All language subtitles for Memories.of.a.Murderer.The.Nilsen.Tapes.2021.720p.WEBRip.800MB.x264-GalaxyRG_Track19

Uno, due, tre, quattro, cinque,
sei, sette, otto, nove, dieci.

Credo che questo registratore
sia soggetto a qualche interferenza.

Il discorso rimbalza
da un parlante all'altro.

Beh, iniziamo
con la registrazione vera e propria.

Mi chiamo Dennis Nilsen.

VOCE DI DENNIS NILSEN
REGISTRATA IN PRIGIONE

I miei compagni, come potete sentire,

sono Hamish e Tweetles,
un paio di parrocchetti ondulati.

Hamish è proprio bravo.

Me ne sto seduto qui

a fumarmi una sigaretta
rollata con tabacco Scaferlati.

Oh, cielo.

Sì, ci stiamo rovinando la salute.

Ma dobbiamo tutti morire di qualcosa, no?

UN DOCUMENTARIO NETFLIX

Stamattina, un secondino molto gentile
mi ha prestato il suo News of the World,

una rivista di gossip
che si spaccia per un giornale serio,

e ha richiamato la mia attenzione
sull'articolo a pagina 21.

"Dennis Nilsen scherza in modo malato
sui suoi reati affiggendo nella sua cella

un poster di Hannibal Lecter
da Il silenzio degli innocenti,

e crede che, un giorno,

le sue orrende gesta
saranno immortalate in un film."

Fine dell'articolo.

Che mucchio di sciocchezze!

Buonasera.

Scotland Yard ha avviato oggi
la più grande indagine per omicidio…

LA CASA DELL'ORRORE

…dopo il rinvenimento di alcuni corpi
a Londra.

Nelle prossime ore, si farà più chiara
la portata di questo crimine.

Beh,

qual è l'accuratezza di questo articolo?

Certo, sono stato condannato per omicidio,

ma, a parte questo,
è perlopiù pura finzione.

L'accusa ipotizza uno schema,
negli omicidi.

Il pubblico ha affollato il tribunale
ogni singolo giorno.

Chi si aspettava di sentire orrori
non è rimasto deluso.

Fantastico. "Des Nilsen è il mostro."

"Oh, Nilsen." Appena lo nomini,
la gente ha già sentenziato.

Nilsen, l'uomo che si è definito
"l'assassino del secolo"…

Stanno ancora cercando di farci passare

per la creatura pericolosa
tanto amata dalla narrativa.

I mostri del cinema.

Ora Nilsen
vuole pubblicare la sua autobiografia

da dietro le sbarre.

…è una storia inconcepibile.

MEMORIE DI UN OMICIDA: I NASTRI DI NILSEN

Bene, allora. Cominciamo!

Londra, 1983.

Buon pomeriggio.
Fa decisamente freddo, fuori.

E nei prossimi giorni
le temperature non aumenteranno,

perché i venti da nord
e nord-est continuano…

Ricordo bene quel giorno,
perché c'era un tempo freddo e tetro

e io ero nel mio ufficio

quando un mio collega mi disse
che era stato convocato a Cranley Gardens

dov'erano stati tirati fuori da un tombino
quelli che parevano essere resti umani.

CRANLEY GARDENS, ZONA NORD DI LONDRA

Quando arrivammo,
gli inquilini erano attorno a un tombino.

I gabinetti erano intasati

e avevano chiamato un idraulico
per svuotare lo scarico.

E lui scoprì
enormi quantità di carne e ossa.

Non sono un esperto di resti umani,
ma sospettavo fortemente

che non si trattasse
di carcasse animali, ecco.

Qualcuno si è mostrato interessato
al suo ritrovamento?

Sì, il tizio che abita all'ultimo piano.

Poi gli inquilini mi dissero
che la sera prima, verso mezzanotte,

avevano sentito un forte stridio.

Quando aprirono la porta,
videro l'inquilino dell'ultimo piano.

Aveva indosso soltanto un gilet.

Tenete conto che era febbraio,
si moriva di freddo.

Gli chiesero se stesse bene e lui rispose:
"Sì, sono solo uscito a pisciare".

Chiesi in giro a Cranley Gardens e scoprii
che lavorava all'ufficio di collocamento.

UFFICIO DI COLLOCAMENTO

E di solito tornava dal lavoro

ogni pomeriggio intorno alle 17:30.

Successivamente scoprimmo
che i pezzi di ossa nello scarico

appartenevano davvero a un corpo umano.

E il patologo disse che il pezzo di carne

sembrava avere
dei segni di strangolamento.

Con nostra sorpresa, vedemmo un uomo
che camminava lungo la strada.

Oh, è quasi giunto il tempo

È quasi giunto il tempo, sì!

Era estremamente calmo.

Quando arrivai a Cranley Gardens,
la polizia non sapeva come procedere.

Stava andando alla cieca
nella speranza di ottenere informazioni

sui campioni di carne umana
rivenuti nello scarico…

…della casa.

E Nilsen disse:

"È strano che degli agenti
vengano a parlarmi del mio scarico".

Ma ci fece entrare in casa

e salimmo all'appartamento in mansarda.

Non appena aprì la porta,

ci pervase un odore pungente.

Conoscevo quell'odore terribile.

Così gli dicemmo…

"Smettila con questa messinscena.
Dov'è il resto del corpo?"

Lui mi guardò e indicò…

l'armadio.

Quando lo aprii,

trovai due enormi sacchi neri
che si afflosciavano per il peso.

Così lo ammanettai

e gli dissi che era in arresto
con l'accusa d'omicidio.

Nel tragitto fino alla centrale di polizia
sedetti accanto a lui,

ma c'era qualcosa che mi turbava.

Quei due sacchi erano enormi.

Mentre ci dirigevamo in centrale,
mi chiesero…

"Stiamo parlando di uno o due corpi?"

E io risposi subito…

"Di 15 o 16."

Rimasi inorridito da quelle parole.

E notai che l'ispettore capo

mi guardava fisso nello specchietto.

Dovetti dirgli di concentrarsi sulla guida
perché aveva iniziato a sbandare.

Fu allora che mi resi conto
che era un serial killer.

CENTRALE DI POLIZIA DI HORNSEY

Percorro un lungo corridoio
con la mia scorta

e mi rinchiudono
nella prima cella in fondo.

Vengo lasciato lì,
in questa stanza antiquata

con una piccola panca
e un rozzo tavolino che pare uno sgabello.

Mi siedo,
accendo una sigaretta e mi fermo.

Non sapevamo con certezza

se ciò che Nilsen ci stava dicendo
fosse vero.

Insomma, 15 o 16 persone?

Ma avevamo l'autorità
per tenerlo in custodia solo per 48 ore,

e poi basta.

Bisognava estorcergli
tutto quel che si poteva.

REGISTRAZIONE INTERROGATORIO

Ma senza metterlo così sotto pressione
da non confessare nulla.

TI FARÒ ALCUNE DOMANDE

SEI PRONTO A RISPONDERE?

Al fine di evitare
l'interminabile sfilza di domande,

sorpresi i tre della polizia giudiziaria
asserendo che avrei detto loro ogni cosa.

Nilsen non la smetteva di parlare.

Iniziò a raccontarci

con precisione cos'era successo.

DOVE HAI INCONTRATO QUESTE PERSONE?

Andava in un pub…

HO BEVUTO

…e parlava con delle persone,

poi le portava a casa sua.

Bevevano e ascoltavano musica.

La mattina dopo, Nilsen si svegliava

e accanto a lui c'era un cadavere.

UNA CRAVATTA ATTORNO AL COLLO

SONO RIMASTO LÌ, SCONVOLTO

INORRIDITO

Insistemmo sulla questione
e lui disse che non riusciva a ricordare.

QUANDO TI UBRIACHI, NON RICORDI NULLA

Normalmente, in un caso d'omicidio,
hai una vittima e poi cerchi l'assassino.

In questo caso, avevamo un assassino…

IL PRIMO

…ma non sapeva chi fossero le vittime.

NON RICORDO IL NOME

IL SECONDO

NON MI HA DETTO IL SUO NOME

Dovemmo andare a ritroso
per identificare tutte le vittime.

PROVIAMO A RINFRESCARTI LA MEMORIA

Risposi a qualsiasi domanda
senza rifiutarmi.

IL 4°?

ALTEZZA: 1,77 M

CAPELLI MOSSI, TATUAGGI

Scendiamo nei dettagli.

IL 7° - ALTEZZA: 1,80 M, IRLANDESE

A onor del vero…

IL 10° - PALLIDO, INCAVATO,
INTROVERSO, EMACIATO

…nessun altro assassino britannico…

PARLAMI DEL 12°

…era mai stato così franco…

CASTANO, 25/30 ANNI, VESTITI USATI

…nell'affrontare
il suo comportamento deviato.

IL 13° - 27/28 ANNI

UN'EX GUARDIA REALE, FUMAVA

COSA FUMAVA?

LA MIA ROBA

Dava poche informazioni,
ma si trattava perlopiù di giovani uomini.

Al che pensai
che se ciò che ci diceva era veritiero,

come diavolo era possibile che, a Londra,

ben 15 persone fossero state uccise
senza che nessuno se ne accorgesse?

La polizia aveva tutti gli elementi
per accusarmi formalmente.

In questo modo,
la questione sarebbe finita in tribunale

e fuori dalla portata
dei media affamati di scalpore.

Sarebbe diventato
il caso più importante delle loro vite,

e per migliorare la loro posizione
all'interno dell'ambiente professionale

si assicurarono
che l'intera nazione lo sapesse

leggendo il giornale a colazione.

Ero in ufficio,

e la redazione mi chiamò
e mi diede questo foglio

che diceva
che un idraulico della Dyno-Rod…

GIORNALISTA DEL DAILY MIRROR

…aveva trovato
dei resti umani in uno scarico.

Telefonai a Scotland Yard,
ma non ne sapevano niente.

Così scrissi un articolo.

Ma non volevano pubblicarlo,

perché a quei tempi
non si voleva turbare la gente

a colazione.

E la verità sulle scoperte di Cattran
avrebbe indubbiamente fatto sì

che alla gente
venisse da vomitare sui cornflakes.

Quindi non sapevo
se la storia sarebbe stata pubblicata.

GIOVEDÌ 10 FEBBRAIO 1983

Mi dissero che a Cranley Gardens
era in corso un'indagine per omicidio

e mi chiesero di recarmi lì quanto prima.

Io non ne ero molto entusiasta.
Credevo fosse una storia piuttosto banale.

"Se andrà bene,
otterrò un servizio al notiziario delle 18

e non se ne parlerà più."

Di solito,
quando si arriva su una scena del genere,

si trova l'intero isolato già transennato.

Ma lì no, si poteva andare fin sull'uscio.

Ma intervistammo un paio di persone
che avevano visto il sospettato

e pensavano
che fosse un po' strano e riservato.

L'aveva già visto in questa zona?

Sì, l'ho visto portare a spasso il cane
e l'ho salutato.

E poi, mezz'ora dopo, venimmo a sapere

che questo assassino
non aveva ucciso solo una persona,

ma 15 o 16.

Cosa?

Potrà sembrare una cosa orribile,

ma provai
una scarica di adrenalina pazzesca.

Devo ammetterlo:
ero totalmente folgorato dalla questione.

Per ora solo in pochi, a Cranley Gardens,

sono riusciti a cogliere
l'enormità di quant'è successo.

Nel giro di poche ore,
infatti, questa è diventata

una delle più grandi indagini
per omicidio di massa

mai condotte in Gran Bretagna.

I redattori mi chiedevano:
"Che altro sai? Cos'altro puoi dirci ora?"

Nessuno conosceva i dettagli
tranne gli agenti del caso e me medesimo.

Dato che ero in isolamento,
non potevo fare soffiate alla stampa.

Fu la polizia a fornirle
tutti i dettagli pubblicati sui giornali

nei giorni seguenti.

Venimmo poi a sapere che quest'uomo

lavorava in un ufficio di collocamento
e faceva i colloqui alle persone!

Negli ultimi sei mesi
ha lavorato all'ufficio di collocamento.

I colleghi lo chiamavano Des.

Al che pensai, beh,

che fosse uno psicopatico.

L'opinione pubblica
aveva già molti pregiudizi sul mio conto

prima ancora che mi accusassero,
e così i media poterono sfruttare la cosa

dipingendo molto presto,
nell'immaginario collettivo,

il ritratto di un vero mostro.

16 OMICIDI NELLE CASE DELL'ORRORE
TROVATE DUE TESTE

Come giornalista,
nulla ti sconvolge o ti sorprende davvero,

ma come essere umano sì.

Quando seppi che, in quattro anni,
aveva ucciso 15 o 16 persone pensai:

"Come poteva essere successo
per quattro anni in un Paese civilizzato

senza che lo sapessimo?"

Si discuteva di come il problema maggiore,
per un assassino, sia liberarsi del corpo.

Come poteva essersi liberato
di 15 o 16 cadaveri?

A Cranley Gardens
rinvenimmo i resti di soli tre cadaveri.

Allora gli chiesi:
"Dove hai ucciso gli altri?"

E così mi tornò alla memoria

che avevo ucciso tre persone
a Cranley Gardens

e le altre

al numero 195 di Melrose Avenue.

Che si trova a pochi chilometri
da Cranley Gardens.

Faceva molto freddo.

Si gelava.

Il capo ispettore
ci chiamò tutti a raccolta e disse:

"Andremo a Melrose Avenue.

Ci aggiorneranno in loco".

Non sapevamo cosa avremmo trovato.
Eravamo i primi, non ci avevano preparati.

E così ci recammo lì.

Ma quando arrivammo a Melrose Avenue,

gli agenti del caso ci dissero:

"Bene. Ci hanno informati

che Dennis Nilsen viveva a Melrose Avenue

e che ha ammesso
di aver ucciso un bel po' di persone

e di averle sepolte in giardino".

Ci fu un silenzio attonito.

Poi ci diedero delle tute verdi.

"Ecco qua, Karen. Mettiti la tuta.
C'è una vanga. Inizia a scavare."

Pochi minuti fa
è arrivata una camionetta della polizia

con sei agenti equipaggiati con vanghe,
setacci e altri strumenti di scavo

che si sono precipitati
nel giardino sul retro.

"Trovate ciò che potete."
"Sta mentendo? O dice la verità?"

Poteva essere un mitomane.

Nilsen ci aveva raccontato
di come faceva sparire i corpi

a Melrose Avenue.

Riponevo i cadaveri
sotto le assi del pavimento…

ma prima o poi si sentiva la puzza

e sopraggiungevano il marciume e i vermi.

E, a un certo punto,
non c'era più spazio sotto quelle assi.

C'erano troppi cadaveri.

Doveva farsi venire un'idea.

Parlai con una vicina che ricordava
di averlo visto accendere molti falò.

Li faceva soprattutto di sera,

perché io lavoravo la sera.

Tutto qui.

- Pensava che bruciasse i rifiuti?
- Sì.

I corpi sono stati bruciati nel giardino
prima della sepoltura?

È possibile, sì.

Venimmo a sapere
cos'aveva fatto coi corpi.

Li aveva bruciati nel giardino sul retro

e, una volta ridotti in ceneri,

spargeva queste ultime nel giardino
e le seppelliva.

Ma questo implicava
che accendesse regolarmente dei falò,

e nessuno aveva denunciato la cosa.

L'intera zona
è stata completamente isolata

e i giornalisti allontanati dalla scena.

Forza, state indietro!

Era un lavoro paralizzante
perché il suolo era ghiacciato.

"Non ce la faremo mai", dissi io.

Ci sarebbe voluta una vita
per scavare tutto.

Nel tardo pomeriggio, un po' scoraggiati,
gli agenti hanno lasciato la casa.

Tutto il lavoro della giornata
è stato inconcludente.

Allora iniziammo a chiederci
perché non ci fosse stata un'impennata

di denunce di figli o padri scomparsi.

Non era successo.

Era come se le vittime
non avessero importanza.

Chi erano queste persone?

Scoprirlo era quasi impossibile.

AVETE CONTROLLATO
IL RESTO DELL'APPARTAMENTO?

Ma Nilsen ci aveva detto di cercare
una scatola da tè a Cranley Gardens.

PERCHÉ?

E lì trovammo altri pezzi di cadaveri

che portammo all'obitorio.

Uno dei pezzi rinvenuti nell'appartamento

era un braccio con una mano.

Prendemmo le impronte di questa mano

e, con nostra immensa sorpresa,

trovammo un riscontro.

Si trattava di un giovane
di nome Stephen Sinclair.

Era nei registri della polizia

perché era finito nei guai
per varie questioni penali minori,

ma non era mai risultato scomparso.

Ci impegnammo, quindi,
a contattare i suoi familiari.

PERTH, SCOZIA

Una sera, parlando del più e del meno,
mi disse di voler andare a Londra

e che ci sarebbe andato.

Mio marito gli rispose: "Sei uno sciocco,
non è un posto adatto a uno come te".

E lui: "Beh, ci andrò".

Sinclair era un senzatetto
che veniva dalla Scozia

ed era stato inghiottito da Londra.

CENTRALE DI POLIZIA DI HORNSEY

PUOI DIRMI COME HAI CONOSCIUTO SINCLAIR?

STAVAMO BEVENDO
E CI SIAMO MESSI A CHIACCHIERARE

DICEVA DI NON AVER MANGIATO
PER TUTTO IL GIORNO

Cominciava a delinearsi
il profilo di tutte le sue vittime.

PALLIDO, INCAVATO, RISERVATO

Giovani senzatetto…

TRASANDATO

…poveri in canna.

SCIATTO

EMACIATO

MORIVA DI FAME

Erano quel tipo di persone.

Bisogna pensare
allo stato del Paese all'epoca.

MARCIA PER L'OCCUPAZIONE
MAGGIO '81

C'era un alto tasso di disoccupazione.

Ne consegue che la gente
viene attratta a Londra come una calamita,

credendo che qui si possano fare i soldi,

ma non è affatto così

e si finisce per strada.

GLI ANNUNCI DEL GIORNO

E così Nilsen risucchiava le sue vittime

come un aspirapolvere.

Tutti giovani vulnerabili.

La ricerca delle vittime

s'incentra sulla crescente popolazione
di giovani emarginati di Londra.

Si ipotizza che le vittime
fossero scappati di casa sotto i 21 anni

attirati con la promessa di cibo
e alloggio per la notte.

Lasciamo stare la vecchia autobiografia.

Penso sia ora
di andare a prendere il pranzo.

Excusez-moi.

Rieccoci qui.
Ho appena ritirato il pranzo.

È una specie di curry.

Questi cuochi non sanno cucinare, temo.

Sembra che abbiano completato il curry
con soia, proteine testurizzate

e carne finta.

Ci metto su
un po' di salsa dell'India occidentale,

che magari gli dà un po' di gusto.

Ok, assaggiamo.

È piuttosto buono. Sono sorpreso.

Dev'essere stata la salsa
a dare al piatto un po' di sapore.

Comunque, dov'ero rimasto? Ah, sì.

Era il 1983.

48 ORE DOPO L'ARRESTO

Buonasera.

Un funzionario civile di 37 anni

è stato accusato dell'omicidio
di un uomo di 20 anni

i cui resti sono stati trovati in una casa
nella zona nord di Londra pochi giorni fa.

Dennis Andrew Nilsen
comparirà in tribunale domani.

Sono pressato in un furgone blindato
in viaggio dalla prigione.

È il primo giorno
in cui verrò messo di fronte ai miei pari.

Conoscevamo il suo nome,

ma non l'avevamo mai visto.
Non sapevamo che aspetto avesse.

Ti aspetti un tipo grosso e muscoloso.

E forte.

Quasi un pugile di pesi massimi.

C'erano fotografi ovunque,

pronti a scattare
la prima foto di questo mostro.

Dissi al fotografo:
"Uscirà con un lenzuolo sulla testa.

Non lo vedremo".

SOLO I COLPEVOLI NASCONDONO IL LORO VOLTO

Ma ovviamente così non fu.

Sono un uomo,

non un mostro.

Imbarazzante, vero?

Provammo una sorta di…

So che è brutto da dire,
ma eravamo delusi.

Che fosse davvero lui?

Non corrispondeva
al ritratto di un assassino di massa.

Come poteva uno così
fare ciò che aveva fatto?

Questo tizio dall'aspetto ordinario
che oltrepasseresti per strada

senza notarlo più di tanto.

La camionetta si è poi diretta
alla centrale di polizia

dove continuano le indagini.

Ovviamente volevamo scoprire qualcosa
sull'educazione di Nilsen,

e le uniche persone a potercene parlare
erano i suoi familiari.

ABERDEEN E SCOZIA NORD-ORIENTALE, 1982

Sapevamo
che era originario dell'Aberdeenshire,

così cercai nell'elenco telefonico locale

e c'era solo un numero a nome Nilsen.

NILSEN O.M., LORNE ROAD 38

Così telefonai a sua madre e le dissi:

"Ovviamente dobbiamo intervistarla".

Lei rispose: "Non oggi, non me la sento".

E io: "Beh, oggi sono nell'Aberdeenshire.

Sarebbe un peccato se dovessimo tornare".

E lei: "D'accordo, allora".

Fuori da casa sua c'era una piccola targa
che diceva che il suo giardino

era stato votato
come il miglior giardino della zona.

All'interno, la casa era immacolata.

Non un granello di polvere
da nessuna parte.

Lei andò in cucina

e ci portò shortbread fatti in casa
su un vassoio d'argento.

MADRE

Al che io le chiesi:

"Come si è sentita
quando ha saputo la notizia…"

E lei rispose…

Ho cercato di pensare
a cosa potesse essere andato storto

e al perché la gente con cui lavorava
a Londra non avesse notato nulla

prima che accadesse tutto questo.

Se fosse stato a casa, io mi sarei accorta
che qualcosa non andava.

Perché di norma non si può vivere
con una persona senza rendersi conto

che qualcosa la infastidisce.

Non era il Dennis che conoscevo io
a compiere questi atti.

DOPPIOGIOCHISTA, COME SEMPRE

Oh, povero me.

Era un ragazzo tranquillo.

Non era un bambino eccezionale,
era soltanto normale e pacato.

Dentro di me ero un ragazzo tormentato,
ma nessuno sembrava accorgersene.

Ricordo tutto,

quasi come se nella mia testa
ci fosse una moviola.

Vedo un bambino piccolo e fragile,

troppo debole rispetto alle forze potenti
che agiscono su di lui.

Avevo la sensazione di essere diverso.

Forse l'essere povero,
magrolino e vestito sciattamente

fu la prima cosa che affossò
la mia nascente autostima.

Così come, probabilmente,
il non avere un padre di cui vantarsi.

BASTARDO

UNA VERGOGNA PER LA FAMIGLIA

NON ESISTONO MIE FOTOGRAFIE

Suo padre non è mai stato
un uomo molto legato alla famiglia.

Dovetti crescerlo da sola.

E anche il profondo distacco
tra me e mia madre.

ERA GELIDA, NEI MIEI CONFRONTI

Ero una persona premurosa
e ho fatto del mio meglio.

L'ho allevato esattamente come gli altri.

Beh,

sono delle maledette bugie.

A otto o nove anni,

mi afflisse per la prima volta
quella cosa chiamata "amore".

Lo provavo per un altro bambino
con cui non avevo mai parlato.

Avevo la testa piena di immagini di lui
così come lo vedevo a scuola.

Era una situazione strana,
emozionante e avvincente,

ma i severi principi morali della società
e della chiesa erano così forti

che le mie gioie e i desideri interiori
dovevano essere tenuti segreti al mondo.

Gli omosessuali non vengono trattati
solamente con intolleranza e disprezzo,

ma perseguiti e incarcerati.

È perlopiù rivoltante vedere uomini
che ballano con altri uomini.

Molti omosessuali
devono condurre una vita segreta e oscura.

MI SENTIVO EMARGINATO, ALIENO,
INFERIORE, MI VERGOGNAVO

È molto doloroso
rendersi conto che la propria identità

era considerata mostruosa e detestabile.

Eppure ero lì, neanche ventenne

e considerato un criminale,

un emarginato, un abominio,

che era stato condannato
a scontare una pena

per un crimine commesso da Madre Natura.

E fui costretto a non esternare
chi ero e cosa provavo davvero.

Gli interrogatori erano lieti di lasciare
che Nilsen raccontasse la sua storia

senza fargli troppe pressioni
perché andava a ruota libera.

PERCHÉ HAI PORTATO QUESTI RAGAZZI
NEL TUO APPARTAMENTO?

VOLEVANO UN DRINK, ERANO STATI ABBANDONATI

Così pensai:
"Interrogherò Nilsen io stesso".

Volevo vedere se ricordava qualcosa di più

sui pub in cui aveva adescato
alcune delle vittime,

e ci disse che molti di questi

erano locali gay…

PERLOPIÙ NEL WEST END

…nel West End di Londra.

SEI OMOSESSUALE?

Certo che sono omosessuale,

ma me ne sto per conto mio.

Nessuno ammetterebbe mai di essere gay.

Così feci indagare la mia squadra
nel West End di Londra.

Poi scoprimmo
che adescava gli uomini nei locali gay,

e una volta che la stampa
gli affibbiò l'appellativo "assassino gay"

il danno era fatto.

Qualunque fosse la verità,
ormai tutti l'avrebbero chiamato così.

Esclusivo!

L'assassino gay
Dennis la minaccia effeminata.

Oh, cielo.

COMUNITÀ GAY DI WIMBLEDON

Anche se, nel 1983,

gli adulti consenzienti con più di 21 anni
non venivano più processati,

uomini e donne gay erano messi la bando.

C'era una forte omofobia istituzionale

radicata nella società britannica,
compresi i media e la polizia.

E, come avremmo scoperto a breve,
Nilsen sapeva molto bene che era così.

Ricordo di aver bevuto un tè

con un membro dell'ufficio stampa
di Scotland Yard, e lui disse:

"È una storia davvero pazzesca,
soprattutto perché è uno dei nostri".

Un ex sbirro!

Quando scoprimmo
che era un agente di polizia, noi…

Io pensai: "Ecco perché
l'ha fatta franca così a lungo.

È un poliziotto, sarà un passo avanti".

E io conoscevo due agenti
che avevano lavorato con lui.

Il sovrintendente a capo dell'indagine
mi ordinò di recarmi nel suo ufficio

per dire loro tutto ciò che sapevo…

SERGENTE

…sul mio amico Dennis.

Era una di quelle persone
che abbassa la testa quando le parli.

Evitava il contatto visivo.

Un tipo davvero solitario.

ERO POPOLARE

Indossava la divisa, sì,
ma non aveva realizzato nulla.

Non credo che gli interessasse.

MI SONO DIMESSO

Se ne andò prima di essere licenziato.

C'ERA UN'OMOFOBIA DILAGANTE

Non credo nessuno avesse battuto ciglio.

MI HANNO CHIESTO DI RIPENSARCI

Non ci fu una festa d'addio.

E poi, qualche anno dopo,
prima che uccidesse qualcuno,

mi ordinarono di andare a un indirizzo
per indagare su una grave aggressione.

La prima cosa che notai fu
che le pareti erano state dipinte di nero,

un colore insolito che non faceva per me.

La finestra del soggiorno
era stata sfondata

e c'era sangue ovunque.

Un minore era stato trovato lì
e poi portato in ospedale.

Era poco più che un bambino,
pallido e mingherlino.

E, se ricordo bene,
gli misero più di 100 punti.

Era stato adescato in un pub

da un uomo con un burbero accento scozzese

ed era stato portato in quell'appartamento

completamente ubriaco.

Quando si svegliò

si ritrovò completamente nudo

con quest'uomo che gli si avvicinava.

Poteva o combattere o scappare,
e così si lanciò dalla finestra.

Al che tornai alla centrale di polizia,
dove trovai lo scozzese che era, però,

il mio amico Dennis.

Allora gli chiesi:

"Perché questo minore
si è lanciato dalla finestra?"

E lui rispose: "Non ne ho idea.

Comunque, se hai delle prove, arrestami.
In caso contrario, devi lasciarmi andare".

Il nostro Dennis era così.
Conosceva la legge.

Scoprimmo poi che il minore
era una persona scomparsa.

Parlammo coi suoi genitori,

ma suo padre disse:

"Non andrà in tribunale".

E ricordo di avergli risposto:

"Si rende conto di cosa succederà

se non denuncerà quell'uomo?
Farà le stesse cose a qualcun altro".

Ma erano entrambi irremovibili.

E io ero furioso.

A Dennis non dissi molto, se non:
"Non hai idea di quanto sei fortunato".

Sarebbe finito in prigione.

Le lesioni aggravate premeditate
possono valerti l'ergastolo.

Quando si ha a che fare con un sospettato
è obbligatorio fare rapporto in merito,

e in cima a quello di Nilsen io scrissi:

"Secondo me,
quest'uomo è un pericoloso psicopatico".

Penso sempre a come sarebbe andata
se quei genitori l'avessero denunciato.

Chi sarebbe ancora in vita, oggi?

Ma c'era una componente di vergogna.

Si vergognavano.

Dicevano: "Vogliamo solo portarlo a casa
e dimenticare l'accaduto".

Dennis avrà pensato
di essere l'uomo più fortunato al mondo.

E non lo dimenticò mai.

DUE SETTIMANE DOPO L'ARRESTO

Il West End era un luogo molto animato.

Tanta azione, tanta gente,

un buon modo per perdersi.

Brulicava di persone,
dai milionari agli indigenti.

Ma uno dei miei agenti
tornò da me e mi disse:

"Sono stato al pub
e ho parlato con alcune persone".

Avevano descritto un tizio di nome John,
noto come John la Guardia.

IL 13°

Nilsen ci aveva già parlato
di un tizio di nome John…

SI CHIAMAVA JOHN

…con un cappello di lana
simile a quello della guardia reale.

COME L'HAI CONOSCIUTO?

Ma scoprimmo che, in quella zona,
John la Guardia era famoso

come escort.

Era la prima volta
che sentivo il termine "escort".

La notte porta con sé
una danza primordiale.

Una sorta di preludio
del banchetto vero e proprio

in cui verranno saziati
tutti gli appetiti.

E nella frenesia della danza
si creerà una confusione

che soddisferà suddetti appetiti.

Era come un parco giochi.

Nilsen poteva prendersi ciò che voleva.

Era un mercato della carne.

Andammo
alla centrale di polizia del West End.

Avevano un indice di tutti gli escort.
Erano centinaia.

Riuscimmo a identificare John la Guardia.
Era un uomo di nome John Howlett,

e così io parlai con sua madre.

Howlett se n'era andato di casa
di sua volontà e faceva uso di droga.

Lei accolse con accettazione
il fatto che suo figlio fosse morto.

Nilsen ovviamente sapeva
che se questi giovani escort sparivano,

si sarebbero semplicemente persi
nell'etere di Londra.

Divenne poi più facile
scavare quel piccolo giardino,

ma anche sempre più chiaro
che non mentiva.

Trovavamo dozzine di piccole ossa.

Ma nessun resto era così intatto
da poter identificare a chi appartenesse.

Iniziai a pensare

che potevamo non scoprire mai
chi fossero queste persone.

Ma, insomma,
come poteva essere arrivato a tanto?

Cosa doveva aver passato

per arrivare a questo punto?

Mi contattò la polizia.

Avevano trovato la mia tessera sanitaria
nell'appartamento di Des.

Immagino che all'inizio
la polizia sospettasse di me,

su chi fossi e sul perché

non fossi stato ucciso.

CINQUE ANNI PRIMA DELL'ARRESTO

Faceva caldo, quella sera.

Stavo giocando a una slot machine

e dietro di me
c'era un tizio che mi guardava.

Lo vedevo riflesso nella macchina.

Mi disse: "Non vincerai molto, su quella".

E io: "Potevi dirmelo prima".

"Ci hanno vinto da poco, credo."

E poi aggiunse: "Vuoi venire da me?"

Andammo a Melrose Avenue

e lui mise un po' di musica classica.

Chi è quest'uomo?

Un singolo nel branco.

Un fantasma nella società.

Come si è formato?

Chi e cosa
l'hanno condotto al suo destino?

Mi chiese da dove venivo

e della mia famiglia,
quindi mi sembrò molto premuroso

e perciò mi colpì.

Così pensai: "Ah! Ok, mi piaci".

Ma non glielo dissi, lo pensai soltanto.

Gli dissi che ero di Exeter,
una città del Devon.

Quando ero più giovane,
alcune persone sapevano che ero gay,

ma credevano che mi sarebbe passata.

Tutti i bambini mi prendevano in giro,

così mi chiudevo spesso in camera mia.

Volevo solo starmene al buio.

E a 14 anni scappai di casa.

Avevo con me dieci sterline o poco più,

ma erano sufficienti
per arrivare a Londra.

Una volta lì pensai:
"Allora è questa Londra.

Sono a Londra! Nessuno sa chi sono, qui.

Potrei anche perdermi".

Ma non avevo di che vivere,
non sapevo cosa fare e morivo di freddo.

Così trovai un posto per dormire
in un parcheggio dietro Piccadilly Circus.

Ma poi vidi degli altri ragazzi
che si aggiravano lì intorno.

Mi chiedevo cosa facessero.

Vedevo degli scambi di soldi

e uomini che baciavano dei ragazzi.

Poi passò un vecchio e mi spiegò
che quello era il mercato della carne,

dove ogni lampione era di un escort.

Avevano tutti dei soprannomi.
Di certo non usavano i loro veri nomi.

E non erano tutti gay,
lo facevano per bisogno di soldi.

Capitava che alcuni clienti
non fossero molto gradevoli,

ma ci andavi comunque
perché dovevi sopravvivere.

Ma Des era piuttosto amichevole.
Molto amichevole, anzi.

Non hai ancora visto niente.

Qualche settimana fa
abbiamo preso questo TV per 360 sterline

e l'impianto stereo per 200.

E questo parrocchetto ondulato
è Hamish, e non ha prezzo.

Mi mostrò anche i giardini.

Quando arrivammo qui,
questo giardino era una discarica.

Era pieno di vecchie cucine, rottami,
gomme, intonaco, legno e chissà cos'altro.

C'era un mucchio di spazzatura.

E volendo migliorare la proprietà,
noi, cioè io, il buon inquilino,

in tre mesi l'abbiamo reso così,
pulito e ordinato, con una recinzione

e verdure in abbondanza.
Che altro posso dire?

Ma aveva una bottiglia di Bacardi

e lo bevve mentre parlavamo.

E poi

andammo a letto.

Com'è mio desiderio,

la creatura più bella del mio universo

è un giovane maschio snello e slanciato.

La sua vista,
in tutta la sua imperitura bellezza,

spinge la mia mente
a indugiare in spasmi catartici.

Sono un uomo ossessionato.

La pulsione è irrefrenabile.

Il cuore batte forte!

Lui è ignaro del futuro.

Passarono un paio d'ore, credo.

Quando riaprii gli occhi,
vidi del fumo davanti a me

e lui mi stava a cavalcioni.

Io iniziai a spingerlo indietro.

"Che succede?", dissi io.

E lui: "Hai fatto cadere la stufetta".

Al che versai dell'acqua sul pavimento
e scappai perché ero molto turbato,

credevo di aver danneggiato
il suo appartamento.

Ma non aveva senso, perché faceva caldo.
La stufetta non doveva essere accesa.

E così capii
che voleva uccidermi, quella sera.

Ma non sapevo con chi parlare
o a chi denunciare la cosa.

All'epoca Londra era estremamente omofoba.

Di certo lo era la polizia

e anche la stampa.

Così rimasi in silenzio, in una stanza,
come quando ero più piccolo, al buio.

Silenzio.

Col senno di poi,
sarei stato la sua prima vittima.

Era solo l'inizio, per lui.

Gli agenti alla ricerca
dei resti delle vittime

hanno rinvenuto
"una notevole quantità di ossa umane".

Era un cimitero, praticamente.

Abbiamo rinvenuto
una notevole quantità di ossa umane.

In particolare, un pezzo di femore
che sarà lungo all'incirca 15 cm.

Continuavamo a trovarne.

Non è che ne spuntava uno
ogni due o tre ore,

ma ogni due o tre minuti.

Un frammento di questo,
poi di quello, denti…

La polizia che perquisisce
il giardino di Melrose Avenue

crede di essere più vicina
a identificare i resti umani rinvenuti.

Era come un film dell'orrore
che era diventato realtà.

Ma si prova anche una strana eccitazione,

quando succede una cosa del genere.

C'è un'attrazione macabra
in questo genere di situazioni.

Vuoi saperne di più.
Non vuoi meno dettagli, ma di più.

Mia madre
racconta una storia molto diversa.

La polizia ha probabilmente identificato
una mezza dozzina di vittime…

Beh, insomma,
continuavano ad arrivare le notizie e…

Non saprei. Ovviamente,
la cosa mi incuriosiva, come a tutti.

Era orribile. Pensai: "Poveri genitori".

Tutto qui.

Ma poi bussarono alla porta

e questo poliziotto chiese:
"Possiamo entrare?"

"Che succede?",
chiesi io, e lui: "Si sieda".

"Oddio." Ancora non avevo capito
cosa mi avrebbero detto.

Una volta in casa mi mostrò una foto
e mi chiese: "Conosce questa persona?"

E io: "Certo che lo conosco".

Era Graham, l'amore della mia vita.

Allora aggiunse:
"Ha sentito parlato di un certo Nilsen?"

Persino allora non riuscivo a capire.

Avevano detto che Nilsen
puntava solo gli omosessuali senzatetto.

Perciò mi tranquillizzai un po',
perché non poteva essere lui. Non era gay.

Poi mi chiesero se si fosse sottoposto
a un intervento odontoiatrico.

E io pensai:

"Perché continuano a farmi domande
su impronte dentali, denti e mascelle?"

E allora capii.

Graham adorava comprarmi i dischi.

Mi aveva regalato
quello dei Fat Larry's Band, "Zoom".

Quando lo ascolto,
ripenso a lui e a quel periodo.

Era l'ultimo disco che mi aveva comprato.

Ma non posso dire
che non avessimo problemi.

Non avevamo molto,
da piccoli. Eravamo poveri.

Eravamo uniti e amavamo la mamma,
ma molti ricordi non sono affatto belli.

Litigavamo perlopiù per la droga.

Era il 31 ottobre

e Graham mi aveva promesso
che non si sarebbe fatto una dose.

E già mentre me lo diceva
sapevo che si sarebbe drogato,

perciò mi infuriai con lui

e gli dissi una cosa davvero orribile.

Gliela dissi davvero.

"Se ti drogherai un'altra volta,
non tornare più a casa, cazzo."

E andò esattamente così.

Non tornò mai più.

Quindi…

Già.

Stavo tornando a casa

dal negozietto di dolciumi a inizio via,

e più mi avvicinavo, più sentivo urlare.

Non so come, ma sapevo
che a urlare era mia madre,

che stava soffrendo.

Quando entrai in casa coi miei fratelli,
la trovammo in cucina a piangere.

Mio padre era stato ucciso
per mano di Dennis Nilsen.

I giornalisti erano crudeli.

"Dicono che sono tutti senzatetto e gay."

Beh, non è vero, ok?

Non fate di tutta l'erba un fascio.
Erano tutti delle persone.

Telefonai alle redazioni e diedi di matto.

Ma poi ci trovammo la stampa alla porta.

Dio, fu terribile.

Uno dei giornalisti
mi chiese se sapessi tutto.

Risposi:
"So quanto mi ha detto la polizia".

"Non le hanno raccontato il seguito?"
E io: "No. Perché?"

Mi rispose: "Non è una cosa bella.
Vuole davvero che gliela dica? "

"Sì", dissi io.

REGISTRAZIONE INTERROGATORIO

Fui impulsiva.

Dovevo saperlo.

IL 14°

Nilsen era nel West End.

HO SVOLTATO L'ANGOLO

Vide Graham che cercava
di prendere un taxi, ma nessuno si fermava

perché barcollava pesantemente.

HO CHIAMATO UN TAXI

Così Nilsen lo portò a casa sua…

A CRANLEY GARDENS

…si mise dietro di lui…

CONTINUA

RICORDO DI AVER CONTINUATO

…e lo strangolò.

RICORDO CHE ERA MORTO

DEVO ESSERE STATO IO

Disse proprio così.

Poi lo mise su una poltrona e lo lasciò lì
per due giorni mentre andava al lavoro.

Quando rincasava,
si sedeva accanto a lui sul divano

e guardavano la TV insieme.

La terza notte lo spogliò completamente,

lo mise davanti a una specchiera,

lo tenne da dietro,

lo cosparse di borotalco
e si masturbò su di lui.

Volevo solo fingere
che non fosse successo.

Era andato in overdose
ed era morto in giro. No!

Ma non si può spegnere il cervello.

È impossibile.

Perché fare una cosa del genere?
Sarebbe stato orrendo anche su un animale.

Tweetles, ti senti meglio?

Credo abbia
un'infezione delle vie respiratorie.

Sì.

Ieri ho ricevuto una lettera
da un giornalista in cerca di una storia.

"So che sta scrivendo un'autobiografia…"
e bla, bla, bla.

"Cosa racconta, in essa?"

Bla, bla, bla.

Ero un giovane
aspirante giornalista investigativo.

Non avevo alcuna esperienza.

E una mattina lessi sul giornale

che c'era un serial killer

che aveva ucciso 15 persone

e che ora scriveva
la sua autobiografia in prigione.

GIORNALISTA

Ne fui incuriosito.

LE PAGINE DEL MALE

Così iniziai a scrivere a Nilsen.

"Caro sig. Nilsen, credo che il suo libro

diventerà una pietra miliare
della letteratura di criminologia,

e avrei piacere di trattarlo
per un importante quotidiano inglese."

Dopo una settimana,
ricevetti questa lettera.

La prima cosa che notai

era che la biro
era stata premuta con forza sul foglio

per l'impazienza
di raccontare la sua storia.

"Caro Russ, grazie per la lettera.

Vuoi sapere come giustifico il mio libro?

Mi verrebbe da citare
il caro vecchio Oscar:

'Non esistono libri morali o immorali.
O sono scritti bene o sono scritti male'".

Quando ricevetti
parti della sua autobiografia,

scatole piene di nastri e manoscritti,

chiamai il mio redattore
al The Sunday Times Magazine

e gli dissi:
"Non crederai a cos'ho tra le mani".

La cosa più interessante
aveva a che fare con suo nonno.

Nel ripensare alla mia vita,

torno con la mente
al mistero di mio nonno,

Andrew Whyte.

Avevo visto una foto di quand'era giovane,

scattata quand'era un sottufficiale
durante la Prima guerra mondiale.

Giocavo con le tre medaglie
che aveva ricevuto

per aver servito
il suo re imperatore, Giorgio V.

Voleva molto bene a suo nonno.

Riesco ancora a immaginarli insieme.

Ovunque andasse, portava Dennis con sé.

Credo che, tra di loro,
ci fosse qualcosa di grande.

Per me era un grand'uomo.

L'enormità dei suoi 62 anni di esperienza
è troppa per questo breve racconto,

ma la sua influenza su di me è indelebile.

Il nonno morì all'improvviso
quando avevo cinque anni.

Vide il nonno disteso nella bara,

ma i credenti non dicono mai
che una persona è morta,

perciò dissero:
"È andato in un posto migliore".

E allora Dennis disse:
"Mi portava ovunque,

perché non anche
in questo posto migliore?"

Disse che, quando vide il corpo del nonno,

le sue idee di amore e morte si fusero.

QUANDO DIVENTAI GRANDE

CERCAI A LUNGO

MIO NONNO

La sua improvvisa scomparsa
lasciò un vuoto dentro di me,

poi colmato
dalle pulsioni della mia immaginazione.

Che bel modo di passare il Natale!

E dato che siamo nel periodo festivo,
merito una sigaretta magica, direi.

Molti anni dopo, Nilsen attraversò
un periodo di riflessione sulla sua vita.

Godiamoci un po' di magia.

Disse che era perché, in prigione,
aveva facile accesso alla marijuana.

Oh, cielo!

Oh, Dio!

Sono fatto come una pigna.

Ah, ho la tastiera davanti a me.

Davanti a me
c'è una tastiera portatile vintage

degli anni '80.

Qui, in questo splendido
e consueto isolamento,

posso dipingere con la musica
tutte le sfumature delle mie emozioni.

Mi avvicino alla tastiera
e mi tremano leggermente le mani.

"È seguito un trip di otto ore."

"Guardo quant'è successo
come fosse un film,

su un grande schermo e col Dolby Surround,

in un Technicolor vivente."

"Per anni, il ricordo di mio nonno
era rimasto nascosto e irrisolto

nei meandri del mio subconscio."

"Ricordo vagamente
quel fortino di cemento con due fessure

dov'erano successe cose strane
tra me e mio nonno."

"È una cosa orribile da ammettere,

ma l'unico contatto fisico
che ebbi nei primi anni dell'adolescenza

fu l'abbraccio paradossale,
doloroso e confuso,

di un pedofilo."

PEDOFILO

Silenzio.

Ma la svolta più importante della sua vita

fu quando divenne un cuoco nell'esercito.

Per la prima volta,
Nilsen aveva una stanza tutta sua.

E si spogliava completamente,

si cospargeva il corpo di borotalco

e si guardava allo specchio
come se vedesse un cadavere.

Una figura fantastica
che avevo l'esigenza di creare.

Io sono lui e lui è me.

E aveva sicuramente fantasticato
su come rendere la cosa realtà.

OTTO MESI DOPO L'ARRESTO

Dennis Nilsen è stato rinviato a giudizio
all'Old Bailey.

Questo mese ha ricevuto
altre quattro accuse di omicidio.

Alla data del processo all'Old Bailey,

avevamo identificato
un totale di sette vittime.

Alcuni erano dei senzatetto.

Alcuni erano gay, ma non tutti.

Erano solo uomini alla deriva,

ma con una cosa in comune:

Nilsen sapeva che se fossero spariti
nessuno se ne sarebbe accorto presto.

Tutte le vittime erano giovani uomini.

Martyn Duffey del Wirral.

Malcolm Barlow di Rotherham.

Kenneth Ockenden,
uno studente canadese di 26 anni

che stava visitando il Paese tre anni fa.

E William Sutherland di Edimburgo…

Non riesco a superarlo.

MADRE DI WILLIAM SUTHERLAND

Vuole dare qualche avvertimento

ai genitori di giovani ragazzi
che pensavano di andare a Londra?

Non lasciateli andare.

È un posto orribile e crudele.

La polizia mi avvisò
che il processo stava per iniziare.

"Vogliamo solo consigliarle di non andare

perché parleranno di Graham
e avranno un po' degli…

strumenti usati da Nilsen per ucciderlo."

Ma io pensai: "No, ci andrò".

Sentii che dovevo assistervi.

Dentro di me sentivo che,
in un certo senso,

era come rendere a Graham
i miei ultimi omaggi.

In un certo senso,

era un modo per dirgli addio.

E non volevo

che parlassero di lui

e che lì non ci fosse nessuno per lui,
quindi sentii l'esigenza

di andare al processo, e così feci.

È la mattina di lunedì 24 ottobre.

Sono in un furgone blindato

diretto al tribunale penale centrale,
anche noto come Old Bailey.

Oggi, ora, ci sarà la resa dei conti.

L'Old Bailey è, senza dubbio,
il tribunale più famoso del mondo.

È un teatro.

…è un teatro dell'assurdo.

I ruoli sono stati scritti.

Gli attori si schiariscono la voce
per declamare la loro parte.

Ricordo la prima volta
che entrò nell'Aula 1 dell'Old Bailey…

…e se ne stette lì,
con tutti gli occhi puntati su di lui.

Ci aspettavamo tutti
che si dichiarasse colpevole.

Già mi immagino una telecamera Panavision,

su una gru,
che indugia nell'aula del tribunale.

Se l'avesse fatto,
non ci sarebbe stato il processo,

ma i giornalisti
sarebbero rimasti molto delusi

perché la storia sarebbe finita lì.

All'Old Bailey,

il funzionario Dennis Nilsen
si è dichiarato non colpevole.

NON COLPEVOLE

Non potevo crederci.
Non fece neanche una piega.

Mi chiesi
se fosse davvero un essere umano.

Silenzio in aula!

Silenzio.

Aveva mai difeso un serial killer prima?

No.

Né l'ho più fatto.

Cioè, se escludiamo i gemelli Kray.

Dal punto di vista di una persona comune,

tutto questo comportamento era una follia.

Ci sembrava piuttosto indubbio
che quell'uomo fosse pazzo.

Ma per me la questione era:
"Che sia troppo matto

per essere condannato all'ergastolo
per omicidio?

Si diceva
che se si fosse comportato normalmente…

Dopotutto, era un funzionario
in un ufficio di collocamento

ed era stato un poliziotto.

Quindi, se era capace
di un comportamento razionale,

non poteva essere matto.

Tuttavia, la legge afferma

che puoi comportarti
in modo perfettamente normale

per la maggior parte del tempo

e nella particolare circostanza
in cui uccidi qualcuno sei pazzo,

poi torni a essere normale.

Allora non sei in grado
di intendere e di volere

e colpevole di omicidio colposo.

Non voglio che sia giudicato pazzo.
Voglio che paghi. Deve pagare.

Deve assumersi
la responsabilità delle sue azioni.

"Non è pazzo", ha insistito l'accusa,
"né è infermo mentalmente.

Ha una psiche anormale,

ma la responsabilità per le sue azioni
non era realmente compromessa.

Sapeva cosa stava facendo".

Pare che Nilsen abbia confessato:

"Ho portato molte persone a casa mia,
ma non le ho uccise tutte".

Dovevamo dimostrare
che era tutto premeditato,

che andava di proposito nel West End
per adescare le vittime,

e questo ci mandò nel panico.

Cercammo ovunque qualcuno
che lo avesse incontrato in un locale

e ci avesse bevuto.

"Hai conosciuto quest'uomo?
Sei andato a casa sua?"

Ma nel 1983?

Era una causa persa.

Non volevo starmene in quel teatro.

Era questo, per me.
E il pubblico era il mondo intero.

Non volevo che tutti sapessero
che ero gay. Non lo volevo proprio.

Perché io e altri avremmo dovuto esporci
per ciò che aveva fatto qualcun altro?

Mi avvertirono per tempo

che qualsiasi legale ci avrebbe distrutti
e smascherati come omosessuali.

Quindi non volevo essere coinvolto
più di quanto non fossi.

Quando alla fine trovammo alcuni di loro,

temevano che la gente
pensasse che erano gay.

Ed era un problema perché la stampa
si concentrava solo su questo aspetto.

La mia mente torna ora alla sera…

NEL 1982, HO CONOSCIUTO

…in cui conobbi
uno spirito errante come me.

Nilsen ci aveva parlato
di un giovane di nome Carl Stottor

che gli era sopravvissuto.

Avevo letto il nome di Carl Stottor
nell'autobiografia,

quindi pensai che fosse importante

conoscere la versione
di uno dei sopravvissuti.

Decidemmo così di incontrarci
nel suo appartamento vicino al mare.

Sto cercando di inserirti
nel contesto della storia di Nilsen.

Quanto ricordi di quella sera
prima di quel brutto episodio?

Me ne stavo per conto mio
in un locale gay.

Lui si avvicinò e mi chiese
se potesse unirsi a me.

Mi sentii a mio agio a parlare con lui,

così chiamammo un taxi
e andammo a Cranley Gardens.

Stavamo solo chiacchierando,
poi lui mi versò un Bacardi

e finimmo a letto.

Ma prima di metterci a letto,

lui mi disse: "Attento.
Potresti pizzicarti nel sacco a pelo".

- Perché la cerniera si era rotta.
- Ok.

Ma ero stanco, così ci accoccolammo
e io mi addormentai.

Poi, all'improvviso, sentii freddo.

E capii di essere
in una vasca colma d'acqua fredda.

Cercavo di uscirne,
ma lui mi spingeva giù.

Per tre volte riuscii
a tirare fuori la testa e dire:

"Basta! Ti prego, fermati!"

E poi rimasi lì, così.
Non riuscivo più a contrastarlo.

Ricordo di aver respirato nell'acqua.

Era come respirare aria solida.

E allora pensai: "Stai morendo.

È così che ci si sente".

La lotta finisce qui.

Siamo creature morali
dotate di pulsioni e coscienza.

Io sono al contempo forte e debole,

angelico e demoniaco,

la mano fredda
che dà sollievo alla fronte febbricitante

e anche la mano disperata e furiosa
che ti prende alla gola.

Sono foriero
sia della vita che della morte.

L'HO RIANIMATO

Ricordo di essere rinvenuto
e di aver provato dolore.

Non riuscivo a respirare. Fu terribile.

Ero confuso,
non riuscivo a ricordare nulla.

Ma sapevo che qualcuno
aveva cercato di uccidermi,

così andai alla polizia.

Non mi credettero.
Non mi prestarono attenzione.

Ero solo una stupida checca,
una primadonna melodrammatica.

Carl Stottor andò alla polizia, ma invano.

Poi scoprimmo che erano stati in cinque

ad andare alla polizia
e a denunciarlo, o a tentare di farlo,

e a essere trattati in modo sdegnoso.

Non intervenne nessuno.

Pensai: "Magari hanno ragione.
Sanno ciò che fanno, è il loro lavoro.

Sarò stato io a immaginarmi tutto".

La polizia ti trovò
grazie alle informazioni date da Nilsen.

Il detective che mi interrogò
mi disse: "Ti faremo qualche domanda.

Conosci un certo Dennis Nilsen?"

Risposi di no.

"Sei mai stato a Cranley Gardens?",
e io: "Dove si trova?"

Allora lui: "Ok,
ti faccio un'ultima domanda",

poi disse "sacco a pelo"

e io iniziai a tremare

e a ricordare ogni cosa.

Tutto quanto.

Nel dettaglio.

Era Nilsen!

Aveva usato il sacco a pelo
per strangolarmi.

Ma prima di metterci a letto

lui mi disse: "Attento.
Potresti pizzicarti nel sacco a pelo".

Nell'avvisarmi, in realtà,
stava già premeditando la mia morte.

Se non ci fosse riuscito,
avrebbe avuto un alibi.

Sapeva a cosa andava incontro,
non era psicotico.

Era assolutamente lucido.

Se sono vivo è soltanto perché Nilsen
non aveva più spazio sotto il pavimento

per ospitare il mio corpo.

La storia di Carl Stottor dimostrava
che Nilsen premeditava gli omicidi.

La maggior parte delle vittime,
però, era pronta a raccontarti tutto,

ma non a testimoniare.

Per questi giovani, farsi avanti
sarebbe stato assolutamente orribile.

Li avrebbero diffamati.

Sono stata in tribunale moltissime volte

e ho visto vittime,
testimoni, fatti a pezzi.

Non si sarebbero mai sottoposti a quello.

Odiavo il modo in cui la stampa
sosteneva che tutte le vittime di Nilsen

fossero orfani senzatetto
e patetici omosessuali.

Era orribile.

Ricordo di aver pensato: "No, io valgo".

E, in un certo senso,
devo ringraziare Nilsen per questo,

perché non l'avrei mai capito
senza quell'esperienza di premorte.

Non c'è nulla da temere,
eccetto la paura stessa.

Se si elimina la paura,
non resta nient'altro da temere.

Nel secondo giorno del processo a Nilsen,

l'accusa ha continuato
a delineare il suo caso.

Carl Stottor ha detto
di essere andato a letto con Nilsen

e di essersi svegliato di soprassalto
perché qualcosa gli impediva di respirare.

Con voce sommessa, ha detto alla corte
di aver sentito Nilsen sussurrare:

"Stai fermo".

Provo una profonda ammirazione

per il loro coraggio e la forza d'animo
nel farsi avanti e testimoniare.

In quel momento pensai:

"Stai annegando.
Quest'uomo ti sta uccidendo,

è così che ci si sente. Morirai".

All'Old Bailey,
alcuni ex partner di Dennis Nilsen

hanno parlato
dei suoi presunti tentativi di ucciderli.

Ricordo di aver pensato: "Devi resistere.
Devi soltanto sopravvivere".

Poi mi dissi: "Qualunque cosa accada,
posso affrontarla. Sono pronto, lo farò".

E così testimoniai al processo.

Mi addormentai,
e verso le tre e mezza del mattino

mi svegliai e lo trovai accanto a me.

Gli chiesi: "Ma che fai?",
e lui: "Hai fatto cadere la stufetta".

Così scoprii la libertà di esprimermi,
senza nascondere sempre ciò che provo.

Ed è bellissimo.

All'Old Bailey, la giuria si è ritirata
per deliberare sul caso di Dennis Nilsen.

Se avremo altre notizie dal processo,

ve le riporteremo quanto prima
nel corso della trasmissione.

Come si può descrivere
cosa succede in un processo?

Dieci giorni di chiacchiere fatti passare
per dieci giorni di prove pertinenti.

Era stato finalmente raggiunto un verdetto

per tutte le accuse di omicidio
e le due di tentato omicidio.

Dieci giurati erano d'accordo, due no.

A maggioranza,
la giuria ha dichiarato l'imputato

colpevole delle sei accuse di omicidio.

La giuria l'ha ritenuto
pienamente responsabile delle sue azioni,

e non infermo mentalmente.

Chiunque sia coinvolto
nella storia di Nilsen arriva a un punto

in cui decide
che Nilsen è cattivo e non pazzo.

Devi conoscerlo abbastanza a lungo.

È come il Mago di Oz dietro la tenda.

Tolta quella, ti resta solo
questo piccolo pezzo di merda.

Nilsen aveva tracciato il vivido ritratto
di un personaggio romantico emarginato

che rendeva difficile credere
che avesse ucciso per pura malvagità.

Aveva bisogno di vedersi in un certo modo.

E la storia del nonno
è possibile che sia vera,

ma non ci sono prove in merito,

quindi non posso fare a meno di credere

che Nilsen cercasse un altro cattivo
all'infuori di se stesso

per scaricare la colpa altrove.

Oggi, all'ora del tè,

mi è stata assegnata la categoria A,
"prigioniero estremamente pericoloso".

"La sua condotta è soddisfacente.

Tuttavia, i verbali la descrivono
come una persona fredda e calcolatrice,

che ha mostrato poca propensione
a combattere il suo comportamento deviato.

Non procederemo alla riduzione della pena
in assenza di un sincero pentimento."

Beh, mi sono occupato personalmente

di fare un breve commento.

"Questa è la stroncatura pregiudizievole
e politicamente corretta

che ci si può aspettare dai sottufficiali

ansiosi di tessere il mito del mostro
anziché fare osservazioni obiettive…"

Non è stata la società a creare Nilsen,
come lui vorrebbe farci credere.

Ma dobbiamo assumerci la responsabilità
di aver creato la società prevenuta

che gli ha permesso
di uccidere ancora e ancora.

È stato facile.

Sapeva dalle sue esperienze
e dalle circostanze

che non importava a nessuno.

Sono certa che se i corpi
non avessero intasato lo scarico

dando problemi alle persone
che vivevano sotto di lui,

avrebbe ucciso per qualche altro anno.

È stato fermato

solo perché le sue attività
hanno disturbato qualcun altro.

Le vittime non c'entravano nulla.

SOLO OTTO DELLE VITTIME DI NILSEN
FURONO IDENTIFICATE DALLA POLIZIA

Me l'ha detto il mio Shane
mentre ero a letto: "Nilsen è morto".

Gli ho detto di non mentire
e lui: "Giuro, è morto".

E non ne ho mai più parlato
perché, per me,

non significava niente.

Ma i giornali insistevano: "Cosa pensa
del fatto che il mostro sia morto?"

E io: "Niente, non penso a lui.

Anche ora che è morto,
non lascerò che mi renda una vittima".

Capite?

Ma spero che, ovunque vada,
non incontri Graham, perché sarà sobrio.

Sottotitoli: Andrea Guarino