All language subtitles for Fear.City.New.York.Vs.The.Mafia.S01E01.1080p.NF.WEB-DL.DDP5.1.Atmos.H.264-NTb_ita

- Pronto?
- Mike?

- C'è quello stronzo?
- Sì.

Fammi parlare con lui.

Sì, Jimmy.

Chuck, ti avverto.

Ehi, Jim.

Devi darmi quei fottuti
duecento dollari entro domani.

Se non mi dai quei fottuti
duecento dollari entro domani,

ti spacco le ossa.
Tutte quante. Lo giuro sui miei figli.

È chiaro?

La gente un tempo
chiamava New York, "fun city".

Ora per i sindacati di polizie e pompieri
New York è "la città della paura".

C'è stata una disputa
e gli hanno sparato in testa.

LA NEW YORK DEGLI ANNI '70.

UNA CITTÀ SENZA LEGGE
AFFLITTA DA DROGHE, VIOLENZA E OMICIDI

Questa è la storia di New York.

Ci sono state molte rapine,

omicidi.

Sette persone sono state uccise,
sgozzate con un coltellaccio.

È una storia
di orribili episodi di violenza.

La criminalità organizzata ha usato
un tunnel metropolitano abbandonato

come tomba per almeno 60 persone.

Ventisette persone sono state uccise.

È una storia
sulla brama di soldi, potere e influenza.

Per i federali gli introiti della mafia
sono tra i 60 e i 100 miliardi all'anno.

CINQUE INTOCCABILI FAMIGLIE MAFIOSE
TENGONO LA CITTÀ IN PUGNO

Novanta-sette-zero-quattro.

New York era in pugno alla mafia.

Ho detto al presidente
e al vicepresidente, al Congresso

cosa sta succedendo qui.

Non mi ascoltano. Questa è una guerra.

Il direttore dell'FBI disse:

"Che cosa vogliamo fare?"

QUESTA È LA STORIA DEGLI UOMINI
E LE DONNE CHE TENTARONO L'IMPOSSIBILE

PER SCONFIGGERE LA MAFIA

Questa sarebbe stata la più grande
indagine sulla criminalità organizzata.

Avremmo intercettato la mafia.

- C'è Jimmy?
- Se n'è andato cinque minuti fa.

Li avremmo sentiti confessare su nastro.

Stammi a sentire.

Ti taglio la testa, cazzo.

UNA DOCUSERIE ORIGINALE NETFLIX

MI SEGUONO

CON CHI HAI PARLATO?

OCCUPATI PRIMA DELLA TUA FAMIGLIA.

Negli anni Settanta, la città
di New York era in pugno alla mafia.

SE TE NE VAI,
PERDI IL POSTO

Sapevo ciò
che la criminalità organizzata italiana

aveva fatto nel quartiere
dov'ero cresciuto a Brooklyn...

Per qualche estate, ho lavorato
con mio zio, Jimmy Scabon, in macelleria.

Mio zio doveva dei soldi alla mafia.

Lavorava sei giorni alla settimana
per restituire il prestito.

Vedevo arrivare
questi mafiosi del clan dei Bonanno...

Delle bestie.

E mio zio era nel retro.

E sudava freddo.

Sudava freddo perché lo minacciavano.

Minacciavano suo figlio, Joey Junior.

Minacciavano mia zia Lucy.

E chiedevano di me:
"Chi è questo ragazzino?"

E lui diceva:
"È solo quello delle consegne".

Erano giorni spaventosi.

Sapevi quando avevi preso
soldi in prestito da loro.

Se non li ripagavi in tempo,

ti spaccavano le gambe in due.

Il mio allenatore di pugilato,
quello di baseball,

il mio barbiere avevano tutti
a che fare con la mafia.

Ho iniziato la mia formazione,

capire davvero la strada
su per giù a 14-15 anni.

A 17-18 anni,
già andavo a raccogliere i soldi.

Mi dicevano quando parlare
o quando stare zitto.

Quando fare del male.

Devi motivarli.

"Ti conviene avere i soldi in settimana.

Altrimenti, verrò a trovarti
con un atteggiamento diverso.

Trova i soldi."

Quando uno viene da me, e mi insulta
con 1000 dollari, gli faccio del male.

Dopo, gli dico
di trovarmi il resto dei soldi.

Nessuna pazienza.

Se non ha i soldi in settimana,
lo prendo a mazzate.

Mi piaceva prestare soldi.
Era un'attività redditizia.

Se qualcuno non poteva pagare
allora diventavi loro partner.

Così ho ottenuto
una concessionaria della Chevrolet.

Ho iniziato a fare un sacco di soldi
e ho usato quella vita a mio beneficio.

La truffa della benzina era
la più grande che avessi mai organizzato.

C'era un tizio che aveva
una fornitura di benzina a Long Island.

Viene da me dice: "Mike, ho un'idea

per frodare il governo dei soldi
della tassa su un gallone di benzina".

Ero interessato,
non mi piaceva il governo.

Mette una scatola sul tavolo. La apre.

Mi dice: "Questa è la prima settimana
di profitti. 320.000 dollari.

Da lì in poi,

ho portato l'operazione a fare tra otto
e dieci milioni alla settimana.

Vendevamo benzina
a tutte le stazioni di servizio,

perché vendevamo sottocosto
rispetto a quelli che pagavano le tasse,

L'FBI non riusciva a capire come.

Non dimenticherò mai quel giorno.
Ero in ufficio alla concessionaria.

Arrivarono due agenti dell FBI.

Dissero: "Sappiamo che stai
combinando qualcosa con la benzina.

Dicci solo che stai facendo.

Dicci come fai e ti lasceremo in pace".

E io: "Non so di cosa parlate.

Volete un auto? Vi faccio lo sconto.
Mi state simpatici. Tranquilli".

Erano davvero frustrati con me.

Sapevano cosa facevamo,
ma non capivano come.

Era l'età d'oro della mafia.

L'FBI non riusciva
a starci dietro. Era impossibile.

EPISODIO 1:
IL REGNO DELLA MAFIA

Il nostro rapporto con la mafia...
era un gioco al gatto e al topo,

un gioco molto serio ovviamente.

Non so dirvi quante volte
un mafioso mi abbia detto,

"Fai quel che devi,
io farò quel che devo fare."

Dicevo sempre: "Voi fate
il vostro lavoro, noi il nostro.

Se ci prendete, nessun rancore".

Il loro lavoro era di metterti dentro.
Il nostro di cercare di cavarcela.

Li vedevi in un furgone,

sorridevi e li salutavi,
perché facevi lo sbruffone.

O se ne andavano
o mi mandavano a quel paese.

Se non ti mandavano a quel paese
a Brooklyn, c'era qualcosa di storto.

C'erano indagini
sulla criminalità organizzata

in tre diversi uffici dell'FBI,

ma ognuno aveva una sua idea
su come affrontare il problema.

La criminalità era organizzata
ma le indagini erano disorganizzate.

Non avevamo una strategia o un piano.

Se ci imbattevamo
in qualcuno che non conoscevamo,

potevamo solo fotografarlo.

Poi potevamo andare dai nostri informatori
e chiederle loro: "Lo conosci?"

E se dicevano: "Sì". Allora, che fa?

Di cosa si occupa? A chi è legato?

E lo mettevamo su un tabellone.

Avevano una chiara idea
delle loro identità,

e della struttura della mafia a New York.

I cinque clan italiani erano

i Gambino, i Genovese, i Lucchese,
i Colombo e i Bonanno.

C'era una struttura chiara.

In cima c'era il boss,

poi c'era l'underboss,
che di fatto era il vice,

e poi c'erano i caporegime, o capodecina,

e poi sotto di loro c'erano i soldati.

La struttura delle famiglie
ci dava molto potere.

Il problema più grande era
che non riuscivamo mai ad arrivare al vice

o al boss.

Erano troppo isolati
dalle attività criminali.

Non erano legate a loro.

L'AUTO DI GALLO

Era la manovalanza
che commetteva i crimini

e passava i soldi ai ranghi più alti.

Sapevamo che faceva il tipico mafioso.

Lo mandavamo in galera per un anno,

e non risolvevamo nulla.

Qualunque fosse la truffa,
questa procedeva senza interruzione,

perché c'era tanta gente
pronta prenderne il posto.

Sapete come identificavo i mafiosi?

Soprattutto durante
l'era della disco music,

avevano questi pantaloni
di poliestere a zampa di elefante.

E lasciavano il collo aperto,
per sfoggiare i peli.

Mettevano un'acqua
di colonia da due soldi,

insomma, quelle che puzzavano di più.

Bastava accendere un fiammifero
e rischiavamo un'esplosione.

Quando cominciammo
a trafficare eroina e cocaina,

negli anni Settanta, era incredibile.

Facevamo un milione al mese.

Facevamo sempre festa.

Lo facevano tutti i gangster.
Lo negavano, ma lo facevano.

Dicevano che nessuno tradiva
la moglie, ma lo facevano tutti.

Nessuno beveva champagne.
Lo bevevamo giorno e notte.

I mafiosi avevano
tutto quello che volevano.

Nel frattempo,
a New York regnava l'anarchia.

Il Bronx bruciava ogni notte.

I palazzi venivano incendiati
dai proprietari per l'assicurazione

o dalle gang.

C'è una guerra in corso
sulle strade di New York

per il controllo
del mercato illegale dei narcotici.

New York era senza regole.

Sono state rapinate
187 banche questo mese in città,

e manca ancora un giorno alla fine.

Rapine, furti a mano armata,
droghe, omicidi, estorsioni,

strozzinaggi, scommesse e così via.

La criminalità organizzata
controllava virtualmente ogni cosa.

Non importa quanti agenti
fossero sulla strada,

la mafia non aveva limiti a New York.

I Guardian Angels sono dei giovani

che vogliono combattere il crimine.

Dovemmo prendere in mano la legge.

Come Guardian Angels,
cercavamo di mantenere l'ordine...

Ai poliziotti non piaceva,
ma noi dicevamo: "Arrangiatevi,

voi avete consegnato
la città alla criminalità organizzata".

Avevo un jet, un Learjet 25
e un elicottero, sempre a disposizione.

Avevo una casa in Florida,
una a New York.

Ne avevo costruito una da 650 metri
quadrati con un campo da squash.

Eravamo intoccabili.

Chi poteva fermarci? Sentivamo
di poter fare quello che volevamo.

Non avevo il potere di fare nulla.

Eravamo fortunati a mandarne
in galera uno o due all'anno.

Non cercavamo di conquistare New York.

Era già nostra.

New York era in pugno alla Mafia.

Il governo non aveva nulla
sotto controllo.

Quella era la cosa peggiore.
La gente non credeva che la legge

potesse fermare la mafia.

Sarebbe stata qui per sempre.

Ci fu una riunione a Washington,
al Dipartimento di Giustizia.

Il direttore dell'FBI disse:
"Che vogliamo fare?"

IL PROFESSORE DI LEGGE

A quel tempo,
l'FBI era del tutto inefficace.

Ma avevamo già lo strumento ideale
per sconfiggere la mafia.

La legge contro le organizzazioni
malavitose e corrotte...

comunemente chiamata RICO,

era una legge che avevo scritto
nel 1970, per distruggere la mafia.

L'FBI aveva questa legge
da dieci anni, senza sapere come usarla.

Quindi pensai
di tenere un corso di formazione

qui alla Cornell.

Il marzo del '79,
il capo voleva che andassimo

a un seminario
alla Facoltà di Legge della Cornell

che parlava
della criminalità organizzata.

Sarei stato una settimana
lontano dalla mia famiglia.

Non sapevo a cosa sarebbe servito.

Andai controvoglia,
ma finì per cambiare tutto.

Perché la RICO?

Dovete capire cosa c'era prima.

BOSS, VICE, CAPODECINA, SOLDATO

Prima della RICO
arrestavamo i soldati

nelle famiglie mafiose
per estorsione, omicidio, spaccio,

ma non avevamo modo di collegare...

i soldati ai boss.

E io dicevo loro: "Dovete eliminare
tutta l'organizzazione.

E non la distruggerete fino a quando
non vi concentrerete su di essa".

Definendo queste persone come boss
e membri dell'organizzazione,

li legavamo insieme.

Usando la RICO, una persona
può essere condannata,

perché ha ordinato
a qualcuno di commettere un crimine.

Ora si poteva perseguire
un gruppo di persone

che avevano commesso
insieme quei crimini.

Così si poteva attaccare
tutta l'organizzazione contemporaneamente.

È necessario dimostrare
che questo crimine è legato

a una organizzazione
che agisce sempre criminalmente.

La definizione di potere...

Bob Bakery disse: "Dovreste perseguire
questi mafiosi non come individui,

ma come un gruppo di persone
la cui attività è il crimine.

Quella per me è stata un'illuminazione.

Ora sapevo come indirizzare gli agenti

e fargli capire cosa dovevamo fare.

Ora sapevo come smantellare
tutta la mafia di New York.

PIANO CONTRO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
DIVISIONE DI NEW YORK - LUGLIO 1980

Il piano era di mettere in piedi
un caso RICO contro le cinque famiglie.

I. METODOLOGIA
A. STRUTTURA GERARCHICA

La criminalità organizzata
richiedeva un'indagine organizzata.

Avremmo formato cinque squadre

e tutte le informazioni su quella famiglia
sarebbero andare solo a quella squadra.

Un giorno Kossler ci chiamò
nella sala conferenze,

e disse: "Non ce ne andremo
finché non avremo scritto

come indaghiamo la criminalità
organizzata ai sensi dello statuto RICO".

Non sapevamo nulla della legge RICO,
perché non l'avevamo mai usata.

E mi dissero:
"Aspetta. Ci sono questi casi

su queste persone".

"Chiudeteli, perché cercheremo
di perseguire solo quelli al vertice."

Si trattava
di un'operazione importante:

una squadra per famiglia che perseguiva
i boss delle cinque famiglie.

Quando me lo propose, io...

Avevo i miei dubbi. Come faremo?

Ma non importa quanto ci provassi,

era molto difficile
trovare un collaboratore di giustizia.

Avevano troppa paura di parlare.

LA LEGGE DELL'OMERTÀ

Avevamo regole severe.

Per questo la mafia
è sopravvissuta e ha prosperato

per più di cento anni in questo paese.

Ho fatto la punciuta, il patto di sangue,
la notte di Halloween, 1975.

Il boss era a capotavola
di una struttura a ferro di cavallo.

E tutti i capodecina
erano seduti intorno.

Mi prese la mano
e mi tagliò il dito con un coltello.

Mi mise in mano la foto
di un santo e gli diede fuoco.

E disse: "Stanotte, Micheal Franzese,
sei rinato a nuova vita".

Disse: "Tradisci i tuoi fratelli
e morirai e brucerai all'inferno

come questo santo
ti sta bruciando in mano".

Disse: "Accetti?"

"Sì."

La gente come me...

quelli della strada,

sapevamo che testimoniando

avremmo probabilmente pagato con la vita.

Avevi paura del tuo boss.

Avevi paura di infrangere la sua legge.

Chi diventa un membro
della mafia non testimonia.

Era una società segreta.

Ma avevamo la soluzione
al problema più grande.

Senza testimoni, il piano era
di intercettare la mafia.

Mettere delle cimici dove operavano.

Che si trattasse
di un ristorante che frequentavano.

O una macchina, o anche casa loro.

L'obiettivo era di registrare prove

direttamente dal boss

sulle attività criminali
nelle quali era coinvolto

e con chi era coinvolto.

Avremmo potuto usarle
per distruggere l'organizzazione.

Avrebbe richiesto molti uomini.

Chiesi al quartier generale
di mandarci 50 agenti.

Il direttore disse:
"Date a New York tutto il necessario".

INTERCETTARE LA MAFIA

Cominciammo subito.

Io avevo la famiglia Gambino,
una delle famiglia più potenti.

Avevano circa 21 capodecina,
più di trecento soldati...

migliaia di affiliati.

L'obiettivo principale era
Paul Castellano, il boss.

Castellano gestiva la famiglia
come una grande azienda.

Lo chiamavano il don dal colletto bianco
perché leggeva Il Wall Street Journal.

Aveva grande successo finanziario.

Ma la cosa che gli era chiara
era che, per gestire un clan,

dovevi infondere paura nei tuoi uomini.

E si circondava di uomini
che erano sicari della mafia.

Paul Castellano era un boss.
Sapevamo che era molto ricco.

Sapevamo che era potente.

Aveva fatto uccidere più di venti uomini.

La gente che lo definisce un criminale
rammollito dal colletto bianco,

si sbaglia di grosso.

Lo ammiravo.

Era un uomo abbastanza
intelligente da far uccidere chi voleva

senza farsi definire un assassino.

Perché lo era.

Ma non di sua mano.

Viveva in una villa a Staten Island.

L'obiettivo era di piazzare là la cimice.

E così al processo
i tuoi testimoni migliori

sarebbero stati i mafiosi stessi.

Il problema era che non potevi
intercettare nessuno senza un mandato.

Dovevo raccogliere abbastanza informazioni

da appostamenti e informatori

che legassero Paul Castellano a dei reati.

Quindi il nostro piano
era di partite dal basso.

Volevamo il pettegolo del clan,
quello che parlava parecchio.

UFFICIO DEL DIRETTORE

Quando iniziai a investigare
la criminalità organizzata

andai nella squadra Gambino.

Eravamo concentrati
su questo gruppetto nel Queens.

Il Circolo Bergin
era un circolo della mafia

dove passavano il tempo
e discutevano dei loro crimini.

John Gotti era il capodecina
di questo gruppetto di criminali.

CAPODECINA

Erano degli scagnozzi
che si occupavano dei crimini di strada:

per lo più strozzinaggio,
gioco d'azzardo e scommesse.

E derubavano camion.
Quelli erano i crimini più violenti.

Il Circolo era la nostra Wall Street.

La gente che lavora
a Wall Street va in ufficio

e noi andavamo al Circolo Bergin.

Aspettavamo il nostro boss,
l'amministratore delegato... John Gotti.

Ero là 24 ore al giorno, sette giorni
su sette, sempre pronto per lui.

Gestivamo la lotteria illegale.
Ci occupavamo di droghe, prostituzione.

Qualsiasi cosa illegale.

Ho incaricato gli agenti.

Scopriamo cosa fanno,
chi ci guadagna di più,

e cercate l'anello debole.

L'FBI aveva un ufficio
molto vicino al Circolo Bergin.

Ci dicevano, specialmente Gotti:

"Se sono in giro, sono in giro.
Sappiamo che ci sono,

quindi salutate. Siate Cordiali". E basta.

Formammo diversi informatori

tra gli uomini di Gotti,
usando diversi metodi.

Alcuni tramite arresto,
altri pagandoli.

Ci diedero molte informazioni

su chi fossero
gli anelli deboli della banda.

La guardia del corpo di John
era un tipo molto violento.

Faceva di tutto,
come fargli un sacco di soldi,

o uccidere per lui e proteggerlo.

Si chiamava Angelo Ruggiero.

SOLDATO

Gli informatori ci dissero
che era un gran pettegolo.

Lo chiamavano "Quack Quack".

Non in faccia.

Mangiava molto. E parlava molto.

La bocca non si fermava mai.

Angelo era il nostro chiacchierone.

Era fantastico.

Il Procuratore Generale
degli Stati Uniti approvò

l'intercettazione
a casa di Angelo Ruggiero.

Eravamo operativi.

L'AGENTE CON LA BORSA NERA

Un agente con la borsa nera
aveva l'abilità

di piazzare un microfono nascosto

o aprire una porta chiusa.

E l'occorrente era nella borsa nera.

Molte persone non operano
sotto copertura efficacemente.

Non si confondono tra la folla.

Gli agenti di maggior successo
sono un po' come me.

Forse ero un ragazzaccio da piccolo.

Forse ho imparato a nascondermi
e confondermi tra la gente.

La mia tecnica dipendeva dal quartiere.

Per lo più, fingevo di essere
uno del posto che faceva il suo lavoro.

Nel caso di Ruggiero,
c'era sempre gente in casa.

C'erano troppe case intorno,
e non c'era mai un'occasione

che garantisse
la sicurezza della squadra.

Così trovammo delle alternative.

La casa di Ruggiero
aveva problemi coi cavi.

Il telefono non funzionava sempre.

Avremmo cercato di vedere

se potevamo sfruttare
l'occasione per entrare in casa.

COMPAGNIA TELEFONICA

Arrivò il suo reclamo
perché aveva problemi col telefono.

Avremmo chiesto alla compagnia telefonica
di non risolverlo... e sarei andato io.

Ruggiero era un po' ostile.

Eravamo preoccupati
che non si fidassero della mia copertura.

Ma il fallimento...

non era contemplato.

Stavo improvvisando.

Cercavo di regolarmi
in base al suo atteggiamento.

C'era un'opportunità.

Collegammo il cavo sul retro

e ce ne andammo.

Toccava a me ascoltare
la casa di Angelo Ruggiero.

Quando ti veniva assegnato un turno,
ascoltavi in diretta.

E cercavi di capire
chi fossero i suoi colleghi

e di chi era responsabile
e a chi faceva rapporto.

Cercava di usare un linguaggio cifrato.

Quindi cercavamo di capire
l'essenza di ciò che stava dicendo.

Se fossi uno stronzo come Buddy
o qualcuno del genere

gliela farei pagare subito.

Era un'immersione totale
nella vita di una famiglia mafiosa.

Non avevo mai sentito così tanti usi
creativi di parolacce in vita mia.

Se c'erano conversazioni importanti,

dovevano essere immediatamente
mandate alla squadra di stenografia...

che faceva
del suo meglio per trascriverle.

Era come una soap opera.

Avevo l'impressione che Angelo
fosse questo irritabile chiacchierone

che amava i suoi figli.

I ragazzini erano, diciamo, delle pesti.

Era sempre in giro
e gestiva col pugno di ferro

tutti i membri
della sua banda e la sua famiglia.

IL PUZZLE

Era più difficile capire certe parti.

Quindi tutti gli agenti
dovevano analizzare queste conversazioni

perché la trascrizione avesse senso.

Quindi la ascoltavi molte volte.

...mezzo di trasporto...

...eliminare...

...non so...

Cercavamo di mettere
insieme i pezzi di un puzzle.

Era un'attività
che richiedeva molto tempo.

...il tuo mezzo di trasporto...

...elimina quello...

...darlo...

...il tuo mezzo di trasporto è...

...eliminare quello...

...darlo a quello?

Non lo so ancora.

Ognuno nella squadra aveva il suo punto
di vista, e diceva: "Ho sentito questo",

e tu dicevi: "Sì, questa è la chiave.

Ecco di cosa stanno parlando".

Il tuo mezzo di trasporto è il tuo.

Quindi lo elimini...

Che dai al quel tizio?

Non lo so ancora.

Beh, quanta ne sta arrivando?

Circa 20 o 30.

Continuava a parlarne.

"L'ha ricevuta?"

Voglio parlare con lui.

Eravamo là seduti a pensare,
beh, di cosa sta parlando?

Ma poi dovevi pensare
con chi stesse parlando.

Chi c'era all'altro capo del telefono?

Ovviamente l'FBI aveva la capacità
di intercettare il telefono

e col tempo, capivi di chi si trattava.

Poi collegavi tutti gli elementi
insieme e quando diceva "L'ha ricevuta?",

stava parlando con un grosso trafficante.

Ha detto che me la può far avere.

Pagherò 100.000.

Ma voglio un assaggio.

Dice che ho della coca in arrivo.

È pieno giorno e Angelo parla
di trafficare due o tre chili di eroina,

con sua moglie e sua figlia
lì a fianco a lavare i piatti.

Avevamo le prove che Angelo fosse
un grosso trafficante di eroina.

Era cruciale.

Ma non avevamo prove sufficienti
che legassero le sue attività criminali

a Paul Castellano,
il boss della famiglia Gambino.

Lo seguimmo per quasi sei mesi,

quindi sapevamo
doveva andava per diversi incontri.

Capimmo che andava
dal boss della famiglia,

a casa di Paul Castellano,
con una certa regolarità.

E a fine incontro,
Ruggiero tornava a casa sua.

E lì lo raggiungevano altri mafiosi.

Ruggiero riferiva
di cosa avevano discusso all'incontro.

Incontrarsi col boss
della famiglia era una cosa grossa.

Per noi era fantastico.

Era la prova che Castellano
si incontrava coi suoi uomini

a casa per parlare di affari loschi.

Era la prova necessaria
per l'autorizzazione a piazzare una cimice

a casa di Castellano.

È stato un momento incredibile

perché potevamo finalmente
mettere sotto controllo la casa del boss.

Ma sarebbe stata un'operazione delicata.

Era una grossa casa,
era chiamata la Casa Bianca.

La squadra
che lo teneva sotto sorveglianza

determinò

che era impossibile entrare di nascosto

perché la casa non era mai vuota.

Castellano aveva
cose all'avanguardia a casa.

Aveva un telefono
di ultima generazione, la TV via cavo,

e la teneva sempre accesa
sul nuovo canale della CNN.

Connettiti con il mondo.

Toccalo.

Connettiti con le notizie.

Toccale.

Rimani sempre in contatto,
24 ore al giorno, CNN ultime notizie.

Scoprimmo che tutti i suoi incontri
e le conversazioni

avevano luogo in cucina
e nella sala da pranzo.

E là c'era la TV
e quella era un'ottima occasione.

Quindi studiammo la TV via cavo.

È l'alba a est.

È il 17 Maggio, buongiorno.

Imparai che era molto facile provocare
delle interferenze con la TV via cavo.

E così creammo
un disturbo col suo segnale...

abbastanza noioso e irritante

che se qualcuno
si fosse presentato a risolverlo

ne sarebbero stati felici.

E diventai un tecnico TV.

Suonai il campanello,

un sacco di rintocchi.

Rispose alla porta Tommy Bilotti,

il braccio destro di Paul.

Era un assassino.

Se qualcosa fosse andato storto,
me ne sarei dovuto andare immediatamente.

Dovevo chiamare in ufficio
per testare la linea.

In realtà stavo chiamando Art,
l'altro agente là.

Dicevo: "Art, la sto colpendo".

E mentre la colpivo,
lui creava un'interferenza.

E la TV non andava.

Era tutto programmato e testato prima.

Incluso quanto mi mostrassi restio.

Dicevo che sarei dovuto tornare.

Che dovevano fissare un appuntamento.

A loro non piaceva l'idea.
Quindi, niente appuntamento.

Ce ne saremmo occupati subito.

Ho corso il rischio.

Dissi: "Se mi dà una mano per un minuto,

prometto di fare presto".

"Di cosa hai bisogno?"
E io: "Può venire a tenermi la torcia?"

E così Tommy Biliotti mi aiutò
a installare il congegno

che conteneva la cimice.

La cimice era attiva.

Loro erano felici di non avermi là troppo
a lungo, e io ero felice di andarmene.

Cosa serve per fermare il crimine?
Il vostro aiuto e dei vostri vicini.

Prendi a morsi il crimine.

Tutti erano entusiasti dell'istallazione

della cimice a casa di Paul Castellano.

Era incredibile.

Le aspettative erano alte.
Pensavamo di sentir parlare di omicidi.

Uccidi questo e quello.

Era una giornata importante per l'FBI.

Paul Castellano, il boss
dei Gambino, era su nastro.

Era significativo

perché era il boss di una
delle più grandi famiglie mafiose.

Non l'avremmo
nemmeno immaginato dieci anni prima.

Sapete qual è il suono
di una cucina mafiosa?

Uova sbattute in una ciotola.

Non ricordo di aver
ascoltato alcuna riunione.

Mi ricordo solo Castellano
e Gloria che parlavano.

Gloria era la domestica
che avevano nella villa.

Puliva e cucinava, ed era là da molto.

Avevo questa sensazione.

Aveva molta personalità
e andavano d'accordo.

Li ascoltavi e pensavi:

"Che ha detto? Torniamo indietro".
E riascoltavamo i nastri.

"Riascoltiamo."

"Oh, Dio, no!

Oh, mio Dio!"

Tutti capirono improvvisamente

che aveva una relazione
con la sua domestica.

Il povero Joe O'Brien ha dovuto
sapere tutto di quella soap opera.

Io dovevo mettere in piedi un caso
perseguibile contro Paul Castellano.

Parlavo con persone
che non sapevano di essere informatori,

inclusa la domestica e amante
di Paul Castellano, Gloria Olarte.

Faceva delle foto,

foto di famiglia e di Castellano
che si incontrava coi suoi affiliati.

Mi diede quelle fotografie.

Ma era una fonte inconsapevole.

Non sapeva della cimice
a casa di Castellano.

Brooklyn era nostra.

Discuteva sempre di quello

e una volta ha esagerato.

Dopo aver ascoltato 600 ore di nastro,
sentivo di conoscerlo.

E così... feci qualcosa di insolito.

COS'È QUESTO?

PER TE

CIAO

Ho iniziato a mandargli
dei biglietti d'auguri.

Biglietti di compleanno.

BUON COMPLEANNO

O d pronta guarigione.
Sapevo che stava male.

Gli mandai un biglietto:
"A un Padrino speciale".

Volevo infastidirlo.
Era una guerra psicologica.

Volevo vedere di che pasta fosse fatto.

Il mio partner Andy ed io stavamo
ascoltando con le cuffie.

Parlò dei biglietti d'auguri.

Disse un sacco di parolacce.

Era buffo sentire questo tizio
mentre apre un biglietto e parla di te.

Ed è allora che Gloria ha svelato
che si era incontrata con me.

E ho pensato: "Oh-oh".

La rimproverò come una scolaretta.

"Non puoi più vederti con il sig. Joe.

Stai lontana da O'Brien.
È chiaro, Gloria?"

La guardia del corpo di Castellano
cominciò a provocarlo.

"Possiamo liberarci
di questo tizio, O'Brien."

Stavano spingendo Castellano
a mettere una taglia sulla mia testa.

Gente che fa paura.
Sono assassini, degli psicopatici.

Si diceva che Castellano
poteva ordinare un omicidio,

alzando solo un sopracciglio.
Non doveva dire una parola.

Se non avesse fiatato,
sarebbe stata la fine per me.

Ma Castellano disse: "No.

Causerebbe troppi problemi alla famiglia.

State solo attenti.
Sta solo facendo il suo lavoro".

Mi difese,
di questo devo dargliene credito.

Ma non cambiò il fatto
che l'obiettivo del mio caso

era di rinchiudere Castellano
in una prigione federale a vita.

Cominciai a raccogliere
prove che lo implicavano.

Castellano parlava di molte cose.

Parlava con Tommy Gambino
su come dividersi il Garment District.

Parlava con Joe N. Gallo sui vari traffici
nei quali erano immischiati.

Parlò con Joe Armone
del sindacato della ristorazione.

Lo rispettavamo perché pensavamo
fosse il nostro sindacato.

Lo stavamo facendo salire di rango
nel nostro sindacato. Sempre più su.

Lo rispettavamo perché pensavamo
fosse il nostro sindacato.

Il nostro sindacato.

Sentivamo parlare sempre più
del loro coinvolgimento coi sindacati.

Era un'informazione importante
perché mostrava il problema reale

della criminalità organizzata...

che i gruppi di criminalità organizzata
controllavano i maggiori sindacati.

Scoprimmo che la mafia controllava
il sindacato degli autotrasportatori.

Il sindacato dei manovali,

dei portuali,

degli impiegati d'albergo.

Usavano sindacati
in mille modi per fare soldi.

Estorcendo le compagnie e obbligandole
a dare lavoro a chi volevano.

Dandogli l'assicurazione sanitaria.

La mafia aveva molto potere,
perché controllavamo i sindacati.

Con uno sciopero degli autotrasportatori,

due milioni e mezzo
di persone smettevano di lavorare.

Era un sacco di potere.

Per non parlare dei fondi pensione
che avevamo a disposizione.

C'erano centinaia di milioni in banca
che potevamo muovere a piacimento.

Così controllavi le banche.

E le assicurazioni. E sfruttammo la cosa.

Mi diede 5000 dollari.

Quando controlli i sindacati,
gli autotrasporti, i porti,

controlli il Paese.

Assumiamo la nostra gente.

E diventa il nostro cazzo di sindacato.