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UNA SERIE ORIGINALE NETFLIX

Il potere assoluto.

Andiamo… Lo sai che lo vuoi.

Solo che non sai come ottenerlo.

Ma io sì.

C'è un manuale.

Una serie di tattiche
usate dai più famigerati tiranni

per ottenere
potere di entità inconcepibile.

Ognuno a suo modo.

CONQUISTA IL POTERE

ANNIENTA GLI AVVERSARI

DOMINA CON LA PAURA

MANIPOLA LA VERITÀ

FONDA UNA NUOVA SOCIETÀ

Però… c'è un piccolo problema.

Le decisioni da prendere
non sono sempre piacevoli.

Chi ha detto che comandare sia facile?

Lo apriamo?

Cosa vi suggerisce la parola "tiranno"?

TIRANNO
1 . SOVRANO CRUDELE E OPPRESSIVO.

No… troppo semplice.

La tirannia è un governo
per chi vuole risultati.

Guardando la storia umana,
la libertà non è la norma.

Ci piace essere governati.

Nei momenti più difficili c'è il desiderio
che qualcuno si faccia avanti

e dica: "Solo io posso sistemare le cose".

I tiranni più famosi
hanno fatto proprio questo:

rivoluzionare totalmente la società.

Se li segui passo passo,

puoi farlo anche tu.

C'è il manuale della tirannia.

Se vuoi fare il tiranno,
basta seguire quei pochi consigli.

Tutto qui.

Ma prima di fare qualsiasi cosa
devi distinguerti

e afferrare le redini del potere.

È qui che inizia la nostra storia,

con il paesaggista fallito

diventato poi
l'uomo più potente del pianeta.

SETTEMBRE 1934

UN MESE DA INIZIO DITTATURA

Eccolo lì. Adolf Hitler.

Un mese dopo essere diventato
dittatore della Germania.

Quindi… come ha fatto Adolf Hitler
a diventare Adolf Hitler?

E cosa puoi imparare da lui
per la tua ascesa al potere?

*DISEGNI A CURA DI ADOLF HITLER

A 20 anni, Hitler era un artista
disincantato, al verde,

senza amici e fallito.

Una persona che lo conosceva

mi disse: "Lo trovavo
decisamente poco interessante.

Mingherlino
e dalla stretta di mano moscia".

Com'è possibile che un uomo così
abbia tenuto sotto scacco

un paese europeo di quella grandezza
nel XX secolo?

È piuttosto semplice.

Se vuoi governare,

prima devi credere di potercela fare.

TATTICA:
CREDI IN TE STESSO

I tiranni nutrono una sorta

di fiducia megalomane
nelle proprie capacità.

Devono avercela.

Spesso si considerano salvatori.

Sono spesso convinti di essere gli unici
in grado di salvare il mondo

e renderlo migliore.

In altre parole, sono speciali.

E scoprirete che Hitler
non era l'unico a sentirsi così.

Cominciamo.

Secondo la leggenda nordcoreana,
alla nascita di Kim Jong Il,

una nuova stella luminosa
illuminò il cielo,

ci fu un doppio arcobaleno,
e l'inverno diventò primavera.

Saddam Hussein sosteneva
di aver ricevuto ordine da Dio

di governare l'Iraq per sempre

e a dimostrazione di ciò citava
le volte in cui era sfuggito alla morte.

Mentre il dittatore haitiano
François Duvalier

sosteneva di essere lui stesso eterno

e che fossero stati i suoi poteri vudù
a causare l'assassinio di Kennedy.

E chi ci dice il contrario?

Ma dove trovate la fonte
di queste credenze ultraterrene?

16 ANNI PRIMA DELLA DITTATURA

Hitler affermava di aver trovato la sua
in un luogo inaspettato.

Le trincee insanguinate
della Prima Guerra Mondiale.

Un giorno, una strana voce
gli avrebbe recapitato un messaggio.

"Spostati".

Molti suoi compagni morirono sul colpo,

ma Hitler ne uscì
senza neanche un graffio.

Quando la guerra stava per finire,

Hitler e la sua unità caddero vittime
dell'iprite nella Battaglia di Ypres.

Mentre era ricoverato lì vicino,
fu un pastore a dargli la cattiva notizia.

La Prima Guerra Mondiale era finita.

La Germania si era arresa.

Per lo shock perse la vista.

Un caso di cecità isterica.

Ed fu da quella profonda disperazione

che nacque la visione
del futuro della sua nazione.

Da allora, Hitler non dubitò mai
della sua missione.

Una delle frasi famose di Hitler è:

"Cammino con la sicurezza di un sonnambulo
verso il mio destino".

Una volta determinata la missione
per la Germania, andò in automatico.

Niente lo avrebbe
distratto dall'obiettivo.

È questa la fiducia che serve
a un futuro tiranno per farsi strada.

Anche se c'è chi userebbe
un altro termine.

Il potenziale dittatore
di solito è estremamente narcisista.

Crede di essere il centro dell'universo

e che tutto debba avvenire
secondo la sua volontà.

Questo è molto diverso dalla gente comune.

Forse non è una cosa così negativa.

Ma prima di realizzare il tuo destino,

hai ancora sfide enormi da affrontare.

Tanto per cominciare,
non hai ancora seguaci.

Per avviare la tua ascesa al potere,

serve un messaggio che agiti gli animi

e ce n'è uno che non può fallire.

TATTICA:
L'INDIGNAZIONE VENDE

In un mondo perfetto, non servirebbe
la mano ferma di un tiranno,

ma guardati intorno…
la gente è arrabbiata.

E cerca qualcuno a cui dare la colpa.

Siete dei mostri terroristi!

La genialità sta nel capire
la natura del risentimento,

che è già lì,

e proporsi come soluzione a quel problema,

come colui che farà pareggiare i conti.

Vuoi che il popolo ti noti?
Il manuale è chiaro.

Dimostra che i loro nemici sono i tuoi…

INTELLETTUALI

MISERABILI

…e che tu li distruggerai.

LIBERALI

IMMIGRATI

…come hanno fatto loro.

Fin da giovane,
il leader libico Muammar Gheddafi

inveiva contro la monarchia
appoggiata dall'Occidente

che definiva corrotta

e fu accolto come un eroe
quando la rovesciò con un colpo di stato.

Kim Il Sung, padre della Corea del Nord
si distinse per aver ricordato al popolo

le umiliazioni subite
durante l'occupazione giapponese.

Così come Idi Amin

canalizzò le frustrazioni degli ugandesi
contro i colonizzatori britannici.

In Uganda li abbiamo deposti,
l'imperialismo britannico è finito.

15 ANNI PRIMA DELLA DITTATURA

Dopo la Grande Guerra, la Germania
aveva inflazione alle stelle,

disoccupazione di massa,

e una pagnotta di pane
costava una fortuna.

Nella massa dei disillusi tedeschi
c'era il trentenne Adolf Hitler,

che stava per compiere
il fatidico passo verso il potere.

Monaco di Baviera, 1919.

Hitler era un artista disoccupato
con pochi spiccioli in tasca

e opinioni molto forti
su dove si fosse sbagliato

e di chi fosse la colpa.

Hitler ottenne un lavoro
come agente segreto militare.

Come primo incarico osservò una riunione

di un gruppo antisemita di destra
chiamato "Partito dei Lavoratori".

Le direttive erano non farsi notare,
prendere appunti e fare rapporto.

Ma Hitler non è mai stato un granché
a prendere ordini.

E così sfogò anni di rabbia e frustrazione

gridando al complotto ebraico
che minacciava il fiero popolo tedesco.

Prima di andare avanti,
lascerò che sia questo signore

e spiegare la teoria del complotto
di Hitler.

Hitler sosteneva

che i finanzieri di Wall Street
e i comunisti di Mosca

facevano tutti parte
di un grande complotto ebraico.

Sembra assurdo,
ma riuscì a convincere il popolo tedesco.

Assurdo o no,
le parole di Hitler fecero centro.

Una volta membro del partito,

diventò ossessivo
nella stesura dei discorsi.

I suoi discorsi contenevano
principalmente odio.

Purificare la Germania dagli ebrei,

vendicarsi
per l'umiliazione della Germania,

di orgoglio nazionale
e rinascita della Germania.

Presto Hitler venne nominato
leader del partito e gli cambiò nome.

Partito Nazionalsocialista
Tedesco dei Lavoratori,

altrimenti detto, "i nazisti".

Finalmente un podio
da cui esprimere indignazione

e un gruppo di fedeli seguaci
che pendevano dalle sue labbra.

Molti pensarono che desse voce

a pensieri segreti
che non erano in grado di esprimere.

Perché funziona così bene?

Perché consenti alle persone
di essere sé stesse.

Il risentimento comune unisce le persone,

e ti fa stare bene
perché avverti solidarietà

e hai un leader forte

che ti guida per sconfiggere
quella minoranza

o quella minaccia dall'esterno.

Incredibile che ci voglia così poco
a incolpare altri delle proprie sventure?

COMPRATE NEI NEGOZI TEDESCHI!

Non raccontiamoci
che i tedeschi degli anni '20

fossero persone peggiori di noi oggi.

Se pensi davvero

che ci sia un nemico,

vuoi che i politici
risolvano la questione.

È facile per noi stare qui a dire:

"Io non mi lascerei mai abbindolare

dal fascino seducente
di un tiranno come Hitler".

Certo che lo fareste.

Ma per ottenere il potere assoluto,

serve di più di un messaggio convincente.

Serve anche il messaggero.

Lasciati guidare dal manuale.

TATTICA:
SII UN UOMO DEL POPOLO

In quanto tiranno,
il tuo diventerà il volto della nazione

e il modo in cui lo presenti

dipenderà solo da te.

In questa fase iniziale,

il manuale dà consigli precisi
su come lavorare all'immagine.

Mostra al popolo che sei uno di loro.

Qualche esempio?

Il dittatore Benito Mussolini

si definiva orgogliosamente
un "uomo del popolo",

citando spesso le sue umili radici
di figlio di fabbro di provincia.

Quando iniziò a governare,

Amin andò in giro per l'Uganda
su una jeep aperta

sfoggiando il suo talento musicale
con la fisarmonica in pubblico.

Muammar Gheddafi invece
mantenne le radici beduine

indossando vesti tribali
e pernottando in tenda durante i viaggi.

Per realizzare i sogni di una nazione

chi meglio di una persona
con stessi sentimenti e stessi sogni?

È il segno distintivo
dei tiranni di successo.

Raggiungono una sorta di fusione
tra loro stessi e le masse.

Le avvicinano dicendo:
"Io sono voi. Voi siete me.

Siamo un organismo collettivo".

Hitler lo diceva spesso nei suoi discorsi.

Mi interessa solo il popolo tedesco.
Appartengo solo a loro.

Metto a disposizione me stesso
per il popolo tedesco.

Quando ti definisci "uomo del popolo",

sono le piccole cose
che fanno la differenza.

Hitler non ha mai indossato abiti vistosi.

Era sempre in uniforme.

In trincea aveva consolidato l'idea

che fosse la guerra a rendere un uomo tale

e quindi l'uniforme serviva

a corteggiare le masse
e consolidare il sostegno.

E che mi dite di quel…

baffetto?

I baffi hanno subito una metamorfosi,

da lunghi che erano
durante la Prima Guerra Mondiale

nelle prime immagini.

Qualcosa gli fece cambiare look.

Una teoria sostiene
che avrebbe tagliato il baffo imperiale

durante la guerra,
per la maschera antigas.

Un'altra che l'intenzione era copiare
un eroe tedesco contemporaneo,

Hans Koeppen.

Forse Hitler non pensava
che radersi lo avrebbe reso immortale.

Ma a volte un futuro tiranno

è semplicemente fortunato.

Finì per diventare
il classico baffo a spazzolino

usato dagli uomini della bassa borghesia

in tutta Europa.

Hitler diceva semplicemente:
"Queste sono le mie origini".

Ora che hai rafforzato il legame
con la gente,

l'appuntamento col destino si avvicina,

ma non è ancora il momento.

Per entrare nella storia, devi raggiungere
un livello ancora più profondo.

Il subconscio.

TATTICA:
CREA UN MARCHIO PER IL TUO MOVIMENTO

14 ANNI PRIMA DELLA DITTATURA

Nato nelle birrerie negli anni '20,

il partito nazista cresceva,

ma erano decine i partiti di destra
che lottavano per il potere.

Come con tutti i prodotti,

perché il tuo movimento si distingua,

serve una strategia di marketing.

Ogni giorno facciamo marciare
19.000 bottiglie.

E Hitler era un pubblicitario nato.

È come se la macchina gli desse vita,

e li trasformasse
in simboli di noi stessi,

in fila per il futuro,
mosse da forze che non controlliamo,

imbarcandoci per una destinazione ignota.

Conosceva il potere dell'immagine.

Riconosceva la forza del marchio.

Non bastava avere l'uomo,

serviva anche l'iconografia.

E quando si tratta di simboli,
bisogna ammettere

che questo è abbastanza potente.

Non esiste marchio più famoso

della svastica nel cerchio bianco
sulla bandiera rossa.

È probabilmente ancora l’icona più potente
mai esistita su questo pianeta.

Per quanto un simbolo sia convincente,

il vero potere sono le persone

e il tuo successo
dipende anche dal loro guardaroba.

*DISEGNATO DA HUGO BOSS

Hitler mise in pratica il manuale
nelle camicie dei soldati.

L'atto stesso di ottenere un'uniforme

e far parte di qualcosa di grande,

di un movimento, era molto presente

nella psiche tedesca.

L'uniforme significava sacrificio,

dovere, obbedienza e lealtà.

In altre parole,

quando indossi un'uniforme,
vuol dire che sei in squadra.

E chi non vorrebbe esserlo?

Il conformismo è sicuramente
uno degli obiettivi principali

a cui aspirano i tiranni.

Il motivo per cui hanno successo,

è perché riescono incredibilmente
a convincere i seguaci

che non si tratti di conformismo

ma di unità.

Ora che il movimento è unito
e ha un marchio,

presto sarà impossibile ignorarlo.

Hitler attira la gente

con lo sfarzo politico.

Svastiche,
persone che marciano in uniforme,

fiaccolate, discorsi convincenti

la tentazione è inevitabile.
Se restiamo uniti

e partecipiamo tutti, che può succedere?

Sembra divertente.

Ma un look accattivante
e un bello spettacolo

non bastano per l'ascesa al potere.

Devi ampliare l'operazione.

E scegliere i collaboratori giusti
sarà fondamentale.

TATTICA:
FORMA LA TUA SQUADRA

Nessuno… nessuno governa da solo.

Né Idi Amin,

né Luigi XIV che disse "L'état c'est moi",

"Lo stato sono io".

Nessuno governa da solo.

Per conquistare il potere
serve una squadra fidata

che diffonda il messaggio
e ti guardi le spalle.

A dimostrazione di ciò,

la cerchia di ufficiali
di Moammar Gheddafi

lo aiutò nel colpo di stato
contro il re libico

e a formare il governo
durato oltre 40 anni.

Saddam Hussein contava su parenti stretti

o membri della tribù per ottenere sostegno

quando era al potere.

Iosif Stalin promosse i sostenitori
del Comitato Centrale sovietico

che gli permisero
di eliminare i suoi rivali

e ottenere il controllo totale.

Ma quando si crea una squadra
per assicurarsi il potere,

non tutti sono adatti.

Un leader ha bisogno di persone
con diverse abilità

per dare vita alla sua visione.

Un organizzatore esperto per la gestione
ed espansione del movimento.

Un soldato spregiudicato

che ne recluti altri per assecondare
con violenza i tuoi capricci.

Un assistente fidato
che gestisca i tuoi impegni

e tramandi le tue perle di saggezza
ai posteri,

e un eroe decorato

che ti aiuti ad attrarre élite facoltose

perché la rivoluzione costa.

E, ovviamente, occhi sempre aperti
per scoprire nuovi talenti.

Col movimento che cresce,
qualcuno potrebbe sfidare la tua autorità.

Quindi non dimenticare
il requisito più importante.

Quello che vuoi sono persone
che sai che ti resteranno fedeli.

E per questo Hitler
ha sempre potuto contare

su colui che divenne
il seguace più fedele.

Joseph Goebbels.

Goebbels adorava Hitler.

Lo sentì parlare a un evento,

si invaghì e disse: "Ok, è lui".

Goebbels capiva
il potere dei media moderni,

del cinema, del controllo dei media,

e il potere del ripetere le cose
fino allo sfinimento.

Goebbels divenne
il ministro della propaganda.

Il talento ci vuole.

Ma l'importante è che i seguaci
mettano sempre te al primo posto,

anche quando si mette male.

Goebbels credeva ardentemente in Hitler.
Alla fine, nel 1945, in un bunker,

lui e sua moglie
avvelenarono i loro sei figli,

e poi si avvelenarono

perché non concepiva
un mondo senza Hitler.

Questa sì che è lealtà.

Se hai seguito i consigli del manuale
per conquistare il potere,

avrai identificato la tua missione divina,
attinto alla rabbia del popolo,

creato un'immagine da uomo comune,

e creato un'identità indimenticabile
del tuo movimento.

E ora hai una cerchia
di impazienti e fedeli seguaci.

Ma per afferrare il potere

hai bisogno di quell'opportunità
da cogliere al volo.

E quando arriva,
meglio non lasciarsela scappare.

TATTICA:
SCEGLI QUANDO COLPIRE

E mentre attendi impazientemente l'attimo,
il tempismo è tutto.

Serve la pazienza di un cobra
prima di attaccare.

Giocarsi le carte lentamente, attendere.

Credimi.
Sarai ricompensato per la pazienza.

Ti mostro come.

Da vicepresidente, per dieci anni,

Saddam Hussein organizzò
servizi segreti che gli fossero fedeli

e lo aiutassero
a strappare il potere al suo capo.

Stalin si lavorò Lenin
per sette lunghi anni,

finché il Padre della Russia
non lo mise al comando.

In Uganda, Idi Amin

con pazienza riempì l'esercito
di membri della sua tribù, i Kakwa,

che poi lo aiutarono
a destituire il presidente.

Hitler stava per perdere la sua occasione
per colpa della fretta.

11 ANNI PRIMA DELLA DITTATURA

La birreria Putsch.

Hitler architettò
un assurdo colpo di stato a metà,

tentando di guidare un'orda di nazisti

per le strade di Monaco

e destituire i leader politici bavaresi,

prenderli in ostaggio e farli dimettere.

Dopo grossi problemi di comunicazione,

quando uscirono dalla birreria
la polizia gli sparò addosso.

Un errore enorme.

PRIGIONE DI LANDSBERG

Hitler venne incarcerato a Landsberg

e venne sbeffeggiato
dalla stampa mondiale.

Un famoso trafiletto
del New York Times dice:

"Si prevede che Herr Hitler
si ritiri a breve dalla vita pubblica".

E infatti non lo sentiremo più nominare.

FINE

Come no…

*FOTO DEL CARCERE

Eccolo con uno dei suoi fedelissimi,
Rudolf Hess.

E fu Hess a convincerlo

a lavorare seriamente al suo manifesto.

E per manifesto si intende il Mein Kampf.

"La mia battaglia".

Gli obiettivi scritti nero su bianco,
quando uscì nove mesi dopo

non bastarono
per far migliorare subito le cose.

In realtà peggiorarono.

I DORATI ANNI VENTI

I ruggenti anni '20 furono un periodo
di libera espressione e opportunità.

Come ci si vestiva, gli stili di vita,
le donne erano più emancipate.

Tutto molto emozionante.

Si fa per dire.

La cosa peggiore per un aspirante tiranno
è una popolazione felice.

Gli anni '20 furono tranquilli.

Politicamente faticava.

PARTITO NAZISTA 2,6%

Per fortuna, la felicità dura poco.

Nell'ottobre del 1929,
la Borsa Americana crollò

e così fecero i mercati di tutto il mondo.

Fu poco dopo la Depressione
che il partito nazista prese piede.

Prima della Grande Depressione,
non era scontato

che sarebbero stati il primo partito.

Luglio 1932 fu il momento di massima
popolarità del partito nazista, al 37%

e Hitler venne eletto Cancelliere.

30 GENNAIO 1933
HITLER ELETTO CANCELLIERE TEDESCO

L'ascesa al potere di Hitler
quando viene eletto non fu assoluta.

Non era il capo di stato.
C'era un presidente sopra di lui.

Doveva iniziare a cogliere opportunità
per rafforzare il controllo del potere.

Quale migliore opportunità
di una bella crisi.

L'incendio del Reichstag
gli permise di fare il salto.

27 FEBBRAIO 1933

Che c'è di peggio che vedere bruciare
il cuore del tuo governo?

Ma quando Hitler arrivò sulla scena,
più che sotto shock sembrava ispirato.

"È l'inizio di una nuova era
nella storia tedesca",

disse a un giornalista.

Poi corse agli uffici
del quotidiano del partito nazista

e lavorò fino all'alba.

Il giorno dopo, nel suo articolo,
Hitler incolpò i comunisti del rogo.

Altri avevano una teoria diversa
sull'accaduto.

Dicevano che fossero stati
i nazisti stessi,

guidati da Hitler, a incendiare il palazzo
allo scopo di aumentare i consensi.

Ignorando le voci,

Hitler chiese ai ministri del governo
di firmare un decreto d'emergenza

che poneva il paese in stato di polizia
sotto il suo controllo,

e lo portò al presidente
Paul Von Hindenburg.

Von Hindenburg
non era all'altezza di Hitler.

Né della crisi nazionale in corso.

Il decreto ufficiale dava a Hitler
il potere di arrestare i nemici,

sciogliere tutti gli altri partiti
e imbavagliare la stampa.

Hitler cercava un'opportunità

di porre fine alle libertà civili
ed eliminare l'opposizione,

e la trovò.

I dittatori potenziali
lo sanno istintivamente

che quando il popolo è minacciato,

quello che cerca
è una forte leadership autoritaria

e un uomo forte da appoggiare.

La scena era pronta,
era solo questione di tempo.

Diciassette mesi dopo,
Von Hindenburg morì,

e Hitler divenne sia Cancelliere
sia Presidente della Germania,

a sedici anni da quella rivelazione
nelle trincee della Grande Guerra.

Ed era solo all'inizio.

A chi è arrivato fin qui, complimenti!

Avete costruito un movimento
e preso le redini del potere.

Ora la cattiva notizia.

Non sei più un perdente.

Sei l'uomo del momento

e quindi un bersaglio ambulante.

Come si consolida il potere
tenendo a bada i nemici?

Mentre ti godi l'esperienza,
chiediamo a Saddam di rispondere

alla domanda che si pongono
i fragili neo-tiranni.

Come si tengono a bada i lupi?

Sottotitoli: Rachele Agnusdei