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Questo è Peter, è mio marito.

È un artista d’avanguardia, un regista,
un pittore, uno scrittore.

Sta sempre a scarabocchiare disegni
e appuntarsi nuove idee.

Crea anche installazioni d’arte.

Tiene interessanti
lezioni che durano troppo.

Mi piace l’idea dei documenti antichi,
spesso in lingue che non conoscerai mai.

In lingue...

che non conoscerai...

mai.

Non so qual è quello più affilato...
Stai dritto. Così.

E ama giocare con le parole,
le idee, i concetti...

E per farlo sembrare più autentico,
ci metti dei puntini inutili, tipo così.

E nessuno potrà mai dare un senso
al mio farneticare.

Dare un senso...

al mio farneticare.

Non esiste una sola verità per lui.

Poi prendi un fazzoletto...

e vedi che succede.
Guarda un po’.

La realtà cambia di continuo.

E consuma libri,
almeno uno al giorno.

E scrive anche libri,

almeno 10 romanzi attendono
di essere completati.

Un giorno...

Lo amo.

Lo amo moltissimo.

Non sono sicura che lui ami me.

Ha un’idea molto particolare
del concetto di amore.

Ma a me sta bene.

Credo.

- Raccontami qualcosa sull’amore.
- L’abbiamo appena fatto.

Oh, Peter.

Si dice che ti puoi sposare 5 volte.

La prima per andartene da casa,
la seconda per soddisfare il sesso...

la terza per fare dei figli,
la quarta per diventare ricco e l’ultima,

forse la più importante,
per trovare una compagna.

- Tu mi ami?
- Certo.

Spingiti in avanti.
Un po’ di più. No piega la testa.

Devo fare ancora il collo.

Questa è Pip,

nostra figlia.

Buon giorno.

Peter non è un papà comune.

Peter e Pip si ritrovano nell’arte.

- Ti piace?
- A te?

C’è la nozione dell’eroe, no?

Molto acceso, molto volgare,
ma consapevolmente.

Mi piace la sua natura enciclopedica.
Sai come si sono divertiti a collezionare.

Marcel Duchamp ha detto che
puoi chiamare arte tutto ciò che vuoi.

E capisco questo ragionamento ironico.

- Lo vorresti avere in casa?
- No.

Questo è l’alfabeto di Greenaway.

È un’enciclopedia
dei “chi, perché e cosa” di Peter.

A, B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L, M,
N, O, P, Q, R, S, T, U, V, W, X, Y, Z.

Sono sicuro che alcuni di questi alfabeti
siano incompleti, ma questo non lo è.

Peter, che ora ha 75 anni,
pensa di volersi uccidere a 80...

Il valore reale di un uomo di 80 anni

non è molto grande.
- Questo vuol dire che ti devi uccidere?

Con questo alfabeto,
Pip avrà accesso ai suoi pensieri

e al suo modo di fare arte
quando sarà più grande.

Se c’è troppa tempera...

E immagino che sia così, guarda,
se lo muovi, poi si sbava.

Quindi cerco di tenere
il pennello asciutto.

Solo lettere a caso?

Se ne parliamo, non è facile
scegliere da dove cominciare.

A sta per...
B sta per...

- Va bene così?
- La tua mano è d’intralcio.

Sollevalo piano. Non male, no?
Fanne un alto.

A.

- A di alfabeto.
- A di Amsterdam.

- A sta per Amsterdam.
- Perché ti piace vivere ad Amsterdam?

Ho vissuto 32 anni a Londra.
Ci vuole un giorno ad attraversarla.

A confronto, Amsterdam è più piccola.
La descrivono ancora come un paese.

E mi piace che sia quasi
completamente fatta di mattoni,

che è quasi l’unico materiale
di costruzione dell’Olanda intera.

Ma c’è tanto fango, ghiaia e sabbia,
che sono ottimi per fare mattoni.

Se ti guardi intorno, vedi che la città
è fatta quasi esclusivamente di mattoni.

LE VALIGIE DI TULSE LUPER (2003)

Dato che è una città fatta per pedoni,
è ideale per i ciclisti.

Storicamente è una democrazia
da quasi 400 anni.

Sembra una città ottima
per la vita delle persone.

Come vedi, l’edificio più grande
è il Rijksmuseum,

con le sue tante torri.

Ah! Ti hanno già riservato
un posto, Rembrandt.

Sei stato nominato.

Quello è il campanile
della Chiesa Antica.

Li è sepolta Saskia,
la moglie di Rembrandt.

Questo sono io con Saskia.

Saskia van Uylenburgh,
la cugina di Hendrick van Uylenburgh.

Saskia van Rijn, la moglie di Rembrandt,
era considerata una donna molto modesta

e timorata di Dio.

Aveva i piedi molto grandi.

NIGHTWATCHING (2008)

E, devo ammettere,
il più delizioso e stretto sederino.

Saskia, eccola qui, sepolta
sotto questa lastra di roccia.

C’era un legame molto forte...

quando ho incontrato tua madre,
che ora è mia moglie.

Anche lei si chiama Saskia.

C’è chiaramente una connessione,
che per me dovrebbe essere ricordata.

Pip, perché pensi che voglia fare
un documentario su papà?

Perché pensi che sia speciale?

- A di Amsterdam. Comincia tu.
- A di Amsterdam.

- A di autistico. Non sei d’accordo?
- Abbiamo superato la A, non c’è altro.

- A è interessante. Tu sei autistico, vero?
- Questo lo pensi tu.

Forse l’autismo non è interessante.

- Quando parli con me non mi guardi.
- Cerco di confutare la tua teoria.

- Non hai amici.
- È vero. Ma ho dei nemici?

- Potresti anche guardarmi negli occhi.
- Scusa, guardavo quel cigno, interessante.

La tua definizione è molto limitata.
Ci sono varie forme di autismo.

Non è una cosa negativa in sé.

Le persone autistiche sono molto acute
e hanno un’enorme immaginazione.

Potrei anche esserne orgoglioso.
Mi stai facendo un complimento?

- Sì. Quindi A è di autistico.
- Come vuoi.

Negli occhi, negli occhi.

B sta per “birds”, gli uccelli.

Lì c’è un uccello grande.

Cos’è? Un condor o un avvoltoio?

Ammetto che per me sono
di grande fascino.

Mio padre era un ornitologo
dilettante molto dotato...

E ho imparato moltissimo da lui.

Non avevo un ottimo rapporto
con mio padre. Ci detestavamo.

Ed andò peggiorando perché io andai
alla scuola d’arte, e lui non voleva.

Pensava che la pittura fosse una perdita
di tempo, quindi litigavamo sempre.

Uccelli.

Vedo la sala da tè
dove siamo andati l’ultima volta.

- Siamo qui per vedere gli uccelli.
- Scusa.

- Non ci sono gli uccelli.
- Devi sapere cosa stai guardando.

B sta per “birds”, gli uccelli.

Gli uccelli sono doppiamente fortunati.
Possono cantare e volare.

Per me la semplice eccitazione
del salto tridimensionale...

abbandonare il suolo,
sfuggire alla gravità.

Questo è ciò che qualunque
essere umano vorrebbe fare.

- E tu?
- Sì, anch’io vorrei.

Quando ebbi figli miei,
per la prima volta

capii che bisognava fare qualcosa
per questo distacco da mio padre.

E mentre mi domandavo come fare,
mio padre si ammalò di cancro allo stomaco.

Andò in pensione anticipata e morì.

Per via di una serie di fraintendimenti, non
fui presente al momento della sua morte.

Molti dei miei primi film sono dialoghi
che vorrei avere avuto con mio padre.

Spesso, visto che a lui
piacevano gli uccelli...

Ci sono molte immagini di uccelli,
di uccelli che volano,

articoli sul canto degli uccelli,
dove vivono e i loro svariati nomi.

Gipeto, piviere.

Il volo spettacolare degli storni
divenne un’ossessione.

Ed il suono delle taccole
divenne un’ossessione.

E i becchi rossi degli ostrichieri
divennero un’ossessione.

Riversai questi svariati interessi

in un film enciclopedico di tre ore
chiamato “The Falls”.

Mi affascinano diverse forme
di enciclopedie, non solo i libri.

Ci sono le enciclopedie di oggetti.

E quel metodo lo uso spesso
nella realizzazione di film.

Come in uno dei primi film che ho fatto,
si chiamava “The Falls”.

Le 92 persone presentate in questo film
hanno un nome che comincia con FALL.

Cercai nelle enciclopedie tutte
le persone il cui nome iniziava con FALL.

Ne risultarono 92.
E uno dei miei numeri preferiti è il 92

perché è il numero atomico
dell’uranio.

E credo che l’uranio resterà
in circolazione, che ci piaccia o no.

Se riusciremo a gestirlo bene,
avremo energia per sempre.

Se lo gestiremo male,
sarà la fine del pianeta terra.

La maggior parte della gente
stava zitta.

Ho creato film basandomi
su enciclopedie di 92 oggetti.

E questo film ha una trama?

Ci sono 92 storie, ma è più una dichiarazione
in forma di documentario che una storia.

A volte ci sono delle storie corte,

ma ti parla di 92 persone
che in qualche modo sono state colpite

da un fenomeno chiamato EVI,
L’Evento Violento Ignoto.

Che riguarda persone
che si trasformano in uccelli.

Melorder Fallaburr
è uno storico del volo

che sta per fare il primo volo non
assistito dal palazzo più alto di Londra.

L’EVI ha avuto conseguenze positive
sulla sua vista e negative sul suo udito.

I muscoli delle sue braccia, del torso e della
schiena si sono ingrossati e rafforzati.

Il suo medico ha chiamato questo fenomeno
patagium fellitis o “pelle d’uccello”.

Ciò lo ha convinto che
le sue conoscenze storiche sul volo

dovessero essere messe in pratica.

È un film che parla di una sorta
di Icaro, il primo uomo che vola,

il primo disastro in volo.
Ma vedilo come un’enciclopedia.

“Cosa sei?” Chiese. “Io sono uno scienziato
dilettante con interessi enciclopedici.”

Sono uno scienziato dilettante
con interessi enciclopedici.

Mi piace l’idea di collezionare
100 tramonti.

Da adulto, Tulse Luper
fece studi di archeologia.

È importante sapere che viene visto
soprattutto come collezionista.

- O mille onde.
- Gli piaceva fare liste.

Collezionava, confrontava e classificava.

- Cento espressioni facciali.
- Caratteri, persone...

- Che genere di occhi hai, Lupie?
- Diamine, Marty. Normali.

Devo essere preciso.

Ogni colore rosso che si possa immaginare.

Me lo devo ricordare.

Le biografie 43 e 44.
Menenome e Olivine Fallbutus.

Si dice che le figlie di Cathine
Fallbutus, Menenome e Olivine,

passassero i mesi estivi
del loro EVI

in compagnia di una sedia pieghevole rossa.

Di fronte a questa sedia...

Cisgatten Fallbazz aveva dato a
Menenome e Olivine un libro di immagini.

Questa è una storia
sulle mie figlie più grandi.

Di quando andavamo al mare
sulla costa est dell’Inghilterra.

- Hai chiamato tua figlia Menenome?
- No, quelli sono nomi di fantasia.

Tutti quanti in questo libro
hanno nomi molto strani.

Le bambine mettevano la sedia in mare
per usarla come piattaforma

per tirare i sassi nelle onde,
sempre più lontano.

C sta per “children”, figli.

Un uomo aveva 4 figli

ed era morto orgoglioso di poter passare
il suo corredo genetico 4 volte.

Se tutti e 4 i suoi figli
avessero avuto a loro volta 4 figli,

tra quattro generazioni,
cioè tra 100 anni,

potrebbe avere una progenie
di un quarto di milione.

- Le tue altre due figlie non le vedi più.
- È vero.

- Perché?
- C’è stata una rottura nelle tradizioni familiari

e ho pensato bene di mantenere la pace.

- Come una rottura nelle tradizioni?
- Mi sono separato e risposato.

- Come ti senti a riguardo, se ci pensi?
- È triste quando un rapporto si rompe.

Per questo ora è così doloroso.
Non vedi mai i tuoi altri figli.

È passato tanto tempo, e non mi sento più
coinvolto emotivamente in quella situazione.

- Non vuoi vedere di nuovo i tuoi figli?
- Sarei curioso. In generale.

Ieri con mamma ho cercato
Jessica su internet.

Nel 2011

è nato un bambino.
- Penso che ne abbia avuto uno prima.

- Quella è Hannah.
- Pensavo lo avesse anche lei.

Quindi ce n’è un altro di sette anni.
Non vuoi vedere i tuoi nipoti?

Sarei curioso.

Ma non c’è un coinvolgimento emotivo
in base al quale riunirsi.

Non sai come si chiamano?
Non sei triste per questo?

- Perché devo stare zitta?
- Questo è per il dietro le quinte.

Non vorresti che venissero
al tuo funerale?

Sono domande difficili, no?
Hai finito, Saskia?

È doloroso pensare che hai lasciato
i tuoi figli e non ci hai più parlato.

C’è la possibilità che accada anche a me?
- Non drammatizzare...

Ciò che Zoë ti chiede da figlia,
ora che ha 15 anni...

- Ha paura che succeda di nuovo.
- Da padre, devi solo rassicurarla.

Certo che a lei non succederà.
- L’ho già detto, non succederà più.

- Padre dell’anno.
- Grazie. Ora mi dai una medaglia?

Ti serve una mano.

D sta per “death”, la morte.

La prossima grande avventura
per un uomo che invecchia è la morte.

Se potessi scegliere come morire,
sceglieresti la morte nel sonno?

Penso di sì.

Il modo migliore è non sapere.

Lenin è morto.

Anche Karl Marx.
Entrambi sono morti nei loro letti.

O in modo istantaneo. È molto violento,
ma se ti sparano alla testa...

Un momento sei vivo,
quello dopo sei morto.

E Abramo Lincoln è morto.
Gli hanno sparato.

Morire bruciata penso sarebbe orribile.
O sepolta viva.

La mia grande paura è di affogare.

Non so nuotare, quindi a volte,
non in modo drammatico,

sento che un giorno
potrei affogare.

Vado a fare una nuotata.

- Spero che affoghi.
- Grazie.

Non riuscire a respirare,
a prendere un respiro d’aria fresca...

- Hai paura dell’acqua.
- Ho paura di affogare.

GIOCHI NELL’ACQUA (1988)

Io, come tanti altri...

non ho paura o terrore
della morte.

O dell’oblio perenne.

Anche Ejzenstejn è morto.

Non so se i registi
verranno ricordati.

Vuoi che la gente si ricordi di te?

Penso che alcune cose che ho fatto abbiano
abbastanza valore per sopravvivere oltre.

- Perché? Tu non ci sei più, quindi...
- Penso che esistiamo con uno scopo,

non penso siamo qui solo per divertirci.
- Siamo qui con uno scopo?

Quello te lo devi creare tu.
Ma io penso proprio

che la civiltà si sia evoluta
sulle basi di ciò che è rimasto.

L’umanità quindi ha uno scopo?

Penso che dobbiamo crearcelo.

Da un punto di vista Darwiniano...
- E qual è il tuo scopo?

Io credo nella civiltà
con la C maiuscola.

Spesso è molto ingiusto,

ma il fatto che noi sediamo
davanti a una telecamera sofisticata,

nel 2017 in una delle capitali
più sofisticate d’Europa,

non è frutto di pigrizia.
- Ma qual è il tuo scopo?

Il mio scopo è, e rubo quest’idea,
ma è una buona idea...

Che dobbiamo aggiungere i nostri
modesti granelli di sabbia

alla grande spiaggia della civiltà.

Quindi ti piacerebbe
essere ricordato tra 50 anni?

Vorrei pensare che alcune cose che ho
sognato e poi trasformato in opere d’arte

possano avere valore in sé
e per altre persone.

Speri che dopo 50 anni il tuo lavoro
possa ancora ispirare le persone?

Lo so.

Vorresti farlo?

Succede già ora.

Me lo dicono costantemente.
Perché non dovrei volerlo?

- Ciò ti renderebbe soddisfatto?
- Sì, certamente.

Vorrei che lei disegnasse
la tenuta di mio marito.

Come mai, signora?

D sta per “drawing”, disegno.

Un uomo aveva 5 oggetti
che amava molto.

Una bicicletta nera per spostarsi.

Un cappello nero per proteggere
la sua testa e la sua immaginazione.

Un cappotto nero per proteggere
il suo corpo.

Intimo nero per ricordargli
della sua sessualità.

E come quinto, una penna nera,
riempita di inchiostro nero...

che usava per disegnare
costantemente le altre quattro...

e per rendersi perennemente felice.

Questa penna mi è stata data da mia madre.
Non è una Mont Blanc, ma quasi.

Se vuoi fare un bel disegno,
devi sempre ricordarti 4 cose.

- Sai quali sono?
- Colore, linea...

- Prospettiva?
- No, massa. E consistenza.

Massa. Che indica
le grandi aree della sostanza...

che ha a che fare soprattutto
con la composizione del dipinto.

Come mai, signor Neville,
nel giardino non ci sono persone?

I MISTERI DEL GIARDINO
DI COMPTON HOUSE (1982)

È vostra intenzione
restare lì, signor Talman?

Posso ammirare la vista
perfettamente da qui, grazie.

Impugno la penna così, in modo da
disegnare anche con la parte di plastica.

Indosserà gli stessi indumenti domani?

Ottima per disegnare.

Non ho ancora deciso.

Dipende dalla servitù.
È importante?

Forse.

Curriculum per l’esecuzione
dei disegni a Compton Anstey.

Per il disegno numero 1,
dalle 7 alle 9 di mattina...

Vuoi provare a giocare con la penna?

- Vuoi fare cambio?
- OK.

Qui c’è un foglio bianco.
Gioca con la penna, per goderti la linea.

Libera, grezza. Usala per davvero.
Goditi l’inchiostro.

Riempila con tanto inchiostro.
Non preoccuparti degli schizzi.

Divertente, eh?

Guarda com’è pieno di espressività.

Così, sì.
Il bulbo oculare viene fuori da solo.

Disegna i denti, velocemente...

Puoi dare più colpetti.
- Che intendi?

Così...

Colora un paio di denti di nero.

Fagli le orecchie grandi, tanto inchiostro.
E dagli un cespuglione di capelli.

Faglieli selvaggi,
come se avesse avuto uno shock.

Fai le linee a zig zag.
Così, sì. Continua.

Sei cosciente della tua vanità,

considerate le tue unghie?
- Sì, e tu?

Se ne sono consapevole?

Mi piace il fatto che tu abbia...

unghie lunghe, rosse
ed esibizioniste.

- Davvero?
- Io non ho le unghie rosse. Tu sì.

- Che ne pensi di ciò che hai fatto?
- Non mi piace.

Non ti piace perché
è troppo grezzo e selvaggio per te.

- Qual è il più espressivo?
- Quale ti piace di più?

Vorrei vedere quello più sviluppato.
Ma se lo tieni sollevato...

Ha un non so che, no?
Un aspetto selvaggio.

Se ti diverti a farlo quanto me,
avrai dita sporche come le mie.

E se hai le dita sporche,
vuol dire che è ottimo.

E sta per eleganza.

Un uomo ha concentrato
il suo senso di eleganza...

in un unico vestito nero
con le righe bianche che indossava sempre.

Sono di nuovo alla ricerca
di un vestito su misura...

ma dev’essere dello stesso materiale.
Righe bianche su nero.

Vuole provare questo?

Alcuni dicevano che sembrava un carcerato,
o un gangster di Chicago.

Non pensi che sia noioso
che indossi sempre le stesse cose?

Mi piace l’identità. Non ho bisogno
di pensare a cosa mettermi.

Si indossano da soli.
Vedi quello? È bello.

Devo ricordarmelo. Altri punti.
Sistemi.

Qui si vedono i sistemi che riguardano la
forma, il materiale, i bottoni e il colore.

Ogni commercio, ogni affare,
ogni occupazione...

usa sistemi per organizzare le cose.

Mi piace l’idea di variazioni
su un singolo tema.

Io farei subito così: 1, 2, 3,
4, 5, 6, 7, 8 per 1, 2, 3, 4, 5...

In quanti modi si può
oscillare una corda?

Un po’ stretto.
Buttare una pietra.

11-8 non significa molto,
11-8, 88 non significa niente.

Cercherei un numero importante.
Un decimale. 10, 20, 30, 100.

O qualcosa di simbolico, come 92.

In quanti modi può finire il mondo?

Dobbiamo trovare ciò che più
assomiglia a quello.

- Quella sarebbe la mia ricerca.
- Non vuoi un colore più chiaro?

Questa è la collezione primavera-estate.
È molto più vivace.

Ha il solito carattere che lei
ha sempre. È classico,

ma darà al suo guardaroba un carattere.
- Questo è molto più bello di quello.

È più vivace.
Perché non scegli un colore più chiaro?

Vi risiedono molte idee complesse.
Viviamo in Olanda.

Esistevano le leggi suntuarie.
I colori vivaci erano proibiti.

- I calvinisti non si potevano vantare.
- Penso che dovresti cambiarlo.

Un cappello più grande, forse una piuma.

Magari nero,
che compensa fino a un certo punto.

- O quello?
- È bello. È più chiaro.

Mi ascolti, Rembrandt?

Fai sembrare ciò che è negativo positivo.
Penso di ascoltarti forte e chiaro.

OK, molto bene. Potresti essere
l’uomo fatto al caso nostro.

Per aggirarla, indossavano indumenti scuri
ma con stoffe costose.

Una sciarpa rossa e un vestito nero.

Si vantavano del loro status e ricchezza
attraverso la qualità dei materiali.

Il gesto di un ufficiale romano.
Non greco.

Così.

Ai tempi di Rembrandt le persone
indossavano la gorgiera.

Dalla quantità di pieghe si dimostrava
ciò che si potevano permettere.

Veniva soprattutto dalle Fiandre.

Voglio disegnare tutti prima.

Non farò una fila di visi pomposi.

Ho altre cose da fare prima
e voglio nove mesi.

Ci vogliono 9 mesi per fare un bambino,
altrettanti per dipingere un esercito.

Papà, hai paura di perdere la vista?

Certo.

F sta per film.

Io sono un pugile per la libertà
di espressione cinematografica.

Gli orizzontali non sono orizzontali.

Ci sono dei vuoti in mezzo.
Ma l’occhio sinistro è a posto.

Se uso entrambi gli occhi insieme,

penso che la mia vista sia abbastanza
buona da non essere un pericolo.

A un uomo chiesero com’era possibile che
avesse cominciato la carriera da pittore

e poi fosse diventato regista.

Al che lui rispose che era deluso
che i dipinti non avessero colonne sonore.

I dipinti normalmente sono muti.
Ma noi possiamo dare a questa immagine

un suono.

Ho sempre disprezzato
la caratteristica del cinema

di essere una forma di testo illustrato.

Fuoco!

- Tutto è a fuoco.
- Non proprio, no.

Perché mi dici sempre che il fuoco
è molto importante.

Penso che quell’affermazione
vada contestualizzata.

Penso che sia legata al rapporto
tra la pittura e il cinema.

Se penso a “Il cuoco, il ladro, sua moglie
e l’amante”, tutto ha lo stesso fuoco.

- Perché?
- La risposta è semplice.

I dipinti non sono mai fuori fuoco.

E io voglio che il mio cinema sia il
riflesso di 8000 anni di arte occidentale.

IL CUOCO, IL LADRO, SUA MOGLIE
E L’AMANTE (1989)

Quindi non mi piace il cliché
di mettere del materiale fuori fuoco.

Perché non è il modo
in cui vediamo il mondo.

E io sono molto favorevole
alla cosiddetta profondità di campo.

Non pensi che una foto con un elemento a fuoco
e il resto fuori fuoco sia più interessante?

Potrebbe, ma è una questione soggettiva.
E io non sono interessato a quell’aspetto.

- Papà?
- La linea di sopra è H, N...

O, K, S.
La seconda linea C...

Perché filmi sempre tutto piatto?
Perché non riprendi da un’angolatura?

Non è vero. Spesso faccio riprese
su linee orizzontali.

Ma voglio che le immagini siano
parallele al soggetto dell’immagine.

E anche questo è legato al fatto che
il mio interesse principale è la pittura.

I quadri sono spesso fatti di 4 rettangoli.
E io voglio che il mio pubblico

comprenda quel fenomeno.
L’inquadratura per me è molto importante.

Passo molto tempo con il cameraman
a guardare dentro l’obiettivo.

La maggior parte del tempo
lo passiamo a guardare nell’obiettivo...

ed assicurarci che l’inquadratura
sia perfetta come la voglio io.

I RACCONTI DEL CUSCINO (1996)

Il cinema è un mezzo troppo sofisticato
per essere lasciato ai narratori.

Disprezzo intensamente
il ruolo del drammaturgo.

Che passa il tempo a dirti cosa hai
sbagliato. Come potresti fare meglio.

Ciò è infedele alla vita.
Non succede veramente così.

Come fanno, c’erano loro
ai piedi della croce?

Quando hanno fatto entrare il cavallo
di Troia? Quando Eva mangiò la mela?

Quando Lot si scopò sua figlia?

Quando Davide vide Betsabea
fare il bagno?

O quando la moglie di Putifarre
scopò o meno Giuseppe?

- Non è successo.
- Quando Sansone si tagliò i capelli?

L’eccitazione del dipingere supera
quella del fare film, per me.

Vorrei poter fare entrambe le cose
insieme simultaneamente.

Modigliani, Picasso.
Piet Mondrian, Gauguin.

Fontana, Botero, Piet Mondrian.
Andy Warhol, Dalí...

G sta per Greenaway
e il Greenaway.

Escher, Holbein, Hiëronymus Bosch,
Botero...

- Hai sbagliato cinque volte.
- Ho sbagliato cinque volte?

Cinque volte? No.

Caravaggio non era Caravaggio,
ma Artemisia Gentileschi.

Quale?

Grazie per i cinque errori.
Quale?

Continua. E poi hai detto che c’era
Turner, ma non era Turner.

È Caspar David Friedrich, scusa.

- Non è Caravaggio?
- No.

- Sì, è Caravaggio.
- Gentileschi.

- Tu sbagli, Peter, è Caravaggio.
- Era un altro, prima.

- Quale, Peter?
- Non mi ricordo.

Idiota.

Zitta!

LE VALIGIE DI TULSE LUPER
EPISODIO 1 (2003)

Sono nato a casa
nella primavera del 1942,

con scarse speranze di sopravvivere.

Pronti, partenza...
Oltre la barriera!

Se si vuol leggere la storia di Tulse Luper
come finzione...

si potrebbe considerarla un episodio
che narra di un uomo e delle sue prigioni.

Ci siamo quasi, Eindhoven!

Eindhoven!
Potsdam!

E la porta di Brandeburgo!
E la torta di Battenberg!

- È questa?
- È questa. Numero 38.

All’inizio aveva i mattoni rossi,
come la casa a fianco.

Ma è stata coperta con del rinzaffo.

- È sempre stata così malmessa?
- No, mia nonna si curava molto

della casa, quindi aveva un aspetto
più prosperoso rispetto a ora.

Tenevamo aperta quella finestra.
Mia nonna aveva un grammofono...

che suonava costantemente due dischi.
"In the valley of the Moon"

ed Eartha Kitt che cantava
"Under the bridges of Paris with you".

- Sono Paul Whiteman e Jack Hilton?
- Non me lo ricordo.

Cantala un’altra volta.

Ci baciammo e dicemmo addio...

ci baciammo e dicemmo addio
lei pianse e così feci anch’io

ora cara, ti chiedi perché son solo
ma c’incontreremo ancor tra le rose

nella valle della luna.
- Hai trovato il testo.

La signora Millington viveva a fianco.
Aveva molti gatti.

Nel film “Giochi nell’acqua”
c’è un personaggio chiamato Smut.

Che è un finto autoritratto.

Gioca con i fuochi d’artificio.

Colleziona insetti.
È affascinato dalla morte.

Colleziona cadaveri. È affascinato
dagli uccelli e dall’ornitologia.

Guarda nel binocolo.

Questo è il muro di mattoni
alla fine del vialetto.

D’estate qui giocavo a cricket.

C’erano i tronchetti qui sul muro.
E lanciavamo verso di là.

La palla finiva inevitabilmente
nei giardini, c’era un gran chiasso.

E le casalinghe strillavano lamentandosi
dei bambini che facevano troppo rumore.

Ma è cambiato tutto.

Qui si potevano raccogliere le more.

Mio padre non tornò dalla guerra
fino all’autunno del 1945

quando avevo quasi 4 anni.

Ci fu un’interruzione nel rapporto
tra mia madre e mio padre.

Non ho mai sviluppato
un buon rapporto con mio padre.

Dimenticati la maledetta guerra,
figliolo. È finita.

Io voglio dimenticarmela,
tutti vogliono dimenticarsela.

Miseria. Mancanza. Sacrificio.

Non c’erano mai dimostrazioni
fisiche di affetto.

Né dimostrazioni verbali d’affetto.

Non ci si toccava,
né si parlava d’affetto.

Non ci si toccava,
né si parlava d’affetto.

- Non ci si toccava...
- Il tocco è amore.

Il tocco è amore.
Ora chiudi gli occhi.

Chiudi gli occhi.

Chiudi gli occhi.

Chiudi gli occhi.

Mi fa paura.

Siamo a metà dell’alfabeto
ed L sta per “love”, amore.

Pensi che a 16 anni tu sia
troppo giovane per provare amore?

Il tocco è odio.

No.

Tradizionalmente,
l’amore appare sempre

nelle nostre vite, nella letteratura,
in TV, al cinema e nei libri.

E ci sono tutti questi segni. Da Romeo
e Giulietta fino a “Sex and the City”.

E dato che hai appena rotto
col tuo ragazzo...

è piuttosto ovvio a tutti.
Che sei molto dispiaciuta.

Si dice che ci si innamora
in media 2 volte e mezza in una vita.

È un po’ difficile innamorarsi
mezza volta, ma è una media.

Lo capisco, e da grande sostenitore
della teoria evolutiva Darwiniana...

- Ma tu hai 16 anni, ed è piuttosto insolito...
- Papà, puoi smettere di parlare?

Come se fossi un commentatore.

Lo mettiamo proprio in mezzo
al telo bianco.

Mettiamo le scatole delle uova qui.

Prova lungo quel bordo.

Mettiamo qualcosa contro le falene...

Lasciamolo per dodici ore al buio,
e vediamo che succede...

domani mattina.

"A un anno, avevo appena iniziato.
A due anni, ero quasi nuova."

TRATTAMI COME LA PAGINA DI UN LIBRO

"A tre anni, ero a malapena me.
A quattro anni, non ero molto altro.

A cinque anni, ero viva appena.
Ora ho sei anni...

e penso che avrò sei anni per sempre."

- Penso che sia finita.
- Non è finita.

"Ora ne ho sei,
sono più sveglia che mai

e penso che avrò sei anni
per sempre."

Un’altra volta. Pronti, partenza, via...

"A un anno, avevo appena iniziato.
A due anni, ero quasi nuova.

A tre anni, ero a malapena me.
A quattro anni, non ero molto altro.

A cinque anni, ero viva appena.

Ora ne ho sei, sono più sveglia che mai,
e avrò sei anni per sempre."

Bene, brava.

P sta per poesia.
Quindi...

"Tutto il dì la battaglia rullava
tra le montagne sul mare del nord,

finché al tavolo di Re Artù,
gli uni dopo gli altri

caddero a Lione
intorno al signore Re Artù."

"Poiché la sua ferita era profonda
l’audace signor Belvedere lo sollevò

e lo trascinò fino a una cappella
vicina al campo.

Un presbiterio malmesso
per una croce malmessa,

quello se ne stava
su un promontorio scuro di terra arida.

Da un lato giaceva l’oceano,

e dall’altro una grande acqua,
e la luna era piena."

"Un uomo lesse a fondo nella notte.
Dovevano dissotterrarlo.

Ma non fecero in tempo.

Era morto, soffocato dalle parole.

Per niente affatto
un brutto modo di morire."

Papà, perché erano tutti nudi?

Non solo il corpo umano
è assolutamente universale...

e sette miliardi di persone
condividono le stesse caratteristiche.

Sono affascinato dal corpo umano.
È fragile, molto vulnerabile.

Ovviamente rappresenta
ogni aspetto della vita.

È bello da contemplare
e certamente piacevole da percepire.

E sebbene io non sia particolarmente
interessato al realismo...

devo trovare una forma da dare
così da poter usarne la totalità.

Cosa ti ha detto?

La Rivoluzione Francese fu più facile
da digerire di Napoleone.

- Perché ti piace guardare in macchina?
- È un confronto diretto col tuo pubblico.

- Di K ne avevamo parlato. “Kingdom”, regno.
- No, sto parlando di...

..."volgorde"...

- L'ordine.
- L'ordine.

- Esatto.
- Quindi: A, B, C, D, E, F, G...

Mio padre era molto interessato
agli uccelli.

E se a lui interessavano gli uccelli
a me interessava ciò che mangiavano.

Moltissimi uccelli mangiano gli insetti.

Abbiamo perso la falena più grande.

- Quella è considerata la più grande?
- Sì, abbastanza.

Sì, cerca quelle.
La sfinge della vite.

Non sapevo scrivere Galles.

Ho scritto "Gellas".

Quando avevo 10 anni.
È tanto tempo fa.

Non è passato tanto tempo,
ora hai 16 anni.

Ero una bambina.

- Me ne andavo in giro con la reticella.
- Sparivi correndo nell’erba alta.

Ti emozionava inseguirle.

- Hai fatto una scoreggia.
- Non sono stato io.

- Non lo rovinare.
- Forse è uno di quegli scarafaggi

che non vogliono farsi catturare.
- E quelli puzzano?

Posso sollevarla?
Ho paura che torni in vita.

Mi pare improbabile.
È stata sei anni in quella scatola.

- Fare collezioni è come un’arte.
- È bellissima.

- È pelosa, vedi.
- È bellissima. E ancora molto lucida.

Ti piaceva inserire l’ago nel punto giusto

in modo da non rovinare l’insetto.

Guarda, hanno appuntato tutti
i coleotteri non nel mezzo...

ma ai lati. Il cuore è lì?
Perché lo fanno?

Con un coleottero bisogna sempre
metterli nel lato destro del cuore.

Davvero? Dove si trova
il cuore del coleottero?

L’uomo del negozio ce l’ha detto.

Le farfalle sanguinano?

Non lo chiamerei sangue,
ma è una sostanza con la stessa funzione.

Non c’è mai sangue sulle mie mani.

Tanto tempo fa feci una mostra.

Uno degli oggetti era un coltello.

Le vittime di questi incubi terrificanti,
sepolte prematuramente,

chiesero al dottore di essere accoltellate
al cuore, per assicurarsi che fossero morti.

Un panico terrificante.
- Hai sempre fatto questi incubi?

Hai paura che succeda quando muori?

C’è sempre stata una curiosità...

Ma da sveglio non penso davvero
che succederà.

Vuoi assicurarti che ti pugnali
al cuore prima che tu muoia?

Suona molto 19esimo secolo,
vittoriano e melodrammatico.

Posso farlo per te.

No, mi devi scuotere molte volte
e assicurarti che me ne sia andato davvero.

Penso che abbiamo finito tutto ora.

Mi piace la procedura.
Prima vai a cercarle all’aperto.

È come una caccia
o una caccia al tesoro.

E quel momento di meraviglia
in cui trovi la farfalla e la appunti.

- Allora. Qual è il piano?
- Prendi un flacone di veleno.

- Pronta?
- Mi servono pezzi di carta più grandi.

No, non più veleno.

Darwin da giovane
collezionava insetti.

Ho sempre pensato che se Darwin
poteva farlo, allora potevo farlo anch’io.

È un ottimo paragone.

Mi piace molto il processo.
È molto delicato e preciso.

Vuoi ucciderne altri?

Non ne vuoi uccidere più?
- Prima appunto questo scarafaggio.

T sta per tempo.

T di tempo. Forse di questo
dovremmo parlare.

Sai dirmi cos’è il tempo?
- È molto difficile da spiegare.

Lo puoi misurare,
ma è molto difficile da definire.

Il tempo è...
Cos’è il tempo?

Tu hai 73 anni. Non pensi
che il tempo vada troppo veloce?

Lo penso persino io.
- E tu hai solo 14 anni.

15. Ho 15 anni.
È tanto.

Il sole splende sul tuo viso
e il sole crea il tempo sulla terra.

Giorni, ore, minuti, secondi.

Devo fare di più col mio tempo.

Se morissi ora, saresti soddisfatto di te?
- No, rifarei tutta la vita.

P sta per Peter, per pittura.
P sta per passato.

P, Q. Q sta per “questions”, domande.
È molto importante fare domande.

Le domande sono più importanti delle risposte.
Suona come una contraddizione. O, P, Q, R.

Cammino verso Parigi.

- Parigi? È lontana.
- Sì.

Parigi? È quasi in America.
L’America è da quella parte.

La vita è meravigliosa.

Ma da esseri umani
ci poniamo sempre domande.

Perché siamo qui? Cosa facciamo qui?

Un uomo non smette mai
di fare domande.

E raramente aspetta le risposte.

Tu non aspetti la risposta,
cominci a fare un’altra domanda.

Sì, perché mi annoia
la lentezza della gente.

Papà...

- Ma sono anche molto impaziente.
- Ma è maleducazione.

Certo, ma è anche una provocazione,
la maggior parte della gente è pigra.

Non vuole parlare
di domande esistenziali.

- Tu provochi.
- Sì, voglio stimolare la gente a pensare.

- Domande.
- Io affogo nelle tue parole.

Cerco di avere una risposta alle mie
domande, e non la ottengo mai.

Non ottieni mai una vera risposta.

Sei come un pesce che scivola via.

- Fai una domanda e subito dopo un’altra.
- A volte... non è completamente vero.

Chi è quest’uomo
scivoloso come un pesce?

Se una persona è preparata a rispondere,
allora si ha una conversazione.

Devono avere esattamente
il tuo stesso ritmo.

- Stai al passo, stai al passo.
- Non dai modo di rispondere...

- Tu rispondi velocemente.
- È per colpa tua.

Vedi quanto sono stato importante
per la tua educazione?

- Posso iniziare?
- Papà, ricordati...

Stai parlando con me. Non è una lezione.
Parli con me.

Tu mi fai domande difficili
e io ti do risposte forti.

- Versane un po’. Qui c’è dell’acqua.
- Non cambi colore?

- Dacci un “azione”.
- Azione!

C’è un modo di dire che fa...

Non lasciare che la verità
ostacoli una buona storia.

- Lui preferirebbe una buona storia...
- Con questo vuoi dire

che la maggior parte delle tue storie
non si basano sulla verità?

Quali storie si basano sulla verità?

Mi interessa la storia.

Sono un gran lettore di storia.

E non solo perché ci dovrebbe raccontare
del nostro passato. E dico "dovrebbe",

perché molti storici sono dei bugiardi.

Non esiste la storia. La maggior parte
degli storici sono dei bugiardi.

Descrivono solo quello
che vogliono descrivere.

- Ma lo fanno secondo la loro prospettiva.
- Già, ma questo lo rende molto soggettivo.

Non esiste qualcosa come la storia.
Ci sono solo gli storici.

La maggior parte degli storici
sono bugiardi.

Non esiste la cosiddetta storia.

- Esistono solo gli storici.
- Quella frase l’ho già ripresa 10 volte.

Ora te la dico di nuovo,
perché voglio parlare usando metafore.

Ripeto: La maggior parte degli storici sono
dei bugiardi. È una branca della letteratura.

- E allora perché leggi tanto?
- È molto divertente.

Non c’è niente di più divertente
del leggere di storia. Ce n’è così tanta.

Non ti serve un assistente per dipingere,
come Rembrandt e Vermeer?

Ne avevano centinaia.
Non mi sporcare di vernice!

Non sai ancora usare il tuo telefono.

Risucchio continuamente tutte
le informazioni che riesco a trovare.

Le riciclo e le uso
per produrre un’opera d’arte.

È come se la vita materiale
non si collegasse a te.

Come se vivessi
in uno spazio a parte.

Mi riconosci in questa descrizione?

Dai, Peter.
Sai di cosa parlo.

Vieni a vedere questi quadri.

Sono quadri di matrimoni.

Guarda il volto di questa donna.
È timida, gentile e anche molto felice.

Ma anche piuttosto sexy.
È vestita al meglio.

Quelle gorgiere separavano la testa pulita
dal corpo sporco. Almeno, se eri calvinista.

Ha utilizzato un pittore speciale
di paesaggi per dipingere questo.

Che è forse una citazione di un pittore
fiammingo che conosci sicuramente

Peter Paul Rubens.
È una copia di un quadro di Rubens.

Se andiamo di qua... Questo quadro blu
è di Johannes Vermeer.

Dipingeva molto lentamente.
Questo lo avrà fatto in sei mesi.

La luce può cambiare molto velocemente,
l’ha dipinto sicuramente d’estate.

Dipingeva probabilmente solo
tre ore al giorno.

V sta per vittoria.
W sta per “wind”, vento.

E “water”, acqua.

W, X. X è sempre difficile.

X sta per “excitement”, agitazione.
E per “exit”, l’uscita.

Se muori, e devo mettere in ordine
tutto questo, sarà un gran lavoro.

- Non ti devi affrettare.
- Ti dispiace se butto qualcosa?

Sta a te, io non sarò qui
per criticarti.

- Hai dei preferiti che vuoi che tenga?
- Sì, per quanto riguarda i dipinti...

Ci sono circa 40 quadri
di cui sono molto fiero.

Sono lì?

No. La maggior parte
ora è in mostra in Spagna.

Guarda lì, oltre la finestra,
è come se ci fosse un Mondrian.

Tutto è parallelo al piano,
ed è governato dalla cornice.

Non so se Mondrian l’abbia mai visto,
ma so che ne era consapevole.

Se vieni di qua, c’è la ragione per cui
mi sono interessato ai paesaggi.

Come va con il quadro?

È quasi finito.

- Sei soddisfatto?
- Sì.

Allora posso andare.

- Saskia...
- Voglio essere sepolta sul lato ovest.

Geertje deve vestirmi di lana.
Fa freddo in quella chiesa.

Ogni anno, il 9 marzo,

il sole attraversa la
finestra più lontana...

Il sole attraversa la
finestra più lontana...

E tocca la sua tomba.

Saskia?

Questo disegno
dice che respiri ancora.

Questo disegno dirà per sempre
che tu stai dormendo.

Ricordo che hai detto
che ti ucciderai quando avrai 80 anni.

X sta per "exit", uscita.

Ora hai 75 anni.

Quindi tra 5 anni ti farai fare
un’iniezione e ti starà bene così?

Ecco a te, nonno, prendi un pezzo
di torta, ed ecco l’ago.

- E ti sta bene?
- Suona scioccante, come un film.

Non scordarti che sono un regista.

Sei troppo egoista. Vuoi bere vino,
mangiare, dipingere e andare a vedere Roma.

In certi momenti dell’anno,
questa chiesa era allagata.

- Non ti ammazzerai quando avrai 80 anni.
- E si dice che Saskia giaccia nell’acqua.

- Mio grosso e isterico amico.
- Mi chiami grosso?

Il cerchio si chiude.

"A un anno, avevo appena iniziato.

A due anni, ero quasi nuova.

A tre, ero a malapena me.

A quattro anni, non ero molto altro.

A cinque anni, ero viva appena.

Ora ho sei anni, sono più sveglia che mai

e avrò sei anni per sempre."

E quando Peter compirà 80 anni,
io mi assicurerò

che lui rimanga nei paraggi
per sempre.