All language subtitles for The.Misfortunates.2009.720p.BluRay.x264.AAC-[YTS.MX].ITA.FPE

"Ogni somiglianza dei personaggi
del racconto a personi esistenti

non è che pura conoscenza umana."
Gunther Strobbe

Ero uno scrittore, anche se per uno
scrittore questo suona ridicolo.

Ho scritto una raccolta di racconti
passata inosservata,

pubblicata non so in che anno
da un editore sfigato.

A dire il vero, ciò faceva di me
tutto tranne che uno scrittore.

Dagli editori a cui avevo inviato il
manoscritto del mio utlimo capolavoro,

Non ricevevo altro
se non risposte negative.

Ma loro che ne sapevano?

Io dovevo scrivere e avrei scritto
fino a diventare scrittore.

Sarei arrivato al successo.

Non avevo scelta...

La merditude des choses

Abitavo in un posto strano.

Attento papà.

Scusa, piccolo mio

Un angolo sperduto, dove una volta l'anno
veri uomini si radono le gambe

e per 3 giorni e 3 notti
si mascherano per festeggiare.

Ecco

Figliolo, dacci
una bella punizione, ok?

Io ero costretto a rinunciare
al rito di purificazione annuale

fino a quando non fossi
diventato un vero uomo.

O, meglio, fin quando
non fossi diventato un vero Strobbe.

- Prenderai il nostro posto?
- Non dovrei farlo

se pagaste i vostri debiti.
Potete farlo?

Baraqué non poteva. E nessuno
dei suoi fratelli poteva aiutarlo.

Né Cel, mio padre,
né zio Petrol né zio Koen.

Peccato

Trouduc-les-Oyes

Avevo 13 anni e senza dubbio,
sarei diventato uno di loro.

A mia volta, cadetto della tribù Strobbe
avrei difeso con onore il mio nome.

Questo posto appartiene a nostra madre

Possibile ma voi siete domiciliati qui
e questo pignoreremo.

- Capite? E' la legge.
- Eh, guardate mia madre.

Poiché i 4 fratelli
avevano sprecato la loro vita,

erano tornati a casa della mamma

Una donna incredibile
che aveva il cuore più grande di casa

Ciao mamma

Una Pietà con quattro balordi

che la sera s'addormentavano davanti
la tv guardando qualche serie.

Gli porti via il divertimento?

- Papà, la mia bici è fottuta.
- Signore, mi dispiace dirlo,

ma per diventare ufficiale giudiziario
bisogna essere una vera testa di cazzo.

Altrimenti non potrai farcela.

La visita del giudice era dovuta
al vizio del gioco di Baraqué.

Ingenuo, credeva che le slot
fossero costruite da gente altruista.

Considerare Baraqué un perdente nato
era un complimento. Benchè...

Non avrebbe mai vinto una scommessa,
nessun gioco. Mai del tutto.

Dai, ragazzi

Zio Koen era fortunato al gioco
ma sfortunato in amore.

La sua aria triste e melanconica
attirava l'istinto materno.

E visto che metteva incinta
tutte le sue conquiste,

Spendeva una fortuna
in assegni alimentari.

Nemmeno lui aveva trovato miglior
rifugio del tugurio di famiglia.

- Ehi, mamma, che combini?
- Non può essere così sporco.

E' il colmo,
questo coglione ci ripulisce e tu..

Le case con 5 stanze erano per
i ragazzi nati sotto una buona stella.

E quindi io la dividevo
con mio zio Petrol.

Otto anni di differenza,
poteva essere mio fratello.

Eccoti il ketchup,
razza di porco.

Mi lusingava che questo gangster dal
cuore tenero mi chiamasse fratellino.

Ecco.

Tieni

Prendi anche questa, visto che ci sei.
Che? Guarda che è di valore.

Lowie è un bel tipo, signore.

Prendi quello che ti pare.
Meno avremo e meglio sarà.

Giusto, Baraqué? Eh?
Ehi, signor ufficiale,

E' il possesso a possedere voi.
Non il contrario.

Il consiglio è gratis.

Per mio padre, più si aveva
più occorreva liberarsene.

Ora non avevamo più nulla
nemmeno una casa.

Il suo intero stipendio finiva
al bar del paese.

Agnes, encora una goccia.

Era il suo modo di proteggersi
contro le tentazioni del capitalismo.

- Che hai, piccolo?
- La mia bici è fottuta.

- Allora corri.
- A scuola? Sei pazzo, sono 5 km.

Un vero uomo corre, io ne
facevo di corse prima.

Ho vinto delle gare. E anche
un cucinino per tua madre, una volta.

Sai, è stata molto contenta.

Merda.

- Dai.
- Merda.

Guarda.
Non sembriamo felici qui?

Perché non vi
rimettete insieme?

- Non è così facile.
- Potete provare.

Sì

Sì

Carina, eh?.

- Gunther, la carta igienica!
- Devo andare.

Ehi, la carta igienica.

Mamma, mamma
la carta igienica.

Mamma

Ah, Strobbe.

Impara ad essere puntuale o finirai
a raccogliere merda in giro.

Per domani, mi farai 5 pagine.

- Su cosa, signor professore?
- Su cosa?

Sulle cotte e sulle crude
e le scrivi senza cuocerle.

E ora fuori.

Alorra Strobbe, di nuovo cacciato?

Ecco Franky De... Dewulf, no?
Un nuovo studente. Avete un posto?

Ho sentito dire che tuo padre
ha dei bei problemi.

- Che ama la bottiglia.
- Si dicono tante cose.

- Non è forse vero?
- No.

Non è sano crescere in queste
condizioni e in questo ambiente.

Non andresti piuttosto in collegio?

Così potrai fare i compiti.
E potrai tornare i week-end.

- Non pensi sarebbe meglio?
- No.

Bene, puoi andare.

- Ciao
- Ciao.

Eh sì.

La TV era andata.

Avevamo tutti deciso
che fosse colpa di Baraqué.

Così, si era fatto pregare
di trovare una soluzione.

- Ciao.
- Ciao.

- Benvenuto.
- Petrol, Gunther, Cel, Koen.

- Gli Strobbe.
- Io mi chiamo Siawasj.

- "Sh" che?
- Siawasj.

- Come in "car wash"?
- Lei è mia moglie, Mehri.

- Oh, grazie.
- Buongiorno. Conosci Roy Orbison?

- Euh, no. E' belga?
- Roy Orbison. Un cantente americano.

- Del Texas. E' texano.
- Un cantante americano.

- Euh, Only the Lonely.suo grande successo.
- Lo conosci ?

Roy Orbison ricanta
per la prima volta questa sera.

Possiamo guardarlo
in TV, amico?

Sì? Perfetto.
Buongiorno, mia cara.

Non, non scomodarti
berremo dalla bottiglia.

E' tipicamente belga questo,
bere alla bottiglia.

E anche questo è tipico. Guardate.

Tieni, buon appetito.

- A l'Iraq.
- L'Iran. Siamo dell'Iran.

- Ah ok.
- Al Belgio.

A Roy Orbison.

Mio padre aveva mischiato la vita
degli Strobbe et dell'idolo texano.

Vedeva solo paralleli tra la vita
di Roy Orbison et quella degli Strobbe.

I successi di Roy coincidevano
con quelli della nostra famiglia

ma noi allo stesso tempo avevamo
esplorato anche i bassi fondi della vita.

Era evidente che il ritorno di Roy
segnasse una svolta anche per noi.

La sua risurrezione era la nostra.

Fantastico!

Fantastico!

Oh, balliamo.

Balliemo? eh, balliamo?
Balliamo tutti?

Lo sentivamo. Il ritorno di Roy
stava cambiano la storia.

Non avevamo altra scelta se non
di prepararci ad un'intensa felicità.

No, no. Gunther, no.
No,ragazzo mio, no.

- La spesa!
- Dai a me. No.

- Oh, dei cetrioli!
- La spesa!

Per una nuova bici.

Vado da tua madre.

Carina, no?

La vera vita, fratellino,
inizia quando scopi.

Capisci? Infilare la spada.
Scopare una buona volta, sennò..

Tu hai giù scopato?

Puoi dirmelo.
L'hai già fatto?

- Hai visto mamma?
- Sì.

- Le hai parlato?
- No. Cattiva tattica, eh ragazzo?

Veramente un cattivo piano.
Porca puttana.

Vieni qui.

Dobbiamo essere forti.
Non possiamo lasciar fare...

a questa stronza.

13 anni et 11 mesi prima.

Fermati due secondi.
Non muoverti.

Così, presto fatto,
contro il muro del bar Las Vegas,

bruscamente, senza farci caso, mio padre
pose termine alla sua vita da scapolo.

42 settimane più tardi era sempre
al Las Vegas che si trovava

quando il telefono squillò e apprese
che avrebbe avuto un figlio.

Il miracolo si è avverato!
Il miracolo si è avverato!

E' cominciato quando hai infilato la tua
spada nella mia fodera. Insieme.

Dopo, è venuto a trovarmi in ospedale
per far poi ritorno al Las Vegas

et presentarmi a tutti i suoi amici,
tutto fiero.

Salute, piccolo mio.

27 anni dopo la mia nascita,
commisi la stessa cazzata di mio padre.

Avresti dovuto prendere la pillola.
Non fa male alla salute.

Ora è troppo tardi

Da quando lo sai?

Quante settimane? E' importante,
c'è un limite per l'aborto.

- E' così facile per te?
- Sì.

Non ricominciare.
Ne abbiamo già parlato.

Io voglio tenerlo.

Io non voglio bambini.
Assolutamente.

Non hai mica il diritto di impormelo.

E tu, tu non hai
il diritto di rifiutare.

O decidi di perderlo o perderai me.
E' chiaro?

- Voglio tenerlo.
- D'accordo.

Gunther, ti amo.

Lo vedi cosa devo mangiare
da quando tua madre è morta?

Io ho sempre cucinato
cose buone per te.

- Ancora in punizione?
- Sì, più o meno.

Ma in effetti me ne frego di loro,
non lo leggono nemmeno.

- Ah, non lo leggono?
- No.

- Scrivi. Nonna ha le tette pelose.
- Molto divertente.

Vado a letto.

E lo sta pure scrivendo.

Eh beh.

Papà, vorrei andare in collegio.

- In collegio?
- Posso?

Che storia questa?
Come te ne esci?

Mi sono rotto i coglioni. Faccio
del mio meglio ma non basta.

Non basta.
Prima tua madre e adesso tu.

Razza di piccolo traditore.

Una sporca troia. Ho sempre saputo
che era una putttana.

Et tu, tu sei un figlio di puttana.
Ecco cosa sei.

Comincio a dubitare
che tu sei mio figlio.

Eh? Sei veramente mio figlio?
Togliti i pantaloni.

- Che?
- Fallo.

- Perché?
- Alzati et togliti i pantaloni.

Gunther, togliti...
Alzati.

- Ma...
- Togliti questi pantaloni.

Su, non sai più come si
lavano i pantaloni? Cristo santo.

Aspetta, che vuol dire?
E' lo stesso.

Guarda. E' uguale.
Sei mio figlio, sei prorprio mio figlio.

Hai un neo allo stesso punto

Ehi, è un bell'esemplare.
Proprio bello, sai?.

Non l'hai ancora usato, ci scommetto.

- O sì?
- No.

Gunther, ti darà ancora più piacere.

- Per te la vita deve ancora cominciare.
- Non mi sento bene.

- Ti senti già un po' meglio?
- Sì, è stato il vino.

Eri un po' sbronzo.
Bene. Ti fa crescere.

Più crescevo,
più tutto mi sembrava piccolo.

Ne avevo abbastanza di questo Franky.

Ma lui, o meglio suo padre,
me anticipò.

Mio padre dice che non
posso più giocare con te.

- Perché?
- Tuo padre è fuori di testa

- e hai una famiglia di emarginati.
- E mia madre mi ha abbandonato, Franky.

- Tuo padre non te l'ha detto?
- Non è colpa mia.

E' mio padre. Giuro. Dice che mi
insegnerai a fumare, a bere, a rubare..

Non ce l ho con te ma
non so se tu ci conosci.

Se tuo padre dice di
conoscere così bene gli Strobbe,

deve anche sapere che gli Strobbe
remano tutti dalla stessa parte.

- Come?
- Non si tocca uno Strobbe.

E' un gioco che conosciamo bene.
Lo hai capito? Lo conosciamo.

L'onore et questa roba qui.

Lo capirai quando Petrol
ti spacchera la faccia.

E anche tuo padre
avrà la sua parte.

Nessuno prende in giro mio padre.

Sono venuti gli sbirri.

- Mais loro...
- Suo padre ha sporto denuncia.

- Minacciare la sua famiglia, che hai in testa?
- Dicevano che sei...

- Chiudi la bocca.
- Ascoltalo.

- Ma dicono...
- Ti ho detto di tacere.

- Ma loro..
- Ascoltalo, ascoltalo.

- Ma..
- Lascialo parlare.

- Sto parlando con mio figlio.
- E io al mio.

- Avanti, dì quello che hai da dire.
- Ecco, dicono che sei fuori di testa.

E che noi siamo una famiglia
di emarginati e alcolizzati.

- Marcel.
- Dio santo.

- Marcel! Lowie, Pieter!
- Lasciami.

- Tu, sporco marmocchio...
- Marcel. No.

Pieter. Pieter, Lowie, venite!
Venite. Venite.

Vieni qui, resta quii.

Vieni. Vieni.
Dai, su, forza..

- Piccolo schifoso...
- E' tutto ok, è tutto ok.

Fratellino, ehi. Avanti, avanti.

Gli sbirri hanno detto che se continui
così ti spediscono in instituto.

E questo fa uscire di testa tuo padre.

- Non puoi farlo.
- E lui non deve menarmi.

Non ti colpirà più.
Te lo prometto io.

- Io non ci torno.
- Uno Strobbe non fugge.

Sei uno Strobbe o no? Eh?

Ah, Gunther. Un cartoccio piccolo
con del ketchup, come al solito?

No, uno piccolo con salsa
barbecue e maionese.

- E' per mio padre.
- Ah ok.

Omer, il gestore del Liars Pub, sapeva
come attirare clienti nel suo locale.

Dopo la sua leggendare corsa in bici nudo,
voleva vincere

il record mondiale di sbronza collettiva.
Gli servivano i candidati giusti.

Omer, non sono pazzo. Bere
per sport mi sembra esagerato.

Ancora una birra.

Mio padre era un bevitore sociale,
la competizione non gli interessava.

Petrol aveva fatto
sport ad alti livelli.

E Baraqué, che dopo la disfatta in
bici voleva batter Koen,

era escluso dai candidati perché
si trovava sulla lista nera di Omer.

Koen doveva difendere
l'onore degli Strobbe.

Non funzionerà.
Ci disonorerai.

L'avrebbe fatto solo
pour coglionare Baraqué.

Mio dio.
Avrei dovuto partecipare io.

Ecco, questo ti toglierà il respiro.

- Non toccare.
- Dai, solo una.

- Devi ingozzarti.
- Avanti, solo una. Smettila.

Mettere le fondamenta, ingozzarsi
e poi cacare.

Scriviamo la storia,
signori e signore.

Stiamo per battere né più,
né meno, il record mondiale.

Cosa che ci varrà
una menzione nel Guinness Book.

Andiamo a vincere.

5, 4, 3, 2, 1..
Via!

Con calma!
Comincia piano e finirai piano.

E mente mio zio
aspirava alla gloria,

io mi domandavo se la mia vita
stesse presto per cominciare.

Ehi, Soi, devi tenerle dentro.

Non devi farle uscire,
devi trattenerle.

Noyens Alexi, Wieken, Winnetou, Soi,
il piccolo Lucien, Oscar Kak,

Rudy d'Arlette, Zof, erano tutti
del mestiere, e nessuno immaginava

che uno Stobb li
ridicolizzasse fino a questo punto.

Prima di nascere,
persi la vittoria di zio Koen.

Proprio come mio padre che,
lontano da sguardi indiscreti,

bevve probabilmente più litri di birra
della maggioranza dei partecipanti.

Dai, Cel, per Dio.

Dopo la vittoria, zio Koen si salvò,
e finì così.

Fai parlare di te, amico.
Guarda.

Dai Baraqué, fagli vedere.

Contro mano su una strada, Koen fece
un frontale contro un'auto rubata .

E' così che bloccò
dei criminali in fuga.

- Dovresti appenderlo.
- Me ne fotto, Dio santo.

Sig. Strobbe? Devo
misurarle la temperatura.

Vuole misurare la mia?

La vita continuò. Cosa che spesso
rende le cose difficili.

Gunther?

Vieni a vedere.

Era chiaro, i racconti avrebbero
pagato la stanza del bambino.

Solo dei lavori a cui si rinucerebbe

potevano finanziare l'esistenza
di un figlio a cui si voleva rinunciare.

A pensarci bene,
era logico.

Ve l ho detto mille volte, non posso
far nulla per voi. Fottetevi.

Buongiorno. Minibar. Bevande
rinfrescanti, caffé. Qualcuno?

Non ripasso.
No? Sicuro?

Il treno continuò ad
aprirsi un varco nella mia vita.

Mai un treno lo si perdona.
Perché è un treno.

Diversamente dalla macchina,
passa per il culo del mondo.

Le case ordinate del quartiere
della stazioni si rivelano topaie.

Ma queste rovine si notano
solo dalla ferrovia.

Nessun altro veicolo salvo il treno
vi concede uno sguardo più sincero del paese.

Contemplate i nostri giardini,
le nostre piccionaie, le nostre baracche.

Ammirate i nostri panni
appesi ad asciugarsi.

Osservate i nani da giardino,
i sedani, le pere,

le verande e i barbecue murati.

Guardate le vacche far spazio
a dei veri mostri di mattone,

costruiti da gente senza gusto
con la complicità delle banche

che rovinano il paesaggio fiammingo.

Prendete il treno e guardate come,
immobili lungo la strada,

il marmo e il granito si annoiano
sotto uno strato di polvere,

offrendo un'ultima dimore
ai nostri cari.

Il supremo leggendario bevitore,
Maurice Strobbe, lasciava dietro di sé,

dopo che l'alcol lo uccise a 49 anni,
oltre a una moglie e 4 figli

una figlia davvero bella:
mia zia Rosie.

Un mese dopo la morte di mio nonno,
si trasferì ad Anvers

e non ne volle sapere più
nulla di Trouduc-les-Oyes.

- Sono questi i bagni?
- Sì.

- Una tavola con un buco?
- Sì. Lasciami cacare in pace.

Lo gonfio, te lo giuro.
Lo riduco in poltiglia.

Lowie, è di suo padre che parli.
Non voglio che si parli così di lui.

Et tu, sei mia sorella.
Ti difenderò sempre.

- Non ne voglio sapere.
- Non si tocca uno Strobbe.

Io non sono una Strobbe.

- Come?
- Non sono più una Strobbe.

Ah è così?

Perché, che mi fai?

- Ti chiedo cosa ci fai qui allora.
- Basta, Lowie.

- Che ci vieni a fare qui?
- Basta.

- Eh?
- Stop.

Che ci vieni a fare?

- Dai forza.
- Che cosa cerchi?

Ti devi vedere con un ex o che altroi?

Lascia perdere, Ok?
Sono affari miei.

Eh ok d'accordo.

Quindi non sei più una Strobbe?
Ne terrò conto.

Qui dentro.

Passami il ketchup fratellino.

Culo a terra.

Per qualsiasi cosa
sono qui a fianco.

- Buonanotte.
- Buonanotte.

Notte.

- Buonanotte.
- Buonanotte.

Sylvie restò da noi
per 3 settimane.

Quando ero punito,
lei leggeva.

Il nostro stile di vita
la disgustava senza dubbio.

Ma non diceva nulla.
Ci guardava in silenzio.

Papà, alzati.
Berk, merda.

Qui Gunther Strobbe.
Mio padre non verrà a lavoro.

Non si sente bene.
Sì.

Sì, il mdico ha...
Come?

Sì, il medico ha detto che ha
un virus intestinale. Grazie capo.

- Tieni.
- Ok, ok.

- E ricomincia. Zitto!
- Venite, venite.

Cacano ovunque, te lo giuro.

- Oh cazzo!
- Zitto, per dio.

Imbecille.

Non cacherà più
sui tuoi panni, mamma.

Su, Lowie, sei un salame.

- Non lo stai mica facendo?
- Si.

- Dai, fallo.
- No, no, dai.

Su, buttalo dentro.

- Dimmi cosa era. E' facile.
- Non sono un traditore.

Hai una settimana per pensarci.
Intesi?

Su, puoi andare.

Non vieni, mia piccola Christie?

- E' Sylvie.
- Sylvie.

Con mia grande sorpresa, Sylvie
accettò l'invito al bar.

- Sì?
- Certo.

- In quale bar andate?
- In quale? Vedremo.

- André ci sarà?
- Eh?

André sarà lì?

- Non lo so. Non sono un veggente.
- Dai, va bene.

Senza dubbio André sarebbe stato lì.
Lui è sempre al bar.

E tutti, eccetto Sylvie, sapevano
che era il suo padre biologico.

- Ehi, André.
- Ah, chi c'è! Salve ragazzi.

Non arriverà a Natale.

E' tempo che incontri sua figlia,
diceva mio padre.

- Guardate come caco adesso.
- Attento ai vestiti, eh.

Non dovrò più andare al cesso. Tutto..

- Visto?
- Che schifo.

Bisogna solo tirare la catena.
Ecco, aspettate.

Porca puttana, André,
ti stai svuotando.

Non ti rendi conto di quanto
risparmio in carta igienica.

Bellal questa.

Cazzo, ragazzi, vedo
che avete portato una bella ragazza.

Ma se la polizia scopre l'età,
siete fottuti.

- Eh, è di famiglia, André.
- Ah?

André. André,
lei è la nostra piccola Sylvie.

- E' la figlia della vostra Rosie?
- Sì.

Per dio, che bella.

Sei bella come tua madre.

- E tua madre come sta?
- Sta bene.

Molto bene.

Mia piccola Sylvie,
Ti offro un bicchiere. Bere! Qui.

- Euh, una limonata light.
- Una limonata light.

Non farai mica la svenevole?
Là, una mazout, è quello che beviamo qui.

- Eh, una limonata.
- Non puoi difenderti da sola?

- Ti sbrighi?
- Lasciala.

Guardate, guardate. Vedete?

Non vi sento più, eh?

Ho pure chiesto al guardiano

Mi ha detto:
Non va bene, sei fuori

Non puoi farlo.
Non era simpatico

Ma mi usciva dai pantaloni
E mi son messo dietro un bel troncone

E' duro cacare nel parco

Sei una sporca nonnina
E ti puzza l'alito di birra

Ancora una volta,
questa fantastica canzone.

- Occhio stai attento.
- Spostati.

- Ehi, Baraqué, vinci?
- Sì, vinco.

- Petrol, fermati. Dà a me.
- Siamo a casa qui.

- Non si può fare nulla qui!
- Basta con questo.

Se posso permettermi...

Grazie mia piccola Sylvie,
ora posso morire in pace.

Ti sei vista?

Togliti il vestito.

Quanto puzza.

Dove siete stati?

Il miracolo si è avverato
Il miracolo si è avverato

La mia fica è bagnata
E non perché piange

Sali. Sali!

- Non ti piace la canzone della fica?
- Gliel'hai insegnata tu?

Ma no..
André gliel'ha insegnata.

Avete visto André?

- André era lì?
- Rosie. Rosie, ci dispiace.

Ci dispiace per tutto!

Scusa, Rosie.

Siamo dispiaciuti, Rosie.

- Che cazzo hai combinato?
- Aiutami.

- Aiutami, dai. Cosa...
- Apri il cofano.

- Sei rimasta qui 3 settimane?
- E dove sennò?

- E io che ne so?
- Son rimasta qui.

Metti la valigia, idiota.

Petrol.

- Che?
- Vieni.

- Che succede?
- La colpisce sul muso.

E allora? Mi aveva detto di non avere
più bisogno di me. Che si fotta.

- Calma?
- Sì.

- Ce l'avrai, tranquilla.
- Avanti.

Mi ascolti?
Abbiamo finito con questo teatrino?

Sempre la stessa cosa.

Nuovamente, constatavo come
le cose belle venissero distrutte

o abbandonassero il paese.

Razza di coglione.
Faccio quello che voglio, chiaro?

E non voglio sentir volare una mosca.
Manco una.

Sei pazzo, pazzo.
Di chi pensi di prenderti gioco?

Potete tutti andare a farvi fottere
Tutti. Razza di coglioni.

Signor Strobbe.

Siediti.

Cosa c'è?

Sono stato io. Sono
stato io ad allagare i bagni.

Bene, devo allontanarti da scuola.

OK.

Puoi andare.

Gunther, non puoi
continuare così.

Che farai di te stesso?

Chiamo qualcuno.

Vai

Ci sono due persone che detesto.
Due donne.

Una mi aveva messo al mondo,l'altra
laveva messo al mondo mio figlio.

Si potrebbe dire che esista
un rapporto tra le due,

ma forse è solo un'impressione.

Lo spirito è confuso quando siamo
sul punto di non essere più bambini,

e stiamo diventano padri.

- Marcel Strobbe?
- Marcel?

- Vieni per Cel?
- Oui.

Cel, in piedi.
Hai una visita.

Un attimo di pazienza,
Stava dormendo.

- Ho tempo. Aspetterò.
- Siediti.

- Bevi qualcosa?
- No grazie.

- No? Un caffè? Piccolo, vai...
- No, no, va bene così.

- Allora vieni a trovare Cel?
- Sì.

Ohi, Cel, scendi.
C'è una tipa che ti aspetta.

- Che dici?
- C'è una tipa per te.

- Come si chiama?
- "Come si chiama?"

- Come ti chiami?
- Nele Fockedey.

- Nele Fock... Fuck a day ?
- Sì.

- Fuck a day.
- A fuck a day keeps the doctor away.

Come ci si può chiamare così? Dì,
Cel, si chima Nele Fuck a day.

- Che rottura di palle, lasciami dormire.
- No, sul serio, Cel.

- Com'è?
- Non male, bionda, 60 chili

- e con un bel paio di tette.
- E mutande bianche.

Per dio.

Per dio!
Due casse di birra.

- Baraqué?
- Sì.

- E' la tipa bona dell'altro ieri?
- E io che ne so?

- Eh chiediglielo.
- Sei la tipa bona dell'altro ieri?

- Euh, aspetta.
- Non parla, Cel.

- Non dirmi che è incinta.
- No, aspetto, penso...

Su, scendi.
Sono fatti tuoi.

Merda. Gunther!

Gunther!

Vieni qui, ragazzo.

Gunther!

Una sigaretta.

Che c'è?

Che c'è?
Non la conosco.

- Mi prendete per culo?
- Sig. Strobbe, sono Nele Fockedey

del Servizio di Protezione Minorile.

Sono qui per ispezionare l'ambiente
in cui cresce vostro figlio.

Sig. Strobbe, questa situazione
è inaccettabile.

Perché non vive da sua madre?

Chiedeteglielo voi, signora.

Non preferiresti vivere da tua madre?

- Parlami di tua madre.
- Mia madre è una troia, signora.

E' così, bevi un'altro po'.
Marcel.

- Se mi togliete mio figlio, mi ammazzo.
- Allora, riprenditi. Smettila di bere.

- "Smettila di bere."
- Sì.

- "Smettila di bere."
- Non picchierai tua madre?

Dai

- Merda, Cel, merda.
- Qualcuno ci ha tradito.

E sei tu.
Hai chiamato tu questa tipa.

- Cosa?
- Cel, non fare il coglione.

- L'hai chiamata tu questa qui.
- No.

- Tu l'hai chiamata.
- No.

- Zitto.
- Non resto zitto.

- Silenzio.
- No.

- Silenzio.
- Ho detto di no.

Chiudi il becco.

Per dio.

Lasciatemi. Lasciatemi.

Resta qui.

Dio santo.

Dio santo.
Traditore.

Traditore.

Tu tradisci la tua famiglia.

Tu tradisci la tua famiglia.

Tradisci il tuo stesso sangue.

- Tradisci il tuo stesso sangue.
- Basta.

Sono io. Io ho chiamato questa donna.
L ho chiamata io questa donna.

L ho chiamata io.
Marcel.

L ho chiamata io.
Sono stata io.

Voglio darti questo.

Una volta calmatosi, mio padre
si è sentito colmo di vergogna.

Di vergogna e presa di coscienza.

Ha preso l'elenco e ha chiamato
un centro di disintossicazione.

Poi mi ha iscritto al collegio.

Ragazzo, aveva mormorato, è meglio
così, fino a quando non sarò guarito.

Aveva trattato come un pazzo mio padre
e i miei parenti come emarginati.

Anni dopo incrociai Franky

...Nessun danno.
Tutto in buono stato.

- Quanto costa?
- Quattro euro.

- Per un buffo che beve?
- E' un pezzo unico, signore.

Un pezzo unico? Made in Taiwan.
Ha la marca sotto la suola.

- Probabilmente fatto da bambini.
- Dimmi, tu non sei..

Ah, Franky.

- Tuo padre ti autorizza a parlarmi?
- Cazzo, da quanto.

Che coincidenza, ti pensavo.
Al cimetero di Trouduc-les-Oyes.

Je passavo davanti la tomba di tuo padre
e mi sono chiesto come stessi.

- E che fai nella vita?
- Tutto, pur di pagare l'affitto.

- Hai ancora la collezioni di trenini?
- Sì sì, si è ingrandita.

- Sì?
- Più sofisticata.

E' tutto gestito da un computer.
Vieni a trovarmi un giorno.

Ero lì, a parlare con Franky,
une birra in mano,

gli trascorsi ai quali non si può
tornare per migliorarli.

Ci passi ogni tanto a Trouduc-les-Oyes?

Ci passi ogni tanto a Trouduc-les-Oyes?

Ogni 5 anni circa, torno
senza motivo a Trouduc-les-Oyes.

Spesso è così, giusto per
il piacere di salutare i miei zii.

Poi mi reco
sulla tomba di mio padre.

Visto che ci sto.

Per lui non fa più differenza.

Peò io sono qui e forse in un
modo o nell'altro anche lui.

Strobbe. Guarda davanti a te.

- Non facevi attenzione?
- No, non facevo attenzione.

- Quattro pagine, per domani.
- Su cosa?

- Un racconto assurdo su Dario.
- OK.

Strobbe. Leggilo davanti alla classe.

Signori, silenzio.
Ascoltiamo la storia di Gunther.

Dario, figlio del grande re de Persia,
Serse,

prese una lattina di Sprite al
distributore sotto casa di suo padre...

Ehi, che succede qui?

A casa era tranquillo

Mio padre si disintossicava, Koen era
andato dalla sua nuova fiamma,

Petrol era in prigione
per delle cazzate,

e Baraqué s'era ritrovato in ospedale,
dopo una gara ciclistica.

- Vieni qui. Grazie di essere passato.
- Ok, ok, allora, dimmi,

- che combini?
- Troppa velocità in curva.

- Sì.
- Ho fatto cose, mamma,

che Koen può solo sognarsi.
Ma andavo troppo veloce.

- Sì, sì.
- Avevo scolato 4 trappiste.

E ci ho aggiunto 2 whisky

Non aveva fatto molta strada,
forse solo metaforicamente.

Baraqué non si riprendeva
dalla vittoria di Koen.

E aveva quindi concepito la propria gara
de discesa. Il suo Tour de France.

Un gioco dell'oca con tabellone la
Francia, dove le bevute contavano come Km.

Baraqué vouleva essere
il bevitore più realizzato,

e il suo torneo, come il Tour,
si sarebbe svolto in più giorni

e non si sarebbe limitato alla birra.

Per analogia con la gara ciclistica,
aveva previsto 3 maglie.

La gialla per il vincitore.
Le verde per il velocista.

E quella a pois
agli scalatori,

che in salita potevano guadagnare
punti bevendo cose più forti.

Ecco

Devo andare a pisciare.

Una donna della tua stazza
e una vescica così piccola.

I bagni sono troppi stretti.
Non ci entro.

- Gialla.
- Aspetta domani.

- Ciao, eh.
- Ciao a domani.

Se Baraqué non avesse fatto il coglione,
avrebbe potuto vincere.

Possiamo solo immaginare quello che
gli è successo il 12esimo giorno,

quando, come uno stallone dopato,
iniziò la salita del Ventoux.

Baraqué. Baraqué è collassato.

Baraqué è collassato.

Zulma.

Gunther. Spegni.

Sei sorpreso, eh?

- Come va?
- Bene e tu?

- Bene. Ti serve una mano?
- Se vuoi.

- Ehi, che ci sta dentro?
- I miei libri.

Vuoi dire i tuoi fumetti?

Oh cazzo, guarda chi c'è!

- Come va?
- Bene.

- Tu as l'air en forme.
- Merci.

- Ciao, piccolo
- Ciao.

- Ehi, brutto.
- Come stai?

- Ragazzi, vado.
- Ciao Baraqué.

- Ciao
- Ci vediamo...

- Tra un mesi.
- Attento, ti sorvegliano.

Ah, ah. Forte. Davvero

- Buongiorno.
- Buongiorno.

- Possiamo dare uno sguardo?
- Fate pure.

Ecco.

Sceglie. Scarpe da ginnastica.
Quelle che vuoi.

- Anche le più care.
- Per farci cosa?

- Per correre, cos'altro?
- Io non corro.

- Non mi piace.
- Come mai?

Un vero uomo corre.
Andremo a correre insieme.

Domani c'è una gara.
Ti ho iscritto

Ma allora corri eh.
Corri pure veloce.

Io un tempo ero bravissimo. Una volta
ho anche vinto un cucinino a gas.

- Tua madre è stato molto contenta.
- Me l hai già raccontato.

Sì, è vero.

- Sono comode?
- Possono andare.

- Non sono troppo strette no?
- No.

Domenica sera,
devo rientrare alle 5.

Se sono sobrio potrei
ritornare definitivamente. Quindi..

Io resto in istituto.

- Ti piace laggiù?
- Sì.

La merda che ho passato..

tu non la vivrai.

Lo vedo nei tuoi occhi.
Hai qualcosa di...

Non so

Sei diverso

Sei un vero Strobbe.

Ma sei diverso.

C'era un piccola possibilità
che il bambino nascesse morto

O che fosse di colore.

In ogni caso, avrei avuto difficoltà
a mascherare la mia gioia.

Spingete, spingete.
OK, continuate, continuate.

Continuate, continuate.
Ok, piano

Avete una sigaretta?

La vie era stata trasmessa,
come da un'antenna

in una corsa eterna
di cui nessuno capisce il senso,

ma a cui tutti partecipano
nel più grande schifo di tutte le cose.

Eccoti, allora?

Tutto si sitemerà.
Gunther, tutto si sistemerà.

E noi faremo in modo che sia così.
Questo bambino ha scelto di essere con noi.

Sono i figli a scegliere i genitori
non il contrario.

E questo ometto ha scelto.

- I figli scelgono i genitori?
- Sì.

Che stronzata.

Siamo degli stronzi se abbandoniamo
una madre e nostro figlio.

Perché non siamo stati abbastanza
stronzi per lasciarla

prima di metterla incinta.

Signor Strobbe,
caro Gunther,

abbiamo letto il suo primo romanzo
con particolare attenzione.

I nostri consiglieri erano tutti positivi.

Ci piacerebbe così
invitarvi ad Amsterdam

per discutere alcuni aspetti.

5 romanzi più tardi

Ehi, piccolo.

Dai, vieni qui.

Ecco.

- Il mio giovanotto.
- Vado a prendere delle birre.

- Ehi? Una birra? Anche tu?
- Buongiorno mamma.

Dai, vieni, siediti.
Volevo chiederti, piccolo...

Mi hanno chiamato
Un professore di folklore mi ha chiamato.

Hanno un progetto
riguardante le canzoni da osteria

E vorrebbero inventariare
queste in dialetto

divise per regioni, capisci?

Da qui la mia domanda:
conosci canzoni del genere?

- La canzone della fica.
- La canzone della fica.

La canzone della fica.
Appunto.

La canzone della fica.
Ecco. Cominci tu?

- A cosa?
- A cantare. E io prendo nota.

- E nonna?
- Può cantare anche lei.

- E' malata.
- Eh?

- Demenza senile.
- E quindi? Può aiutarci.

Dai, su, forse
canterà con noi.

- Avanti.
- Non voglio cantare qui.

- Lasci perdere?
- Se la metti così, sì.

Sì? Ma è così
che la vedo.

Su, piccoletto. E' un professore
universitario che mi ha chiamato.

Vogliono mettere i brani in repertorio
e inserirli nel patrimonio culturale.

Capito? Allora?

Sei tu il grande colto no?

Sei sotto i riflettori ovunque.

Per avere tue notizie
bisogna leggere i giornali.

Scrittore un cazzo

Ora la tua famiglia ha bisogno di te.
Coma fa la prima strofa?

Basta con le cazzate.

Il miracolo si è avverato
Il miracolo si è avverato

Così, è così.

La mia fica è bagnata
E non perché piove

La mia fica è bagnata
E non perché piove

- Geniale, piccoletto. Ora la seconda.
- Conosco solo la prima.

Non scherziamo, dai.

Il miracolo si è avverato
Il miracolo si è avverato

E poi? Dai.
Il miracolo si è avverato

Su nonna
Il miracolo si è avverato

La mia fica è bagnata
E non perché piove

-Conosco solo la prima.
- Non siamo abbastanza sbronzi.

Per cantare queste canzoni,
bisogna ubriacarsi, vero?

- Su, andiamo al bar.
- Ragazzi aspettate un attimo.

Prima riporto nonna nella
sua camera. Arrivo.

E la canzone sulle tette,
la conosci?

Io, sì.
La canzone sulle tette.

Una è troppo poca
E tre son troppe

E quando distanti son troppo
inizi a vederci doppio

Le tette!

Attenta, cade.

L'ultima volta ti ha fatto ridere
La mia sigaretta rullata, ricordi?

Hai detto che era da peccatori

GLi ultimi mesi
non diceva più nulla.

Forse ne aveva abbastanza di sentirsi
dire che ormai aveva dimenticato tutto,

che sbagliava in continuazione,
che non riconosceva i figli

dai nipoti, o ancora
dai pronipoti.

Va bene.

Ok, la metto qui

Se non voleva parlare lei
parlavo io.

Anche se non avrebbe capito.

Le raccontavo chi fossi,
e quello che lei era per me,

che io ero Gunther,
il figlio di un suo figlio, Cel.

Che era mia nonna, ma
che la consideravo mia madre.

La ringraziavo per essersi
presa cura di me e di mio padre.

Facciamo ginnastica sul piazzale

- Mi sento bene la mattina.
- No.

Si, si, si.
Puoi starne certo.

- Arance?
- Sì, arance e il resto.

Ogni mattina

- Andiamo a giocare a biliardo?
- No.

Biliardo?

- Cel.
- No.

- Come mai?
- Non si discute.

No, no. Cel, la gente
pensa che sei pazzo,

perché sono tre mesi che
sei nel centro psichiatrico.

- Ci dicono: Cel è impazzito.
- Lasciali parlare.

"Lasciali parlare".
Vieni a metterci la faccia piuttosto.

- Vieni a giocare a biliardo.
- Avanti, ragazzi.

Devo essere lì domani alle 5.
Sobrio.

Non posso cercarmela. Pensateci.
Non posso tornarci ubriaco.

- No, no, no.
- Dai, Cel, ascoltami due minuti.

Tra qualche settimana
ti lasceranno uscire.

E allora una bella pacca sulla spalla,
sarai ufficialmente disintossicato.

- Disintossicato, sì.
- Vedi, e ricomincerai a lavorare.

Non c'è nessun postino che passa
così tanto tempo al bar come te

- Vero
- Una bella fortuna, prima.

Ma ora dovrai dire no.
A tutte queste birre,

alle sambuche, al porto.

No, no, signora, non bevo più.
Ho troppo da fare.

Come farai se ti rifiuti di
giocare a biliardo coi tuoi fratelli?

Esattamente.

Hai ragione, vengo con voi.
Non resterò mica a casa.

- Non farai cazzate?
- Dai, mamma, cazzate..

- E' in buone mani.
- Sarò maturo.

Giusto una partita coi ragazzi.

Non ti renderai nemmeno conto
che ero via

Allora?
Non scordare la gara di domani.

Ti vengo a vedere, lo sai.

Deve andare a dormire presto.
Deve essere in forma.

Dai, a dopo.
Torno subito.

Ehi, Baraqué, dove andiamo?

Aspettatemi.

Poteva durare una partita di biliardo.

Guadagno da vivere
facendo ciò che amo.

Ho incontrato la donna della mia vita.

Prima ho fatto un figlio con un'altra.

Ma ho finito per rincontrarla.

Non sarò mai un vero padre
per questo piccolo

Cerco di essere un buono zio

Grazie per esserti preso cura di me
e per avermi difeso.

Grazie per aver detto che
eri stata tu a chiamare Nele Fockedey.

Sì, gira. Ok, ho quasi perso
Sì, vinto.

Bene, andiamo.

- Stai comodo?
- Sì.

Ok, sii prudente.
Tieniti ben saldo.

Non troppo veloce.
Tieniti dritto.

OK, va bene?

OK, tienilo dritto. Vai dritto.
Go!

Ti sei fatto male al ginocchio?

Ti lascio, ti lascio.

Traduction: Ide Verhelst
The Subtitling Company