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TRUFFA SCHEDINE FULHAM FOOTBALL

LONDRA… UNA SERA D'INVERNO

TRUFFA SCHEDINE FULHAM FOOTBALL

BASATO SU UN ROMANZO
DI MAURICE MOISEIWITSCH

Signora! Sono felice che sia tornata.

Grazie, Sally.

Sta aspettando il Dr. Esmond?

- Sì.
- Oh, capisco.

Io sono la sig. ra Esmond. Vuole sedersi?

Perché hai lasciato il paziente solo?

Non è un paziente. Rimane qui, nella casa.

- Oh, dove?
- Nella stanza del dottore.

Oh, capisco.

Sì. E dev'essere trattato
come uno di famiglia.

- Davvero?
- Non sta a me contraddire il dottore.

Ma quell'uomo è un ladro, un criminale!

Come lo sai?

L'ho sentito dire dal dottore
alla sig. na Duncan.

Ha puntato una pistola al dottore.

Invece di finire in galera,

rimarrà qui sei mesi per sottoporsi…

A terapia.

- E tu non approvi?
- Non spetta a me approvare.

Ma non rimarrò in casa con un rapinatore.
Do le dimissioni.

Quando vai via?

Il prima possibile.

Ciao, Carol. C'è Clive?

Glenda! Non ti aspettavamo!

A presto, dottore.

Mi sembra ovvio.

Glenda!

Ciao, Clive.

Cos'è successo?
Il maltempo ti ha fatta tornare?

No, Parigi era bellissima e mi annoiavo.

Come me. Mi annoio sempre quando sei via.

Stavolta devi esserti annoiato tanto.

- Oh, l'hai saputo.
- Sì.

E Sally vuole dimettersi.

Non approva il fatto
che venga ospitato un ladro.

Forse nemmeno io.

Ascolta, Glenda, una cosa
è fare lo psicologo in prigione,

un'altra è rimettere il paziente
in circostanze ideali.

È un giovane intelligente.

Se scoprissi cosa lo fa scattare,
potrei rimetterlo in sesto.

Con l'altro metodo, beh,
sarebbe un essere umano sprecato.

Se tornasse in prigione,
sarebbe sicuramente finito.

C'era già stato?

Sì. Ha dei precedenti.
Ho fatto fare delle ricerche a Carol.

- Roba piuttosto sordida.
- Oh, sì. È resiliente.

Ma è immaturo e infelice,

e penso che sia spaventato,
sotto quella sua corazza.

Spaventato? Io direi spaventoso.

Rapina a mano armata, aggressione… Furto.

Com'è il suo comportamento? È gestibile?

Strano, ma non è dei bassifondi.

Famiglia nell'esercito, buona educazione.

Per questo è così interessante.

Ma se l'idea non ti piace, e non mi va
che tu faccia i lavori di casa,

- posso annullare.
- Perché?

Sai che sono anni
che desideri un'occasione simile.

Oltretutto,

non abbiamo mai avuto
un criminale come ospite.

O almeno sapendo che lo fosse!
Sarà interessante.

Forse anche pericoloso.

Non preoccuparti per me. Non mi spaventa.

Ciò che mi spaventa
è il pensiero di sostituire Sally.

Oh, ci beviamo qualcosa prima di cena?

Arrivo subito.

- Grazie, cara.
- Figurati.

Mi scusi, sig. Clemmons,
sono stata via e non sapevo di lei.

- Ma ora sì.
- Sì.

Spero si sia messo comodo.

Perché?

Perché?

Perché è un mio ospite.

Un ospite?

Io e il dottore siamo d'accordo,
è meglio della prigione.

Perché fingere che sia altro?

Non sono un ospite, ma un prigioniero.

- Vi siete già conosciuti.
- Sì. Due volte.

Bene. Sherry o whisky, Frank?

Whisky e acqua.

Whisky e acqua sia. Stavi leggendo?

Oh, stavo solo sfogliando.

Sfogliando?

Quello devi leggerlo.

L'ho letto.

Leggi molto?

- Non quanto una volta.
- Ho lo stesso problema.

- Ti piacciono gli sport?
- No.

Niente caccia o pesca? Peccato.

- Vai a cavallo?
- No.

Dovresti. La sig. ra Esmond è bravissima.

Magari Glenda ti può portare con lei.

Forse.

Cara, avrei annullato la lezione
se avessi saputo del tuo ritorno.

Non ne hai mai annullata una in vita tua.

Una volta sì, Glenda.
Ricordi l'anno della grande nebbia?

È per il sig. Clemmons.

Scusatemi.

- Pronto?
- Che notte mi hai fatto passare.

Ti ho seguito lì e aspettato.

È stata un'impresa trovare il numero.
Cos'è successo?

Non chiamarmi qui.

Un mio amico.

Qualcuno che vorresti vedere?

Non particolarmente.

Intendevo che puoi portarlo qui,
tranquillamente.

- Qualsiasi mio amico?
- Qualsiasi.

E se uno fosse nei guai?

Che tipo di guai?

Quando gli amici sono in pericolo,
non si chiede perché. Li si aiuta.

Chieda a chiunque.

Per i prossimi sei mesi,
vorrei che ti sentissi a casa.

E se uno dei miei amici dovesse essere…
una donna?

Cosa penserebbe
la sig. ra Esmond in tal caso?

Chiedi a chiunque.

Non vi preoccupate. Non lo farò.

Arrivederci. Sarai fantastico.

Non lo sono sempre?

- Sicura che starai bene?
- Certo.

Bene. Torno per le 11.

- O le 12.
- Dai, su.

Su.

- Un uomo molto impegnato, il dottore.
- Sì.

Tiene lezioni.

Scrive.

Oggi pomeriggio
ho letto uno dei suoi libri.

Diceva che quello che conta è l'infanzia.

Il rapporto genitori e figli.

Ma si sbaglia.

Le persone nascono così.

Beh… allora sa parlare, dopotutto.

Lei è americana, vero?

Sì.

E lei è un gangster.

Altro caffè?

No, grazie.

Un gentiluomo accende
la sigaretta alla signora.

E la signora non ne fa un dramma
se l'uomo non lo fa.

Si è fatto male?

Mi sono storto il polso.

Ma certo, l'addestramento di Clive.

Si è imbattuto nell'uomo sbagliato.

Perché Clive sa il fatto suo,
anche se scrive libri.

Congratulazioni, sig. ra Esmond.

Sicuro di non volere altro caffè?

Ne sono sicuro.

Avrebbe usato quella pistola su Clive
se lui non gliel'avesse tolta?

No.

Allora perché la usa?

Perché me lo chiede?

La cosa la affascina?

No.

Mi dà il voltastomaco.

Aborro i delinquenti di ogni tipo.
Non mi affascinano nemmeno un po'.

Sono solo stupidi animali
che desiderano finire in gabbia.

Rispetto un ribelle se si tratta
di ribellione intelligente, ma…

odio la stupidità.

È tutto, signora?

No.

Non mi dà fastidio l'esperimento di Clive,
anche se lo ritengo uno spreco di tempo.

Se a lui interessa, lo aiuterò come posso,

la porterò a cavallo
o le insegnerò i canti,

ma questa è anche casa mia,

e c'è una cosa che non tollero,
ovvero la maleducazione.

Come quella di cui ha fatto sfoggio oggi
o qualsiasi altro tipo.

Spero che le sia chiaro, sig. Clemmons.

Buonanotte.

Tranquilla. Non mordo.

- Brava gente, gli Esmond.
- Troppo.

Senza una rotella, per aver ospitato lei.

Cosa intende?

Sa bene che intendo.
So tutto su di lei, sig. Clemmons.

Ha visto la mia foto sui giornali, vero?

Sì, la foto sui giornali!

So perché è qui.
Dovrebbe essere in prigione.

Sì, lo so, ma non sono in prigione.

E inizio a essere felice di non esserci.

Perché non mi porta del caffè?

Mi è stato ordinato di riordinare.

Sono un ospite.

Ci vedremo spesso, Sally.

Dovremmo essere amici.

È quello che pensa lei.

Ho dato le dimissioni,
sarò presto fuori da qui.

A causa mia?

Sì. A causa sua.

Non è difficile trovare
dei camerieri di questi tempi?

Sì, molto. Alla signora
non piacerà dover fare da sola.

E quelli come lei dovrebbero arrangiarsi.

Non penso proprio, Sally.

Penso che non se ne andrà affatto,
perché non mi piacerebbe.

Ora pulisca tutto e mi porti del caffè.

Sig. ra Esmond?

Buongiorno.

Buongiorno.

Vorrei venire a cavallo con lei,
se me lo consente.

Se vuole.

Avevi…

sette anni quando morì tua madre.

Sì.

Un gran peso per tuo padre.

Sì, ma ci era abituato.
Era stato un militare per tutta la vita.

Avevamo un buon rapporto.
Eravamo più come fratelli.

- Era un tipo atletico?
- Sì.

Era deluso
dal tuo disinteresse per gli sport?

No, non gliene importava.

E andavi d'accordo con la tua matrigna?

Sì. Era una bella donna.

Cosa fece tuo padre
quando la scuola ti espulse?

Niente. Lui…

Era deluso, ma non gli importava.

- E la tua matrigna?
- Lei era…

Era una donna gentile. Lasciò fare a lui.

- Ti piaceva davvero?
- Sì.

Te l'ho detto una dozzina di volte. Sì!

Sì, è vero.

È stato bello. Mi è piaciuto.

Sì, stai facendo progressi.

Non è necessario, Frank.

Cosa?

Oh, mi dispiace.

Smetterò di cavalcare per un po'.

- Perché?
- Oh, penso di essermi stufata.

Non si tratta del cavalcare,
vero, sig. ra Esmond? Sono io.

Non le piaccio, vero?

Per me non hai importanza, Frank.

Nemmeno quando cerchi di palparmi

in quel modo
che pensi sia carino e casuale.

Non mi piace cosa rappresenti.

- E cosa rappresento?
- Qualcosa di perverso.

Sembra proprio suo marito.

Secondo Clive
hai avuto una brutta infanzia.

Io non credo che sia una scusa sufficiente.

Molti provengono da famiglie disastrate.
Come me.

Provengo da due case
distanti migliaia di km,

e mi sentivo estranea in entrambe.

Mia madre mi odiava, letteralmente.

Ma mi sono comunque fatta una vita.

Va bene, ora tocca a me parlare.

Lei è un'ipocrita, sig. ra Esmond.

All'apparenza è sicura di sé e accomodante.

Si convince di avere cosa vuole.

Ma dentro non ha nulla.

È vuota e affamata.

- Affamata?
- Proprio così.

Conosco quelle come lei. La conosco bene.

Si comporta come se nulla potrebbe
smuoverla, ma in realtà è un filo teso…

e basterebbe poco per spezzarlo.
Basterebbe pochissimo.

IL METRO

Vieni, piccola.

USCITA

- C'è Harry?
- Laggiù.

Frank!

- Te la passi bene?
- Ci provo.

Ma guarda, quanto tempo!

Sì?

Vieni a cavalcare oggi?

Sì, certo.

Mi dia cinque minuti.

Sono curioso, ispettore.

Come avete scoperto
che Frank Clemmons è qui?

Abbiamo le nostre fonti.

Certo. Immagino che non approvi.

Non direi. Sappiamo del suo
interesse professionale in questi casi.

Visti i suoi precedenti,
era meglio fare una chiacchierata.

Va bene. Chiacchieriamo.

- Si sta comportando bene, vero?
- Certamente.

- Fa orari regolari?
- Lo tengo sempre d'occhio.

Non ho chiesto questo.

Senta, ispettore,

per ottenere la sua fiducia
bisogna dargli una certa libertà.

Non discutiamo.
La polizia non vuole essere ingiusta.

E ci piace vedere persone
che riprendono la retta via.

Ma secondo noi,
Clemmons è un uomo troppo pericoloso.

Ha diritto alle sue opinioni, ispettore.

Non faremo nulla al riguardo.
Non possiamo.

A meno che non diventi necessario.

Mi sembra giusto.
E spero che perdoni il mio malumore.

Ma certo, dottore.

Non vuole vedere Frank?

No, volevo solo vedere lei.

Mi fa piacere.

- Le dispiace se non la accompagno?
- Si figuri.

Arrivederci.

- Ah, ispettore!
- Sì?

Buona giornata.

Buona giornata.

Non essere così triste.

Non sono triste.

- Ma sono preoccupata.
- Per cosa?

Quel poliziotto. Frank
che sgattaiola in giro e tutto il resto.

Neanche a me piace.

Non è un tipo semplice. Ed è intelligente.

A volte è come un muro di pietra.

- Lascia perdere, Clive.
- Lasciare perdere?

È passato un tuo amico.

Sì, lo so.

L'ho visto.

Simmons.

- Pensi di lasciar perdere?
- No.

Com'è andata a cavallo?

Bene.

Glenda mi dice che te la cavi bene.

Ma andare a cavallo quattro ore
e fare tardi la sera non va bene.

Ah, lo sai.

Mi dispiace.
So che non sarei dovuto uscire, ma…

Ero di malumore.
Dovevo uscire o sarei esploso.

A me non importa.

Ma ciò che importa
è che tu mi abbia mentito.

- Come?
- Sulla tua infanzia.

Sul rapporto con tuo padre e tua madre.

Non è morta. È scappata.
Ho controllato. Perché, Frank?

Perché menti?

Mi dispiace.

Non sono cose di cui mi piace parlare.

Perché no?

Odiavi tuo padre, non è così?

Sì.

- Sì, è vero, lo odiavo.
- Perché?

- Per colpa sua mia madre mi abbandonò.
- Lasciò te?

Lasciò lui e fu colpa sua.

Come?

Perché la tradiva.

Perché era cattivo, meschino e crudele.

Perché era un bullo e un ipocrita.

Teneva la mia matrigna al guinzaglio
quando c'era ancora mia madre.

Com'era la tua matrigna?

Alta, bionda, molto intelligente.

Di ghiaccio fuori e marcia dentro.

Non ti piaceva molto, vero?

La odiavo.

E lei odiava me.

Ma li ho sistemati.

Come?

Non sono affari tuoi.

Come li hai sistemati, Frank?

Non sono affari tuoi!

Lasciami in pace.

Dai.

Chip. Eccoci qui. Che bravo cane.

- Ciao, Carol.
- Per ora non entrare, Glenda.

C'è un poliziotto con Clive e Frank.

- Spero di non interrompere.
- Mia moglie.

Si figuri, sig. ra Esmond. Stavo
dicendo a Clemmons quant'è fortunato.

Neanch'io sapevo quanto.

Grazie.

Vuole chiedermi altro?

Oh, non molto.

Oh, volevo chiederle: conosce Menzies,
la gioielleria in Bilio Street?

No.

- Dov'era ieri sera?
- Qui.

- Tutta la sera?
- Sì.

È così?

Sì, che io sappia.

Va bene.

Qui ha una grossa chance, Clemmons.

Non la sprechi.

Aiuterebbe se non cercasse
di darmi la colpa.

Ogni volta che rapinano Menzies
o altri posti.

Buongiorno, dottore.

- Buona giornata.
- Buongiorno, signora.

Ah, Clemmons.

Non ho detto nulla
di una rapina a Menzies, no?

Ma c'è stata.

Non sono stato io.

Non vi farei una cosa del genere.

Va bene, Frank.

- Gli credi, Clive?
- E tu?

- Non sarebbe così stupido.
- Spero di no.

Cosa ne pensi di lui, Glenda?
Vale la pena salvarlo?

Lui ti piace?

Sì. È fuori dal comune. Ha coraggio.

Sotto la sua spavalderia,
c'è un che di accattivante.

Non penso che sia uscito.

Lasciamo perdere.

Stasera ceniamo fuori.

Stasera…

Oh, cara.

Mi dispiace,
prometto che dalla prossima settimana…

Sì, lo so.

Solo un minuto.

Perché non guardi sul giornale
cosa c'è al cinema?

Ok.

Trovato qualcosa?

Niente di speciale. Solo un western.

- Solo quello?
- Sì.

Che noia.

Stasera volevo uscire di casa.

Sì, so come ti senti.

Davvero?

Cosa faresti se fossi da solo?

Oh, non lo so.

Andrei al Metro, suppongo.

- Il Metro, cos'è?
- Un locale a Soho.

- Ci si diverte?
- Sì, mi piace.

A me piacerebbe?

No. Gli uomini non conoscono
le buone maniere, le donne sono…

Bionde con vestiti da due soldi?

Anche loro leggono Vogue.

Solo che non hanno molti soldi.

Scusa.

Abito costoso, commenti di basso livello.

Portami al Metro.

Sul serio?

Sì, dico sul serio.

Potrebbe non piacerti.

Te lo dirò.

Va bene.

Ma va' di sopra a mettere qualcosa…
di più scadente.

Povero Frank. Sei in imbarazzo, vero?

In imbarazzo?

- Per cosa?
- A causa mia.

Perché mai?

Beh, ballare così. Io…

Non mi sono mai sentita così impacciata.

Pensi sempre che la gente ti guardi?

Non sentivo musica come questa da anni.
È elettrizzante.

Ora ti senti più a casa?

Cosa vuoi dire?

Beh…

come se ballassi con una delle tue ragazze?

Ma non sei una delle mie ragazze.

No.

A te…

Non piacerebbe una come me, vero?

Mi fai male.

Non prendermi in giro, Glenda.

Avevi ragione, Frank. Io…
Non mi piace qui. Vorrei andare via.

Hampstead Gardens.
Il prima possibile, per favore.

Vai da qualche parte?

Sì.

- Perché?
- Sai il perché.

- A causa mia?
- Sì.

Che peccato.

La povera sig. ra Esmond
dovrà badare alla casa da sola.

Spazzare, spolverare, rifare i letti.

Cosa stai facendo?

Non è molto carino, Sally.

Ti avevo chiesto di non farlo.

Non puoi fermarmi. È un Paese libero.

E questo chi l'ha detto?

Vorrei essere un uomo!

Dovremmo andare in Scozia.
Non ci sono salmoni come quelli al mondo.

Dimentichi che il nostro accordo
era per sei mesi.

- Non per sempre.
- Non hai molto altro da fare.

- Cosa c'è, Frank?
- Oh, non lo so.

La vita domestica non fa per me.

Forse mi fa innervosire.

È comprensibile, visto come
ti ha cresciuto la tua matrigna.

Perché la tiri sempre in ballo?

Sembri insinuare ci fosse qualcosa tra noi.

Perché fingi sempre che non sia esistita?

Non ti arrendi mai.
Sei peggio della polizia.

Dai, Frank.

Sei abbastanza intelligente
da capire che voglio aiutarti.

Chi ha chiesto il tuo aiuto?

Sono qui perché se no sarei in prigione,
e ora lo preferirei.

Com'è andata la pesca? A Frank è piaciuto?

No. E non mi aspettavo che gli piacesse.

Ultimamente continua a farmi resistenza.

Perché lo dici?

Temo di aver assunto il ruolo di suo padre,

pertanto non gli piaccio.

Sei scoraggiato?

Non è facile.
Pensi che sia un po' migliorato?

Non lo so. Forse è sbagliato
interferire con le persone.

Magari ce la farebbe da solo,
se lasciato in pace.

Pensi che Frank vada lasciato in pace?

E come posso saperlo? Non sono Dio.

Mentre io penso di esserlo?

Se ti sta l'aureola, mettitela.

E non fingere che non ti piaccia
trattare le persone come giocattoli.

Devo essere pazza.

Perché? Perché mi ami?

Ti amo?

Come se non bastasse,
sono più vecchia di te.

Cosa sono un paio d'anni?

Per una donna anche solo
una piccola differenza è troppo.

Non per te.

Dammi una sigaretta.

Frank?

Dimmi la verità.
Eri coinvolto nella rapina?

No, te l'ho detto una dozzina di volte.

- Non mi mentiresti, vero?
- Glenda, non assillarmi.

Su alcune cose potrei mentirti, ma…

non quando ti dico di amarti.

Buongiorno.

- Va' via!
- Non hai ancora finito? Potremmo uscire.

- Ho da fare, Frank.
- Fallo dopo!

Non posso. Ti prego, va' via.

- Dove?
- Ovunque.

Tu vieni con me.

Ti ho detto di no. Ho tanto da fare.

Va bene. Allora ti aiuto.

Oh, Frank, smettila! Mi lasci in pace?

- Se mi lasci stare qui.
- Sei incorreggibile.

Perché usi paroloni?

Frank, se non mi lasci stare, urlo!

Va bene, urla pure. Vorrei sentirti.

- Vuoi che lui senta?
- Perché no? Dai, urla!

- Frank, lasciami. Vai!
- No.

Hai ragione.

- Stavo cercando di baciarla.
- Ho notato.

- Faceva solo lo sciocco.
- No, affatto.

Dovresti sentirti onorato.

Non ti trovo divertente.

Mi dispiace.

Vorrei delle scuse.

Chiedo scusa, sig. ra Esmond.

Esci, Frank. Ne parliamo dopo.

Forse è ora che se ne vada.

Quando vuoi tu.

È già successo altre volte?

No.

Che cosa l'ha provocato?

Stai dicendo che l'ho incoraggiato?

Certo che no.
Ma vorrei conoscere il contesto.

- Non ti piacerà.
- Non importa…

Ha insinuato che mi trascuri,

che potrebbe esserci qualcosa
tra te e Carol.

Carol?

Stava solo cercando guai.

Voleva solo infastidirti usando me.
Mi pare più che ovvio.

Ovvio o meno, è riuscito nel suo intento.

Allora, mi sbarazzo di lui?

Sta a te decidere.

Mi dispiacerebbe rinunciare ora.

Fai cosa vuoi.

Penso che annullerò
il consiglio di stasera all'ospedale.

Clive, santo cielo,
posso badare a me stessa.

Va bene.

Non deve più succedere, Frank.

Perché no?

Uscirei allo scoperto,
se tu sapessi affrontarlo.

Vuoi che ti sbatta fuori?
Vuoi finire in prigione?

- Prima dovrebbe prenderci.
- Prenderci?

Pensi che andrei via da solo?

Puoi uscire stasera?

- Sei un idiota!
- Sì, lo so.

Ma puoi uscire stasera?

Sì.

Dai. Sono le 11. È ora di andare.

Assolutamente no. Mi sto divertendo.

Sono pronto per una sfida, quando vuoi.

IL METRO - SOLO MEMBRI

Glenda!

Glenda!

- Ok, basta così.
- Perché?

- C'è la polizia. Meglio fermarsi.
- Che noioso.

- C'è il dottore, per favore?
- Non è orario di visita.

È una questione privata,
riguarda la sig. na Foster.

Può aspettare qui?

C'è qualcuno
che vuole parlare al dottore di Sally.

- Qualche guaio?
- Sì, credo di sì.

- Chiama Clive.
- Va bene.

- Sono la sig. ra Esmond. Entri, prego.
- Grazie.

- Signor…
- Bailey.

Bailey.

- È qui per Sally?
- Esatto, signora.

Magari posso aiutarla io?

Beh, preferirei aspettare
l'arrivo del dottore.

Come vuole.

- Come sta Sally?
- Piuttosto bene.

- Lavora?
- Sì, nessuna difficoltà al riguardo.

Questo è il sig. Bailey, Clive.
È un amico di Sally.

Presto ci sposeremo.

- Oh, congratulazioni!
- Grazie.

- Venga, si sieda.
- No, grazie.

- Lui è Frank Clemmons?
- Sì.

- Si tratta di lui e Sally.
- Sì?

Vengo qui per conto di Sally.
Riguardo a una questione da chiarire.

Penso che sappia di cosa parlo.

È stata aggredita da Frank Clemmons
in questa casa.

L'ho saputo solo ieri.

- Non ne sapevo nulla.
- È vero. Sally non mente.

Al sentirlo, avrei voluto farlo a pezzi.

Eccomi qui.

Ma sarebbe troppo poco per lui.

E troppo rischioso.

Il modo migliore
è metterlo dove dovrebbe stare.

- Volevo andare alla polizia.
- Ma è venuto qui, invece.

Volevo solo farvi sapere cosa intendo fare.

Sally voleva dimenticare tutto.
Ha paura di Clemmons, ma io no.

Voglio vederlo in cella.

- E cosa avrebbe fatto?
- Le ha rovinato i vestiti.

- La tratteneva.
- Mente!

Sally non mente. È terrorizzata da allora.

Sig. Bailey,
dev'esserci un modo pratico, intelligente…

Con tutto il rispetto…

- La pianti, Bailey!
- Zitto, Frank!

No, lo lasci parlare.
Vede che tipo di persona è.

Sig. Bailey, verrebbe un attimo
con me nel mio ufficio?

Va bene.

Dunque vede, sig Bailey,

siamo tutti capaci di qualcosa,
con la giusta provocazione.

Clemmons ha avuto un'infanzia
che l'ha portato a distruggersi.

Sto cercando di eliminare
il suo impulso verso odio e ribellione.

Deve capire, sig. Bailey,
che in lei, in me,

nella…

foresta oscura di ogni persona,
c'è una tigre.

Un tigre dormiente.

- Ebbene?
- L'ho… persuaso a dimenticare l'accaduto.

- La psicologia dà i suoi frutti.
- Sì.

La ragazze dice la verità?

Sì.

Sì, l'ho maltrattata.
Non so cosa mi sia preso.

Volevo evitare alla signora
le faccende di casa.

Encomiabile, sicuramente le è grato.

Mi sono comportato da stupido.
Ora non farei più una cosa simile.

Mi fa piacere sentirlo.

Beh, cosa c'è?

Non guardarmi
come se fossi un giovane delinquente.

BAILEY - PER SALLY 100 STERLINE

Ah, sei tu!

- Chi pensavi che fosse?
- Un ladro.

- Cosa fai qui?
- Pensavo di aver sentito un rumore.

Avresti potuto colpirmi
con questo attizzatoio, o io te.

Qualcuno poteva rimanere ucciso.
Buonanotte, Frank.

Quindi ti sei occupato di Bailey?

Lo hai persuaso a non andare dalla polizia.

Perché non mi hai detto
di averlo persuaso con 100 sterline?

Non pensavo importasse.

Importa. Lo hai corrotto!

Dovevamo qualcosa a Sally
per il suo corredo da sposa.

Hai corrotto lui per corrompere me.

Sono la tua cavia
e cerchi di comprare la mia amicizia.

Ammetto che ci sono modi migliori.

Per questo non te l'ho detto.

Beh, non puoi comprarmi, dr. Esmond.

Ti ripagherò con gli interessi.

Se la pensi così, Frank.
Spegni le luci quando esci.

SANDERSON GIORNALI

Sono venuto a controllare il telefono.

- Qual è il problema?
- Problemi con la chiamata.

Avanti. Alzati! Forza.

PRIVATO

Cosa c'è lì dentro?

Forza.

Va bene.

Ora apri la cassaforte.

Svelto. Non morire per soldi non tuoi.

Dai. Riempila!

Lascia perdere, Clive. Per favore!

Non è così facile.

Non quanto è difficile continuare.

È inutile.

È un esperimento andato male.

Finiscila qui e dimenticalo.

Non posso.

Avrei proprio bisogno di una pausa.
Più tempo per me e Glenda.

Non le do abbastanza.

Non è che debba provare la mia bravura
o che mollare sia una sconfitta.

Non posso mollare.
Non posso deludere il ragazzo.

So che vale la pena di essere salvato.

Va bene, Clive.

Mi odia, sai?

Non capisco bene perché.

Cosa c'è?

È una macchina della polizia.
Ascolta, sono stato con te oggi.

- Frank.
- Tu dov'eri?

Dal macellaio.

- E prima?
- Dalla parrucchiera.

- Ero con te.
- Dalla parrucchiera? È ridicolo.

Una storia molto interessante.

Quasi quanto la sua ossessione con Frank.

Ho qualcosa da dire…
ma vorrà parlare con Frank, immagino.

Sì.

Salve, ispettore.

- È un piacere rivederla.
- Non riesco a starle lontano.

Di solito non provo nulla,
ma con lei è diverso.

Ha avuto un'occasione su un milione
e l'ha buttata.

Sarà un piacere prenderla.

Riassumo la storia dell'ispettore
riferitami finora.

- Le dispiace?
- Prego.

Un direttore dice di essere stato
minacciato da un giovane ventenne.

Forse indossava un impermeabile, forse no.

E forse aveva gli occhiali e le lentiggini.

E forse il direttore non ha visto nulla

perché fissava il revolver
puntato contro di lui.

- Dr. Esmond!
- Pensa che sia ingiusto?

O ha omesso
di avere un mandato per arrestarlo?

Non ce l'ho.

Volevo che venisse con me dal direttore.

Sul serio? Vuole fare un'identificazione
con un solo soggetto?

Potremmo avere delle impronte.

Se fosse, ora avrebbe un mandato in tasca.

No, ero certo che non aveste impronte.

E perché?

Come potreste?
Frank era con me oggi pomeriggio.

Non tutto il pomeriggio, ha anche
accompagnato mia moglie a fare compere.

Ma mentre facevo le mie visite,
lui mi aspettava in auto.

E per periodi non superiori…
ai dieci minuti.

Tempo insufficiente a recarsi
in Oxford Street.

- Dice sul serio?
- Sì.

Lo dichiarerebbe sotto giuramento?

Certamente.

Le chiedo di ritrattare, dr. Esmond.

No.

Credo di capire cosa cerca di fare.

Ma una reclusione
per falsa testimonianza la rovinerebbe.

Per l'ultima volta.
Vuole ritrattare la dichiarazione?

Se lo fa, non dovrà temere
che venga menzionata.

No.

Posso perquisire?

Senza un mandato?

Non ricominciamo da capo, ispettore.

Non mi farò scrupoli, dottore.
Glielo prometto.

Mi serve un drink.

Ne vuoi uno, Frank?

No, grazie.

Dov'è la pistola?

Nella tua scrivania.

E i soldi?

Ne ho io. Gli altri sono là.

Tirali fuori e portali in ufficio.
Non perdiamo tempo.

Voglio che ti sia chiaro, Carol.

Sono andato alla clinica con Frank.

- Non lo sapevo.
- Ora lo sai.

È stato sempre con me.

L'ho lasciato dal tabaccaio
tornando a casa.

Non deludermi.

Eccoli.

- Sono tutti?
- No.

Li metteremo in una busta bianca
e li restituiremo.

Lo farebbe per me?

- Vuoi che lo faccia?
- Sì, grazie.

No, grazie.

Bevi. Ce lo meritiamo.
Eravamo in una brutta situazione.

Era una brutta situazione.

Una rapina in pieno giorno.

Anche quella era un bel guaio.

Sì.

È un miracolo che il direttore sia vivo.
Se provocato, l'avresti ucciso, vero?

Sì.

Volevo ucciderlo. L'ho quasi fatto.

Ti ricordava di tuo padre?

Mio padre?

No.

Non gli assomigliava affatto.

Una volta…

mi sono trovato
in una situazione così con lui.

Cosa?

Erano i miei soldi.

Risparmiati per comprare una bicicletta.

Li teneva per me.
Quando glieli chiesi, non me li diede,

ma erano soldi miei.

Così io…

uscii e ne rubai una.

Venne la polizia.

Ero spaventato, gli chiesi di nascondermi.

Come un bambino e… non volle farlo. Lui…

mi consegnò a loro.

Fece un discorso
su quanto fosse un buon cittadino.

Immagino che lo ritenessero un grand'uomo.

"Va fatta giustizia", disse.

L'avrei ucciso.
Quando uscii di prigione, l'avrei ucciso.

Lo aggredii! Ma lui…

Che accadde?

Era troppo forte.

Troppo forte.

Mi torse il braccio dietro la schiena

e mi fece inginocchiare
a terra di fronte a lei.

Dopodiché mi picchiò.

Ricorderò sempre il motivo del tappeto.
Blu e giallo.

Non c'è da stupirsi se li odi.

Più che altro lui.

Quanto lo odiavo!

Poi una settimana dopo…

morì.

Ti rimase la matrigna.

Il giorno in cui lo seppellirono…
quella sera…

lei si ubriacò.

Iniziò a urlare contro di me.

"L'hai ucciso!"

È così?

Pregavo perché succedesse.

Volevo che morisse. L'ho ucciso!

Quale fu la causa di morte?

Il cuore.

- Lo odiavi. Lo volevi morto.
- Sì.

- Hai avuto ciò che volevi.
- Sì.

- Lui morì. Eri colpevole di omicidio.
- Sì.

- E meriti di essere punito.
- Lo so!

Non hai ucciso tuo padre.

Ma alla sua morte, volevi punirti da solo,

cosa che hai cercato di fare.

Volevi soltanto amarlo,

cosa che lui rese impossibile,
quindi diventò paura.

Odio, senso di colpa e paura.

Il senso di colpa
e la paura aumentavano l'odio.

Non capisci, Frank?
È stato così per tutta la tua vita.

Ripetevi lo schema.

La tua giovinezza, la tua forza,
le tue speranze.

Tutte perse in una bugia.

Non hai ucciso tuo padre.

Perse.

Io…

Non lo so più.

Non lo so più.

Clive?

Clive?

Clive?

Vai, Carol.

Non aspetterò.

Pronto?

C'è un problema per la cena.

Sono le sei.
Devo essere all'università alle otto.

Non penso di poter tornare a casa.

Capisco. Allora in quanti verrete a cena?

Beh, Frank vuole di nuovo venire con me.

Perché non vieni con noi dopo?

No, andate voi due.

Ho già preparato qualcosa.

Starò bene.

Va bene. Ciao.

Ciao. Ho preso tutto tranne le chiavi.

- Come stai?
- Sono sorpresa.

Avevo dimenticato
di dover scrivere un articolo.

C'è qualcosa da mangiare in casa?

Poco preavviso
per dare da mangiare a due uomini.

Frank non c'è. Si è fissato con la pesca.

Vuole rimanere altri due giorni.

C'è qualcosa che non va?

No.

- Perché dovrebbe esserci?
- Non hai detto nulla.

Sono solo stanca, tutto qui.

Pensavo che senza l'inquilino…

C'è comunque tanto da fare in casa.

Non hai cercato di rimpiazzare Sally.

È più difficile trovare qualcuno
che fare da sé.

Però non fai nessuno dei due.

Glenda, pensavo di suggerirti…

Non prescrivermi nulla, Clive!

Ho perso il controllo, Clive.

Ma mi assilli!

Mi dispiace, tesoro.

Sono sotto stress.
Se può essere una scusante.

Tu, sotto stress?

È difficile immaginarti nervoso.

Non per drammatizzare,
ma il caso di Frank non è facile.

Non è stato facile.

Devo stare attento a tutto.

Non posso mostrare paura,
avversione, debolezze, nemmeno…

gelosia.

Gelosia?

Ma ne hai pagato tu le conseguenze.
Ti ho trascurata vergognosamente.

Non ti avrei potuta biasimare
se te ne fossi andata.

Ma voglio farmi perdonare, tesoro.

Perché non andiamo via un mese?
Magari due.

Non tu o io da soli, ma insieme.

- Non lo facciamo da tanto.
- Beh, tu…

- Hai una serie di lezioni.
- Le annullo.

Cosa facciamo con Frank?

Ora è più indipendente. Se la caverà.

Tu sai ciò che è meglio, ovviamente.

Il sig. Clemmons?

- Stanza tre, signora.
- Grazie.

Ora dimmi, cosa non va?

Niente.

Allora perché mi hai evitata?

Te l'ho detto.
Non posso più rimanere in quella casa.

Vuole portarmi in vacanza, per mesi.

Tranquillo. Non ci andrò.

Non partirei senza di te.

Oh, mio caro!

Mi hai chiesto di venire con te.
Prima avevo paura, ma ora no.

Sarebbe meraviglioso, vero?

Siamo simili. Ci capiamo a vicenda.
Combattiamo le stesse cose.

Forse per questo doveva succedere tra noi.

Ma ora sento che può funzionare.

Lasceresti Clive?

Sì.

Non lo amo. Non so se l'ho mai amato.

E tutte quelle comodità?

Quelle le ho avute.

Ora voglio cose che non ho mai avuto.

Tra sei mesi saresti infelice.

Mettimi alla prova!

- Quando?
- Presto.

Molto presto.

Ora però ti riporto indietro.

Meglio di no.

Potrei lasciarti fuori città.

Prenderò il treno.

Quando?

Domani, non so quando.

No.

Questo pomeriggio.

Chiama Clive e digli che hai
cambiato idea. Ti preparerò cena.

Va bene.

Non perdere il treno.

Non farmi aspettare, Frank.

Non mi hai mai vista davvero arrabbiata.

Ti avverto.

Non sai di cosa sono capace.

Pioveva in campagna, Frank?

Sì, un po' questa mattina.

Vado io.

Aspetto una chiamata.

- Pronto?
- Clemmons?

Sì?

Sì, va bene.

Ci sarò.

Era un mio amico.

Oh, tranquilli. La storia non si ripeterà.

Sei mesi fa. Sono passati in un lampo!

Sei mesi. C'erano momenti in cui pensavo
che non sarebbero mai finiti.

- Ma sono finiti, vero?
- Sì, ora sei libero, Frank.

Sì, sono libero.

Ma sappi che puoi stare qui quanto vuoi.

Sei più che benvenuto.

Voglio che tu sia sicuro di te
prima di affrontare di nuovo il mondo.

Sì, grazie.

Io e Glenda stiamo organizzando
una lunga vacanza.

Ne avevamo già organizzate, ma…
Sai, la solita storia.

Questa volta voglio davvero riuscirci.
Solo che…

Sinceramente, siamo preoccupati per te.

Non preoccupatevi per me,
beh, perché andrò via anch'io.

Stasera.

- Stasera?
- Perché stasera?

Devo andare dall'ispettore Simmons.

Era lui al telefono poco fa.

Simmons? Ma perché?

Sapevo che sarebbe successo,
ma potevamo gestire la cosa.

C'è una cosa di cui volevo parlarti, ma…

Beh, sentivo di dover decidere da solo.

Hai appena detto che sono libero.

Non sarò libero finché non avrò pagato.
Quando avrò pareggiato i conti, lo sarò.

Per questo ho chiamato Simmons oggi.

- Capisco.
- Io vorrei poter capire.

Dovremmo parlarne davanti a un caffè.

No, grazie, Glenda.

Devo ancora fare le valigie.

Tu e Carol pensereste ai piatti?

- Vorrei parlare con Frank.
- Certo.

Frank.

Clive.

Ti sono grato per tantissime cose
e ho tanti rimorsi.

- Rimorsi?
- Sì. Io…

L'ispettore mi ha dato un messaggio per te.

Non ricorda la vostra ultima conversazione.

Arrivederci.

Non ancora.
Ti accompagno quando sarai pronto.

Ebbene?

Hai sentito.

Ma non l'ho capito.

È proprio come sembra.

- Pensavo saremmo partiti insieme.
- Sai dove vado.

Devi essere impazzito.

Comunque Clive verrà domani,
a perorare la tua causa.

Ti lasceranno uscire.

E poi?

Poi non ti rivedrò mai più.

Perché?

Perché non posso più fare del male a Clive.

Clive?

E io?

Ascolta.

Sii umana. Sii perbene.

Ero malato e lui mi ha curato.

Non potrei continuare così.

Non hai risposto alla mia domanda. E io?

È un po' tardi per avere una coscienza.

O la coscienza arriva sempre tardi…
dopo che ti sei divertito?

Non litighiamo, Glenda.

Non puoi darmi le dimissioni
come una cameriera.

Come uno dei tuoi servetti,
una delle tue conquiste.

Non finiamola così.

Allora non deve finire.

È finita.

Frank.

Frank, ti prego!

Ora dimmi che mi lasci.

Me ne vado.

- Glenda!
- Glenda, che succede?

Cos'è successo? Dimmi!

Glenda, santo cielo, dimmi cos'è successo!

È stato Frank.

Frank?

Sì, Frank.

Frank.

Il tuo allievo… la tua cavia.

Il tuo uomo tornato sulla retta via!

Frank.

Cosa intendi fare?

Dargli una medaglia?

Clive, no!

Per favore!

Clive.

- L'hai ucciso.
- Sì.

L'hai ucciso.

È morto?

L'hai ucciso?

È quello che volevi, no?

Sì.

No.

Se ne stava andando.

Mi stava lasciando, Clive.

Lasciava me!

Non te. Me!

L'uomo che sapeva tutto!

L'uomo che faceva miracoli,
ma che non sapeva tenersi la moglie.

E poi è cambiato. Ti ha abbandonata.

È morto!

Non è morto, Glenda. Se n'è andato.

Non è qui. Se n'è andato.

Non ti do alcuna colpa, Glenda.
Ho sbagliato tutto io.

Glenda, aspetta. Dove vai?

Indovina.

No, lasciala andare.

È da anni che va male tra voi.
Non puoi sistemarla.

Lasciala andare.

- Frank, sali, presto.
- Cos'è successo?

Sali!

Poi sono scappata via da casa.

Era un pazzo furioso.

Non posso credere che Clive…
Devo tornare da lui.

Non puoi! Ha la tua pistola.

- Dice che ti ucciderà se ti trova.
- Devo tornare da lui.

Oh, non capisci.

È pazzo. Dice che ti ucciderà.

- Torna indietro!
- No.

- Ferma la macchina!
- No!

- Accosta e fammi scendere!
- No!

Attenta!

Quanti sono lì dentro?

Dobbiamo aiutarla.

Non c'è più nulla da fare.

FINE