All language subtitles for Resta Con Me 1x06 Episodio 6 iTALiAN-Pir8 it

[SQUILLI DEL CELLULARE]

- Eccomi. - Ti chiamo da mezz'ora,
che fine hai fatto ?

- Scusami.
- Vieni a prendere Diego.

Non ha scuola ?
Io non ho la mattina da buttare.

Ci sei ? Stavi dormendo ?

No, no, è solo che ho avuto
una piccola emergenza.

- Tutto bene ?
- Sì, arrivo, ciao.

- Ehi, ciao.
- Lo sai che hanno l'idromassaggio ?

No, non lo sapevo.

Scusami, ho avuto un contrattempo.

Figurati se per me è un problema.

- Ehi.
- Ciao.

- Grazie.
- Vieni un attimo di là ? - Sì.

Hai ragione, scusami, davvero.

Non fa niente per stamattina,
figurati.

Io te lo devo dire,
il problema è un altro.

- E' Diego.
- No, ti supplico.

- Ho avuto una mattinata pesante.
- Abbassa la voce.

Lo so che cosa ha passato e
mi dispiace, ma non cambia le cose.

So che sembra educato,
dice sempre grazie, saluta sempre

ma è sempre figlio dei suoi
genitori. - Che ti ha fatto ?

- Ha rubato.
- Ha rubato ?

Massimo non ha trovato
il suo orologio, è impazzito

ma non l'ha trovato,
ieri c'era e stamattina no.

E' stato Diego ?

- Di certo non siamo stati noi.
- Ti senti quando parli o no ?

Grazie per averlo tenuto, sei
un tesoro. Diego, saluta Gemma.

Grazie, Gemma.

- Non posso pensare al pranzo,
devo scappare. - Ho cucinato io.

- Vieni. - Mangio qualcosa
per strada, sono in ritardo.

- Io sto morendo di fame.
- Prima lavati le mani.

Arrivo subito.

- Tutto a posto ?
- Sì.

- Dove vai ?
- A lavoro.

Mi dispiace che sei andata sola,
potevi svegliarmi, andavamo insieme.

Dovremmo parlare
di quello che è successo.

Certo, però non adesso,
sono in ritardo.

Ti sei già pentita ?

- Dico solo di parlarne.
- Ti ho sentito

ma ora devo andare a lavoro.

Stai appresso a Diego, Gemma
dice che ha rubato un orologio.

- Vedi un po'.
- Ci penso io.

Ciao.

Devi comprarle le sfogliatelle.

- Gemma le ha portate
e lei era contenta. - Sì ?

- Ha di nuovo la faccia incazzata.
- Tranquillo, è tutto a posto.

Perché non fate un altro bambino ?

Non so come si metterà per me,
ma va bene.

Sei stato bene da Gemma ?
Tutto a posto ?

Non ho rubato l'orologio,
l'ho solo nascosto.

- Perché ? - Quello si atteggia
troppo, non mi piace.

Diego, non piace nemmeno a me,
ma non dovevi farlo.

Non capisco perché Gemma sta
con un uomo così brutto

antipatico, scorbutico, mentre lei è
così bella, gentile, di classe.

- Vuoi un caffè ?
- Vai, va'.

Sì, sono il giudice Montella.

Volevo convocare Martina de Rosa
e la mamma.

No, il prima possibile.
Anche domani va bene.

Grazie.

Ciao, eccomi arrivato.

- Buon riposo.
- Grazie, a domani. - Buon lavoro.

Ehi, va tutto bene ?

- Sì.
- Al lavoro ? - Bene.

Diego sta guardando un film.

Ha detto che l'orologio
non l'ha rubato, l'ha solo nascosto.

Meglio così.

Vado a lavoro.

Salvatore non risponde,
ho provato tre volte.

Avrà avuto un contrattempo.

Se vuoi,
iniziamo a mangiare io e te.

- Fra Jamila e Ciro è successo
qualcosa ? - Non è una novità.

No, stasera c'è qualcos'altro.

- Tutto bene ?
- Sì, grazie. - Sì.

- "Qualcos'altro" tipo ?
- Ci vorrebbe un mago.

- Sei pur sempre un profiler.
- Che ha preso tante cantonate.

Con il lavoro è facile,
ci vuole poco a riconoscerli.

Vedo se Salvatore mi risponde.

C'è qualcosa di buono per me,
dato che è a casa mia ?

Che sono queste facce ?

Mica sono evaso,
mi hanno fatto uscire prima.

- Enzuccio ! - Mamma.
- Bello di mamma, come stai ?

Hai visto qua ? Dammi la borsa.

- Ciao, Enzo.
- Ciao.

Vieni dentro.

Torniamo subito.

Scusate, è tornato mio figlio.
Mo' arriviamo.

Enzo Garofalo è
il compagno di Jamila.

- Vitiello, cercavo proprio te.
- Dimmi.

- Non riesco a contattare
tuo cognato il meccanico. - Eh.

- Lo chiamerà mia moglie
per la macchina. - Ci penso io.

- Aspetta, fammi finire. - Sì.
- Si deve prendere molto tempo.

- Molto. - Molto tempo.
- Giorni. - Molti giorni.

- Settimane. - Settimane.
- Molte settimane. - Va bene.

- Hai capito ? - Sì,
molti giorni e molte settimane.

- Molti giorni e molte settimane.
- Me la vedo io, tranquillo.

Speriamo bene.

Ha sfregiato un tizio
con un coltello in una rissa.

- Aveva avuto cinque anni, Anna e
Jamila erano rinate. - Si vede.

Non capisco perché sta già fuori.

Con tua moglie tutto bene ?
Come sta ?

- Mia moglie ? - Sì, per ieri sera.
E' stata una cosa forte.

Ah, per ieri sera ?
No, tutto a posto.

Senti, la notte che il ragazzino
che sta da voi è scappato

il capo ha detto qualcosa. Sapevo
delle conseguenze della sparatoria

ma che Russo fosse tuo amico
e suo figlio... - Sta bene.

Ci rimetteremo in piedi, va bene ?

[ESPLOSIONE]
Che cos'è ?

Non lo so, chiamiamo in centrale.

Veniva dal porto ?

- Mi sa di sì.
- Alessandro sta là ?

- Che c'entra con il porto ?
- E' un poliziotto, c'entra sempre.

Ti fa più paura,
ora che lavora di notte ?

Direi di no.

Tieni.

Le cose brutte succedono
anche di giorni.

Mi sarebbe piaciuto stare in una
casa da cui si vede il porto.

Lo dici per papà ?

Sì, ma ormai non conta più.

Non posso lasciarvi un minuto
da soli.

[SQUILLI DEL CELLULARE]
Sì ?

Dove ?

- Ok, li raggiungiamo noi.
- Che è successo ?

C'è un cadavere
dall'altra parte del porto.

- La scientifica è già lì.
- Andiamo.

[PAROLE NON UDIBILI]

- Ciao, Lele. Allora ?
- Ciao, Ale.

- Buonasera a tutti.
- Buonasera il cazzo.

- Ci puoi dire qualcosa ?
- Poco, è stato ammazzato un'ora fa.

- Tre proiettili, morto all'istante.
- Non ci dici niente.

- Ma che hai stasera ?
- Non ha cenato.

C'è il vigilante che ha chiamato
il 112, aspetta voi.

Grazie. Iniziamo da lui.

- Non è il contesto, ma stai bene ?
- Ero al San Carlo.

All'improvviso, il Questore
mi chiamava come un pazzo

mio marito non voleva
che rispondessi.

Si è calmato solo
quando ha visto polizia e pompieri.

Può sporcarsi di sangue e dire
che c'è stata anche una sparatoria.

Come sei simpatico, Ciullo.
Che cosa devo dire al Questore ?

- E' morto un vigilante un'ora fa.
- Durante l'esplosione.

- Testimoni ?
- Dobbiamo parlare con un vigilante.

Vado da Improta, sembra che non
sapete niente, non avete certezze.

- Mannaggia. - Ti mancano
i privilegi del quarto piano, eh ?

Ora eri teatro con il Prefetto,
alle 11 a letto.

Salvato', si vede
che non sei mai stato a teatro.

E' arrivata Titina De Filippo,
cammina.

Quando abbiamo sentito il botto,
siamo corsi sul posto

ma lì era strano.
- In che senso ?

Era tranquillo,
c'era solo il container distrutto.

- Che c'era nel container ?
- Cianfrusaglie, roba cinese

niente di esplosivo, perciò abbiamo
pensato a un regolamento di conti.

- Avete fatto anche altro ?
- Abbiamo dato l'allarme e cercato.

Poi ci ha chiamato il collega
che era qui al molo.

Aveva visto dei movimenti strani,
abbiamo sentito dei colpi

siamo tornati indietro,
ma niente, era già morto.

Quindi l'esplosione era un
diversivo, l'obiettivo era qua.

- Che valeva questo macello ?
- Hanno rubato una bisarca carica.

- Di che cosa ? - Un furgone,
un SUV e due macchine sportive.

La bisarca era qui,
fuori all'hangar 7.

- Servono i documenti del carico.
- Sono all'ufficio doganale.

- Se volete, vi accompagno,
è più facile. - Sì, andiamo.

Ahi, ahi.

Una storta.

Hangar e carico sono di una piccola
società di stoccaggio e trasporto.

E' arrivato ieri da Anversa.

L'amministratore è Cecilia Abate,
Marco è al lavoro.

- Grazie, lo raggiungo in Questura.
- Vai a casa.

- Se ci sono novità, ti chiamo.
- Grazie.

- Abbiamo chiesto il tracciamento
della bisarca ? - Certo.

Siamo ottimisti, è un bestione,
non passa inosservato.

Se c'è qualcuno che la osserva.

Hanno più di un'ora di vantaggio
e non è poco anche se va lenta.

Vabbè, io vado.
Mi raccomando, chiamatemi.

Se acchiappate il genio
che ha fatto esplodere un container

per rubarsi tre macchine,
vorrei interrogarlo, ok ?

Va bene ? Grazie.
Buon lavoro e buona notte.

- Buonanotte.
- Ti tengo informata. - Sì, grazie.

Dentro non c'è niente,
non sono entrati.

- E l'esplosione ?
- Un ordigno comandato a distanza.

- Questi ci sanno fare.
- Cazzo.

- Lello ? - Arrivo. Scusatemi.
- Cazzo.

Dobbiamo recuperare le immagini
sulla rapina e dei varchi d'accesso.

Dobbiamo sentire tutti i doganieri,
anche chi non era di turno.

- Ok ? - Ci penso io.
- Cuomo, dimmi.

Dove ? Vabbè, grazie.

Una bisarca ha imboccata l'A3
direzione Portici.

Poi è sparita, avrà preso una strada
secondaria senza telecamere.

Mando un paio di volanti
a perlustrare la zona. Andiamo.

Signori

Ciro Abate, fratello maggiore
di Cecilia Abate.

Precedenti per truffa aggravata

ricettazione
e traffico di pietre preziose.

La merce arriva da Anversa,
la patria dei diamanti.

Magari le macchine
erano proprio piene di quelli.

- Andiamo a prenderli.
- Sarebbe bello.

Spariti entrambi.

Prova che le auto
non erano l'obiettivo.

- Sono pronta con le immagini.
- Ah, aspettate.

- Mi posso aggiungere al cineforum ?
- Vieni.

Un vero e proprio commando,
senza pietà.

- Dove vanno ?
- Si guardano intorno, coprono.

Vai al furto.

Alla faccia...

- Che fine hanno fatto
gli altri due ? - Eccoli.

Scusa un attimo.

- Che c'è ?
- Niente.

Torna al furto.

Hanno trovato la bisarca,
vuota, naturalmente.

E' a tre km da Portici,
vicino a una discarica.

Erano in quattro,
tre alle auto e uno al furgone.

- Avviso il capo e andiamo.
- No, lascia stare.

Stai morendo dalla stanchezza.
Chiamo Stefano e andiamo noi.

- Vitiello ? - Dimmi.
- Dobbiamo capire come sono entrati.

Non possono essere apparsi
dal nulla.

Dobbiamo cercare il basista, magari
è gli ha venduto lui l'informazione

e magari ci porta agli Abate.
- Ha ragione Marco.

Siamo distrutti,
andiamocene a casa, ok ?

Mandiamo avanti loro
e, mi raccomando, niente gelosie.

- Ale, hai dimenticato questo.
- Grazie.

- Tutto bene ?
- Sì, perché ?

- Sembrava che dai filmati avessi
visto qualcosa. - Purtroppo no.

Va bene, volevo assicurarmi
di non aver fatto passi indietro.

Pensi che c'entra la tua banda
e non vuoi dirmelo ?

L'ipotesi delle pietre preziose
ci ha fatto un po' pensare

però non erano quattro, ma sei

non sono passati dai sotterranei
ed erano armati.

Magri nel frattempo
è cambiato qualcosa.

Quando si comincia a sparare, non
si torna indietro. Ora cambia tutto.

- Oh, ti sei incantato ?
- Scusa, sono stanco.

Vediamo
come si evolve la situazione.

Aspetto Linda e andiamo a casa.

[SQUILLI DEL CELLULARE]

- Ale ? - Quando hai finito,
mi serve un favore.

Dillo che mi vuoi morto.
Non può lavorarci qualcuno ?

No, devi farlo tu, è delicato.
Fai un confronto antropometrico

tra un'immagine di stanotte
e la donna de "La Barca Blu".

- Va bene.
- Grazie.

Sto bene così
per andare dallo psicologo ?

Gemma mi ha detto
che hanno trovato l'orologio

frantumato al suolo nel cortile
del palazzo. Perché l'hai fatto?

Quello stronzo la fa soffrire
e mi ha anche chiamato "felcia".

- Come ti ha chiamato ?
- "Felcia."

- Se non la conosci,
è una brutta parola. - "Feccia ?"

Quello che sia, è una brutta parola.

Togliti un po' di gel.

Dài.

Gemma, che razza di uomo è uno
che chiama "feccia" un ragazzino ?

E ti preoccupi dell'orologio ?

Massimo può anche aver inventato
tutto, quindi digli

di non rompere i coglioni, ok ?
Grazie, ciao.

Non l'ha inventato,
l'ho buttato davvero.

Lo so, non sono scema
e tu hai sbagliato

ma ti ha detto una cosa brutta.
- Hai detto una bugia, però.

Non proprio
e ogni tanto si può fare.

- Ogni quanto ?
- Non ci provare.

- Il gel ?
- Mi piace così, problemi ? Andiamo.

Arrivederci.

- Buongiorno ! - Ehi.
- Che ci fai qua ?

Ho portato Diego dallo psicologo
e non volevo aspettare là.

- Vuoi un caffè ?
- Thè, sì. - Thè.

- Gemma ha già chiamato ?
- Sì, strillava come un'aquila.

A parte l'orologio, Diego come sta ?
Perché va dallo psicologo ?

E' l'iter normale, deve capire
se è pronto a cambiare famiglia.

Tu sei sollevata ?

Valerio sta cercando
dei possibili affidatari

poi ci sono gli incontri,
ci vuole tempo.

Ti ho chiesto come stai,
non come funziona.

- Sono andata a letto
con Alessandro. - Ah !

- Non era successo da quel giorno.
- Va bene, no ?

Non lo so se va bene. Ieri notte
mi sembrava tutto possibile.

- Eh. - Perfino l'idea
di avere un altro figlio.

Poi mi sono svegliata
e mi è salita una rabbia.

Probabilmente non potrò mai avere
un altro figlio.

- Perché, fai il medico ?
- No.

- E allora ?
- Ho il terrore che me lo dicano.

Come ho il terrore
di stare bene con Alessandro.

Ti dirò, da soli
non si sta così male

poi con i tipi che incontro io...

Al massimo finisce che mi scolo
una bottiglia di vino da sola.

- Diventerò alcolizzata.
- Che scema. - Buongiorno.

Aspetta,
voglio fare un discorso serio.

Dovevi andare dal medico
e non sei andata.

Però a parte il discorso del figlio

tu e Alessandro siete fatti
per stare insieme.

Viviti questa cosa, te la meriti.

Dài. Devo andare.

[BUSSANO ALLA PORTA]

- Addirittura ?
- Non era urgente e riservato ?

- Sì, certo, entra.
- Le due figure combaciano.

La tecnologia non dà
certezza assoluta

ma è quasi certo
che sono la stessa persona.

- Cazzo, lo sapevo. - Ora fammi
un caffè, ho dormito mezz'ora.

- Lo prendiamo in questura,
un minuto e arrivo. - Ok.

Hanno allargato la famiglia,
cambiato obiettivi e modalità ?

Se ci fossero state davvero
pietre preziose in quei mezzi

sono rimasti nel loro.
- Come lo confermiamo ?

Gli Abate sono spariti,
li cerca anche l'Interpol.

Non prendiamoci in giro.

Tutto questo casino per trecentomila
euro tra mezzi e macchine ?

Vabbè, indaghiamo,
ma la connessione mi sembra labile.

Non è labile, anche Improta è
convinto che si tratta della donna.

E' un film
che mi sto facendo solo io ?

- E' una schifezza questo caffè.
- Sa di te.

Dài, Diego.

- Buongiorno. - Buongiorno.
- Buongiorno, Diego.

- Buongiorno, prof.
- Vai in classe, arrivo.

- Scusi, aveva una visita.
- Si immagini.

Presto tornerà alla normalità,
stiamo cercando di trovare serenità.

Temevamo il peggio dopo la morte
del padre ma non è successo.

Si vede che state lavorando bene.

Adesso vado, altrimenti
le belve ne approfittano.

- Certo. - Arrivederci.
- Arrivederci, grazie.

Non ci sono dettagli balistici
per identificare i rapinatori

ma dall'indagine sui doganieri
che mi hai chiesto è venuto fuori

che uno dell'ala Sud non doveva
essere lì, si è fatto spostare

e ieri l'ha nascosto
all'interrogatorio.

- Dobbiamo sentirlo subito.
- L'ho convocato.

Vado a prendere un caffè.

- Vi sembra normale ?
- Ha fatto un buon lavoro. - Sì ?

Gli è arrivato un messaggio
e va a leggerlo fuori.

Ale, ha fatto un buon lavoro, punto.

Ha fatto un buon lavoro.

Se lo dite voi.

- Ezio, giusto ?
- Sì, signore.

Io però non c'entro niente,
ho chiesto il cambio

per fare un weekend con la mia
ragazza, potete chiederglielo.

Allora perché ieri hai mentito ?

- La mia posizione è un po'
equivoca, lo so. - Appunto.

Però non ho fatto entrare nessuno,
controllate le immagini.

Non sono entrati da nessun varco

ma potresti averli aiutati
in un altro modo.

Che modo ?

Ascoltami, se non vuoi restare
in questa posizione equivoca

è meglio che ci convinci.
- Di che cosa ?

Non ci sono varchi fantasma,
o si entra da là o dal mare.

Che ho detto ?

Come ho fatto a non pensarci ?
Come cazzo ho fatto ?

Se fossero entrati dal mare,
si spiegherebbero molte cose.

E' il porto, c'è più corruzione
che a Poggioreale.

- Che c'entra ?
- "Che c'entra ?"

Dovremmo controllare se il doganiere
ha avuto soldi strani

e se i video delle telecamere
sono contraffatti.

Stefano, sei con noi ?

Sì, Ale', sono con voi.
Devo fare un comizio ?

Facciamo così, torniamo al porto,
capiamo se sono entrati via mare

e poi pensiamo al resto. Andiamo.
- Arrivo. - Andiamo.

- Ehi, tutto a posto ?
- Sì, tutto a posto !

[BUSSANO ALLA PORTA]
Avanti.

Ah, eccovi. Prego, accomodatevi.

- Che è successo ? Noi facciamo
quello che ci dite. - No, no.

Non è successo niente,
non si preoccupi. Accomodatevi.

E' un normale controllo.

- Come stai ?
- Bene.

Mi dispiace del poco preavviso

però volevo scusarmi
per come mi sono comportata.

- Sono stata aggressiva, non dovevo.
- Dite sul serio ?

- Certo.
- Ah.

Allora grazie.

- Possiamo andare, quindi ?
- Sì.

- Canti ancora ?
- No, ha proprio smesso.

Ogni tanto puoi andare a cantare,
ma senza ricevere soldi.

- Mamma, posso andare ?
- No, andiamo.

- Arrivederci.
- Arrivederci. - Ciao.

- Salve.
- Salve.

- Che hanno combinato ?
- Niente, anzi.

Tutto a posto. Tu hai novità ?

Ho appena parlato con lo psicologo
e Diego ha le idee molto chiare.

Vuole restare con te e Alessandro.

Conosco il periodo che attraversi
ma pensaci anche per il suo bene.

Lui vi adora
e anche tu ti stai affezionando.

Certo, è buffo,
intelligente, curioso.

Però non è quello
che avevo pensato ora per me.

Sai che mi costa fare questo ?
Potrei anche approfittarne.

- Di che ? - Del fatto
che voi siete in crisi e io...

- Piantala, come sei scemo !
- Che "piantala", è la verità.

Sono anche costretto a dirti
di parlarne con lui.

Forse è la soluzione migliore,
ce l'abbiamo davanti agli occhi.

E' impossibile che un'imbarcazione
così piccola vi sia sfuggita ?

Ogni imbarcazione deve chiedere
l'accesso, ci sono le telecamere.

Sì, però sta qua ed è stata trovata
vicino alla banchina del furto.

- Che sta cercando di insinuare ?
- Niente, comandante.

Se fosse mezzo di bordo
di una barca grande ?

- Sarebbe più probabile
della distrazione. - Esatto.

Se mi facesse parlare, capirebbe.

- Grazie. Prego, continui.
- Quelle telecamere funzionano ?

- Dai filmati non ricordo
questo molo. - In effetti no.

- Da quanto non funzionano ?
- E' stato comunicato stamattina.

Devono essersi danneggiati
i terminali con l'esplosione.

- Ci serve sapere chi era
in videosorveglianza. - Ok.

- Subito, se è possibile.
- Va bene. - Grazie.

- Vai con lui e cerca di sveltire.
- Vengo con lei.

La aiuto
così non mi rompe più le palle.

Lello, sono Ale.

Devi venire subito al porto.

E' urgente, grazie.

Ci hanno preso un albero di Natale,
ci riempiono di palle.

- Devo chiamare Salvatore.
- Di nuovo Ciullo ? Basta.

Ci sono ammoniaca e nessuna
impronta, è stato ripulito.

- Figurati.
- Gavoni, sacche ?

- Niente, tutto vuoto.
- Cazzo. Grazie, Lello.

- Mi devi sempre un caffè.
- Hai ragione, ce lo prendiamo.

[SQUILLI DEL CELLULARE]

- Dimmi. - Le telecamere
hanno smesso di funzionare

cinquanta secondi prima
dell'esplosione. - Sono manomesse.

- Sì, subito prima.
- Chi era di turno ?

Francesco Mennuni e Luigi Santoni.
Il primo sta andando in questura

il secondo non risponde, ma abbiamo
l'indirizzo. - Ok, andiamo noi.

Forse abbiamo i basisti.

Oh, e il caffè ?

- Io ho fame.
- Fatti un panino.

Con cosa ? Nel frigo c'è il deserto.

- Vabbè, non fa niente.
- No, aspetta.

- Andiamo a fare la spesa,
hai voglia ? - Io sì, tu ?

No, ma me la faccio venire,
promesso. Andiamo ?

Ve lo assicuro,
non può sfuggire un'imbarcazione.

Può succedere in capitaneria
se entra con una nave grossa

ma non a noi, lo escludo.
- Certo, come facevate a vederla ?

La telecamera era rotta,
ma come ha fatto a rompersi ?

- L'esplosione, immagino.
- No.

- La telecamera si è staccata
50 secondi prima. - Strano.

Serve "il metodo Ciullo".

Starà dormendo,
ha pur sempre lavorato di notte.

Stai davvero facendo amicizia
con lui ?

- Sì, ma sei tu l'uomo
della mia vita. - Ah.

- Giuri ?
- Giuro.

Neanche "il metodo Ciullo" funziona.

Proviamo questo.

- Chi è ?
- Signora, polizia.

Andiamo.

Può essere un guasto momentaneo,
succede spesso.

Il sistema è complesso.

Guarda caso ve ne siete accorti
il giorno dopo.

- Avete capito che è successo ?
- Che cosa ? - Un casino.

Descrivi questo casino, per favore.

Siamo scesi, come tutti,
volevamo capire che era successo.

C'erano i vigilantes,
quelli della capitaneria

poi abbiamo chiamato voi e
i pompieri. - E siete tornati su.

Non vi siete resi conto
che un molo intero era offline ?

Dopo abbiamo fatto il backup
di tutte le telecamere, capite ?

L'abbiamo fatto per darvele,
abbiamo collaborato.

Mennuni, dovevate collaborare
perché è il vostro lavoro

oppure volete un premio ?

Il suo collega è sceso
con voi dopo l'esplosione ?

Se lo ricorda, questo ?

- Non se lo ricorda.
- Non parla, Mennuni.

Eccolo qua. "Santoni".

Santoni, apra, polizia.

Aspetta.

"Ammazza", sei allenato, eh ?

- Ci hanno fottuto un'altra volta.
- Cazzo !

- Ehi.
- Ehi.

- Vado a farmi una doccia.
- Aspetta.

Avevi ragione tu.

Dobbiamo parlare. Siediti.

Ammetto che l'altra notte
è stato bello

e che non vedevo l'ora.
- Anche io.

O meglio, una parte di me
non vedeva l'ora

una parte che però adesso
non posso ascoltare.

Non riesco a pensare all'idea
di non avere un figlio.

Non riesco a dimenticare
quello che è successo.

Non ti chiedo
di dimenticare niente, Paola.

Paola, amore mio...

Ho paura di stare
di nuovo bene con te, lo capisci ?

Questo è un anticipo.

Il resto a lavoro finito.

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