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[Aldo] Ora vi racconto
una storia di imprese e amori.

Di letizia, astuzia e onore.

Una storia dei tempi passati, di spade,

e di cavalieri alle armi addestrati.

Di mire audaci e di conquiste vane.

Di servitori, ancelle e di sognanti dame.

E questo paladino, dal destino beffardo,

da tutti era conosciuto
col nome di Rinaldo.

Una storia antica, di onore e destino,

di un tempo dimenticato, eppur vicino.

Vi conto la storia di un audace paladino.

[sottovoce] In platea.
Non ci devi venire qua.

[farfuglia]

[si schiarisce la voce]

E di Angelica, di cui era innamorato,
disse tutto d'un fiato,

"Non ci puoi stare qua,
devi andare in platea!".

E io ve lo ripeto.

Siccome era innamorato di Angelica,

disse, tutto d'un fiato…

[sottovoce] "Io ti amerò per sempre".

"Io ti amerò per sempre."

La vita da bambino è una passeggiata,

ma quando si diventa adulti è una corsa.

Una gara in cui conta
solamente essere il migliore,

arrivare per primo.

Come vi abbiamo insegnato
in questa università,

ovunque lavorerete, a qualunque costo,

siate i numeri uno.

- E noi lo saremo, Roberto.
- Sì, lo saremo.

Saremo i numeri uno.

[Roberto] Il numero uno, sì.

E infatti, essere il numero uno
nella sede della mia città,

dell'agenzia immobiliare più importante
del Paese,

è il sogno, l'obiettivo
a cui ho puntato negli ultimi anni.

Ed eccomi qui…

che continuo a sognarlo.

E dai!

[Roberto] Per adesso, sono il numero zero,
perché qui al lavoro è diverso.

Una cosa sono gli esami all'università,
che te li puoi studiare prima,

e un'altra cosa sono i clienti.

L'agenzia sarà felice
di gestire la vendita.

- Bene.
- Ma quando liberate l'appartamento?

- Io le mie cose l'ho prese tutte.
- Ah.

L'arredo abominevole che vede,
è di quella stronza della mia ex moglie.

Non si tiene tutto, però.

La scimmia schifosa va alla casa al mare,

la tigre va alla casa in montagna…

- E la poltrona va ai Casamonica.
- [ridono]

- È veramente terribile.
- Sì, è vero.

No!

Questa è la statua più brutta
che ho visto.

- Cioè, di tutta la casa questo è…
- Questo è Pallino.

Ha pure un nome di merda.

È la statua del mio cane, Pallino.

Siamo migliori amici
da quando sono ragazzo.

Ah, Pallino.

No, Pallino, è un bel nome,
io avevo capito Mariolino.

Mariolino è mio padre, comunque.

Però non è tanto il nome o il soggetto,
è la realizzazione della statua che…

L'ho fatta io questa statua.

Forse è meglio che me ne vada.

E mi saluti Pallino.

È la tomba.

[sospira]

- [uomo] Caffè?
- Sì.

Canna?

Ma sì, facciamocela questa canna,
che ci sta.

Poi a lei l'ho capita subito.
Questi occhi rossi, il cappellino…

Allora, per prima cosa,
intendevo zucchero di canna,

secondo, ho la congiuntivite,

e terzo sono un agente
della Guardia di Finanza.

Per dire che io, a lei, la capisco.

- Allora le faccio una domanda inusuale.
- Mi dica.

Com'è il quartiere?

Ci sono stranieri? Ragazzi neri?

No.

Noi qua non li facciamo entrare.
Qui è 100% italiani.

Peccato.

[Roberto] Insomma, io dico e faccio sempre
la cosa sbagliata al momento sbagliato.

Salve, benvenuto a Casa Casa.

Io sono Roberto, sono un agente
di questa agenzia immobiliare.

- Fai le fotocopie di tutto il fascicolo.
- Io non faccio le fotocopie…

Le faccio solo
perché la fotocopiatrice è qui,

per risparmiare tempo,
ma sono un agente come loro.

Comunque si troverà bene da queste parti,
cioè nella nostra agenzia.

Come mi sono trovato bene io.

Questo è un posto tranquillo e silenzioso.

Quando è pronto me lo porti di là? Grazie.

Senza zucchero, che sono a dieta.

[rumore macchinetta]

Silenzioso, di solito.

Ma poi siamo tutti amici,
quindi ci scambiamo i favori,

è una cosa bella tra colleghi.

Riccardo, portami la lista clienti.

Mi chiamo Roberto, non Riccardo.

Sono contento che oggi, almeno,
c'è qualcuno con cui parlare.

[in inglese] Mi scusi?

Perfetto.

[Roberto] Ah, dimenticavo,
il nostro capo, Elisabetta.

Lei esce dal suo ufficio
solo per ripeterci…

Ragazzi, su, vendere, vendere, vendere!

[non udibile]

[Roberto] Lei non ci parla, ci dà ordini.

L'unico con cui si confronta è l'uomo
dei record, Ludovico,

lo stesso che ormai mi rivolge la parola
solo per dirmi…

Eppure all'università eri uno bravo.

[Roberto] In conclusione,
la storia che vi sto per raccontare,

non ha come protagonista
il classico paladino,

ma semplicemente uno
che le persone non le capisce.

Questo lo metto
tra Come capire le persone,

e Come capire le persone prima di parlare.

Comprati un libro che ti aiuta a capire

i libri che ti fanno capire
come capire le persone.

- E comprati una libreria.
- A me serve un libro su come capire te.

Dimmi la verità.

Ma tu continui a portare i libri qui da me
perché ti vergogni a portarli a casa tua?

- No, non è che mi vergogno, è che…
- [farfuglia]

Non ti ci mettere pure tu, Giovanni.

Anche oggi non ho chiuso
neanche un contratto.

Tu sei fortunato, perché lavori
con gli oggetti, non con le persone.

Ma che vuoi dire?

Che con un computer è molto più semplice,

perché hai il libretto d'istruzioni
e sai dove mettere le mani.

È arrivato!

Invece con le persone non hai idea.
Devi tirare a indovinare, così a caso.

Comunque, siamo tutti nella stessa barca.

Prendi me. Mia moglie mi ha lasciato
perché dice che non la capisco.

Mia figlia sta con mia moglie
perché dice che non la capisco,

addirittura mi ha detto:
"Non sai niente di me."

Va beh, ma è la classica frase
che si dice, soprattutto a quell'età.

Quanti anni ha tua figlia?

Mia figlia?

Che può avere…

- Quando è nata? Fatti il calcolo.
- Io me lo devo fare? È tua figlia.

È che cambia ogni anno.

È normale che cambia ogni anno.

Va beh.

Enzo, i due soliti panini,
e ce li metti sul conto.

Ragazzi, con questi sono 15 panini
che mi dovete pagare.

Va beh, facciamo 16,
che uno me lo porto via. Dai, 16.

[Aldo] Mettiti al botteghino,
che magari qualcuno entra senza pagare.

[Roberto] Se entra qualcuno,
è perché lo paghiamo noi.

Te l'ho detto. Con due pupari,
lo spettacolo è più bello.

Nonno, non guardare me.

Tanto il problema non è
che manca il puparo, ma il pubblico.

Manca ancora qualche minuto.

Ma poi, io dico, questo qua, per esempio,
potremmo pure buttarlo,

tanto non serve più, quando lo usiamo?

Ma no, lascialo là, può servire.

E questa macchia d'umidità?
Ogni giorno è più grande.

Che dobbiamo fare?

Umidità. Si farà così.

E non si vede più.

Ma non lo capisci
che è una fortuna avere me?

- [versi di insofferenza]
- Esperto venditore.

Un posto così, in cinque minuti,
te lo vendo al doppio del prezzo.

- Mi dici sempre la stessa cosa.
- Lo so, ma è perché non ragioni.

[in siciliano] Questo teatro è come me.

Eccolo qua.

Qualche acciacco,

ma con ancora qualcosa da dire.

Va beh.

Certe volte mi domando,

perché quando eri piccolo,
facevi di tutto per venire qua dentro.

- Perché ero troppo piccolo.
- E adesso sei troppo grande.

[Aldo] Eh sì.

[apertura porta]

Te l'avevo detto che qualcuno arrivava.

Salve.

[Aldo] Tra un minuto preciso,
comincia lo spettacolo.

[Sara] In realtà, sono qui per altro.

Mi chiamo Sara Badalamenti
e sono una ricercatrice di antropologia.

Sto facendo un lavoro
sulle tradizioni dei pupi in Sicilia.

Ah.

Ci voleva.

Dottoressa, se vuole,
le posso far fare un giro per il teatro.

Magari.

No, glielo faccio fare io.

Tanto vengo qua da quando ero piccolo.

Grazie.

Credo che sia perfetto per la mia ricerca.

Trovo questo teatro, e la vostra volontà
di portarlo avanti, molto interessante.

È quello che dico sempre a mio nonno.

"Mandiamolo avanti questo posto,
che mi interessa."

Ci piace.

Potrei tornare qualche altra volta?

Ma certo, a noi può fare solo piacere
che viene una bella ragazza.

Cioè, bella ragazza dal punto
di vista antropologico del termine.

Sì, certo, antropologico.

Mio nipote.

[rumore della lavatrice]

[sveglia]

[cellulare] La sua destinazione si trova
sulla sinistra.

Cavolo!

Salve, agenzia Casa Casa. Sono…

Ma lei è l'inglese dell'altro giorno.

Cioè,

[in inglese non corretto] sei l'inglese
dell'altro giorno.

- [Roberto farfuglia]
- Sì, sono io.

Ma parla italiano?

[con accento inglese] Di sicuro meglio
di come tu parli inglese.

Perché in agenzia parlava solo inglese?

Dovevo pur inventarmi qualcosa

per liberarti
da quelle imbarazzanti giustificazioni.

Il concetto è chiaro.

Va bene, io faccio il mio lavoro,
in italiano,

e valuto la casa.

Tra l'altro, da quello che vedo,
ha tenuto tutti gli oggetti,

quindi ipotizzo
che lei voglia affittarla arredata.

Sì, tanto a me non servirà
per qualche anno.

Non penso ci tenesse tanto,
era tutta piena di polvere.

Erano le ceneri di mio zio Paul.

La raccolgo subito.

Ci ha pensato lui.

- Ora lo smonto, e gliele prendo subito.
- Lascia stare.

Allora io continuo il mio lavoro,
e valuto la casa.

O almeno, prima che la rompo tutta.

[versi di imbarazzo di Roberto]

Non ti stai chiedendo
perché io abbia chiesto proprio di te?

Perché, dietro quelle giustificazioni,

avrà visto che si nasconde
un grande agente immobiliare.

[ride]

No.

Medita, Roberto.

Medita.

Come fai ogni sera,
con i tuoi video, prima di dormire,

nella tua casa di 35 metri quadrati,
in via Svizzera 12, al terzo piano.

Così come so che, prima di arrivare qui,

ti sei perso tre volte,
nonostante il navigatore.

Vieni, accomodati.

Chi te le ha dette tutte queste cose?

Tu, ogni giorno.

Vedi, questa è la tua scheda.

Ogni tua interazione con il web,
viene registrata da questo algoritmo.

Ogni tuo video visualizzato,
ogni acquisto,

ogni tua reazione sui social media.

Grazie a questo strumento,
io ho fatto vincere campagne elettorali,

ho influenzato l'opinione pubblica,

sono sempre riuscito
ad anticipare ogni mossa.

Anche il fatto che, tra poco,
verranno a prendermi.

Ho lavorato per gente importante,
famosa, furba. Ok?

Li ho aiutati,

e ora voglio aiutare un inetto incapace
e inutile.

Te.

Già così sta aiutando la mia autostima.

Aspetta, sto per farti un complimento.

Quando ti ho visto per la prima volta,
tu mi hai ricordato me.

Anche io ero l'ultima ruota del carro.

Una schifezza, una merda, come te.

Questi sono i complimenti?

Lì ho capito che c'era qualcosa
che non sapevo fare.

I complimenti, per esempio.

Non sapevo essere in sintonia
con tutti quanti, non sapevo capirli.

Sapere le cose
che non avrebbero mai detto a nessuno.

[sirene polizia]

Ecco, te l'avevo detto
che sarebbero venuti a prendermi.

Mm?

Guarda, Roberto,
questo PC lo stavo per distruggere.

Ma invece, ho deciso
che non lo distruggerò.

Quando lo prendi, puoi uscire dal retro,
non ti vedrà nessuno.

Come fai a essere così sicuro
che lo prenderò?

Perché, Roberto, io so tutto di te.

[TV] La cronaca non ha opposto resistenza…

- Giovanni, ti devo raccontare una cosa.
- Aspetta.

[TV] Sembrava tranquillo
mentre li ha raggiunti,

e si è consegnato spontaneamente.

Questo hacker criminale,
utilizzando un comune PC,

gestiva un enorme banca dati
in continuo aggiornamento,

dove sono catalogati gusti, abitudini,

e ogni altra informazione
che noi concediamo al web.

Con questo arresto,
la polizia ha concluso l'indagine.

- E adesso passiamo al cacio…
- Ti immagini?

Non c'è bisogno di immaginarlo.

Guarda qua.

- Giovanni Mandalà.
- Presente.

Sì, ti vedo. Dico, guarda qua.

Per esempio, ieri hai ordinato
a domicilio otto hamburger,

quindi immagino che hai avuto invitati.

- No, ho avuto fame.
- Benissimo.

E, stai cercando di comprare una libreria.

Ma a che ti serve la libreria?

Per regalartela, così mi levo i libri
da qua, finalmente.

Giusto, hai ragione.

"Una collana con un dente di squalo."

Di plastica, ti rendi conto?

C'era scritto: "Originale dente
di squalo, proveniente…"

"Dalle coste australiane."

Sa pure le fregature che prendo?

Sa tutto, e adesso riceverai pubblicità
dell'hamburger e della libreria.

E questo potere lo abbiamo noi adesso.

- Come fa di cognome Enzo?
- Massaro.

Guarda qua. Enzo, il paninaro, compra…

[Giovanni] "Il dito luminoso di E.T.,
la frusta di Indiana Jones,

il guantone di Rocky Balboa."

Sono tutti cimeli di film cult.

Siete venuti a saldare il conto? Spero.

No, in realtà verremo
in settimana per quello.

Oggi vorremmo due bicchieri d'acqua,
tanto è gratis, giusto?

- Due bicchieri?
- Grazie, Enzo.

Grazie.

Niente, ti stavo dicendo,
ho partecipato a questa asta e ho vinto.

- È spettacolare, guarda qua. Capolavoro.
- È proprio originale de Lo squalo?

Sì, un pezzo unico al mondo,
non ce ne so altri, ce l'ho solo io.

[Roberto] Un cimelio.

Scusate, ma Lo squalo, il film?

Sì, certo, quello di Spielberg.

Purtroppo la sete mi è passata,

quindi tieniti i bicchieri d'acqua
come se fossero tuoi.

- Ciao.
- Ciao.

Quanto volete per questo dente?

No, Enzo, ma che scherza?
Non è in vendita.

Facciamo così, vi abbono tutto.

[insieme] No.

Non è in vendita.

Ragazzi, 300 euro e non mi prolungo.

Comunque, questa idea di lasciare il PC
da me è stata una bellissima idea.

Mi è servito, perché ho indagato
su mia figlia e ho scoperto…

Il giorno del suo compleanno.

No, che è fissata
con la cultura giapponese.

È una cosa utile,
mi può servire per provare a conquistarla.

Ho avuto un'idea, dimmi se ti piace.
Pure io mi fingo appassionato di Giappone.

Però senza dare nell'occhio,
sempre in punta di piedi.

Senza che nessuno se ne accorga.

E infatti non me ne sono accorto.

Sei stato proprio bravo
a essere così poco diretto, delicato.

Bravo.

- Li ho spesi bene i soldi di Enzo.
- Cavolo, ti sei preso un kimono!

Comunque, secondo me abbiamo esagerato,
300 euro per un dente finto.

Anche se, quel cornuto del mio dentista,
per una capsula…

Ma che c'entra questa cosa?
Questo è quello che dobbiamo fare.

I dentisti?

No, noi dobbiamo esagerare,
non possiamo fermarci a un dente finto.

Professore Salvatore Lo Iacono.

[Roberto] L'unico modo che ho
per rientrare in pista al lavoro,

è compiere un'impresa
dove ha fallito anche il migliore.

Professore Lo Iacono?

È un cliente a cui io sto dietro da mesi,
e se non ci sono riuscito io…

Magari io ci riuscirò.

Riccardo, mi porti le fotocopie
del mio fascicolo?

[Roberto] Convincere questo Lo Iacono
a vendere, sembra impossibile.

Ma dobbiamo sfruttare il suo punto debole,
le barche a vela.

È perché ho il vincolo del lavoro,
ma io su una barca a vela, ci vivrei.

Ti faccio una confessione
che non ho mai raccontato a nessuno.

Tutte le sere, prendo il mio tablet
e passo la nottata a guardare documentari

sui grandi viaggi oceanici
in barca a vela.

Questo passa il tempo
a guardare documentari sulla vela.

Lo so.

Come lo sai?

- No, dico, so quello che provi.
- Ah.

E ti invidio,

perché se vendessi questa casa,

potresti campare 100 anni
in mezzo al mare.

Già te ne sei pentito?

Preso.

Non fare così per un po' di fortuna.

Ti ricordi le parole
del nostro professore?

Uno la fortuna se la cerca.

[chiusura porta]

Oggi Riccardo è un altro.

Di sicuro, Riccardo è un altro,
perché io mi chiamo Roberto.

Riccardo.

Ti è piaciuta? La divisa
dei giapponesi si chiama kabuki.

Eh, però ka buki i timpani, Giovanni.
Dammi cinque minuti, per favore.

Suca.

No, in giapponese significa capito.

Eh, ho capito.

Però, in Sicilia,
potrebbe essere frainteso, no?

- Suca, nel senso…
- Va beh.

Stai studiando qualche nuovo cliente?

No, non è un cliente,
è una ragazza che mi piace.

Oggi viene in teatro,

quindi volevo studiare un po'
per non arrivare impreparato.

Non sarà troppo un po' troppo,

usare le informazioni personali
per giocare con i sentimenti?

Fa' finta che non ti ho detto niente.

[Roberto sospira]

Ma che sappiamo su di lei?
Avete cose in comune?

Niente, non c'abbiamo niente in comune.

Ho visto la playlist musicale
e ascolta solo musica trap.

Trapezista?

Ma che trapezista!

La musica trap è quella
che parla di criminalità, con l'auto-tune.

Le cose da giovani.
Tu sei vecchio dentro, figurati.

Grazie.

Poi è appassionata
di immersioni subacquee.

Tu a malapena ti lavi.

Grazie anche per questo.

Poi guarda sempre gare di skateboard,
passa ore a guardare i tutorial.

- Tu non ti muovi dal divano.
- Perfetto.

Poi secondo un sito di offerte di lavoro,
sta cercando un lavoro con i bambini.

Vedi? Non c'è niente.

[Roberto sospira]

Allora, io di donne non ne capisco niente.

Però?

No, senza però, è finita la frase.
Non so come aiutarti con le donne.

Grazie del sostegno.

Ma è carina?

Molto.

Neanche questo avete in comune.

Giovanni? Suca.

- Giapponese?
- No, in siciliano.

[Roberto] Eh!

Scusate il ritardo,

ma, sapete, in questa città col traffico,
le macchine che sbucano dappertutto,

per me che vado con lo skate non è facile.

Noi skater, che vita che facciamo!

Stavo raccontando a Sara
che ormai in teatro non viene più nessuno.

La speranza di vedere questo teatro
pieno di vita,

come una volta.

- E ci riusciremo, nonno.
- Ah, sì.

Ci riusciremo. Ti darò una mano
tutte le volte che posso.

A parte quando faccio immersione.

Se c'è una cosa che faccio,
sono le immersioni.

però nel tempo libero vengo qua
e ti do una mano.

Si è fatto tardi, io devo andare,
ma mi sono segnata tutto, signor Aldo.

Ti accompagno io.

- Quel teatro è proprio un luogo magico.
- Sì.

Mi fa tornare bambina.

Tra l'altro, io i bambini li amo.

- Davvero?
- Sì, ci lavoravo.

Che facevi?

Il lavoro che si fa, l'animatore.

Palloncini, feste di compleanno…

- Sai che ti ci vedo?
- Eh, ma ce l'ho un pochino questa cosa.

[musica dal cellulare]

Musica trap?

Sì, è il promemoria.

Devo andare al lavoro.

E vai in skate?

Certo, ce l'ho qua, vado in skate.

Stai attento.

Ma devono stare attenti gli altri,
perché vado troppo veloce sullo skate,

mi devo dare una calmata.

- Ciao.
- Ciao. Lo metto…

Ci salgo sopra.

[mette in moto l'auto]

Vai, allora.

Prima le donne.

Parti bene, Roberto.

Parti pure tu, Sara,
che c'è traffico, più che altro.

- Ciao.
- Ciao.

Oggi è un giorno speciale.

L'immobile a cui era interessato Faraci,
il nostro più grande cliente,

grazie a Casa Casa, ormai è suo.

[applausi]

[Elisabetta] Purtroppo, il sig. Faraci,
oggi non potrà essere qui,

ma ci ha mandato un video-messaggio.

[TV] Vorrei essere lì con voi,

ma gli impegni mi costringono
ad un veloce video.

Sono molto felice
dell'acquisto dell'immobile,

un altro piccolo passo
verso la realizzazione del grande progetto

di cui oggi getterà le prime basi
il mio ingegnere,

che è lì per parlare con Elisabetta.

Grazie.

[Elisabetta] Vi ricordate l'appartamento
del professore Lo Iacono?

Ringraziamo di cuore chi,
inaspettatamente direi,

è riuscito nell'impresa
di prendere questo appartamento

che sembrava impossibile da acquisire.

Dobbiamo dire grazie a Ludovico.

Festeggiamo al locale
vicino alla cattedrale.

Ho già prenotato il posto.

Ora, tornate alle vostre scrivanie.

Su, via, a lavorare!
Vendere, vendere, vendere!

Ingegnere caro,
vogliamo guardare questo progetto?

Il cretino sono io,
dovevo aspettarmelo da te.

Amici all'università,
fino a quando non ti ho scritto la tesi.

Ho capito come fai carriera.
Rubi le idee degli altri.

Rispondi.

Hai ragione, ma in fondo,
ho solo seguito il mantra del professore.

"Ovunque lavorerete,
siate i numeri uno a qualunque costo."

La mia moto! Teppista! Delinquente!

Che ti avevo detto, papà?
Il ramen è delizioso.

Guarda, una cosa squisita,

la cosa più bella
che mi hai fatto conoscere, grazie.

Ne mangerei a chili,
è diventato il mio piatto preferito.

E mangiarlo in ginocchio
sul tatami, non è comodo?

Una cosa incredibile, guarda.

Questi giapponesi quante se ne inventano.

Comodissimo.

Senti, amore, starei ore a parlare con te,

lo sai, quando uno è felice,
il tempo vola, però devo lavorare.

Facciamo così. Finisco questi,
prima che si raffreddano,

e poi ci risentiamo più tardi, ok, amore?

- Ciao.
- Ciao.

- [risata finta]
- Ciao.

Questo schifo!

Vuoi mettere un bel panino con le panelle?

- Che è successo?
- Veloce, gli dobbiamo spezzare le gambe.

Tranquillo, io già mi sono portato avanti,
ho le ginocchia fottute.

Come fanno i giapponesi
a stare in questa posizione?

A chi dobbiamo rompere le gambe?

A Ludovico.

Lui ruba i clienti a me,
e io li rubo a lui.

Arrivo.

Vede, signor Gatti,
il terreno di questa casa è immacolato.

[Giovanni] Lino Gatti va ogni giorno
al museo preistorico,

però non ci lavora.

Poi dagli acquisti che fa, è evidente
che è appassionato di paleontologia.

Cavolo, bello! Chissà che significa.

Si dice addirittura
che risalga al Mesozoico,

quindi l'unica accortezza che le chiedo,
è di camminare sui ciottoli.

Per tutelare il terreno.

La prendo.

E questa è la terrazza.
Lo vede? Lo vede quando cammina?

Lo sente com'è piatto il pavimento?
Qua è tutto piattissimo.

Se lei ci mette una livella, si accorge
di quanto questo pavimento sia piatto.

Le ricerche fatte sono: "Terra piatta,
la verità sullo sbarco sulla Luna,

cento nomi di rettiliani".

Complottista, cospirazionista,
terrapiattista. Che ci vuoi trovare?

Uno psicanalista.

E da qui può vedere che è piattissimo.

E non è da sottovalutare questo fatto,
perché è piatto proprio come la Terra.

Quindi, quando lei cammina,
spreca molte meno energie.

E da qui può vedere il Sole che gira,
perché gira lui.

E poi la notte vede la Luna. Tra l'altro,
noi sulla Luna non ci siamo mai stati.

Lo dico perché girano delle voci,
ma è tutto un complotto.

- La prendiamo la casa?
- Cascasse il mondo.

- Piatto.
- Certo.

Ci tenevo a chiederle scusa
per il ritardo, ma sono venuto in treno.

Il treno non è più come una volta,
non è che arriva in orario.

[Roberto] Di lui che mi dici?

[Giovanni] Sui social, segue i gruppi
di Mussolini, quelli nostalgici.

Acquista i cimeli di epoca fascista.

- Ma il Fascismo non era passato?
- A me pare presente.

Lei non ha ancora visto la perla
di questa casa: il balcone.

Non so a lei,
ma a me questo posto mette sicurezza.

- Si potrebbe dormire…
- [insieme] Con le porte aperte.

Allora, la prende la casa? Benissimo.

Ah, mi scusi, è l'abitudine.

Ma che è impazzito Roberto?

Venduto.

Venduto.

- Hai venduto anche questo?
- Sì.

Hai venduto 34 immobili in una settimana.

Esatto.

Scusami, ma la parola venduto
mi fa un certo effetto.

Come mai non ti ho mai visto?

Perché ero dietro la fotocopiatrice.

Ah.

E fatti vedere di più.

Mi dispiace se ho battuto il tuo record,
eppure all'università eri uno bravo.

È stato difficilissimo prenotare,
qua fanno degli aperitivi buonissimi.

Infatti mi sa che ci sono già stata.

Lo so.

Cioè, non sai quante volte qui ho fatto
delle immersioni. Anzi, là sotto.

A chi lo dici, io praticamente
sott'acqua ci sono cresciuta.

Tipo la Sirenetta.

Sì, tipo.

Dovremmo farla un'immersione insieme.

È che adesso ho la muta bucata
e imbarca acqua.

- Tipo il Titanic, quindi.
- Sì, esatto.

Incredibile che ci siano ancora persone
che fanno liscio.

♪ Sono tornato nel mio Paese ♪

♪ Senza pretese, senza pretese ♪

Effettivamente, non lo sapevo.

- Vado un attimo in bagno.
- Ok.

♪ Cerco l'amore, non a pretese ♪

♪ Nel mio Paese, nel mio Paese ♪

♪ La gente sparla
E le mie braccia son tese ♪

♪ Questa mazurca la canto per te ♪

Giovanni, ascoltami,
prendi il PC e cerca Franco Canello.

Ma tu davvero conosci mio fratello?

Ma certo, andavamo a scuola insieme.

A proposito,
ti volevo chiedere un piccolo favore.

Non è che tu conosci la musica trap?

♪ Svaligio appartamenti
Ma d'oro tengo i denti ♪

♪ Rubo la tua auto
Ma nell'amore sono cauto ♪

♪ Sono cauto ♪

♪ Appartamenti, sono cauto ♪

[voci non udibili]

La prossima settimana è una festività,

quindi, pensavo se ti andava di venire.

Potremmo vederci,
ma anche senza una festa.

Sì, rimanere soli, noi due.

Soli.

- Anche tu sei qui?
- Sì, e pure tu.

Hai letto l'articolo su noncelodicono.org,

sull'atterraggio degli UFO, per stasera.

Me lo sono perso questo.

Ma tu ti rendi conto che le prime forme
di vita intelligenti che vedranno,

siamo noi?

Eh.

Se cercano forme di vita intelligenti,
forse è meglio che non vi fate trovare.

Ragazzi, lui ne capisce! Nascondiamoci.

- Sei troppo forte!
- Sì.

Dicevamo, per qualche…

- [suoneria del cellulare]
- Scusa.

Pronto?

Ciao. No, sì.

Adesso?

Ok, va bene, arrivo. Ciao.

Il lavoro. Devo andare al lavoro.

- A quest'ora?
- Quando il capo chiama, chiama.

Roby?

Scusami, ma non potevo andare a dormire

senza che tu mi dessi un parere
su questa cosa.

Su cosa?

Ti faccio un esempio.

Preferisci un esempio con le auto
o con il sesso?

Con le auto, meglio con le auto.

Quando sei in auto e fai sesso,
devi fare molta attenzione,

devi sapere come muoverti,
scegliere il momento giusto,

e soprattutto, non devi farti prendere
dall'emozione.

Ecco…

tu con Faraci, domani,
dovrai fare la stessa cosa.

Non ho capito, che devo fare con Faraci?

Domani arriveranno gli uomini di Faraci
per incontrare il sales manager.

- Ludovico.
- No.

Da domani, tu prenderai il suo posto.

- E devo incontrare gli uomini di Faraci?
- Io ho bisogno del numero uno.

Scusami, è che numero uno
mi fa un certo effetto.

"Parola d'ordine: vincere, e vinceremo!"

Speriamo.

Vinceremo.

No? Va bene, ciao.

Roberto, volevo dirti,

se hai bisogno di fare fotocopie,
fammi sapere, mi raccomando.

Ma certo, grazie.

Ah, ovviamente anche io
per qualsiasi cosa sono qui.

- Grazie.
- Ma grazie a te, Roberto.

Non mi chiamo Ri…

Ah, Roberto, giusto.

Oh, et voilà, ecco qua.
Un bel caffè che offro io.

C'è già lo zucchero.

Io non posso prenderlo
perché sono a dieta.

Sì, lo sapevo.

Cavolo, i denti.

Congratulazioni.

RESPONSABILE DELLE VENDITE

Prego, signori, lui è Roby.
Roberto è il nostro agente più in gamba.

Loro sono il legale
e l'ingegnere di Faraci.

Buon lavoro.

[chiusura porta]

Iniziamo con la presentazione?

Il resto ve lo diranno i miei uomini.

Vorrei essere lì con voi,

ma i miei impegni in Francia
mi costringono a un veloce video.

Tanti saluti da Parigi. E grazie.

In conclusione,

il progetto prevede un centro commerciale
in pieno centro,

seimila metri quadrati di spazio.

Tutti i parcheggi saranno dotati
di telecamere di sicurezza,

perché in questa città c'è qualcuno
che fa cadere le moto e poi fugge.

È vera questa cosa, l'ho sentito dire.

L'acquisizione dell'immobile Lo Iacono,
è solo l'inizio.

Abbiamo poco tempo
per poter acquisire gli altri immobili,

ai sensi dell'articolo 1.470
del Codice Civile.

Solo quando andremo ad acquisire
tutti gli altri immobili,

potremo procedere alla demolizione,

secondo gli articoli dieci, ventidue
e ventitré del testo unico dell'edilizia.

- Chiaro, state tranquilli.
- Ma noi ci siamo già incontrati?

No, è che ho una faccia comune.

Di sicuro non la faccia
di un teppista o un delinquente.

[cellulare] ♪ Svaligio appartamenti
Ma d'oro tengo i denti ♪

♪ Rubo la tua auto
Ma nell'amore sono cauto ♪

♪ Yeah, yeah, yeah ♪

♪ Scippo la tua borsa e rientro… ♪

È il cellulare di mio cugino,
me l'ha prestato.

Lui sì che è un teppista e delinquente.

Occhio, bisogna vedere
che tipo di delinquente.

Questo per poter centrare
l'articolo giusto,

perché, per i reati,
bisogna essere molto precisi.

Basta.

Sappiate che riuscirò ad acquisire
tutti gli immobili del progetto.

Ed è esattamente come dice
il nostro amico commendatore Faraci,

"Sono destinato a costruire sogni".

Anche perché gli articoli dieci, ventidue,
e ventitré del codice dell'edilizia

ci impongono dei tempi ben precisi.

Arrivederci.

È la tua più grande occasione,

poter prendere il mio posto
il prossimo anno.

Questi sono tutti gli immobili
da acquisire per il progetto.

Ok.

- Non fallire con Faraci.
- No.

Non sarebbe bello vederti di nuovo
dietro la fotocopiatrice, no?

Non può succedere.

E dai! Puoi non mangiare un minuto?

Dobbiamo lavorare, dai.
Ti dico i nomi e tu li scrivi.

Io sto morendo di fame,
tra te e mia figlia sto diventando così.

Si vede, infatti.

Dunque, cerca se c'è Viola Ferrante.

- E ce l'abbiamo.
- Trovata.

Girolamo Baita.

- Trovato.
- Aldo…

Impossibile.

Questo non lo trovo.

Aldo Lipari.

Mio nonno.

Cioè?

Devo acquisire il teatro di mio nonno.

Ma se non sono riuscito
a convincerlo in tanti anni,

come ci riesco adesso?

Io non posso tornare
a fare caffè e fotocopie.

Eh certo.

Questo, tecnicamente,
in Giappone si chiama harakiri.

[con accento siciliano] Ah, fellone,
muovi le tue armi verso altri guerrieri,

perché questo luogo devo…

Venderlo.

Io lo sapevo che tu venivi alle prove.

Ti sei convinto, eh?

Finalmente, due pupari,
e lo spettacolo viene più bello.

Non sono qui per questo,
sono qui per fare il pubblico,

visto che non c'è mai,
almeno lo faccio io.

Semplicemente, nonno, io oramai
in agenzia sono il numero uno,

e considerando
che questo teatro cade a pezzi, noi…

È vero, Roberto ha ragione,
questo teatro cade a pezzi.

Lo vedi? Te lo diciamo tutti,
solo tu non ci ascolti.

Ma l'Istituto di Antropologia
per cui lavoro, sotto mia richiesta,

finanzierà un progetto
di ristrutturazione del teatro.

Potremo far venire le scuole.
Avremo i soldi e il pubblico!

- Davvero?
- Sì!

Bravi!

Ti sei commosso?

Sì, sono lacrime di gioia.

Che carino che sei.
Ma le sorprese non sono finite.

Ta-da!

Ah, è una muta.

Sì, è un wetsuit in neoprene liscio,

me l'ha consigliata mia cugina
che se ne intende.

Menomale che weschus è in neoprene.

- Liscio, mi hai detto?
- Sì, lo è.

Perché se non è liscio, io,
non si scherza.

Io, se non è liscio liscio…

- No, è delicato sulla pelle.
- Menomale, sennò mi brucia.

Puoi tornare a immergerti!

Guarda, oggi è una giornata piena
di sorprese, non vedo l'ora.

La proverei adesso.

Per dire.

E…

voglio precisare che non sono passate
ancora tre ore da quando ho mangiato.

- Quindi, in teoria…
- Ciao!

Tu sei Roberto?

Mia cugina Sara mi ha parlato molto di te.

- È davvero un piacere conoscerti.
- Piacere.

Senti, so che sei esperto.

- Sì.
- [cugina] Quindi ci pensi tu.

Allora, vado ad aiutare gli altri.

- Vai tranquilla.
- Ciao.

- Questo è il mio campo.
- Andiamo?

No.

Perché?

Eh, perché? Perché sarebbe un peccato.

Io con la maschera ci guadagno,
ma tu, con questi occhi,

questi capelli, questi denti.

Ma pure se non avessi i capelli o i denti.

[Sara ride]

Da quando ci conosciamo mi sembra
sempre che ti arrampichi sugli specchi.

Forse più che il sub,
dovevo fare lo scalatore.

È incredibile perché, di solito,
mi piacciono i ragazzi sicuri di sé,

e poi arrivi tu.

Quindi, ti piaccio?

Sara? Puoi venire un attimo?

La smetti di prenderlo in giro?

Se ne accorgerà
che non hai mai fatto un'immersione.

- Per questo mi devi aiutare.
- E se non volessi aiutarti più?

Quanto deve reggere ancora questa storia?

Tu non ascolti musica trap,
e neanche sai com'è fatto uno skate.

Quella sono io.

Lui ha i miei stessi gusti.

È così aggraziato, delicato.
Sembra fatto a posta per me.

Lui è il mio Sfera Ebbasta,
e io sono la sua Angelina.

Chi?

Sono un trapper e la sua ragazza.

Io la musica trap non la tollero.

Intanto, quel ragazzo tanto aggraziato
e delicato ha il doppio della tua età.

È chiaro che gli devo dire la verità,
è solo che…

E se gliela dicessi io, ora?

Sul gommone, quando vedrà
che non ti sai mettere neanche le pinne.

- Tu mi devi aiutare.
- Cavatela da sola.

- Sara Badalamenti?
- [insieme] Sì?

- L'altra Sara Badalamenti?
- [insieme] Sì.

Ha scelto la Sara Badalamenti sbagliata.

- Roberto Lipari?
- Sì.

Allora, andiamo?

No.

No? Perché?

Perché è vero
che io senza maschera ci guadagno,

ma anche tu, senza maschera, ci guadagni.

Con questi occhi,
questi capelli, questi denti.

- Ma anche se fossi senza denti o capelli.
- Certo.

[ridono nervosamente]

Con la maschera non potremmo fare questo.

♪ Svaligio appartamenti
Ma d'oro tengo i denti ♪

♪ Rubo la tua auto… ♪

Io questa la so a memoria, ascoltala tu.

No, a me la musica trap piace di più
quando non la ascolto.

Ma io non posso perdermi la tua faccia
mentre la ascolti.

Quante ore passeresti a parlare di skate?

Poche.

Come poche?

- Nel senso che ne parlo sempre.
- Ah, pure io.

Che senso ha parlarne? Di uno sport, poi?

Certo, condivido.

Poi devo andare al Museo di Antropologia
per un progetto dell'università.

- Ti accompagno io.
- Va bene.

Poi è giusto,
non è che si può parlare sempre,

si può fare pure altro.

[musica]

[ridono]

[vetri infranti]

Ma che glielo devo ripetere?
Nei musei le cose rotte ci stanno sempre.

Anzi, è strano che non ne avevate
neanche una, un'anfora, niente.

Il rotto fa antico.

Il Colosseo è bello perché rotto.

Io questo, per esempio, lo esporrei.

Cavolo, mi sembra esagerata come cifra.

No, che aumenta.

Ah!

L'ho capita a lei.

L'ha sparata grossa perché vuole trattare.

Io mi occupo di marketing,
in questo mondo ci sguazzo,

parlo la sua stessa lingua, e l'ho letta.

Lei è un tipo intelligente,
un affabile, un empatico.

Un cornuto!
Non m'ha tolto manco un centesimo.

E menomale
che le trattative sono il tuo forte!

Nel mio lavoro,

sono in grado di convincere chiunque
a fare qualsiasi cosa.

Hai convinto anche me così?

Che c'è?

No, è che pensavo a quel libro sugli skate
che non abbiamo più comprato,

mi è rimasto qua.

- Io non l'ho preso perché ce l'ho.
- Allora poi posso farmi le fotocopie?

- Te le porto io.
- È che ci tengo.

Tra un'immersione e l'altra, che mi costa?

Sì, anche quella non l'abbiamo più fatta.

Prossima settimana concerto e immersione.

[Roberto] Sai come farmi felice.

E con questo tocco di giapponese,
ti ho reso questo ufficio unico al mondo.

Ma come facevi a sapere
che volevo un separé?

Ma allora il PC a che serve?

Non devi usare il PC su di me,
già te l'ho detto.

Stai fermo con le mani,

che fino a quando non trovo una soluzione
per il teatro, l'ufficio è in prestito.

Permesso.

Questo ufficio ti dona, eh?

Grazie.

Bello! Questo ti dà un tono,
un tocco orientale.

- [Roberto] Eh-mh.
- Come vanno gli affari?

[versi di nervosismo]

- Dopo l'ultima casa che ho venduto…
- [Elisabetta sospira]

Ehm.

Ceduto, contrattualmente ceduto.

- Le solite cose, acquisizioni, vendi…
- [Roberto farfuglia]

Transizioni economiche.

Comunque, cambiamo argomento,
ormai quello che ho venduto, ho venduto.

[gemito]

Usciamo a cena stasera?
Una cenetta di lavoro, io e tu.

Ti vengo a prendere con la mia macchina.

Vengo a piedi.

Ti vengo a prendere con la mia macchina.

- Bravo. Il sensei dell'amore abbiamo.
- Ma quale sensei? Quale amore?

Prima neanche ti salutava,
ora l'invito a cena.

Non ho fatto nulla per avere tutto questo,
ho solo venduto case.

Ma perché non ne approfitti?

In che senso?

Visto che non puoi convincere tuo nonno
a rinunciare al teatro,

perché stasera, a cena, non provi
a convincere lei a rinunciare a Faraci?

[fisarmonica]

[applausi]

[Canello] Ritorniamo col liscio
tra poco e…

Attenzione!

È appena arrivato Roberto.

- Lo conosci?
- È che fa un sacco di serate.

- Ah.
- Purtroppo.

Grandissimo amico di mio fratello,
sin da piccolini,

facciamogli un grande applauso.

- Grazie.
- [Canello] A tra poco.

Sai…

nella mia vita ho conosciuto tanti uomini
con la capacità di chiudere affari.

Però, tu sei particolare.

Qui ci ho mangiato già, a un'altra laurea.

Ti volevo chiedere proprio qualcosa
di particolare, infatti.

Qualcosa di particolare per un venditore,
che un agente non chiederebbe mai.

- Ho capito.
- Cosa hai capito?

- Dove vai?
- Poi ti spiego.

Vieni qua, guarda chi c'è
in videochiamata, mio fratello!

Ma vaffanculo!

- Aspetta, quello è il mio capo.
- Ah, il dipendente che va con il capo.

- No, non hai capito.
- Sei tu che non hai capito.

- Ma io…
- [Sara mette in moto l'auto]

[suona "Libertà" di Peppe Lana]

Mi può riferire lo stato di avanzamento
del progetto Faraci?

Certo. E, sto cercando di capire,

il fatto del, come si chiama il discorso…

Quanti immobili è riuscito ad acquisire?

Nessuno.

Neanche il teatro del nonno?

Vi presento l'agente Lipari,
che si è impossessato del mio affare,

per non far demolire
il teatro di suo nonno.

Non è andata così.

Senta, Lipari, entro domattina alle 8:00,

voglio quel contratto firmato
sulla mia scrivania.

E non torni senza contratto.

No, io non torno proprio.

Non torno più.

Il teatro non lo vendo.
Anzi, tenetevi tutto.

Tenetevi le vostre classifiche,
le vostre gare, i vostri obiettivi,

che ogni volta che ne raggiungi uno,
ne spunta un altro.

Tenetevi tutto, tranne la macchina
del caffè e la fotocopiatrice.

Ecco, quelle magari cambiatele
perché fanno troppo rumore.

Nessuno si licenzia senza il mio permesso.

Sei licenziato.

[Roberto] Ho pensato che era meglio prima.

Tutti sapevano com'ero,
non potevo deludere nessuno,

nessuno si aspettava nulla da me.

Guarda adesso.
Ho perso il lavoro, ho perso Sara,

che poi ho provato a parlarle,
ma lei non ne vuole sapere.

Lo so, però ricordati.

Dietro una donna arrabbiata,

c'è sempre un uomo
che non ha capito cos'ha fatto.

Me lo ricordo benissimo,

perché era scritto
in Come capire le donne in 1.000 volumi.

- Va beh, gli ho dato una sbirciatina.
- Hai fatto bene.

[Roberto sbuffa]

Ma onestamente, a me questo PC
che mi ha portato?

- A me sicuramente una notizia terribile.
- Cioè?

Mia figlia non è innamorata del Giappone,
ma di un giapponese.

Roberto, se lo prendo,
lo faccio nero tipo hosomaki, credimi.

Però non è normale che un algoritmo sappia
di tua figlia più di te.

Che un algoritmo sa di te,
più di quanto ne so io.

Forse è meglio non sapere.

Ecco, forse è meglio non sapere.

Ma che cos'era? Aspetta, non me lo dire.

Una sonda sottomarina
per dimostrare che la Terra è piatta.

- Tu hai veramente rotto le palle.
- E una cosa è certa, quelle sono rotonde.

[squilli del cellulare]

Come la faccia che ti farei, rotonda.

- Nonno, dimmi.
- [Giovanni] Mannaggia a te!

Ma che è successo?

[con accento siciliano] E che ne so,
io faccio l'imbianchino, mica l'idraulico.

Per me, le tubature erano troppo vecchie
e hanno ceduto.

Ma noi facciamo gli imbianchini,
mica gli idraulici.

È stato dopo questo spettacolo
che ti ho insegnato a manovrare i pupi.

Non te lo puoi ricordare, eri piccolo.

Invece me lo sono ricordato.
Tardi, ma me lo sono ricordato.

[apertura porta]

No, vado io.

Tu che ci fai qua?

Ascoltami, Roberto,
noi ci siamo sempre fatti la guerra,

ma non è arrivato niente
a nessuno dei due.

Io ho Faraci, ma non ho il teatro.

Tu, invece, hai il teatro.

O quantomeno, quello che ne rimane.

Ma hai perso il lavoro.

- Vorrei metterci una pezza.
- Mi sa che per assorbire tutto non basta.

Ascoltami.

Dammi il teatro, lo vendiamo
a Faraci e ci dividiamo la percentuale.

E tu sai di quanto parlo.

Diciamo, in ricordo della nostra amicizia.

Il fatto è che io, la nostra amicizia,

non me la ricordo.

Pensaci, Roberto.

Pensaci.

[Enzo] Questo è il dente originale
de Lo squalo di Steven Spielberg.

No, ma che fai, tocchi? Non si tocca.
Questa è una reliquia.

Roberto, tutto ok?
Ti faccio il solito panino?

No, grazie, Enzo, davvero.
Grazie della birra, però va bene così.

Ma sei giù di morale?

Sì, infatti una birra non basta.

Per rilassarmi, ci vorrebbe una canna.

Zucchero. Zucchero di canna, intendevo.

Ma questo se ne va senza pagare?

No, abbiamo un accordo.
Loro mi hanno dato il dente de Lo squalo,

e questo meraviglioso cimelio
di Karate Kid.

[apertura porta]

Buongiorno.

Sono qui per vendere il teatro.

Mi sembra la scelta più saggia.
Faccio preparare subito un contratto.

Ma a una sola condizione.

Perché l'hai fatto?

[Aldo schiarisce la voce]

La colpa è mia.

Non è colpa tua, si è rotto un tubo.
Che c'entri tu?

C'entro.

Quella macchia di umidità, diceva tutto.

E io l'ho ignorata.

Io dovevo vendere quando me lo dicevi.

No, non avresti dovuto vendere,
né prima né ora.

È la cosa giusta, fidati.

L'ho fatto…

a condizione che ti riassumano.

Ma a me non frega più niente dell'agenzia.

Dimmi che ancora non hai firmato.

[campanello]

Ciao.

Per quanto riguarda l'altra sera,
è stato il capo che…

Ho parlato con tuo nonno,
sono stata in teatro.

Ma davvero hanno comprato il teatro
in quelle condizioni?

Sì, si chiama Faraci,
è un cliente dell'agenzia.

Adesso lo butta giù
e ci costruisce un centro commerciale,

e io non ho idea di cosa fare.

Ma scusa, tu nel tuo lavoro,

non eri in grado di convincere chiunque
a fare qualsiasi cosa?

Convinci questo Faraci
a rinunciare al teatro.

Io non ero in grado di fare niente.

Faceva tutto un PC.

Lo stesso che ci ha fatto innamorare.

Che vuoi dire?

E quindi, non sono un fan della trap,
non so andare sullo skate,

non sono un sub,
non sono un animatore per bambini.

- Lo so cosa stai pensando.
- Sei stato un cretino.

So anche questo.

Sei stato un cretino
a usare quelle informazioni.

E anche questo, lo so.

Ma sei stato ancora di più un cretino
perché non ti sei reso conto

che erano le informazioni
di un'altra Sara Badalamenti.

Mia cugina.

Sì, confermo pienamente.

Sono proprio un cretino.

Siamo due cretini.

Anche io ho finto passioni che non ho,

e senza un PC.

Avrei dovuto essere sincera con te,
fin dall'inizio.

Avrei dovuto ascoltare mia cugina.

Aspetta.

- Grande, Sara!
- Grande.

L'ho fatto per te, Roberto.
È la mia prova d'amore.

- Sì. Glielo dobbiamo spiegare.
- Non oggi.

Va bene.

- Ti amo!
- Anche meno.

Giovanni.

Ciao, io sono Sara.

- Ti conosco.
- No, non la conosci.

Non ti conosco.

Non è questo il punto,
devi dirmi se si può recuperare il PC.

Fa immersione?

Ah, quindi sa del…

Sì, ma ascoltami.

Dobbiamo salvare il teatro,
dimmi se si può recuperare il PC.

No, che vuoi recuperare? È pieno d'acqua.

Sì, ma guardalo, neanche l'hai guardato.

Ma si vede, è pieno d'acqua,
non c'è niente da fare.

Poi lasciami stare
che sono in un momento delicatissimo.

Ho ricostruito i percorsi di mia figlia,
gli acquisti, le prenotazioni,

sono sempre insieme, sempre appiccicati,
dove va lei va lui.

Questo, questo qua.

In giapponese, sai che vuol dire "questo"?

Che conosce tutte le posizioni
del Kamasutra.

Siamo rovinati.

A parte che il Kamasutra è indiano.

E poi come hai fatto a fare tutto questo,
senza il PC?

Roberto…

questo è il vero PC di Allen,
e funziona perfettamente.

Sì!

[ridono ed esultano]

[urla di spavento]

Scusate, una curiosità.

Ma che stiamo festeggiando, esattamente?

[suona: "Eine Kleine Nachtmusik"
di Mozart]

- Devo compensare la nostra fase trap.
- È giusto, ci sta.

- È importante.
- Eh, sì.

- [campanello]
- È arrivato il caffè, vai tu?

- Io?
- Io metto il negozio e tu paghi il caffè.

Va bene. Comunque,
sento una bella atmosfera.

Per me, se ci lavoriamo tutta la notte,
un'idea la troviamo.

- E così tu sei la cugina.
- Sì.

Ma di chi, esattamente?

Operazione Faraci.

Noi sappiamo che il nostro Faraci,

sarà ospite onorario
di questa cena di beneficenza,

alla quale sono invitati anche loro.

Ma abbiamo visto che, per quella data,

hanno comprato online
dei biglietti alle Maldive.

[Roberto] Quindi, è l'occasione perfetta,
per me e Sara, di fingerci questa coppia.

Ricordiamo i nomi della coppia.

- Carlo Rapetti.
- E Simona Mandorla.

- Che c'è?
- È che mandorla mi ricorda il Giappone.

Scusate, è più forte di me.

Non ce la faccio.

Dobbiamo fare così tutto il tempo?

- Accomodatevi.
- [insieme] Grazie.

[Roberto] Superato l'ingresso riservato
ai soci, agganceremo Faraci,

che sappiamo avere una collezioni di vini.

Infatti, mi fingerò un esperto di vini.

Ma tu non ne capisci niente di vini.

Lo so, ma è tutto organizzato,
non è che sono un kamikaze.

Possiamo evitare
di nominare cose giapponesi?

- Scusa, ma mi puoi capire.
- Certo.

Va bene, però servi proprio tu
in questo momento,

perché io metterò uno di questi,
e poi ci sarai tu all'altro capo,

che mi suggerirai tutto quello
che c'è da sapere sui vini.

Capisco che è una cena di beneficenza,
però un vino migliore potevate prenderlo.

Non dico un Nero d'Avola del '95,

o uno Chardonnay del '98,
ma manco quest'acqua colorata.

Anche uno Chardonnay
del 1991 non sarebbe male, eh.

[Roberto] E quando il pesce sarà all'amo…

Senti, il pesce mi ricorda il salmone,
il salmone mi ricorda il sushi,

il sushi mi ricorda il Giappone,
il Giappone quello che sta con mia figlia.

[Roberto sbuffando] Ok.

Quando Faraci mi riterrà
il suo più grande amico…

- Alla nostra amicizia.
- All'amicizia.

[Roberto] Con una scusa, io e Sara,
porteremo Faraci al teatro allagato.

Grazie alla fiducia acquisita, gli diremo
che quell'allagamento non è casuale,

ma è dovuta a una falda acquifera.

E quindi?

Non puoi costruire su una falda acquifera.

Lui si renderà conto
di aver comprato un immobile inutile,

ma per fortuna ha davanti il proprietario,
che è anche suo amico.

Così in quell'occasione vorrà restituirlo,
e il teatro è salvo.

C'è solo un problema.

Il teatro è in pessime condizioni,
ma l'acqua si è asciugata.

Giusto, ed è per questo
che rientri in gioco tu, Giovanni.

[Roberto] Arriverai in teatro
con dei secchi,

li riempirai, li svuoterai,
e allagherai più che puoi.

Così, tra il teatro
in pessime condizioni e l'acqua,

sembrerà una falda acquifera.

Non ti fermare per nessun motivo.
Appena hai finito, comunicaci tutto.

E non perdere tempo, perché ricorda
che abbiamo solo stasera come chance.

Da domani Faraci riparte,

e quindi semmai la cena fosse finita
e ancora tu non ti sei fatto sentire,

Sara ti chiamerà, e tu rispondici.

[squilli del cellulare]

Un minuto.

Dai, Giovanni, rispondi.

[in siciliano] Questo figlio di geisha.

Vado un attimo, torno subito.

Giovanni non risponde.

Fa schifo questo vino,
proprio non si può bere.

- Che facciamo?
- Richiamalo.

- È mezz'ora che lo chiamo.
- Quando lo rivedo a questo?

- Passiamo al piano B.
- Abbiamo un piano B?

No, me lo sto inventando ora.

No, è troppo rischioso, rimandiamo tutto.

Ti inventi qualcosa, lo trattieni,
e tra mezz'ora ci vediamo in teatro.

Ma io…

Scusa, Maurizio, Roberto è dovuto andare.

Un'emergenza.

- Qualcosa di serio?
- Un problema col teatro del nonno.

[Aldo] Il paladino.

[Aldo parla in siciliano]

Nonno?

Eh.

Ma che ci fai qui?

L'ultimo spettacolo.

È uno degli immobili
che abbiamo acquisito. Eh?

Nessuno mi aveva detto
di questa falda acquifera.

Avvocato, non mi importa
del Codice Civile,

io esigo una spiegazione
da Casa Casa, ora!

Ho capito.

Ho capito.

Dobbiamo decidere noi
al posto di questo Faraci.

Dobbiamo manovrarlo come un pupo, no?

- In un certo senso, sì.
- Eh.

Ma ti ricordi quando eri piccolo,

quanto ti piaceva la storia
di Rinaldo e Angelica?

Venivi di corsa in teatro,
scostavi la tenda, entravi in sala,

e guardavi lo spettacolo
con occhi incantati.

Una volta, sei venuto sempre
di corsa in teatro,

hai scostato la tenda,

sei entrato in sala,

non ti sei seduto, ma sei venuto
subito qua dietro, come adesso.

[Aldo] Quanto ci sei rimasto male,

quando hai visto che ero io
a manovrare i pupi.

E io ti ho detto,
che a manovrare Rinaldo non ero io.

E che Rinaldo combatterebbe
anche senza di me.

Anche quando si innamorò di Angelica,

non erano i miei fili a deciderlo.

Anzi, all'inizio,
ho provato pure a trattenerlo.

Ma quello aveva sempre la testa
da Angelica

- Allora te lo ricordi?
- Sì.

Allora mi hai creduto.

Oggi, invece, non mi credi più.

Ma perché dici così?

Eh, perché.

Non abbiamo mai deciso per i pupi.

E adesso, dobbiamo iniziare
con questo Faraci.

La falda acquifera è un piano
a fin di bene, è per salvare il teatro.

Eh, Robertino…

a te muovere i fili, ti piace.

[Aldo ride]

Sì.

Lo so, ti conosco.

E ci hai provato pure con me.

Quando volevi convincermi
a tutti i costi a vendere.

Che fai?

Lo spettacolo con due pupari viene meglio.

- Ah!
- [Aldo ride]

[Roberto] Oh, Rinaldo, quanto tempo!

[Aldo] E dove sei stato
tutto questo tempo?

Eh, mi ero perso,
perché a manovrarmi c'era un puparo,

che mi aveva convinto che dovevo essere
il numero uno a qualunque costo.

E così ho mentito a tutti.

Anche a chi amavo.

E invece di diventare il numero uno,
sono diventato nessuno.

E questo, può capitare
a qualsiasi paladino.

Ma a noi,

ci è stata data la capacità di scegliere.

E se non sappiamo usare questa capacità,

ci sarà sempre un altro,
a decidere per noi.

Allora è vero.

Questo teatro sarà pure vecchio
e acciaccato,

ma ha ancora qualcosa da dire.

[applausi]

- Abbiamo visto tutto.
- Non c'è nessuna falda acquifera.

Articolo 640 del Codice Penale,

"Chi raggira,
inducendo in errore chiunque,

è passibile di pena o reclusione
da sei mesi fino a tre anni".

Allora, è tutto chiaro.

C'è la falda acquifera.

Anche se adesso non si vede tanto,
perché si è asciugato un po' tutto,

per colpa del riscaldamento globale.

Non li leggete i giornali?
Il Pianeta sta morendo!

Ma che dici?
Non c'è nessuna falda acquifera.

Il teatro si è allagato
perché ho rotto io il tubo.

Cento, duecento, trecento, quattrocento.

A quanto pare, sembra
che abbiate fatto un buon lavoro.

Non è stato facile rompere quel tubo,
sembrava indistruttibile.

D'altronde noi facciamo gli imbianchini,
non gli idraulici.

[Roberto] Credo che quando si dice e si fa
la cosa sbagliata al momento sbagliato,

è perché, a tenere i fili
della tua vita non sei più tu.

[TV] L'approfondimento di oggi,
riguarda il caso dell'hacker George Allen.

Una fonte anonima ha fornito
alla Polizia il PC personale dell'hacker.

Il computer, non presente
al momento dell'arresto,

è stato fatto trovare
davanti al commissariato.

[Roberto] Una volta,
una persona mi ha detto: "So tutto di te",

ma sono sicuro che le scelte che ho preso,
non se le aspettava neanche lui,

perché tutto, di una persona,
non puoi saperlo mai.

Si possono prendere vie sorprendenti,
ma si può pure essere sempre prevedibili.

Vorrei essere lì con voi,

ma gli impegni mi
costringono a un veloce video.

Grazie.

[Roberto] L'importante è
che a decidere sia tu.

E non è una banalità,

perché in un mondo in cui ci dicono
cosa comprare, chi odiare, chi amare,

rischiamo di dare i fili della nostra vita
in mano a qualcun altro.

Ci stiamo disabituando a scegliere
ed è davvero un peccato,

perché proprio quando cominci
a scegliere, la vita…

diventa uno spettacolo.

[risate e voci indistinte]

[Roberto] E allora, commendator Faraci,
che ha deciso?

[Aldo] A ognuno di noi,
è stata data la capacità di scegliere,

e io ho scelto.

Ero venuto qua per vedere un disastro,

e ho visto un capolavoro.

E d'altronde ero destinato
a costruire sogni.

[Roberto] E quella volta, così,

senza bisogno di leggere
in anticipo le informazioni,

ho azzeccato tutte le mosse.

E qui, cari spettatori,
finisce questa storia,

fatta di fili, imprese e amori.

E ora vi chiederete
perché ve l'ho contata,

i motivi di questi fatti,
di questa pupata.

E allora ascoltatelo un deficiente,
che ora muove i fili dei pupi,

ma prima, muoveva quelli della gente.

Fate come Angelica e Rinaldo,
due pupi che non si fanno comandare,

ma hanno scelto loro
per chi lottare e chi amare.

[applausi]

[suona "Dieci ore" di Mario Biondi]