi cercano di salvare
la faccia.

-Alberto: Appunto.
-Fedora: Come me, no?

-Ma che fai?
<-Fedora: Mi vesto.

Non mi avevi detto che potevi
stare fuori fino alle otto?

C'e un autobus alle 7:1 5.
Tu puoi restare, se vuoi.

D'accordo.

Diro al portiere
di mandarmene su un'altra.

00:57:53,398
Alberto, perche la gente e cosi
diversa quando la si conosce,

-rispetto a come sembrava da fuori?
-Anche tu sei diversa.

Sembravi meno stupida.

Ma che vuoi fare?
Mi dici che vuoi fare?

Tu sai come me come vanno
le cose, qui.

Ti hanno vista tutti con me: salire
in auto e tornare a casa di notte.

00:58:18,478
00:58:21,479
00:58:24,959
Avrai tutti contro. Lo sai. Tutti.

Avrai addosso i commenti
e il disprezzo di tutta la citta.

Chiedilo a tua madre. Chiedile
di quando tuo padre la pianto.

00:58:40,079
00:58:53,519
>Anselmo: Anche quando
lo venni a sapere, piu tardi,

>non mi meravigliai della delusione
che Fedora aveva avuto da Alberto.

>Che il loro fosse un rapporto
sbagliato, lo avevo sempre sentito,

>ma non mi meraviglio nemmeno che
Fedora continuasse a stare con lui.

>Forse anche quella
di non meravigliarsi...

>e un'abitudine che si prende in
questa citta o in quest'ambiente.

>lo, proprio in quei giorni, vivevo
un momento particolarmente intenso.

>Avevo deciso di partire comunque,
anche senza Marina,

>anche senza soldi,
senza sapere dove andare.

>lntanto Chere mi avrebbe ospitato
e da li sarei partito per sempre.

>L'importante era uscire da quella
casa, non vedere piu mio padre.

>Dopo il suo accordo con Marina,
sentivo addirittura di odiarlo.

00:59:58,279
-Hai dimenticato niente?
-Anselmo: Una lettera, sul tavolo.

Anselmo: C'e spiegato tutto,
o almeno quanto basta.

Anselmo: Fammi passare, per favore.
Cerchiamo di non fare tragedie.

Tu, di qua, non esci.

Ancora una volta
non sai quello che fai.

Anselmo: Non l'ho mai saputo
cosi bene, te lo giuro.

Anselmo: Che c'e? Non credi piu
alle maniere forti?

Anselmo, noi non ci siamo
mai capiti.

-Anselmo, stammi a sentire...
>-Anselmo: Ferma il disco, papa.

>-Anselmo: Ciao.
-Anselmo!

Anselmo: Ma cosa vuoi da me?

Dal momento che sono tuo figlio,
pretendi che io pensi, viva...

... e lavori come tu vorresti.
Soldi, solo soldi.

E' tutto cio che sai offrirmi.
Ma io non voglio i tuoi soldi!

L'hai capito o vuoi che io sia
ancora piu chiaro?

Anselmo, io non ti permetto
di trattarmi cosi!

Ho impiegato 1 5 anni a portare
l'azienda al punto in cui si trova.

1 5 anni di fatica, di sforzi,
di lavoro!

Tu non sai nemmeno
che cosa voglia dire lavorare!

-Anselmo: E nemmeno rubare.
-Cos'hai detto?

-Ripetilo!
-Anselmo: Ho detto ''rubare''.

Anselmo: Perche, cosa credi?
Pensi che la gente non parli?

Credi che i compagni di scuola
e gli amici non lo sappiano?

Papa, se invece della moglie fosse
tornato dalla Germania anche lui,

quel tuo amico ebreo che ti aveva
affidato tutto, che saresti oggi?

Non so che cosa ti abbiano detto,
Anselmo.

01:01:29,239
Lascia stare, papa.
C'e da farsi venire la nausea,

come me la faccio venire io...

... che sono rimasto in questa casa
fino ad oggi.

>Anselmo: Elsa rimaneva sola.
Era l'unico rimpianto che provavo.

>Adesso non avrebbe piu avuto
nessuno con cui parlare,

>con cui poter sfogare
quell'insoddisfazione sottile,

>quell'amarezza che era cosi
difficile capire in lei.

>La immaginavo nei suoi risvegli,
nei pomeriggi vuoti,

>o la sera,
per le strade della citta.

>Non immaginavo, pero, che avesse
saputo proprio in quei giorni...

>il nome dell'ammiratore misterioso
che le inviava le rose ogni giorno.

-Elsa: Buonasera.
-Ridolfi: Buonasera, signorina.

Elsa: E cosi lei va anche
in chiesa?

-Ridolfi: E lei? Dove va?
-Sono io che ho fatto la domanda.

-Ridolfi: Si, vado anche in chiesa.
-Elsa: E a pregare per chi?

Elsa: Per la sua anima?

Elsa: Oppure per quella
delle persone a cui toglie i soldi?

Ridolfi: Sono due domande.
Tocca prima a lei rispondere.

Elsa: Va bene. A casa. Vado a casa.

Elsa: Arrivederla.

Ridolfi: Non posso accompagnarla?
Ho la macchina qui in piazza.

Elsa: Cosi, domani, la notizia
uscira sull'edizione nazionale!

Ridolfi: Aspetto all'angolo. Vuole?

Elsa: Ma chi le dice che accetto?

Ridolfi: Perche si e fermata
per parlarmi, allora?

Elsa: Un caso di improvvisa
curiosita. Non basta?

-Ridolfi: Va bene. Buonasera.
-Elsa: Senta...

Elsa: Non ho mica detto di no.

Aspetti! Ma cos'ha capito?

Non ho nemmeno detto di si!

E Marina?

Chere: Non vuoi nemmeno riprovare,
passare da lei?

Marina, ormai, e a Modena.

Non ha perso un minuto.
E' ripartita subito.

Tra ''lasciare e raddoppiare'', ha
scelto raddoppiare... il capitale.

Anselmo: Grazie.

Chere: Anselmo, non servirebbe
a niente.

Chere: Ne a te,

ne a me.

Anselmo: Non l'hai piu rivisto?

Anselmo: Non l'hai dimenticato,
naturalmente.

Chere: Anselmo, stammi a sentire...

Chere: Devi partire.

Chere: Se rimani qui, anche da me,
non partirai mai piu.

Chere: Non e per questo
che hai rinunciato a Marina?

Chere: Che fai qui?
Che cosa aspetti?

Anselmo: Gia, cosa aspetto?
Questo e il problema.

Anselmo: Perche mi sono fermato
qui da te?

Cosa aspettavo per partire con lei
prima che andasse in Svizzera?

Non e cosi semplice, Chere.

Ci sono cose che uno si porta
dietro dal giorno in cui e nato.

Nato in una certa famiglia,
in una certa citta,

in una certa posizione sociale.

E' come un marchio, Chere.
Un vero marchio di fabbrica.

ll peggio e che non riesci a legare
con quelli dall'altra parte.

Loro vedono il marchio,
anche se tu...

E si difendono.
E cosi si perde il contatto.

La verita, Chere, e che ci vorrebbe
piu forza, avere piu coraggio.

Tutto il resto non sono che scuse,
banali scuse.

Gia, come quella che ho adesso.

Di non poter partire
perche non ho soldi.

Chere: Cattiva scusa, Anselmo.

Chere: Se ti mancano i soldi,
posso dartene io. Quanto ti serve?

Anselmo: No, lascia stare, Chere.
Sei un angelo, te lo dico sempre.

Anselmo: Vedrai, una di queste
mattine entrerai qui...

... e troverai la camera vuota.
Amleto avra smesso di avere dubbi,

avra lasciato
il Castello di Elsinore.

Chere: Davvero? Promesso?

-Anselmo: Promesso.
-Chere: E per i soldi?

Li chiedero a Ridolfi. Tu non avevi
dei problemi finanziari con lui?

Gia, certo.

E sai anche in che maniera elegante
li risolvero.

<-Anselmo: Hai gia deciso?
-Piu o meno.

Gli concedo la mia mano,
la mia posizione, il mio charme.

Una conclusione moderna
per una nobilta antica.

Chere: Mangiamo in camera mia!
Ti andrebbe?

Chere: Annina! A proposito...

Chere: Vuoi che ti racconti
una storia che ti divertira?

Anselmo: Avanti, sentiamo!

Vuoi sapere il nome della persona
che mandava i fiori a tua sorella?

Chere: Proprio lui,
proprio il signor Ridolfi.

-Chere: ll mio futuro sposo.
-Anselmo: Non e possibile!

Chere: Ma se e pazzo di lei!
Ho persino avuto il sospetto...

... che uno dei motivi
per cui mi sposa...

... sia di poter entrare
nel nostro ambiente per lei.

Anselmo: Elsa lo sa?

Chere: Si. Abbiamo riso
tutto un pomeriggio.

Chere: All'inizio
non voleva crederci,

poi... sai com'e Elsa...
Queste cose la fanno impazzire.

Chere: L'ho vista proprio poco fa,

davanti alla chiesa.
L'aveva incontrato per caso.

Chere: Ti lascio immaginare
come si divertira!

Chere: Anselmo, che ti succede?
Che fai? Perche ti vesti?

Anselmo: Tu non conosci Elsa. E'
capace di tutto. E' come mia madre.

Ridolfi: Che cos'hai?

Ridolfi: Sei pentita?

Elsa: Quanto ti saranno costati
quei fiori?

Ridolfi: Perche?

Elsa: Due dozzine di rose
per due mesi. Quasi mezzo milione.

Elsa: Quando la sposi?

-Ridolfi: Chi?
-Elsa: Margherita Chere.

Ridolfi: No, Elsa. Adesso puoi
dormire sonni tranquilli.

Ridolfi: ll sacrilegio
non si compira.

-Glielo diro domani stesso.
-Elsa: E perche?

Ridolfi: Lascia stare, Elsa.
Non credo che potresti capirmi.

Elsa: Gia, i tuoi segreti.
Tu ci vivi, con i segreti.

Elsa: Sei riuscito a farne
un'industria.

Ridolfi: Non sono io che li voglio.

Ridolfi: E' questa citta.

Un'imprudenza!
Si era affacciato per salutarmi.

Si sara sporto troppo e e avra
perso il controllo della guida.

01:11:00,680
01:11:06,200
>Anselmo: Sentii subito che li,
in Corso Mazzini,

>finivano la mia fuga
e la mia ribellione.

>ll mio gesto disperato ebbe subito
una convincente versione ufficiale.

>Mio padre mise tutto a tacere
e io tornai a casa.

>Ancora una volta,
non era successo niente.

>Facevo lunghe passeggiate da solo
o trascorrevo intere giornate...

>... steso sul letto,
a bere o a guardare il soffitto.

>Di Marina, a Modena,
nessuna notizia.

>Chi parti per sempre,
invece, fu la Chere.

>Me lo venne a dire improvvisamente
in un pomeriggio di Aprile.

>Ci invitava tutti
per un ricevimento d'addio.

>Ma erano giorni in cui non mi
interessavo di niente e di nessuno.

>Non mi ricordavo nemmeno della
notizia che mi aveva dato Elsa,

>in gran segreto, cioe che Fedora
aspettava un bambino da Alberto.

-Quando viene a prenderti Alberto?
-Fedora: Alle undici e mezzo.

01:12:02,599
01:12:05,600
-Vuoi un caffe?
-Fedora: No, mamma.

Fedora, che hai?

Vedrai, tutto andra per il meglio.
Sono sicura che Alberto ti sposera.

-Fedora: Non e questo, mamma.
-Ma allora che c'e?

-Fedora: Non lo amo piu.
-Fedora, sei impazzita?

Fedora: Bisogna essere pazzi
per non amare piu una persona?

Fedora, ma nella tua situazione...!
Tu non sai quello che dici!

E perche? Per quello che perderei?

Per la Ferrari? Per la villa?
Per il maggiordomo?

O per lo scandalo? Per la gente?

Tanto a me non ci pensi! Che io
sia felice o no, non ti interessa!

Ma l'amore non e tutto, Fedora!

Credi che tuo padre non mi avesse
amata, prima di andarsene?

Fedora: Gia, perche io, adesso,
sono la tua rivincita.

Tua figlia puo sposare il piu ricco
il piu potente, il piu desiderato.

Puo far crepare di gelosia
tutta la citta,

tutti quelli che ti hanno
schernita e disprezzata...

... quando lui ti ha lasciato!

No, e inutile.
Tanto Alberto non mi sposa e io...

Ma se invece ti sposasse,
se te l'offrisse?

Fedora: Mamma, perche non mi aiuti?

Fedora: Credi che sia facile
rinunciare a quella vita...

proprio adesso che sono stata
con loro, che l'ho fatta?

Fedora: E la miseria,
l'indifferenza della gente...

Credi che non ne abbia sofferto
abbastanza, in questa casa?

Figlia mia, ma allora...!

Fedora: Ma allora ci dev'essere
qualcos'altro nella vita, no?

Fedora: Tu non mi aiuti, mamma.
Non mi sai aiutare.

Fedora: Non capisci nemmeno
di cosa parlo.

Fedora:TantoconAlbertoe finita.
Glielodirostasera.

Fedora: Tanto con Alberto e finita.
Glielo diro stasera.

Mamma, siamo nel '60!
La gente va sulla Luna!

01:13:52,118
01:13:55,078
-Offrile dei soldi.
<-Ma no, Alberto.

-Come si puo essere sicuri che...
<-Le analisi.

Sua madre ne aveva la borsa piena.

Alberto: Mamma, ci sono tanti modi
di liberarsi di un bambino, no?

Alberto, non sono nata ieri
e neanche la madre...

... della tua ragazza.
Lo sai, uno scandalo adesso...

... col nuovo appalto, le polemiche
e la guerra che fa la Sinistra...

... a tuo padre... Lo capisci, no?

Non c'e altro da fare, Alberto.
A questo punto, la sposi.

Alberto: Si, la sposo. Naturale.

Cosi non c'e rischio
per l'appalto. E poi?

Poi vendo la Ferrari,
cambio vita, divento serio.

Alberto: E attento a non avere
troppe amanti, a non dare scandalo!

Tutto per essere
un giovane perfetto industriale.

-Fedora: Ciao.
-Alberto: Congratulazioni.

-Fedora: Per che cosa?
-Alberto: Ci sei riuscita, no?

Fedora: A fare che?

Alberto: Al ricatto in bocca
e lacrime nel fazzoletto.

Alberto: Tua madre sara felice.
Ha ottenuto tutto cio che voleva.

Alberto: Ha avuto un successo
strepitoso.

-Fedora: Mia madre? Ma che dici?
-Alberto: Gia, tu non sai niente.

Alberto: Tua madre non sapeva
niente. Nessuno sa niente.

Alberto: Tutto succede solo per
opera e grazia dello Spirito Santo.

Alberto: Solo che,
se doveva finire cosi,

potevi tranquillamente
parlarmene tu del bambino.

Alberto: Non tenertela
come un'arma segreta.

Chere: Avanti, ragazzi!
Oggi la casa e di tutti.

-Elsa: Ciao!
-Chere: Come sei bella!

Elsa: Grazie!

Anselmo: Sei in forma!
Non ti ho mai vista cosi.

Chere: Allora guardami.
E' l'ultima volta.

Chere: Grazie di essere venuto.

Mario: Ciao, Chere.

Anselmo: Benissimo!
Qui ci beve tutta la citta!

Anselmo: E la serva?
L'hai cacciata via?

Chere: Si, l'ho fatta partire
stamattina per il paese.

Anselmo: Meglio cosi.
ln fondo, fa molto piu intimo.

<-Elsa: E tu? Domani?
-Chere: Si, domattina alle sette.

-Non andro nemmeno a dormire.
-Hai deciso per l'lnghilterra?

Chere: No. Messico.
Faro un lungo viaggio in Messico.

Chere: Adesso, con i nuovi jet,
si arriva li da Roma in 1 1 ore.

Elsa: ln Messico...
Che bello, Chere!

Chere: Marina! Non credevo
che saresti venuta apposta.

-Chere: Grazie.
-Marina: Sei venuta a prendermi...

... quando sono arrivata e io
vengo a salutarti quando parti.

Chere: Sono splendidi.
Li metto subito in fresco.

-Ciao, Anselmo.
-Allora?

Hai gia abbandonato il proletariato
e gli agricoltori?

Solo per poco.
ll tempo di salutare la fuggitiva.

-Elsa!
<-Elsa: Marina! Cara!

-Marina: Hai visto che sono venuta?
-Chere: Ah, gia!

Chere: Tu non ti ricordi
del dottore, il tuo salvatore,

-oltre che schiaffeggiatore!
-Marina: ll famoso dottore!

Marina: Lei non sa quanto le devo.
L'ho cercata, quando sono tornata.

-Mario: Si e rimessa, mi sembra.
-Anselmo: Perfettamente.

Anselmo: Conoscete la pubblicita
''prima e dopo la cura''?

Anselmo: Marina e una pubblicita
vivente. Proprio cosi.

Anselmo: Si e rimessa cosi bene
che non la si riconosce piu.

Marina: Dipende dalla memoria
di chi guarda.

Anselmo: O dal patrimonio
ereditato.

Chere: Cura o non cura,
Marina e bellissima stasera.

Chere: E adesso raccontaci
come ti trovi a Modena.

Marina: Niente di speciale.
E' solo un po' piu grande di qui.

-Chere: Scusate.

-Mario: Qundi ha cambiato citta?
-Marina: Si.

>-Alberto: Ciao, Chere.
>-Fedora: Ciao.

>-Chere: C'e anche Guglielmo!
>-Guglielmo: Potevo forse mancare?

>Alberto: Abbiamo anche il dottore.

Alberto: Ti si e seccata la lingua?

-Ciao, Elsa.
<-Elsa: Ciao.

01:18:43,158
-Fedora: Marina?
-Elsa: Non dici niente?

Fedora: Scusami, Marina.
Ho sentito molto parlare di te.

-Non ci siamo mai conosciute.
-Mario: Ciao, Fedora.

-Alberto: Lei conosce mia moglie.
-Marina: Tua...?

Alberto: E' la notizia della
serata. Mi sposo prestissimo.

-Alberto: Dai, fatti vedere! Cosi!
-Fedora: Alberto, smettila!

Alberto: Signori,
la Marchesa De Matteis!

-Alberto: Nessuno dice niente?
-Guglielmo: ll Marchese e morto.

-Guglielmo: Evviva la Marchesa!
-Elsa: Bravissima!

-Marina: Complimenti!
-Ovvero: il coraggio premiato.

Allora, il primo regalo
e per Fedora! Su, vieni.

-Marina: Come, il primo regalo?
-Chere: Contenta?

-Fedora: Si.
-Elsa: Quali regali, Chere?

Chere: Vi potevo lasciare cosi?
C'e un regalo d'addio.

Guglielmo: #Addio,
mia bella addio!#

-Elsa: Quanto sei cretino!
-Cretino, ma patriottico.

Elsa: Chere ha sempre delle idee
cosi belle, vero?

-Ovvero: la forza della tradizione.
-Chere: Santini Fedora! Ecco.

-Elsa: Basta, e il terzo bicchiere.
-Fedora: Grazie.

-Chere: Foresi Anselmo!
-Anselmo: Si.

Chere: Foresi Elsa!

-Chere: Bodoni Guglielmo!
-Guglielmo: Eccomi.

Marina: Allora, Anselmo?

-Marina: Niente. Sei qui?
-Anselmo: Evidentemente.

01:20:15,118
01:20:18,119
Marina: Gia. Grazie.
E' molto bello.

Corsi Mario!

Chere: De Matteis Alberto!

Alberto: Grazie.

-Elsa: Questo e tuo.
-Chere: E adesso e tuo.

-Elsa: No, non lo voglio.
-Chere: Perche?

Elsa: Non lo voglio.

01:20:55,880
Chere: Manca qualche volume.
Li completerai tu andando a Parigi.

01:21:03,759
Chere: E' un regalo classico
per un giovane industriale.

Chere: Ho saputo che entrerai a
lavorare in ditta, con tuo padre.

Alberto: Con mio padre,
con mia madre, con mio fratello...

... e con mia moglie.
Quello che ho sempre sognato, no?

Mario: Una mezza medaglia.

Chere: Non hai mai letto
le favole?

Chere: lo ho l'altra meta,
cosi un giorno...

... ci ritroveremo
su un'isola deserta,

o in un castello incantato.

Mario: Con i riflessi delle fate
sul soffitto.

Guglielmo: Scusa un momento.
Cosi si sta piu liberi.

Elsa: Quant'e carino!
Pensa a tutto! Da comprarselo, no?

Elsa: Ma tu che fai? Balli da sola?

Marina: Balliamo?

Marina: Dai, balliamo...!

Chere: Senti, Mario...

Chere: Puoi restare, dopo?
Ho bisogno di parlare con qualcuno.

Chere: Con te. Ci sono cose che
non potrei dire a nessun altro.

Elsa: Hai imparato a fare
anche il figurato?

Guglielmo: Ballerino provetto,
industriale perfetto.

Elsa: Tu parli poco,
ma quando parli...

Fedora: Che ti prende? Smettila!

Fedora: Basta! Basta!

-Fedora: Basta! Vattene via!
-Alberto: Adesso non vuoi, eh?

Alberto: Adesso non vuoi?

Dottor Corsi!

Alberto: Baciala!

Alberto: Ha il permesso! Dai!

Dio, che schifo!
Ma vi rendete conto?

Visto? La Contessina
gli corre pure dietro.

Marina: ll bacio della tua Fedora
deve averle fatto perdere la testa.

-Marina: E' la sua classe.

<-Guglielmo: Ma Fedora e sparita?
<-Alberto: Tornera, non temere.

Ma queste cosa sono?

Mario: Cosa vuoi dire, Chere?

Mario: Conserviamo
la nostra mezza medaglia.

>Anselmo: Ragazzi, di qua!
E' tutto vuoto!

Alberto: Chere, ma non hai piu
un solo mobile! Che e successo?

Chere: Adesso vi spiego,
basta che torniate nel salone.

-Marina: Anche di qua e vuoto!
-Restano solo le carte da parati.

<-Marina: Venite! Venite!
-Chere: Un momento!

Chere: Ma che cosa fate?
Perche non tornate nel salone?

Marina: Ma che vuoi? Lasciami!
Dai, Guglielmo, vieni!

01:27:53,319
-Alberto: Pero...! Mica male!
>-Guglielmo: Elsa! Elsa, dove sei?

-Marina: E gli altri dove sono?
-Sembra una caccia al tesoro!

Elsa: Vieni con me.

Marina: No, di qua! Tutti di qua!

Guglielmo: Ecce domus Veneris!

01:28:23,719
01:28:26,720
<-Elsa: Marina, guarda un po' la!
-Sono tutte fatture da pagare!

Marina: Creme Rubinstein,
Christian Dior,

Christian Dior, parrucchiere,
whisky... e ancora whisky!

Elsa: Nemmeno il libretto
di circolazione era suo,

-ma di Ridolfi.
-Alberto: La festa e finita!

-Alberto: Ecco qua.
-''Margherita Chere, pignoramento.''

Elsa: Anche qui c'e Ridolfi.
Per questo volevi sposarlo, eh?

Chi te l'ha fatto fare? Rinunciavi
al palazzo e lo affittavi!

Alberto: lnvece mi piace.

Alberto: Non capite niente.
Brava! Molto brava!

01:29:03,998
01:29:06,518
Ci hai sempre presi in giro.
Eri povera,

senza una lira
e in mano agli strozzini!

E noi ammiravamo la tua classe,
invidiavamo il viaggio in Messico!

Alberto: Su, Chere! Dai!
Ora io ti do un po' di soldi...

... e mio padre sistema il resto.
Contenta?

E' vero, ragazzi,
che l'ha detto la Bibbia...

... che dobbiamo dar da mangiare
agli affamati?

Chere: Fuori.

Chere: Fuori!

-Questi non sono modi da Contessa.
<-Chere: Fuori, ho detto.

Ce ne andiamo.

Auguri.

Andiamo, ragazzi.
Lasciamole i regali.

Potrebbero esserle utili
in Messico.

Guglielmo: Aveva conservato
solo il salone!

01:30:31,239
01:30:38,798
Chere: Vai. Che aspetti?

-Chere: Qui devo rinnovare l'aria.
<-Elsa: Anselmo, andiamo! Sbrigati!

Mario: Ricordi quando mi parlasti
dei Delfini, la prima sera?

Forse era per quello che avevo
paura quando ti sei messa con lui.

Non era solo gelosia.

Avevo paura che tu... non so...
Che potessi cambiare.

Cambiare dentro. Capisci?

Mi sembra impossibile
di averti ritrovata come prima.

Mario: Che hai?

Fedora: Tutto quello che dici
e cosi bello, cosi giusto.

Mario: E allora cosa c'e, Fedora?

Fedora: Niente, Mario. E' che
non sono piu quella di prima.

E' come se non avessi piu forza,
non sapessi piu dov'e il bene...

-... e dov'e il male!
-Mario: Ma cosa dici?

Mario: Tu mi ami, vero?
Lo sai che mi ami.

Fedora: Certo, Mario. Certo.

Mario: Guardami bene. Abbiamo
tutta la vita davanti a noi.

Mario: Tu ed io. E, questa volta,
niente e nessuno potra impedircelo.

Fedora: Si, Mario. Si.

Mario: Lo grideremo a tutti.
Anzi, vuoi che cominci?

Mario: Fedora ed io
ci sposiamo!

-Mario: Fedora ed io ci...

Mario: Adesso vai a dormire.
Guarda come sei stanca.

Mario: Ci vediamo piu tardi,
a mezzogiorno, al Meletti.

Mario: Si, al Meletti.
Davanti a tutta la citta.

Mario: Non c'e ragione
di nascondersi.

Mario: Possiamo andarci
a testa alta. Lo capisci?

Fedora: Si, Mario.

Mario: A mezzogiorno, allora.

Fedora: Mamma, che fai li?

Niente, Fedora. Niente. Sto male.

C'ho pensato tutta la notte.

Ho sbagliato tutto, anche con te.

Non resistero a un altro scandalo!

Mamma, ti prego...!

Non piangere.

Mario: Ciao, Fedora.

Beh, non mi offri un aperitivo?

Si.

-Alberto: Cosa vuoi?
-Fedora: Un Pernot.

Alberto: Un Pernot!

01:37:07,838
... e poi a Salsomaggiore,
per i campionati di ping-pong.

Elsa: Un programma divino...
Ha sentito, Ridolfi?

ll mondo e vostro.

Madre di Anselmo: Brava, Marina,
cura il mio Anselmo.

Ti accorgerai del suo carattere
difficile, quando starete insieme.

Marina: Anselmo, hai sentito
cosa dice tua madre? Anselmo?

01:37:47,879
Anselmo: Si, si...

>Anselmo: Ecco qua.
L'inverno e finito.

>Tutto si e sistemato.

>Nella vetrina del Meletti c'e
la Chere in meno e Fedora in piu.

>La gente e puntuale
al passeggio della domenica.

>Tutto va avanti come prima,
come deve andare.

>Cosa e rimasto di quell'inverno?

>lo stesso,
in tutte queste notti di veglia,

>mi sono sforzato di riviverlo per
capire cosa accadde dentro di noi,

>cosa cambio.
E adesso che ho finito, non so.

>Tutto mi sembra cosi lontano,
cosi difficile.

>Forse ha ragione mio padre:

>eravamo ragazzi
ed ora siamo cresciuti.

>O forse, invece, chi in un modo,
chi in un altro, eravamo vivi...

>ed ora ci siamo spenti,
abbiamo ceduto.

>Fra un settimana sposero Marina...

>... e i suoi terreni
a perdita d'occhio.

>La cerimonia sara celebrata
con la dovuta solennita...

>... nella Cattedrale sulla piazza,
dove si e sposata mia sorella...

>... e dove si sono sposati
Alberto e Fedora.

>...e dovesi sonosposati
Albertoe Fedora.