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Giungla amazzonica
Brasile, 1995

Eravamo in Brasile.

La sera prima, Luciano aveva
cantato per 200.000 persone,

in un concerto incredibile
a Buenos Aires

Il mattino seguente, andammo
in Amazzonia, nella giungla.

Per fortuna, avevo con me
la videocamera.

C'era questo teatro
in mezzo al nulla,

e capii che si trattava
di un 'pellegrinaggio'.

Luciano disse:

"Voglio cantare sul palcoscenico
su cui canto' 100 anni fa Caruso".

Non avevamo organizzato nulla.

Arrivammo davanti al teatro...

ed era completamente chiuso.
Non c'era nessuno.

Cercammo qualcuno
che lo aprisse.

E venne uno e chiese:
"Lui chi e'?"

Lui disse:
"Sono Luciano Pavarotti".

"A vucchella"
Canzone napoletana - G. D'Annunzio

Si comm'a 'nu sciurillo
[Sei come un fiorellino]

Tu tiene 'na vucchella
[Hai una boccuccia]

'Nu poco pucurillo
[Un po', pochino]

Appassuliatella.
[Appassita]

Dammillo e pigliatillo
[Dammelo e prenditelo]

'Nu vaso piccerillo
[Un piccolo bacio]

'Nu vaso piccerillo
[Un piccolo bacio]

Comm'a chesta vucchella
[Come questa boccuccia]

Che pare 'na rusella
[Che sembra una rosellina]

Appassuliatella.
[Appassita]

.

Dall'Amazzonia con amore.

Grazie mille!

Eh, si', ma... col saluto!

.

Luciano non aveva mai
piani in mente,

non era uno
che pianificava, sai.

Le cose accadevano e basta.

Un giorno, ricevemmo
una videocamera,

Cosi', l'avevo sempre con me

e riprendevamo tutto.

Si fidava veramente
delle persone.

Pensava sempre che
ognuno aveva il suo lato buono.

Era sempre
cosi' gioioso e felice.

Luciano era pienamente
consapevole

di aver ricevuto da Dio
un enorme dono.

Non solo nell'opera,

ma... in ogni altra
cosa della vita.

Cio' gli dava uno scopo.

Ma era anche un fardello.

Ho sempre voluto
capire il perche'.

Come vorresti essere
ricordato tra 100 anni?

Per quello che e'
la parte positiva, vorrei...

essere... ricordato...

come un uomo che ha...

portato la lirica alle masse.

Mi piacerebbe che si dicesse
che ho cantato dalla...

Favorita all'Otello,

che ho un repertorio
incredibilmente largo...

Mi piacerebbe che si dicesse
che non sono mai andato in...

dietro a fare delle opere...

nuove, solo
per il gusto di farle.

Queste sono tutte
cose positive...

come cantante.

Coraggioso, perche'
quest'ambiente ha sempre criticato.

E com'e' Pavarotti uomo?

Modena, Italia

La nostra e' una professione
molto, molto particolare.

Non diventi famoso
in un giorno.

In questa crescita, non hai
percezione di cosa ti succedera'.

In realta', non sai chi sei.

Nacqui in tempo di guerra,
e questo...

me lo porto dentro... sempre.

Ma fui un bambino
molto fortunato,

perche' crebbi
in un posto bellissimo.

Mio padre era fornaio...
e tenore.

Fernando Pavarotti
padre, fornaio, tenore

Fui molto fortunato ad avere
mio padre che cantava in chiesa.

Da bambino, per imitazione,
fai sempre...

cio' che fa tuo padre.
Fu lui il mio maestro.

Societa' corale G. Rossini
di Modena

Aveva una fantastica
voce di tenore.

Fenomenale.
Migliore della mia.

Nessuno ci credeva,
ma era cosi'.

Cantavo con mio padre
e altre 50 voci maschili,

e partecipammo a un concorso
in quel posto, nel Galles.

1955: vinse
il primo premio nel Galles.

Si', quello e' stato...

uno dei giorni piu' importanti
e indimenticabili della mia vita.

E lo condivisi con tutti
gli amici... e con mio padre.

A quel tempo, ero maestro
alle scuole elementari.

Mio padre mi dice:
"Ascolta...

"ora andrai a studiare in citta'
e diventerai professore".

Perche' mio padre non ebbe
mai successo come tenore,

e sa quant'e' difficile,
pur avendo una bella voce.

Gli rispondo:

"D'accordo,
se lo dici tu, lo faro'".

Mia madre dice:

"No, credo...

"Quando sento mio figlio...

"cantare, sento
qualcosa nel cuore".

Le dico: "Dai, mamma,
lo dici perche' sei mia madre".

E lei: "No, no, no!"

"No, perche' non lo dico
quando ascolto tuo padre".

Mi fece fare proprio
quello che volevo,

secondo me,
quello per cui ero nato.

Cosi', nel 1955,
cominciai a studiare,

e 6 anni dopo, nel 1961,
feci il mio debutto.

La Boheme
Storia di giovani artisti

sull'orlo della poverta',

che si confrontano
a Parigi, con l'amore e la morte.

Come hai avuto
il tuo primo ruolo in un'opera?

Vinsi un concorso,

il cui premio era cantare
sul palcoscenico

con orchestra e direttore,
e tutto lo spettacolo.

Debuttai il 29 aprile del 1961,

nel ruolo di Rodolfo,
nella Boheme.

Nella Boheme, si'.

Non fu una serata
sensazionale,

ma credo che tutti siano rimasti
soddisfatti, soprattutto mia madre.

"Che gelida manina"
La Boheme - G. Puccini

Che gelida manina

Registrazione dal vivo della Boheme
29 settembre 1961

Se la lasci riscaldar

Cercar che giova

Al buio non si trova

Ci incontrammo
durante una festa privata,

in casa di un mio
compagno di classe.

A Modena, in quel periodo,

c'erano tantissimi
aspiranti cantanti.

Capisco che
se non avesse fatto il cantante,

per lui sarebbe stato
un grande dispiacere.

… poichè v'ha preso stanza...
la speranza!

Or che mi conoscete

Mi sono innamorata dell'uomo.

Premetto,
era un bellissimo ragazzo.

E' ovvio che dopo, mi sono
anche innamorata della voce, perche'

chi non si innamora della voce
di Pavarotti, abbiamo visto?

Vi piaccia dir?

- Bravo!
- Bravo Luciano!

Il 29 aprile del 1961,

un giovane maestro elementare

sali' sul palcoscenico
e divenne tenore.

E si innamoro'.

Vivemmo insieme per un paio
di mesi, proprio come i bohemien.

Ricordo che avevamo
le stanze una di fronte all'altra,

e il bagno era fuori,
per tutti.

C'era un po' bisogno di denaro,

non avevamo niente
quando ci siamo sposati.

E' l'amore, la passione.
E' molto bello, e' naturale.

E' tutto cio' che di poetico,
romantico e positivo c'e' nella vita.

E di disperato, perche' c'e'...
c'e' sempre anche quello.

Quando lui ha debuttato,

abbiamo avuto tre figli
in 4 anni e 7 mesi.

I soldi che aveva preso...

doveva restituire un prestito
che gli aveva fatto suo padre,

quindi non era rimasto
assolutamente niente.

Direi che quella che guadagnava
ero io, i primi anni.

Londra, Inghilterra
1963

Londra e' una citta' incredibile
e il Covent Garden e' il mio...

primo importante
teatro internazionale.

Li' cantai nel 1963
con grande successo.

Teatro Reale dell'Opera
Sabato sera, 21 settembre 1963

Il Covent Garden aveva fatto
10 rappresentazioni della Boheme,

rappresentazioni con Di Stefano,

che e' uno dei piu' grandi
cantanti di tutti i tempi.

E quando arrivo',
era molto malato,

cancello' la sua performance...

e io cantai al suo posto.

Fu una notizia incredibile,

perche' un giovane tenore
avrebbe sostituito Di Stefano.

Il lavoro e' di Di Stefano,

ma non importa,
perche' il giovane tenore ero io.

Ormai avevo raggiunto
il momento in cui

ero in grado
di affrontare il palcoscenico.

E' ancora difficile,
ma ce la puoi fare.

Cosi', ce la feci.

Ero proprio all'inizio
della carriera,

stavo per debuttare
a Vienna nel '67,

e leggevo

di una nuovo superdivo

che era in tournee
con Joan Sutherland.

Andare in Australia con Joan,

mi insegno', prima di tutto
a essere un cantante professionista.

E in particolare, da lei,
imparai... a respirare,

che e' la cosa piu' semplice
ma anche la piu' complicata.

Che imparasti? Come facevi
a sapere che succedeva dentro?

Be', quando cantavamo
un duetto, cercavo di toccarla,

per sapere
che cosa faceva e...

Che sentivi?
Potevi sentire l'aria?

- Vedevo il muscolo del diaframma.
- Si'.

E lo usava... era molto solido
prima dell'attacco di ogni nota.

Piu' di tutto, penso
sia una tecnica perfetta.

Credo sia probabilmente la tecnica
piu' incredibile di tutti i tempi, direi.

"Ah! Verranno a te sull'aura"
Lucia di Lammermoor - G. Donizetti

Io parto

Addio

Rammentati!
Ne stringe il cielo!

Addio!

Credo che Luciano abbia

una delle voci piu' ideali
mai nate su questa terra,

almeno per un tenore.

La voce di Luciano mi e'
sempre arrivata dritta al cuore.

Era una voce limpidissima,
tra le piu' pure e toccanti,

appassionata, bellissima...
Tutto.

Era semplicemente celestiale.

E' molto importante
che la gente capisca

che un soprano e un baritono

sono le voci piu' naturali.

L'uomo per natura e' baritono,

ma diventare tenore,

e' un'altra cosa.
E' molto poco naturale.

Questa e' la mia voce,
ma 'questa e' la mia voce'.

E' una voce
che e' tutta costruita.

Non e' naturale.

Pero', qual e' la bellezza
di un grande tenore?

Quello che ti fa sentire
la naturalezza

in una voce che
invece e' costruita.

Se vuoi diventare
Luciano Pavarotti,

devi avere il do di petto.

E' la cosa piu' importante.

Puoi essere un bravo
e buon tenore,

ma se non hai il do di petto
non sarai un gran tenore.

Ascoltavo Luciano e...

bastava aprisse la bocca
ed era fatta.

Tutto... tutto era facile.

E dici: "Ah, che bello!".

Sembra che non fa fatica
a cantare, no, queste cose.

Questa e' la bellezza.

"La figlia del reggimento"
richiede non meno di 9 do di petto.

Quando canto'
"La figlia del reggimento",

quella fu l'opera
che lo rese famoso.

I suoi famosi 9 do di petto
de "La figlia del reggimento",

"La figlia del reggimento", be',
lei sa, e' storia dell'opera.

"Pour mon ame quel destin"
La figlia del reggimento - G. Donizetti

Pour mon ame...
[Per la mia anima...]

Quel destin!
[Che destino!]

J'ai sa flamme, #
[Ho il suo amore,]

Et j'ai sa main!
[E ho la sua mano!]

Mi pareva quasi di vederla,
la sua voce.

Era limpidissima,
come una foto.

Puoi, in pratica,
contarne le molecole.

E' cosi' pulita!

Un tenore che canta un do
di petto, ti fa vibrare le orecchie.

C'e' una tale tensione del suono
che le orecchie mi fischiano.

Militaire!
[Soldato!]

Tutti sogniamo di essere
i piu' grandi nel mondo dell'opera.

Luciano fu l'unico
e il solo, si'.

Pavarotti al suo debutto dimostra
di essere un grande tenore.

Luciano cantava
in tutti i teatri:

al Covent Garden, a Vienna,

alla Scala e al Metropolitan,

e molti altri
in tutto il mondo.

Tutte le sue incisioni
diventarono praticamente leggenda.

La Decca lo chiamo'
il "re dei do di petto".

Il "salto del cavallo"
che sa saltare

non e' difficile
se raggiunge l'ostacolo...

al momento giusto,
con il giusto equilibrio.

E' lo stesso per le note alte:

non sono difficili se ci arrivi
preparato a farle.

Puo' essere sicuro al 100
per 100 che... se ben preparata,

prendera' la nota?

No, questo e' il bello
della mia professione.

Dico sempre che "voce",

in spagnolo, e' femminile.

E' "la voz".

Anche in italiano, "la voce",
in francese, "la voix".

Quindi, credo che...

convivere con una voce

e' come convivere con una donna
molto gelosa e molto esigente.

So che non posso fare nulla
senza di lei, senza la voce.

Vivi con lei,

e devi renderti conto che
ogni cosa puo' influenzarla.

Le cose belle, le cose brutte,

qualcosa di emozionante...

cui reagiamo fisicamente.

Questo muscolo...

non sai mai se ti rispondera'
immediatamente.

E' la "primadonna"
del mio corpo.

Alcuni giorni
sono migliori di altri.

Come in ogni relazione,

devi conoscere
molto bene la persona,

per poter trattare chi ami molto
nel miglior modo possibile.

Cosi', questa e' la voce.
E' una signora.

Il primo ricordo...

La prima cosa che mi viene in mente
di quando ero piccola,

E' un tema che ho scritto
intorno agli 8 anni.

Il titolo era: "Cosa fa tuo padre?
Parla di tuo padre".

E esordisco cosi':

"E' brutto da dire,

ma mio padre fa il ladro".

Perche', secondo me,
questa cosa che lavorava di notte,

e girava sempre
con una valigina

piena di barbe e baffi finti,

oteva voler dire
solo quella cosa li'.

Figlia

I suoi costumi
mi piacevano moltissimo.

Il travestimento
come a tutti i bambini...

Sapevo che aveva
una vita parallela,

che era quella artistica,
insomma.

Viveva anche
i suoi personaggi.

Era la sua seconda vita che...

che si vedeva.
E per un bambino e' difficilissimo.

L'opera e' amore,

odio... morte.

E' molto importante.

Con po' di trucco,
puoi diventare un altro.

L'opera e' qualcosa di falso,

che poco a poco
sulla scena diventa vero.

Figlia

Mamma...

ci spiegava continuamente
cosa faceva il papa',

e cercava di raccontarci
le storie delle opere

per coinvolgerci.

Un melodramma che rappresenta
tortura, omicidio e suicidio.

Una storia in cui nessun personaggio
sopravvive, neppure il protagonista.

Ricordo che mi faceva
impressione, insomma...

quando l'andavo a vedere...
soffrivo con lui.

Entravo talmente tanto...

Ad esempio, nella Tosca,
che usciva pieno di sangue.

La prima opera
di cui ho memoria,

perche' lui e' morto,
come quasi sempre nelle opere...

Quando si e' chiuso il sipario,

io, nel silenzio, ho gridato:
"Papa'!"

E' il mio debutto in teatro.

Ho sentito che, che fra le altre cose,
tiene in tasca un chiodo piegato.

Un chiodo piegato, si'.

E' un portafortuna
e ogni artista, credo, ne ha uno.

Come in inglese
si dice: "Tocco legno",

in Italia si dice: "Tocco ferro".

E abbiamo
un chiodo di ferro piegato.

E' doppia fortuna.

Sei un cattolico osservante?

Direi di si',
profondamente, ma...

diciamo che
pur essendo cattolico,

sono anche superstizioso,
non si sa mai.

E' certo, che, nel fondo,
Luciano era...

una persona semplice,
diceva di essere un contadino.

Credo che una
delle ragioni per cui

il ruolo di Nemorino nell'"Elisir
d'amore" gli era cosi' naturale,

Critica d'opera
del Washington Post

fosse perche'
era un po' campagnolo.

Una commedia
sul trionfo della sincerita'.

Papa' si divertiva moltissimo
a cantare l'"Elisir d'amore",

in parte, perche' era una
delle pochissime opere dove non moriva,

quindi un pochino
gli rallegrava l'animo.

In parte, perche'
e' un personaggio giocoso,

cioe', ingenuo e naif,
un po' come si percepiva lui.

Oh, buono!

Oh, caro!

Un altro sorso!

Aveva migliaia di fan
in tutto il mondo.

La gente faceva la coda attorno
all'isolato per comprare i biglietti.

Manager di Pavarotti
2003-2007

Quando incomincio'
a diventare famoso,

c'erano lettere che arrivavano
da tutti i posti del mondo, anche da...

dai posti piu' reconditi,

e, devo dire, che
io rispondevo a tutti.

E poi tenevo anche rapporti
con i teatri italiani,

e anche con il suo manager
di New York, Herbert Breslin.

Qualcuno della casa discografica
disse a Luciano:

"Be', tu... sei uno
molto gentile.

Manager di Pavarotti
1967-2003

Quello che ti serve e' avere
un vero bastardo che lavori per te.

Cosi' abbiamo cominciato

Herbert Breslin aveva fama
di essere il piu' odiato

nel mondo dell'opera.

Prima di lavorare per lui, non avevo
mai sentito niente di buono su di lui.

Cio' che accadde
tra Luciano Pavarotti e me

fu un'unita' di intenti.

Lui lo voleva e io lo volevo.

Perche'... mentre
lui diventava famoso,

lo diventavo anch'io.

Herbert ti direbbe anche che
fu lui ad avere varie idee

pubblicitarie che resero
Luciano quello che poi divento'.

Non aveva mai fatto
un concerto,

ne' aveva mai fatto
un recital:

io gli aprii
le porte della musica.

Il mio manager mi mando'
a Liberty, in Missouri,

da solo, per fare un recital.

Nell'opera, sei facilitato
dal costume e dal trucco,

e durante quelle tre ore,
ti trasformi nel personaggio,

ma in un recital,
sei tu stesso.

E' solo la sua voce.

"Celeste Aida"
Aida - G. Verdi

Se quel guerrier io fossi

Se il mio sogno s'avverasse

Sei completamente esposto.

Sei praticamente nudo,
perche' non c'e' dove nascondersi.

Luciano disse: "Dio mio,
cosa faro' mai delle mani?".

Il suo manager gli rispose:

"Prendi il fazzoletto che
hai in tasca e tienilo in mano".

Il mio manager disse:
"Se non ti piace... non farlo."

Io gli risposi: "Non mi piace.

"Lo adoro."

Iniziammo a fare recital
nell'America rurale,

posti dove non esistevano
teatri d'opera.

Cripple Creed

Pesce affumicato

In qualche modo,

era restituire cio'
che Dio mi aveva dato.

Non per rendere popolare me,

ma per rendere
popolare l'opera.

Vietato sparare in strada

Gli piaceva andare
ai buffet degli hotel,

e ognuno riempiva
il piatto due o tre volte

e ci abbuffavamo
di cibo americano.

Pasta e formaggio
e cose per niente italiane.

Cio' che fui in grado di fornirgli fu
la dinamica di come si crea una star.

Benvenuti a un evento storico.

La prima trasmissione dal vivo
di un'opera

dal nuovo Metropolitan
Opera House, al Lincoln Center.

L'opera di stasera e'
"La Boheme", ("I bohemien").

Luciano fece il suo debutto
nel novembre del '68, al Met,

che divenne da allora
la sua 'patria' artistica.

Quindi, penso di aver avuto
con lui un rapporto stretto

per circa 20 anni.

Non credo l'abbiano mai vista...
almeno molti di loro, in tv, cosi'.

Be', in tv, cosi',
non credo sia mai stato fatto.

E' la prima volta, no?
- Si'.

E...
- In Europa ha fatto opere in tv?

Non dal vivo...

In studio, si', ma dal vivo
e' la prima volta.

E' una nuova esperienza
per me.

E non mi chieda se sono
contento, perche' non lo sono mai...

Le chiedero' se e' felice.
- No.

Non e' felice?
- Mai, non lo sono mai.

Penso sempre
di poter fare meglio.

Era un fascio di nervi
prima di ogni esibizione.

Diceva sempre:
"Vado alla morte".

Andiamo alla morte.

E finiva sempre
con l'uscirne vivo.

Si vedeva che il pubblico era
assolutamente preso da quest'uomo,

per il suo sorriso,
per il suo talento,

e per la sua personalita'.

Non ne avevano mai abbastanza.

Buongiorno, da Chicago,
dove ho il piacere di presentare

a un pubblico molto emozionato,
Luciano Pavarotti.

Luciano, sapete,
amava la pasta.

Tornava all'appartamento
a cenare e voleva cucinare.

Un trito d'aglio...

Cosi' tanto?
- Si'.

Sara' fantastico.

Olio d'oliva...

Peperoncino...

Fa sul serio?
- Molto sul serio.

Dopo forse piangerai,
quando lo proverai.

Quando andavo a New York,
sempre mi preparava

spaghetti piccanti.

Non amava molto
il cibo indiano.

Quand'e' in tourne', le piace
avere una stanza d'albergo con...

Cosa?

Con cucina, non e' vero?

E' molto comune, credo,

per le grandi star internazionali
portare con se' un pezzetto di casa,

dato che si e' sempre
in stanze d'albergo.

Lui era legatissimo
al cibo di Modena.

Quando lui era gia'
negli Stati Uniti,

molte volte mi chiamava
di notte prima che io partissi,

e mi diceva:

"Domani, metti in valigia
due chili di tortellini,

e 5 chili di parmigiano,
due prosciutti...

Prendevo una valigia vuota,
piena di questo cibo...

Dira' che son tradita

Tradita dall'amore...
E ma perche'...

Non essendo a casa,
con la famiglia,

conduceva vita solitaria.

Per questo, credo, avesse
sempre al seguito molta gente.

E dopo lo spettacolo,
andavano tutti a cena.

Non crede, signore,
che questo ingrassi?

Non c'e' dubbio.

Un giorno, mi dice:
"Ecco, come perdere peso.

"Prima si mangia pollo,
fagioli e pure' di patate.

"E dopo questo, si prendono
4 palline di gelato alla vaniglia."

"Se ne mangiano
tre velocemente...

"e si spinge via il piatto
lasciando l'ultima".

E dice: "Questa e' la dieta.

"Non mangiare
l'ultima pallina,

e ti garantisco
che dimagrirai.

Era questa la sua dieta.

Odiava stare solo.

Pur essendo cosi'
grande e famoso,

in qualche modo era
estremamente vulnerabile.

Era molto nervoso,

e penso che il pubblico
riuscisse a identificarsi con lui.

Cosa sono? Uno che ha
successo o uno che e' solo famoso?

Non lo so e non mi interessa.

So che la gente mi riconosce
per strada. Benissimo.

Ma, ho tre figlie
e una moglie,

e quando sono a casa,
so esattamente chi sono:

un niente, solo uno zero.

Ma sono felice.

Membro dal 1974

Anche i "niente" di successo
usano la carta American Express.

Non converrebbe anche a te?

Per la pubblicita' la American Espress
pago' 10.000 dollari, cioe' spiccioli.

Ma non importava,
perche' era dappertutto.

E mi conoscete?
Be', se non mi conoscete,

lo conoscerete molto presto.

Il benvenuto, prego,
a Luciano Pavarotti.

- Luciano Pavarotti.
- Luciano Pavarotti!

Principe dei tenori
- Il tenore d'oro dell'opera.

Benvenuti alla lezione speciale
di questo pomeriggio,

con Pavarotti e gli alunni
della scuola di canto della Julliard.

Luciano Pavarotti.

Prima di conoscere Luciano,
non avevo idea di chi egli fosse.

Dovrei vergognarmi a dirlo.
Ero gia'...

al secono anno della Julliard.

Stava per dare
una master class.

Master class

Gia' la parola in se'
mi spaventa.

Sono molto, molto nervoso.

E' un'esperienza emozionante,

ma Luciano sapeva bene come
mettere la gente a proprio agio,

soprattutto
davanti a un pubblico.

Giunse alfin il momento

Che godro' senz' affanno

In braccio all'idol mio...

Era gia' un "maestro"

che ascoltava
i giovani cantanti

e che conosceva il repertorio
e le difficolta' vocali

ed era in grado di dire cose
che aiutavano a migliorarle.

Wow, che bella voce.

Credo...

che per la tua voce dovresti prendere
il tempo un pelino piu' veloce.

Un poco piu' veloce.

Non importa che il piano

o l'orchestra suonino
il tempo giusto per tutti.

Puoi provare l'inizio,
per favore?

Ho sempre saputo
di voler cantare, fin da piccola:

avevo studiato italiano,

da piccola ero vissuta in Francia,
cosi' conoscevo varie lingue.

A Luciano serviva qualcuno
che rispondesse al telefono,

che rispondesse
alle lettere dei fan,

e mi disse: "Se mi aiuti,
lavorero' sulla tua voce".

Gli piaceva molto insegnare.
Questo fa il "maestro": insegna.

Da giovane, aveva avuto
grandi maestri

ed fu preparato tecnicamente
molto bene, studiando da tenore.

Da ragazzo, rinunciai a tutto.

Ogni sera,
andavo a letto presto,

studiavo canto
con tutte le mie forze

e volevo diventare
uno studente piu' serio.

Ebbi due insegnanti.

Uno era tenore e lavorava
sulla parte vocale,

e l'altro era
un famosissimo maestro,

che curava maggiormente
il fraseggio e la parte musicale.

La tecnica era tutto per lui.

Tecnica e parlato
erano importantissimi.

Nella preparazione
alla nostra professione,

l'opera italiana
e' il fondamento dell'Opera.

Questa o quella
per me pari sono

Rigoletto - G. Verdi

A quant'altre d'intorno,
d'intorno mi vedo...

Primo, c'e' il testo.

Il compositore ha le parole
e, solo dopo, mette le note.

I compositori si basano
sul significato delle parole.

E' importantissimo
per capire come...

come condividere l'emozione

di quella particolare parola
con il pubblico.

Se...

Mi punge una qualche belta',

Compositori come
Mozart, Verdi, Donizetti,

adoperano la lingua.

Sicche', se pronunci bene,
cogli immediatamente il ritmo,

perche' il ritmo
c'e' anche nella musica.

La donna e' mobile

Qual piuma al vento

Muta d'accento

E di pensiero...

Si tratta di respirazione,
di controllo del diaframma

di come si prende il respiro,

e solo tu puoi decidere

dove andra', come uscira'
e per quanto durera' la frase.

Come diceva Luciano:
"E' una questione di misura".

Tu misuri il tuo respiro.

... d'accento... e di pensier.

E' come si coordina tutto
con i sentimenti...

con l'espressione...

con il temperamento,
con la gioia...

Lo spettatore non sa
quello che fai,

ma lo sente.

E di... pensier

- Magnifico.
- Bello.

Se solo avesse, cantando,

un quarto della bella voce
che ha parlando, mia cara,

sarebbe una grande cantante.

- Molte grazie.
- Ne sono sicuro.

- Una bellissima voce.
- Sei una vecchia volpe, tu.

Dritto alle donne, vero?
Dritto alle donne.

Te, t'ho gia' visto.

Luciano era 'sbarazzino'.

Aveva un... come dire?
'Monello'.

Userei questa parola.
E' una parola italiana per...

l'umorismo di uno scolaretto.

Si divertiva
con cose buffe...

- con stupidaggini.
- Signor Pavarotti,

parlo a nome di tutte
le signore del pubblico:

vorremmo sapesse

che ci piacciono gli uomini
robusti, e in particolare...

soprattutto, gli uomini
robusti con voci robuste.

Crede che quei suoi
adorabili centimetri in piu'

aiutino a produrre
una tale bellissima risonanza?

Lo credo.

Aveva, in mezzo alle donne,

ma amava moltissimo
il femminile.

Proprio l'essenza
del femminile,

e amava moltissimo farsi
coccolare e viziare dalle donne.

Sicuramente.

Quando nacqui, nel palazzo,

erano gia' 6 anni che
non nascevano maschietti.

Sicche', fui il primo maschio
che, dopo 6 anni,

nacque in una casa di 15 famiglie,
un centinaio di persone.

Mia madre mi accolse,

insieme alle altre donne
della casa:

ero Lucianino.

Tutti mi cercavano.

Fui molto coccolato, amato,
ma anche... messo in riga.

Credo Luciano amasse le donne.

E si fidava di loro.

Fu cresciuto da donne:

aveva delle zie, la madre...

E ovviamente, con Adua
ebbe tre figlie.

E poi Alice e Nicoletta.

Senza dubbio aveva
affinita' con le donne.

Piu' dispotiche eravamo,
piu' discuteva con noi,

e piu' si fidava di noi, penso.

Lo accompagnavo
nelle sue tournee, dappertutto.

Ricordo che aveva 28 valigie.

Be', Luciano, in vita sua
non ha mai fatto una valigia.

Era molto esigente.

Fosse mai che i suoi fazzoletti
si trovassero nel posto sbagliato.

Insomma,
a volte era difficile.

Mi occupavo della sua agenda,

di chi avrebbe dovuto
incontrare,

di dove e quando fossero
le prove... e cantavo con lui.

Era un rapporto totalizzante,

dato che ero l'amica,

l'allieva, la segretaria...

Egli era il mio mentore,
il mio maestro, il mio... il mio amore.

Mai avrei creduto

di finire con l'avere
una relazione con Luciano.

Ma era difficile
stabilire i confini.

Ricordo che in un recital
io mi trovavo dietro le quinte

e gli tenevo l'acqua,
o il te' caldo o altro,

e all'improvviso, cosi',

mi trascino' sul palco a cantare
il duetto della "Boheme".

Dalla Boheme di G. Puccini
Duetto

Dammi il braccio mia piccina

Obbedisco, signor.

Che m'ami, di'...

Io t'amo...

Luciano diceva sempre
che non ci sono grandi maestri...

o grandi allievi.

Tutto dipende dalla sinergia
che si instaura tra loro.

Amor!

Amor!

Amor!

Un produttore esecutivo dello studio
venne a mostrarmi un articolo,

sul 'tutto esaurito' del 'maestro'
al Madison Square Garden.

Io pensai: "Interessante".

Allora, gran parte della mia vita
ruotava intorno ai concerti rock.

Avevo appena riservato
6 serate all'Earls Court,

per Bruce Springsteen
e avevo versato il deposito.

E poi, mi telefona
il manager di Bruce per dirmi

che Bruce non vuole fare
uno spettacolo a Londra.

Ero bloccato.

Ero fuori di mezzo milione
di sterline.

Cosi', misi all'opera
tutti nello studio,

in cerca di un'alternativa
da mettere all'Earls Court.

E poi, questo tipo venne da me
e mi mostro' l'articolo.

Gli dissi solo: "Trovalo".

Herbert Breslin.

Cosi', cercammo Herbert Breslin,
che era il suo manager,

che seccamente rifiuto'
di parlare con me.

Disse:
"Perche' mai dovrei parlare

"con un organizzatore
di concerti rock and roll?"

E mise l'accento
sulle parole "rock" e "roll".

Gli dissi: "Veramente, non so.

"Organizzo concerti
e lo faccio molto bene".

Goldsmith presenta: The Rolling Stones
Bob Dylan ed Eric Clapton - I Queen...

Continuai a mandargli
offerte per fax,

finche' l'offerta fu cosi' buona

che alla fine prese il telefono

e disse: "Dove ci troviamo?".

Organizzai un pranzo
nel mio ufficio.

Ci sedemmo e cominciammo
a parlare e mi resi subito conto

che Breslin era un divo,
un vero divo,

ma Pavarotti era diverso.

Al primo concerto
che organizzammo,

gli portai in camerino i miei genitori,
che desideravano molto conoscerlo.

Egli mando' fuori tutti...

Mamma ne usci'
con le lacrime agli occhi

e pensai:
"Dio mio, che sara' successo?".

Li aveva fatti sedere
e aveva cantato loro un'aria.

Zitta, stanotte
nun dicere niente

Cademe 'mbraccia,
ma senza parla'!

"Silenzio Cantatore"
Canzone napoletana

Mi raccontarono cos'era successo
e onestamente rimasi sconcertato.

Aveva un talento, superiore a quello
di chiunque io abbia conosciuto,

nel farti sentire suo amico...

nel farti sentire speciale.

Ricordo la sensazione
di uno spazio che si riempie...

nella sua vibrazione,
che era sia quando cantava,

ma anche
come tipo di presenza,

come tipo di carisma...

Ma t' 'e ddice
'stu mare pe' mme!

Che ore sono, per favore?

Si', si', la sua paura

prima di entrare in scena
era proprio palpabile,

e anche sentire
quanto avesse bisogno di noi.

Persone amate,
che lo amavano insomma, su cui

confidava...

pero', a casa, c'erano
momenti in cui mi mancava.

Serata in onore
di Luciano Pavarotti

Giuliana... lei incomincio'
a 15 anni, ad avere...

a non riuscire piu' a comandare
i propri movimenti.

La portai qui a Modena
da degli specialisti...

i quali non capirono
assolutamente nulla di questa malattia.

E' una malattia che causa
una paralisi progressiva.

Quindi inizi a perdere forza
nelle grandi masse muscolari...

e poi, muori per soffocamento.

Io e Luciano
avevamo presi i contatti

con un neurologo
del Presbyterian Hospital di New York.

E immediatamente
fu ricoverata e... operata.

E fu vicino a Giuliana
in modo incredibile.

Per stare vicino a sua figlia,

cancello' tutte le recite,

tutti i concerti e tutte
le opere che aveva in quel periodo.

Lui aveva avuto le critiche.
Non aveva nessun problema...

Non ascoltava i critici,
non ha mai letto una critica.

E poi, fortunatamente
guari' e...

si risolse tutto
per il meglio.

Fu un miracolo, senza dubbio.

Da allora, le dico: "Cara, la vita
e' la cosa piu' importante che hai.

"Si ricomincia".

Sei proprio una bella ragazza.

A quel tempo, lavoravo
alla PolyGram,

che era una delle piu' grosse
case discografiche al mondo.

E comprammo la Decca Records.

E Pavarotti era una delle loro
maggiori risorse.

Quasi subito, ci accorgemmo che
Pavarotti aveva inciso per altri,

mentre era sotto contratto
esclusivo con la Decca.

E mi fu chiesto di andare
a dirgliene quattro.

Nella compagnia ero solo
l'ultima ruota del carro

ed era anche la prima volta
che incontravo il maestro.

Cosi', fui alla sua stanza
al Savoy, bussai alla porta

e mi disse:
"Ah, avanti. Si accomodi".

Io ero, ovviamente,
piuttosto intimidito.

Gli dissi: "Maestro,
sono venuto a rimproverarla".

Mi rispose: "Cosa, cosa?
Perche'?".

Dissi: "Be', non ha inciso
per qualcun altro?".

Rispose: "Si', si',
per la societa' di mia moglie.

"Faccio bei dischi per loro".

- Dico: "Non le e' permesso".
- E lui: "Come sarebbe?".

Io dico: "Perche' con noi
ha un contratto esclusivo,

"e puo' incidere solo
e soltanto per la Decca,

"e nessun altro."

"Cosi', e' questo il significato
di 'esclusivo'?".

Dissi: "Si', e' cosi',
non puo' farlo. Non deve".

"Ah, - mi disse -
la vita e' cosi' breve".

Tornai alla Decca, dove tutti erano
ansiosi di sapere che avesse detto.

- "Che ti ha detto?".
- E io: "Che la vita e' molto breve"

"E tu?".

"Non ho potuto dirgli niente,
perche' aveva ragione".

Cosi' comprammo la casa discografica
della moglie per una somma modesta

e lui, la moglie
e tutti, ne fummo felici.

Fu una lezione di vita.

Le persone che ti inducono

a capire la differenza
tra la vita lavorativa

e la vita vera, sono rare.

La donna e' mobile

Qual piuma al vento

Muta d'accento

E di pensier...

Negli anni '80, inizio' a lavorare
con un promoter ungherese: Tibor Rudas,

e tutto via via si ingiganti'.

Fui il vice presidente del primo
casino', aperto ad Atlantic City.

Vi creai un teatro e
ingaggiai, praticamente,

tutti gli artisti contemporanei
noti negli Stati Uniti.

Sinatra,

Diana Ross…

Tutti.

Era buffo, perche' il manager
era di fatto Herbert Breslin,

che non ti lasciava
fare nulla.

E poi, Tibor Rudas
che lo lanciava nelle arene

e voleva facesse di tutto.

Pavaroti e' favoloso!

Tibor fece carriera
con Luciano,

portandolo negli stadi,

nelle varie capitali del mondo.

Improvvisamente, durante il mio
rapporto appena iniziato, con Breslin,

ricevo una telefonata
da Tibor Rudas:

Mi disse: "Qualsiasi cosa tu faccia,
da adesso, lavori per me, capito?".

Risposi: "Va bene".

Con l'arrivo di Tibor cambio'
l'intero panorama finanziario.

Nell'evoluzione della carriera
di Luciano fu un momento importante.

Si espandeva.

Tutto venne finalizzato
a far presa sulle masse.

E' importante ricordare che
c'e' una notevole tradizione

di stelle dell'opera, quali
famosi intrattenitori popolari.

Le star dell'opera di allora
erano le star del cinema di adesso.

C'e' un rapporto diretto.

Cosi', Pavarotti raccoglie
una tradizione,

molto ben rappresentata
da Enrico Caruso, ad esempio,

che fu il primo e una delle piu'
grandi star discografiche della storia.

Si', comm'a nu sciorillo

Tu tiene na vucchella...

Caruso era un tenore incredibilmente
popolare in tutto il mondo,

capace di attirare centinaia
di migliaia di persone,

solo per intravederlo un attimo,
non dico per vederlo esibirsi.

Pavarotti fu il Caruso
del suo tempo.

Infine, questa sera:
l'opera in Cina.

Il grande tenore italiano
Pavarotti.

Jim Laurie della ABC,
da Pechino.

La Western Opera Company
non era mai stata in Cina.

Sopraggiunge l'imponente
figura di Luciano Pavarotti,

nel suo primo tour
in Cina.

Tre settimane in cui
familiarizzare con i cinesi.

Sono molto felice di essere qui.
E' un'assoluta novita' per tutti noi.

E specialmente spero
che al pubblico piaccia.

Mao Zedong si era ritirato
dalle scene non molto tempo prima.

E Luciano affascino' tutta
la compagnia dell'opera,

la stampa, tutti quanti.

I cinesi non avevano una tradizione
di musica classica.

Era del tutto estranea
alla loro cultura.

Ero un bambino, ed ecco che
all'improvviso arriva questo

meraviglioso italiano,
un tipo grande e grosso,

ma con un fantastico sorriso.

Posso dire che, quando Pavarotti
sorride con quel suo...

fazzolettone bianco,

il mondo intero lo accoglie.

Prima della sua visita,
sapevamo chi era Pavarotti, ma...

non sapevamo molto dell'opera.

Senza dubbio, fu lui
a fornire al pubblico cinese

il primo stimolo
alla comprensione dell'opera.

"Si puo' signore signori!"
Pagliacci - R. Leoncavallo

Le lacrime che noi versiam
son false!

E parlato.

Le lacrime che noi versiam
son false!

Degli spasimi
e de' nostri martir

Non allarmatevi!

Di carne e d'ossa,

e che di quest'orfano mondo

Al pari di voi...

Nel 1986, in Cina,

avevo appena
compiuto 30 anni.

Luciano era ancora sposato,

e sapevo di dover fare una pausa
nella mia relazione con Luciano.

E cosi', ruppi.

Fu un momento doloroso
per tutti e due.

Non parlai con Luciano per anni,
dopo aver preso la mia strada.

A quell'epoca,
alla fine degli anni '80

Pavarotti e' la figura
piu' famosa nel mondo dell'opera,

degli ultimi 50 anni.

Ma, durante gli anni a venire,

Luciano non fu piu'
orientato verso l'opera.

Lo vedevo come...

un po' confuso.

Portava su di se'
un enorme peso,

ossia una grande carriera
e molte responsabilita',

ma poca chiarezza su dove
tutto cio' lo avrebbe portato.

Tutto era davvero
molto difficile.

Ma dovevo lo stesso andare in scena
ed esibirmi, la sera, per il pubblico.

Mi dipingo di bianco la faccia,
come il pagliaccio.

Mi vedo allo specchio...

e mi dico: "E' la vita.

"Devi uscire...

"devi ridere...

"anche se
con la morte nel cuore.

"Devi cercare di rallegrare
il pubblico come ogni sera".

"Vesti la giubba"
Pagliacci - R. Leoncavallo

Tramuta in lazzi

Lo spasmo ed il pianto

In una smorfia

Il singhiozzo e ‘l dolor.

Ridi, Pagliaccio

Sul tuo amore infranto!

Ridi

Del duol,

Che t’avvelena

Il cor.

Come puoi stare
davanti al pubblico

e dire qualcosa,
se non ci credi?

Non ci sono bluff
in questa professione.

Non si gioca a poker,

ma a scacchi.

E se perdi non ci sono scuse.

.

.

Jose' era un tenore
molto giovane.

E i dottori gli dissero
che aveva la leucemia.

Cosi', passo' un anno
lontano dalle scene.

Jose' Carreras, uno dei cantanti
piu' popolari al mondo,

fu sottoposto per 10 mesi
a terapia intensiva a Barcellona

e in una clinica
specialistica a Seattle.

Luciano mi chiamo'
all'ospedale di Seattle.

"Maestro...", mi ha sempre
chiamato "maestro",

"Maestro, come ti senti?

"Rimettiti presto, altrimenti
resto senza concorrenza".

Dopo questo, ebbi l'idea
che avremmo potuto fare un concerto

che mi facesse
tornare in scena.

A quel tempo, tutti e tre

vivevamo nello stesso edificio

a Central Park South,
e avevamo un amico in comune,

Venne da Luciano
e da me e ci disse:

"Che ne direste
di fare un concerto con Jose'?

L'idea era, visto che
ai tre tenori piaceva il calcio

e i Mondiali erano
in svolgimento,

di portarli li',

la viglia delle finali,
e tutti sarrebbero stati d'accordo.

Luglio a Roma e' lo scenario
dello storico concerto.

I tre tenori piu' grandi del mondo
sullo stesso palco, insieme.

Luciano Pavarotti,
Placido Domingo

e Jose' Carreras, che di recente
fu ammalato gravemente.

Finire cosi'! Finire cosi'.

Mi pare... piu' o meno
e' cosi', no?

Pensavo avrebbero discusso
su chi avrebbe cantato quali arie.

C'e' un ampio repertorio.

Cosi', tutti provammo
sul posto.

Ochi ch‘rnye,

"Ochi ch‘rnye"
Canzone popolare russa

Ochi strastnye...

Uno suggeri':

"Perche' non canti questa
che io canto quella?

E non ci fu mai
alcuna discussione.

Kak lyublyu ya vas,

Kak boyus' ya vas...

Cosi' ci siamo suddivisi
i vari... i vari pezzi...

per scegliere...
tra i piu' tristi... e via dicendo.

Ochi ch‘rnye, ochi strastnye,

Ochi zhguchie i prekrasnye.

Kak lyublyu ya vas,
kak boyus' ya vas,

Znat' uvidel vas
ya ne v dobryj chas.

Stare insieme sulle scene, credo sia
un buon modo per conoscere qualcuno.

Conosci la determinazione, le paure,
con cui contribuisce... all'esecuzione.

"O sole mio"
Canzone napoletana - Di Capua<

Che bella cosa
na jurnata 'e sole

Una volta sul palcoscenico,
li' si', c'era la competizione.

Era come: "Quello che farai,
posso farlo meglio".

Pe' ll'aria fresca
pare gia' na festa

Che bella cosa
na jurnata 'e sole

Ma n'atu sole

Cchiu' bello, oi ne'

Era cio' che sentivamo
in quel momento, no?

"Cavolo, che meraviglia
di frase!

"Ora, lasciane una a me".

Sta 'nfronte a te

Ma n'atu sole

Cchiu' bello, oi ne'

Fu fantastico dal punto
di vista artistico,

ma da quello personale,
mi creda, anche migliore.

'O sole, 'o sole mio

Sta 'nfronte a te

Sta 'nfronte a te!

Avremmo lasciato a Luciano
"Nessun dorma",

perche' era
la sua aria distintiva...

Ma finimmo il programma
e non c'era piu' musica.

Non sapevamo che fare,

cosi', dico a Luciano:

"Perche' non cantiamo
'Nessun dorma', insieme?".

E facemmo questa versione...

che fu una cosa
davvero molto speciale.

"Nessun dorma"
Turandot - G. Puccini

Che ti fa mia

Dilegua, oh notte!

Tramontate, stelle!

Tramontate, stelle

All'alba vincero'!

Vincero'!

Vincero'!

Difficile esagerare
l'impatto che ebbe:

fu come uno tsunami.

I Tre Tenori in concerto
1994

"I Tre Tenori" li trasformo'
nel gruppo piu' famoso al mondo.

D'un colpo, i dischi di musica
classica divennero i piu' venduti.

I Tre Tenori toccano
il tasto giusto con il pubblico

Casse piene dopo i concerti
dei Tre Tenori.

Rudas gesti' I Tre Tenori
a livello mondiale.

Dopo questo,
le cose esplosero.

A questo punto, Breslin
era gia' stato accantonato.

Rudas era lo Svengali
dietro a tutto.

Pavarotti divenne

una rock star
a livello mondiale.

Una spanna sopra a tutti.

O questo, o niente!

C'erano volte
in cui faceva il difficile.

Aveva momenti in cui scalciava
e urlava "Non voglio farlo!".

Per favore, per favore...

- Andiamo avanti. Solo la mia parte.
- Va bene.

Lui si era abituato ad avere tutto,
se avesse chiesto il latte di gallina,

probabilmente avrebbero
anche munto una gallina.

Ci fu un uragano terribile a Londra,
e moltissimi alberi furono abbattuti.

Mi incontrai con quelli
della Royal Parks Authority,

e dissi: "Ci piacerebbe
fare un concerto con Pavarotti".

E suggerii che
i proventi del concerto fossero

impiegati a impiantare nuovi
alberi al posto di quelli abbattuti.

La cosa ando' benissimo.
E piacque molto.

Qui vediamo Luciano Pavarotti
che pianta un albero,

per il Prince of Wales'
Royal Parks Tree Appeal.

Stasera,
i principi Diana e Carlo,

insieme a circa
250.000 persone,

celebreranno il 30o anniversario
del debutto professionale di Pavarotti.

Vennero molti della famiglia reale,
e quasi tutti i ministri.

Fu un evento con una valanga
di gente famosa.

Il giorno del concerto,
apro la finestra e vedo che piove.

Allora dico al mio agente:
"Torniamo a casa, non verra' nessuno".

Era come se dal cielo qualcuno
tirasse secchiate d'acqua senza fine.

Ma eravamo in Inghilterra e...

ovviamente,
gli ombrelli non mancavano.

Il maestro arrivo'
alla seconda aria.

Con gli ombrelli aperti
quelli dietro non ci vedevano.

Si misero a gridare
e a fare rumore.

Mi precipitai
sul palcoscenico,

presi il microfono,
e dissi:

Non potreste chiudere
gli ombrelli?

Siamo tutti bagnati.
Divertitevi. Molte grazie.

E la prima a farlo
fu la principessa Diana,

che da dietro aveva uno
che le teneva l'ombrello.

Gli disse: "Chiudi l'ombrello".
Cio' ebbe un effetto domino su tutti.

Tutti chiusero gli ombrelli
e il concerto prosegui'.

La prossima aria...

la prossima aria e' dalla stessa opera
che ho appena cantato. "Manon".

Il titolo dell'aria e':
"Donna non vidi mai",

che significa:
"Non ho mai visto una donna cosi'".

E con il suo permesso,

vorrei dedicarla a lady Diana.

"Donna non vidi mai"
Manon Lescaut - G. Puccini

Donna non vidi mai

Simile a questa

Da dirle: "Io t'amo"

A nuova vita
l'alma mia si desta

Manon Lescaut mi chiamo

La connessione stabilitasi
tra i due fu qualcosa di magico.

Come uscita
da un racconto di fate.

Deh, non cessar!

Deh, non cessar!

Accompagnai la principessa
Diana al camerino...

si sentivano risatine tra i due.
Fu davvero buffo.

La famiglia reale partecipa a molti
eventi, ma di rado alle cene seguenti.

Invitai, comunque la principessa
Diana a unirsi a noi,

e con grande sorpresa
di tutti, accetto'.

A cena, il maestro si sedette
a fianco della Principessa

e andarono subito d'accordo.

Divennero molto amici.

Tutti e due avevano
un gran senso dell'umore.

Decisero di fare cose insieme

e, conseguentemente, facemmo
un concerto per la Croce Rossa.

Nel 125o anniversario
della Croce Rossa inglese

D'improvviso, non si tratto' piu'
di carriera, ma di beneficienza.

Le sue finalita' cambiarono.

Era sempre stato generoso,
ma divenne un'ossessione,

cio' che avrebbe
potuto fare per gli altri.

Anch'io sono tuo figlio

Non voleva solo
fare della carita'

Voleva sapere se si costruiva
una scuola o un ospedale...

Sempre era circondato
dai bambini nelle comunita'.

La bonta' emanava da lui...

Come se: "Sono a un punto
della mia carriera, in cui

ora, questo lo posso fare".

Le lacrime
di Luciano Pavarotti.

Un'emozione mai vissuta
sulle scene.

Ma il luogo in cui recita oggi,
senza script o libretto o la sua voce,

e' una scena particolare: il centro
trapianti di midollo di Pesaro.

Pavarotti e' circondato da molti
bambini di tutto il mondo.

Qui, concludono il loro lungo
viaggio della speranza.

Qui si sconfigge
una rara malattia del sangue

con un trapianto
che ha reso questo centro

uno dei piu' qualificati
al mondo.

La visita di Pavarotti coincide
con la consegna di un assegno

di 300.000 dollari
alla fondazione.

E' il primo atto
di un progetto cui seguira'

un concerto di beneficienza
del Pavarotti International a Modena.

Un pomeriggio, ricevo
una telefonata da Rudas che mi dice:

"Pavarotti vuole che i tuoi
artisti rock suonino con lui,

"nella sua fattoria, a Modena,
e tu dovrai pagare".

"Pronto?".

Rudas mi richiamo' e mi disse:
"Vuole fare un concerto.

"L'idea non e' mia. E' il tuo mondo.
Occupatene tu, e pagalo".

Dissi: "Di che stai parlando?".

Facemmo beneficenza
con cantanti pop, a Modena.

Mi ha sempre reso
molto felice farlo.

Ogni anno, si incarico' della gestione
di questo concerto di beneficenza.

Grazie. Grazie.
Buonasera, signore e signori.

Non voglio andare oltre
perche' non sono un presentatore.

Speriamo di fare
buona musica e di divertire tutti.

Si presentava quel giorno, non molto
sicuro di cosa sarebbe successo.

E credo che a volte non sapessero
chi sarebbe arrivato il giorno prima,

o se ci sarebbero state prove.

E non sarebbe
mai iniziato in tempo.

Ma aveva comunque
un che di magico.

Per me, fu molto difficile.

Non riesco a mettere insieme
"pop" e "cantante d'opera".

No, mai.

Allora, Luciano non era piu'
concentrato sull'opera.

Ci furono critici sconcertati e
il mondo dell'opera rimase freddo.

Il pubblico non trae beneficio
dalla beneficenza di Pavarotti

All'epoca, ricevetti
molte critiche dalla gente.

Forse non capiscono,

Cimentandosi nel proibito

o forse mi vogliono pugnalare.

Perche' il grande tenore insista
nel fraternizzare con le pop star

E te lo dico con tutte
le mie forze, non me ne importa.

nessuno lo sa.

I concerti del Pavarotti
and Friends, divennero ogni anno

sempre piu' importanti
nella sua vita.

E, dopo la prima volta,
entro' in scena Nicoletta.

Il primo giorno in cui ci conoscemmo
fu praticamente qui, dove siamo.

Ero molto giovane. Avevo 23 anni
e studiavo scienze naturali.

E, come molti studenti,
durante l'estate,

cercavo sempre lavoretti
qua e la', per pagarmi gli studi.

Nicoletta lavorava in uno spettacolo
equestre e non conosceva l'opera.

Non credo le piacesse molto,
ma la chimica tra loro fu magica,

fin dall'inizio.

Luciano, fin dall'inizio,
mi disse

che la sua precedente relazione
era finita da molto.

Quindi, non mi sentii
mai in colpa.

Non ho mai sentito di essere
la ragione di... di qualcosa.

All'inizio, dicemmo a tutti
che ero la sua assistente.

Ma, non era vero.

Non e' facile avere
una relazione con un uomo

di 34 anni piu' vecchio.

Fui attaccata con forza.

Ma... Luciano fu
il mio grande difensore.

Mi protesse sempre.

Poco dopo aver cominciato
la nostra relazione,

seppi di avere
la sclerosi multipla.

E quello, per noi,
fu un momento molto difficile.

Gli dissi: "Sai, credo
di non poter piu' stare con te".

Fu incredibile, perche'
mi disse qualcosa

che ancora adesso mi fa piangere.
Mi disse: "Sai?

"Fino ad ora ti amavo,
ma d'ora in poi, ti adorero'".

"Una furtiva lacrima"
L'Elisir d'Amore - G. Donizetti

Una furtiva lagrima...

"Staremo insieme
e lotteremo contro la malattia".

Negli occhi suoi spunto'

Questo fa l'amore:
ti fa sentire meglio

Quelle festose giovani

Invidiar sembro'.

Che piu' cercando io vo'?

Che piu' cercando io vo'?

M'ama!

Si', m'ama.

Lo vedo.

Lo vedo.

Disse: "Ora devi
vedere la tua malattia,

come un'opportunita', non come
qualcosa di brutto che ti e' successo.

Credo abbia avuto questa visione
della vita fin da giovanissimo.

Dopo la guerra,
quando aveva 12 anni,

ebbe una forma di tetano,
dal tanto giocare all'aperto.

Ne e' quasi morto.

Rimasi in coma
per due settimane.

E sentivo sempre le persone
che venivano a trovarmi, dire:

"Be', e' arrivato il prete".

Percio', sono un ottimista.

Quando uno esce
da un'esperienza del genere,

diventi un sopravvissuto.

In un tale momento drammatico,
c'e' chi si direbbe...

se dico: "Ce la faro'.

"Godro' della vita,

"godro' del sole, del cielo,

"dell'albero, di tutto".

Luciano mi disse:
"Ora, quando vedrai un tramonto,

"lo sentirai veramente
dentro di te".

E aveva ragione, perche'
cambia persino la percezione

delle cose importanti della vita.

Smetti di fare drammi
per le piccole cose,

perche' sai che
non sono veri problemi.

Capisci che
devi sentirlo e viverlo.

Nicoletta e' una persona
molto intelligente, e ando' avanti.

Fu fondamentale
per il Pavarotti and Friends.

Dopo il secondo concerto,

Luciano invito' molti
musicisti del mondo pop.

Ma io voglio che sia
piu' grande.

Cosi' iniziai con la band
che amo piu' di tutte.

Luciano comincio' a chiamare
casa mia, a Dublino.

Pronto?
Sono Pavarotti.

Hai Luciano Pavarotti, il piu' grande
cantante del mondo, mai esistito,

che ti chiama a casa
per scrivere insieme una canzone.

Chiamammo Bono mille volte.

Divenne amico
della governante di Bono,

perche' era italiana.

Ebbe modo di conoscere Teresa,
la nostra governante.

Chiamava e diceva:
"Dio e' a casa?".

Era una tecnica di umilta',

che, ovviamente,
e' un trucco molto furbo.

Della nostra governante
fece una sua consigliera.

A colazione, a cena,
e all'ora del te', chiedeva:

"Avete finito
la canzone per lui?".

Bono gli disse: "Non ho nessuna
canzone, non ne ho idea".

E Luciano gli rispose:
"Dio ti ispirera'".

Ricordo che si avvicinava
la Pasqua, ed egli disse:

"Ah, Dio gli cantera' qualcosa".

E mi svegliai con la melodia.

Insomma, e' davvero
successo cosi'.

Mio padre mi aveva
fatto amare l'opera,

cosi'... immaginai...

fosse mio padre, Bob,
che cantava sotto la doccia.

E poi, entro' Edge.
Anche suo padre e' tenore.

E disse: "Gia', ma vorra'
anche delle note alte".

Poi, scrivemmo la canzone
e la incidemmo.

Pensavamo fosse finita li',
dargli solo la canzone.

Oh, no, era solo l'inizio.

Quindi, comincio' a sollecitare
Teresa, la nostra governante:

"Devono venire a Modena.
Ora, devono suonarla.

Gli spiegai che non potevamo
suonare a Modena.

La band non poteva farlo.
Eravamo in studio, allora.

Prima che potessi dire di no,

mi disse: "Be', senti,
sto venendo allo studio".

E io: "No, siamo a Dublino",
e lui: "Sono a Dublino".

Cosi', bussano alla porta.

Arriva con una dannata...
troupe televisiva,

a dirmi: "Adesso, potete dire
alla gente che venite".

Come potevo dire di no?
Non potevo e lo sapeva.

- Benvenuto a Dublino.
- Molto lieto. Grazie.

Questo e' Brian.

- Salve, Brian, ciao.
- Ci conosciamo.

Ci siamo gia' incontrati.

E' vero che la canzone
e' su Sarajevo?

E' vero che il maestro, qui,
mi sta perseguitando e...

ed e' stato qui in spirito,
in questo palazzo...

molto prima
di arrivarci di persona.

E abbiamo composto un pezzo
dal titolo "Miss Sarajevo".

Speriamo di es...
Lo eseguiremo a Modena.

- In che data?
- Il 12 settembre.

Luciano e' un grande campione
nel braccio di ferro emotivo...

E spezzera'
il tuo dannato braccio.

Cosi', ovviamente,
siamo finiti a Modena.

Prima esecuzione
di "Miss Sarajevo"

Pavarotti and Friends

Concerto per i bambini
della Bosnia

E' l'ora di prendere
le distanze?

L'ora di distogliere gli occhi?

L'ora di abbassare la testa?

Per proseguire la tua giornata?

Eccola, arriva

Le teste si girano

Eccola, arriva

Sarajevo, Bosnia e Erzegovina
1994

Per prendersi la corona...

Mi ricordai di me, quando qui
bombardavano, durante l'ultima guerra.

La mitragliatrice.

La guerra, i rumori
per tutta la notte.

Vedere gli impiccati...

- Ne ha visti?
- Oh, si'.

Non dico tutti i giorni,
ma quasi.

Era davvero scioccante
per un bambino.

Dici che come fiume,
come fiume

L'amore giungera'

L'amore

E non so piu' pregare...

Era scosso dall'ingiustizia,

e la guerra lo feriva
profondamente.

Percepiva che...

che era meglio usare
quest'altro modo

per cercare di fare qualcosa.

Voleva andare in Bosnia
ad aiutare i bambini.

Portare loro una speranza
per il futuro.

Perche' Luciano
era stato uno di quei bambini.

Cercavamo di fare qualcosa,

Una specie
di conservatorio musicale,

in cui i bambini potessero
andare a cantare. Era importantissimo.

Questo e' per la Bosnia.
Per i bambini della Bosnia.

Grazie.

Bono! Bono! Bono!

Andavamo tutti gli anni alle Barbados,
per un mese. Erano le nostre vacanze.

Quello fu un brutto momento,

perche' fu allora che
fu resa pubblica la nostra relazione.

Tutto nasce da un bacio

In ogni opera italiana
c'e' una "scena madre".

La scna drammatica in cui
l'eroe affronta una possibile tragedia.

In questi giorni, a Modena,
quasi tutti

hanno qualcosa da dire
sulla "scena madre" di Pavarotti.

E su come si risolvera'.

A me fa schifo.

Perche' a 60 anni
non si dovrebbero fare queste cose.

Be', era il cattolico piu' famoso
nel paese piu' cattolico che ci sia.

A quel tempo, il divorzio
era una cosa impensabile.

Cosi', vi avrebbero speso
un bel po' di carta.

In Italia, questa storia
appassiono' per anni.

Oggigiorno, non ci sono
veri matrimoni.

Un uomo ha 4 o 5 mogli.
Non c'e' piu' rispetto.

Non l'hai capita? Eh

Cosi', purtroppo,
all'inizio, mi sono dedicata

a dimostrare
che non era cosi'.

Avrei dovuto dirmi:
"Perdi il tuo tempo,

"continueranno
a pensare che e' cosi'".

Avevano...
avevano parlato di...

tanti tradimenti
che lui aveva fatto.

Pero', non ho mai
voluto crederci.

Quando una ha dei sospetti...
lui giurava e spergiurava, ecc. e...

ho capito dopo
che h giurato il falso.

E, mentre la signora Pavarotti
e' barricata in casa,

l'avvocato dice che
cio' che si augura la famiglia

e' che Luciano
si stanchi di tutto.

Ho capito, io,
come il resto della mia famiglia,

che la nostra vita era stata
diversa da quello che pensavamo.

Semplicemente,
io ho voluto capire.

Io ho voluto chiedergli delle cose
e lui mi ha detto... li' mi ha detto:

"Sono cose che
riguardano solo me e mamma",

ma io ho detto: "No,
hanno rigurdato molto anche noi".

E dunque, e' stato
un allontanamento, sicuro, in parte.

Dopo il divorzio,
soprattutto nella nostra citta',

l'opinione pubblica
verso di lui era cambiata.

Lui... aveva sempre
cercato di crearsi

un'immagine
di famiglia perfetta,

in Italia, per cui
era caduta quest'immagine

di... non solo
di cantante eccelso...

Era brutto,
perche' io soffrivo,

ma mia moglie soffriva di piu'.

Ma capiscono
che mi sono innamorato.

Fu ripreso molto severamente
come Pavarotti pop star, e ora,

per essersi innamorato,
lo fu di nuovo.

Ma stava confessando
la propria umanita'.

La grandiosita' della sua voce
mascherava completamente

il fatto che potesse
essere estremamente umile.

Per me, fu uno shock.

Finimmo col diventare
grandi amici.

E poi, lei resto' incinta.

Pensai: "Wow!".

L'incredibile fu che erano
dei gemelli. Eravamo felicissimi.

Una doppia felicita'.

La gravidanza
fu molto complicata.

C'era una specie di tumore
detto 'molare'.

Il medico disse... in America
il medico disse di rinunciare.

Niente da fare.

Cosi', trovai un medico in Italia
che disse: "Nel mondo ci sono solo 5

"casi come questo,
e sono tutti finiti male".

Gli dissi:
"Ci voglio provare lo stesso".

Alla fine, ebbero due gemelli.

Ovviamente... e purtroppo
cio' che accadde...

fu che persero Riccardo.
Nacque morto.

Abbiamo perso mio figlio.

E' un giorno molto triste.

Ma abbiamo Alice
che e' una benedizione.

L'amore che potevamo
avere per tutti e due e'...

per lei.

Certo, all'inizio
fu incredibilmente difficile

Era piccolissima!

Da quando era nata...

si aggrappava. Era forte.

Alice, Alice, Alice, Alice...

"A vucchella"

Si', comm'a nu sciorillo

Tu tiene na vucchella
nu poco pocorillo

Appassuiliatella.

Ricordo il matrimonio.

Gli abitanti dell'Emilia
sanno bene come godersi la vita.

Il Vaticano gli proibi'
di sposare Nicoletta in chiesa.

Quindi, ovviamente, si sposarono
in teatro, nella casa dell'opera.

E Alice divenne il suo angelo.

Filmai ogni piccolo dettaglio,

perche' era la nostra gioia

e perche' l'avevamo attesa
per cosi' tanto tempo.

Mesi prima di avere Alice,

Luciano divenne nonno
per la prima volta.

Per lui era importantissimo
avere una famiglia unita.

Per cui, insomma, ci sono stati
degli allontanamenti, dei momenti

in cui ci siamo visti meno,
sicuramente mi ha riavvicinato

la nascita di mia figlia.

Perche' tutte le nascite
avvicinano.

Tutto cio' che era successo
non poteva essere una fine.

Dovevamo
ricominciare a vivere.

Chiese di poter vedere Dea
e dissi, be'...

e' un tuo diritto, vieni.

E' ovvio che il tempo
seppellisce queste cose

e ti fa vedere la relta',
la persona che e' stata.

E' stao una persona
simpatica, umana, generosa,

e soprattutto un cantante...

e penso che per questo sia
ad un altro gradino piu' in su.

Imparai ad amare la gente.

Ma non puoi dire "imparai"
perche' ci nasci con questo dentro.

Ma continuo a credere
ciecamente in ognuno...

- e...
- Anche oggi?

- Certo, perche'?
- Sei fiducioso?

Scherzi?

Non potrei esistere
se non credessi nelle persone.

Ricordo che Nicoletta
mi chiamo'.

Incontrai Pavarotti
che mi disse:

"Voglio fare 40 concerti
in giro per il mondo".

"Non c'e' fretta.

"Voglio aprire una scuola.

"E tornare al teatro d'opera.

"Sei stato per molto tempo
al mio fianco,

"e non mi hai mai deluso.
Non comincerai adesso, no?".

Gli dissi:
"No, sara' fantastico".

Pavarotti, al suo meglio,

era un fantastico,
illustre cantante.

Seppe gestirsi a lungo,

oltre il suo periodo di massimo
splendore, pur in ruoli poco adatti.

Sai, la voce era interessante,
ma e' che...

la sua voce non brilla
come una volta

E' arrivato a tutti i do di petto,
ma con un po' di difficolta'.

Si e' sforzato al massimo, ma non e'
andata come lui e io avremmo voluto.

Qualcuno mi disse:

"Oh, no. Lo vidi ai bei tempi.
Era tutta un'altra cosa".

Io penso:

"Non sai niente di niente, no?
Non sai niente del canto".

La ragione per cui e' grande

e' che quei pezzi
li ha vissuti,

e lo puoi sentire in ogni
incrinatura della sua voce.

Devi spezzarti il cuore ancora,
e ancora, e poi ancora, per cantarli.

Mi fa veramente incazzare
che la gente non se ne accorga.

Perche' questi sono pezzi
super conosciuti.

Cosa puoi ancora metterci?

La sola cosa che ancora puoi
metterci e' la tua vita intera:

la vita che hai vissuto,
gli errori che hai commesso,

le speranze, i desideri... questo,
tutto questo arriva a travolgere...

l'esecuzione.

"E lucevan le stelle"
Tosca - Puccini

Ed olezzava la terra

Stridea l'uscio dell'orto

E un passo sfiorava la rena

Entrava ella fragrante...

Stavo dirigendo... Tosca

e non dimentichero' mai Luciano
che cantava nel ruolo del nobile eroe.

Mi cadea fra la braccia...

Nel finale dell'opera,
Cavaradossi...

sa che morira'.

Svani' per sempre
il sogno mio d'amore

L'ora e' fuggita

E muoio disperato

E muoio disperato

E non ho amato

Mai tanto la vita!

Tanto la vita.

La star dell'opera, Luciano
Pavarotti, e' in ospedale.

L'anno scorso, i medici gli hanno
trovato un tumore al pancreas,

per i quale fu operato
a New York.

Il portavoce dice che Pavarotti
e' stato ricoverato all'ospedale

della sua citta', in Italia,
due giorni fa,

ma non ha parlato
delle sue condizioni.

Pavarotti ha 71 anni.

Non lo sapevamo,
ma era gia' malato.

Non smettevo di piangere
e lui cercava davvero...

di dirmi che tutto
sarebbe andato bene.

Perche' lui... lui era cosi'.

Credeva,
credeva nella vita.

Inizialmente non sembrava
che fosse una cosa cosi' grave.

E siamo partite subito, pero',
insomma, e' stata una cosa fortissima.

L'abbiamo trovato in coma per cui
e' stata una cosa... molto molto forte.

E sicuramente,
dopo, li'... invece...

La sensazione
di non voler perdere...

piu' tempo,
senza stare insieme,

insomma,
e' stata molto forte. Scusate.

Giuliana mi disse
che il padre era in ospedale.

Presi un aereo
e andai a visitarlo.

Cio' che mi rese molto
triste a proposito di Luciano

era che si sentiva tradito.

Era furioso.

Da poco aveva sposato Nicoletta

e avrebbe lasciato
lei e la figlia da sole.

Nostra figlia era piccolina.
Aveva 4 anni e mezzo.

Gli chiedevo sempre:

"Perche' non scrivi
qualcosa ad Alice?".

Mi rispose: "No,
perche' se scrivo qualcosa,

"restera' con quello
per tutta la vita,

"e non sara'
capace di parlarmi.

"Non va bene. Dev'essere libera,
completamente libera.

"Non voglio imporle niente.
Dev'essere libera".

Io andai a trovarlo in ospedale.
Ormai era messo male.

Quando arrivai, dice:

"Sei sempre bella,
pero' hai 10 chili in piu'".

E infatti, aveva ragione,
perche' quando ci conoscemmo,

io pesavo 10 chili
meno di adesso.

Eh, io gli preparai un piatto
di spaghetti alla napoletana,

che era il suo piatto preferito
e lo imboccai

perche' non riusciva piu'...
si', era in condizioni...

molto brutte.

E come Pavarotti uomo?

Come Pavarotti uomo, vorrei essere
stato un bravo marito, un bravo padre

e...

un compagno...

per tutti quelli che sono i miei amici,
le persone che mi circondano.

Quello che mi scoccia un po'

e' che forse non ho potuto
essere il padre che volevo essere.

Tutto li'.

E poi, vorrei che
tu fossi sempre innamorata di me.

Se non lo sei piu', domani ti...
se non stai con me.

A mio padre
non piaceva ascoltarsi.

Era abbastanza spaventato
dall'ascoltare la sua voce registrata.

Invece, quando era malato
e non stava cantando piu',

fece ascoltare,
a me e a Cristina,

la registrazione
di un concerto con John Wustman.

Pieta', Signore

"Pieta', Signore"
Aria di chiesa - A. Stradella

Di me dolente...

Si ascoltava e diceva: "Ma...

"ero bravo!".

Sai, proprio con stupore.

"Si', eri bravo, papa'".

"Ma... canto bene!".

Ma, veramente con stupore.

Gran Dio

Giammai sia dannato

Al fuoco eterno

Al tuo rigor

Al tuo rigor.

Alla sua morte, nel 2007, Pavarotti
aveva venduto piu' di 100 milioni

di dischi e si era esibito dal vivo
per piu' di 10 milioni di persone.

Il Concorso Internazionale per cantanti
da lui fondato a Filadelfia, favori'

la carriera di numerosi
cantanti d'opera ancora in attivita'.

Creo' Centri d'aiuto in Bosnia, Tibet,
Guatemala, Kosovo, Cambogia e Angola.

Le sue iniziative raccolsero milioni
di dollari per i bambini in conflitti

nel mondo. Ancor oggi, il suo lavoro
prosegue con la Fondazione Pavarotti.

Nessun dorma

"Nessun dorma"
Turandot - G. Puccini

Nessun dorma

Tu pure, o Principessa

Nella tua fredda stanza

Guardi le stelle

Che tremano d'amore

E di speranza

Ma il mio mistero
e' chiuso in me

Il nome mio nessun sapra'

No, no

Sulla tua bocca lo diro'

Quando la luce

Splendera'

Ed il mio bacio sciogliera'
il silenzio

Che ti fa mia

Dilegua, o notte

Tramontate, stelle

Tramontate stelle

All'alba vincero'

Vincero'

Vincero'!