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UNA SERIE ORIGINALE NETFLIX

Quindi, hai visto come
seguire il manuale del tiranno

possa farti emergere dall'oscurità

e assumere il controllo della nazione.

Libero di non crederci,
ma salire al potere era la parte facile.

Dal primo giorno
sarai circondato da nemici e rivali

che vorranno annientare il tuo regime
in modo rapido e violento.

Una lezione che un celeberrimo leader
imparò a proprie spese.

GIULIO CESARE
DITTATORE DI ROMA

Ucciso da ex alleati meno di due anni
dopo essersi proclamato dittatore a vita.

Troppo antico per te?

E Laurent Kabila del Congo?

Assassinato da uno
dei suoi bambini soldato

uscito dal seminato.

E Samuel Doe della Liberia.

Catturato, torturato e assassinato
da un signore della guerra rivale.

Ma tu puoi evitare il loro destino

usando il manuale
per mettere i rivali al loro posto.

E nessuno l'ha fatto meglio
del Macellaio di Baghdad.

Saddam Hussein.

Ha governato l'Iraq per 24 anni

senza mai dimenticare il mantra

che vale per tutti i tiranni.

"Uccidere o essere uccisi."

ANNIENTA GLI AVVERSARI

Prenderò la pistola
e combatterò fino alla fine.

Saddam era un violento.

Il suo modo di restare al potere
era assicurarsi

che chiunque sospettasse anche vagamente

essere un avversario, sarebbe morto.

Ma prima di scoprire come il manuale

abbia aiutato Saddam
a essere un passo avanti ai nemici,

ecco qualche di curiosità
su come sia arrivato in cima.

PRIMO.
IL GIOVANE SADDAM ERA UN BULLO

Fin da piccolo,
Saddam Hussein credeva nel potere.

Da ragazzo, Saddam girava con una spranga

che usava per minacce e intimidazioni.

Ma anche per torturare piccoli animali.

SECONDO.
A 20 ANNI SI ISCRISSE AL PARTITO BA'TH

E DIVENNE ATTIVISTA

Saddam partecipò

al tentato omicidio nel 1959

del leader iracheno Abd al-Karim Qasim.

E questo gli conferì

un distintivo d'onore nel partito Ba'th.

TERZO. NEL 1968,
SADDAM PARTECIPÒ AL COLPO DI STATO

CHE PORTÒ I BA'THISTI AL POTERE

Dopo il colpo di stato, un suo cugino,

Ahmed Hassan al-Bakr diventò presidente

e Saddam fu nominato vicepresidente.

Ma Saddam era destinato a cose più grandi.

Saddam fu vicepresidente per dieci anni,

ma nel frattempo stringeva alleanze

e creava amicizie all'interno del governo.

Un giorno Saddam andò

da Ahmed Hassan al-Bakr e gli disse:

"Stai invecchiando.
Ho saputo che hai dei problemi di salute.

È ora di andare in pensione".

In altre parole…

"Scegli se essere giustiziato

o passare pacificamente il testimone."

Il giorno dopo, Ahmed Hassan al-Bakr
andò in TV e disse: "Mi ritiro".

16 LUGLIO 1979
SADDAM DIVENTA PRESIDENTE

Ora che sapete come sia salito al potere
parliamo di come ci sia rimasto.

A partire dal primo importante periodo
del regime di un tiranno,

quando mostri davvero cosa significa
avere un nuovo sceriffo in città.

TATTICA:
STABILISCI IL PREDOMINIO

Le dittature hanno determinati ritmi.

Alla conquista del potere
segue un periodo di instabilità.

Per restare al potere,
devi essere sempre vigile.

Devi assicurarti che chiunque

sia un potenziale avversario,
venga tenuto a bada

e rimesso al suo posto.

E tra essi ci saranno
anche i tuoi alleati più stretti

con le loro ambizioni pericolose.

Anche un minimo sgarbo,

se non viene gestito,

potrebbe suggerire ai rivali:
"Quest'uomo è vulnerabile".

Questi cosiddetti amici
non aspettano altro che farti fuori.

Quindi non permetterglielo.

Come hanno fatto loro.

Ogni singolo generale
della Lunga Marcia di Mao

morì

nel giro di poco.

Quasi tutti coloro che avevano combattuto
la rivoluzione cubana

per conto di Fidel Castro

morirono nel giro di due anni.

E i primi compagni di Stalin in URSS?

Tutti morti…

QUESTO È LENIN
MORTO NEL 1924

…nel giro di poco.

Ma Saddam ci vide lungo

con una mossa sorprendente per l'epoca.

22 LUGLIO 1979
SESTO GIORNO DI SADDAM AL POTERE

Uno suo amico gli disse

che la gente non era contenta di come
avesse ottenuto il potere da al-Bakr.

Così, Saddam chiese a tutti i membri

del partito ba'thista
di partecipare al Congresso.

Si presentò col suo celebre sigaro

e disse: "Ci sono persone in questa stanza

che si oppongono alla mia leadership".

I complottisti hanno tanti sogni.

Così un uomo di nome Mashadi,

membro anziano del partito Ba'th
e molto apprezzato,

recitò un discorso preparato.

Mashadi confessò

di aver tramato un colpo di stato

contro i leader iracheni,
incluso Saddam Hussein.

Ma in realtà era tutto preparato.

Sappiamo che Mashadi era stato torturato.

Saddam aveva portato la moglie e le figlie
di Mashadi in prigione

e lo aveva messo a scelta.

Stare lì e guardare le guardie

che gli violentavano moglie e figlie

per poi ucciderle,

oppure confessare.

Mashadi scelse la seconda.

Uno a uno, Mashadi lesse a voce alta

tutti i funzionari ba'thisti
che, secondo lui,

erano complici del complotto.

Dopodiché un agente di polizia
in borghese,

della sicurezza,
arrivava e portava via questa persona.

Alcuni lo pregavano: "Per favore, no".

Fu un curioso spettacolo di finta lealtà…

Lunga vita al partito!
Lunga vita a Saddam Hussein!

…ma anche paura.

A molti uomini
si leggeva la paura negli occhi.

perché il loro nome
poteva essere fatto in qualsiasi momento.

Una volta fuori, i membri del partito
scoprirono il loro destino.

Più di 20 vennero condannati a morte.

Gli altri vennero imprigionati.

Si sentirono fortunati,

se non fosse che poi furono costretti
a giustiziare i compagni.

Sadico colpo di scena?

Forse sì.

Ma spazzò via ogni dubbio

su cosa Saddam fosse disposto a fare
per tutelare la propria autorità.

E in caso non fosse chiaro a tutti…

Il video di quel congresso
fu inviato ovunque,

incluse le ambasciate irachene.

Il messaggio era: "Guardate cosa succede

a chi tradisce il regime e il suo leader.

È così che si finisce".

Quale modo migliore per iniziare un'era?

Ora che i rivali sanno di cosa sei capace,
basta che alzino la posta.

E come farai a restare in vantaggio?

TATTICA:
SII ONNIPRESENTE

Per sopravvivere da tiranno,

devi avere occhi, orecchie e muscoli
su cui contare…

dappertutto.

L'unico modo che ha un dittatore
di tenere a bada

le minacce al potere

in modo efficiente, è agire nell'ombra.

Per questo, dietro a ogni dittatore

c'è un'efficiente e feroce
polizia segreta.

Durante il Grande Terrore
di fine anni '30,

la polizia segreta di Iusif Stalin,
la NKVD,

contribuì ad arresto e uccisione

di quasi un milione
di cosiddetti nemici del popolo,

accusati di opporsi
a Stalin e al suo regime.

In Uganda, a garantire fedeltà ad Amin
c'era lo State Research Bureau

composto da membri della sua tribù,

ma anche da criminali locali
e mercenari dall'estero.

I poliziotti del dittatore haitiano
"Papa Doc" Duvalier

erano soprannominati
"Tonton Macoute" o "Uomo Nero",

un personaggio leggendario

che rapisce e mangia
bambini indisciplinati.

L'idea di una polizia segreta in Iraq
si ebbe nel 1964 con il Jihaz Haneen,

un apparato di sicurezza
che Saddam contribuì a fondare.

Una volta presidente,

Saddam creò un'unità segreta speciale
della polizia segreta

composta interamente
da membri della tribù e della famiglia

con legami di sangue o che avevano
giurato fedeltà a Saddam Hussein.

In Iraq, negli anni '70,

tutti conoscevano queste persone.

Avevano tutti le stesse auto,

si vestivano tutti uguali,
e avevano perfino gli stessi baffi.

BAFFI

INTENDO QUESTI

Segreta per modo di dire.

Per quanto si possa dare potere
alla polizia segreta

serve altro per mostrare ai nemici
che non hanno scampo.

Una fidata rete di informatori.

Nell'Iraq di Saddam, c'erano spie ovunque.

Tutti spiavano tutti.

I ba'thisti ti spiavano in ogni momento.

Nella mia famiglia, i miei parlavano
solo in mezzo al giardino,

con la radio a tutto volume in lontananza,

e sussurrandosi nelle orecchie.

Così si parlavano negli anni '80.

Quando il manuale dice "Sii onnipresente"

non intende solo
all'interno dei tuoi confini.

Se i dissidenti scappavano
in altre parti del mondo,

Saddam non esitava a dimostrare

che li avrebbe raggiunti, ovunque fossero.

Il che ci porta all'ex Primo Ministro
iracheno Abd ar-Razzaq al-Naif.

Al-Naif era un politico progressista,

eterna nemesi di Saddam.

Ma con Saddam e i ba'thisti al potere,

al-Naif e famiglia
furono costretti a fuggire.

Si trasferì in Gran Bretagna
e iniziò a parlare,

criticando pubblicamente il governo.

Per nulla divertito,
Saddam iniziò a studiare un modo

per mettere a tacere
il suo peggior critico.

E una coppia di assassini
della porta accanto

fece visita ad al-Naif.

A essere colpita fu la moglie di al-Naif.

Che comunque la scampò
e i killer furono arrestati.

Così Saddam inviò agenti d'élite

della sua polizia segreta a Londra,

a istruire i propri informatori

di non perdere mai di vista al-Naif,

in attesa dell'opportunità di colpire.

Questa volta non sbagliarono.

L'omicidio era un messaggio agghiacciante
ai critici di Saddam.

Ovunque fuggiate, Saddam vi troverà.

Omicidio e caos sono un'ottima strategia.

Ma Saddam non ha governato
solo con la paura. Non farlo neanche tu.

La prossima tattica

ti insegnerà a sfruttare
un altro punto debole del nemico.

L'avidità.

TATTICA:
COMPRA LA FEDELTÀ

Chiunque dica che l'affetto non si compra,
forse non si è impegnato abbastanza.

Garantire la fedeltà
di una cerchia ristretta è facile.

Devono ottenere di più dal leader

di quanto credano
di poter ottenere da chiunque altro.

Il modo più efficiente
per restare al potere

è quello di ricattare la coalizione,

con tangenti e opportunità.

Suona costoso.

E i soldi da dove arrivano?

Gran parte di questi regimi sono
sofisticate operazioni di cleptocrazia.

Cos'è esattamente la cleptocrazia?

Non parlo del ragazzino a scuola
beccato a rubare dal vinaio.

La cleptocrazia comporta il furto
di risorse da tutta la nazione.

Primo: nazionalizza le risorse naturali.

Petrolio, oro, gas naturale.

Se è prezioso,
deve essere controllato dallo Stato,

vale a dire, tu.

Secondo: metti i tuoi al comando.

Non si gioca
senza prima aver pagato l'arbitro.

Non iniziare a depredare il paese
senza sincerarti

che chi decide sia in squadra con te.

Terzo: controlla il commercio.

Fissa prezzi artificialmente alti,
trattieni le merci per creare domanda,

imponi tasse esorbitanti.

E ti troverai coperto di soldi.

Con questa tecnica, Saddam Hussein,
figlio di un pastore nullatenente,

ha portato il suo patrimonio netto
a due miliardi di dollari.

Mica male.

Ma per quanto sia allettante
tenerti tutto per te,

il tiranno furbo
sa che è importante condividere.

Saddam depredò lo stato
delle intere risorse petrolifere

usando i proventi non solo per arricchirsi

ma anche come forma di mecenatismo.

Comprò la fedeltà
di altri alti funzionari del partito.

Tutta questa generosità costa,

ma ignorare questa tattica è un rischio.

Alcuni tiranni scoprono di aver sprecato
tanto di quel denaro pubblico

e del denaro dei cittadini
che non ne rimane abbastanza

per occuparsi della cerchia,
e così fanno una brutta fine.

Se sei furbo,

aggiungi anche un extra
da condividere col popolo.

Una cosa che si sa che Saddam facesse

era andare a bussare
nelle case degli iracheni.

La prima cosa che faceva
era aprire il frigo.

Aveva questa immagine di sé

come l'uomo che avrebbe
dato da mangiare agli iracheni.

Quando vedeva un frigo vuoto

si accertava che queste persone
ricevessero regali su regali.

Era questo il suo fascino,
che però era misto alla paura.

L'obiettivo finale era che la gente comune
dicesse: "È tutto perfetto.

Il dittatore è un brav'uomo.

Fa le cose giuste,
le politiche sono giuste. Mi piace".

A chi non piace piacere?
Ma non ti ammorbidire.

Ora che la tua cerchia
ha assaggiato il potere

ne vorrà sempre di più.

È ora di imparare qualcos'altro,

e far presente che sei tu il capo,
non loro.

TATTICA:
PLAGIA LE MENTI

I dittatori più famosi

praticano umiliazioni rituali
su chiunque li circondi,

inclusi gli stretti collaboratori.

E lo fanno da subito,
per far capire le regole del gioco.

Sarai con me se ti lascio andare?

Certo, Dick.

Sono dalla tua parte.
Lasciami e farò qualsiasi cosa dici.

E perché queste situazioni
sono così importanti nel manuale?

Perché sono narcisisti patologici.

I tiranni sono uomini molto insicuri.

Rispondono a qualsiasi critica
con un attacco.

Nessuno deve pensare
di saper fare qualcosa meglio di loro.

Le idee fanno male ai dittatori.

Mantenere i rivali spaventati e confusi
è molto meglio.

Saddam raccontò agli amici
come avesse ucciso

uno dei suoi migliori amici,
che era ministro.

Sua moglie andò da Saddam e gli disse:
"Liberalo". E lui: "Domani sarà a casa".

Il giorno dopo…

Saddam mandò il corpo tagliato a pezzi

in una bara a sua moglie.

Storie come questa
erano una forma di controllo.

Non importava se fossero vere o no.

Il punto era dimostrare
che poteva farle queste cose.

Il potenziale c'era.

Ti racconto una storia.

Un giorno, ai primi anni '80,
Saddam ordinò ad alcuni ministri

di presentarsi per un viaggio
con destinazione sconosciuta.

Salirono su un autobus
coi finestrini oscurati

che non fece che girare a vuoto
per le strade di Baghdad.

Arrivarono in un palazzo
lontano dalla città.

Lì venne ordinato loro di mettere
gli effetti personali in buste col nome.

Li fecero lavare col disinfettante,

e aspettare in silenzio per ore.

Un attimo. Per farti capire questa cosa

devi sapere cosa stesse succedendo.

GUERRA IRAN - IRAQ

Nel 1979, sotto l'Ayatollah Khomeini
in Iran ci fu la Rivoluzione islamica

alla quale Saddam guardava
con somma preoccupazione.

C'era un nuovo regime iraniano

che incitava alla ribellione
e al rovesciamento di Saddam.

E aveva le risorse perché ciò avvenisse.

Saddam decise
di attaccare preventivamente l'Iran.

Lui credeva davvero
che sarebbe stata una guerra lampo

e che il regime
sarebbe crollato in un mese.

La guerra di Saddam contro l'Iran

non è durata solo tre giorni,
ma dieci lunghi mesi.

C'era un gran mormorio tra i ministri.

"Siamo in un vicolo cieco.

Quando finirà?"

Prima che agli alleati
venissero strane idee

Saddam decise di fargli capire
come funzionavano le cose.

Torniamo al palazzo
dove i ministri di Saddam

aspettavano da ore in terrore silenzioso.

Finalmente, ecco che arrivò Saddam.

Per 30 minuti farneticò.

Conoscendo la brutalità del loro capo,
gli uomini si prepararono al peggio.

Ma invece,
Saddam offrì loro una cena luculliana,

gli dette mille dollari ciascuno

e li fece riportare a casa.

Il messaggio era chiaro:

"La prossima volta
non sarete così fortunati."

Era il suo modo di instillare la paura
e proiettare potere e autorità.

Era una forma
di manipolazione psicologica.

Quello che faceva
era mantenere viva la paura.

E lo faceva intenzionalmente.

In tempi difficili,
a volte ti resta solo la paura.

La guerra tra Iran e Iraq durò otto anni.

Perse molti soldati.

Khomeini diventò molto più popolare
e più forte in tutto il mondo.

Che frustrazione.

Quando i tuoi sventurati piani
portano al disastro nazionale,

il tuo dominio rischia minacce
ancora più gravi.

Alcune arrivano
da dove meno te lo aspetti.

È ora di mostrare fino a dove
sei disposto ad arrivare per il potere.

TATTICA:
TUTTI SONO SACRIFICABILI

Sopravvivere da tiranno
significa prendere decisioni difficili.

E non puoi permetterti sentimentalismi,

neanche col sangue di mezzo.

Saddam aveva una tolleranza zero

nei confronti di ribellioni o tradimenti

dai suoi stessi parenti.

Non avrebbe esitato
ad arrestarli, imprigionarli

giustiziarli, torturarli, qualsiasi cosa.

È troppo chiedere alla tua famiglia
di restare al tuo fianco?

Ovviamente no.

Dopo la sconfitta contro la coalizione
nella prima Guerra del Golfo

doveva riaffermare l'autorità.

Anche se significava
mettersi contro i suoi affetti.

Le due figlie di Saddam erano sposate

con Hussein Kamel,
e il fratello Saddam Kamel.

Erano tutti cugini
di secondo e terzo grado.

Saddam mise il maggiore, Hussein Kamel

a dirigere il programma
delle armi nucleari.

Saddam aveva una specie di cotta per lui.

Pensava: "Questo giovane mi piace

e un giorno potrebbe essere
il mio successore".

Notizia non proprio gradita
dal figlio maggiore di Saddam,

e noto psicopatico, Uday.

Uday era davvero crudele e sadico.

Era geloso di Hussein Kamel.

Hussein Kamel iniziò a rendersi conto

che Uday gli avrebbe
reso la vita sempre più difficile.

E prima o poi lo avrebbe ucciso.

E una notte, avvolti nell'oscurità

i fratelli fuggirono in Giordania
con mogli e figli.

La notizia non fece affatto piacere
a Saddam.

Soprattutto quando scoprì
che Hussein Kamel aveva chiesto asilo

e parlato con la CIA
del programma iracheno di armi chimiche.

Saddam sapeva benissimo come reagire.

Chiamò le sue figlie,

e giurò che avrebbe perdonato i Kamel
se fossero tornati.

Deve essere stato molto convincente
perché rientrarono tutti.

Ma Saddam non li accolse esattamente
a braccia aperte.

Costrinse le figlie
a divorziare dai Kamel.

Pochi giorni dopo, il regime dichiarò
che i fratelli erano rimasti uccisi

in una sparatoria alla tenuta di famiglia.

Qualcuno raccontò una versione diversa.

Saddam mandò uno squadrone della morte
guidato dai suoi figli, Uday e Qusay,

per giustiziare i Kamel.

Cosa vi aspettavate?
Le azioni provocano reazioni.

Quello che seguì fu ancora più drammatico.

Presero i cadaveri

li attaccarono a un'auto,

e partirono trascinando i cadaveri
dei generi di Saddam

per tutta la città.

Il Paese era terrorizzato.

"Questo è quello che posso fare
ai miei generi

se disobbediscono."

Spietato? Certo.

Ma è così che Saddam tenne a bada i rivali

fino al suo ultimo giorno al comando.

Nulla è per sempre.

Ma per sopravvivere così a lungo…

SADDAM HA GOVERNATO PER 24 ANNI

…devi gestire minacce anche peggiori
di nemici insidiosi.

Perché vengono direttamente dal popolo.

Non temere.

Il manuale è pieno di trucchi

per tenere a bada i cittadini inquieti.

Solo che non sono morbidi.

Prossima fermata, Uganda.

Con l'uomo che praticava
l'arte del terrore per restare al potere.

Sei pronto a seguire il suo esempio?

Cosa ne sarà di loro?

Resteranno lì seduti
come se sedessero sul fuoco.

- Che gli farà?
- Lo vedrete.

Sottotitoli: Rachele Agnusdei