All language subtitles for Conversations.with.a.Killer.The.John.Wayne.Gacy.Tapes.S01E01.WEBRip.x264.ION10

Questo è il mio diario.

Vi leggo un estratto del 12 dicembre 1978.

"Oggi è stata una giornata pessima.

Ieri Rob non è tornato a casa.

Non è tornato al negozio
e non è andato a casa."

FARMACIA NISSON
PRESCRIZIONI, FARMACI, COSMETICI

A circa 15 anni, iniziai
a lavorare alla farmacia Nisson.

Ero una commessa.
Stavo al banco e gestivo la cassa.

Conobbi Rob Piest
quando venne a lavorare lì.

Era il nuovo magazziniere.

Faceva sport.

Era un ginnasta.

Era interessato all'escursionismo
e faceva il fotografo.

Lavorava lì per risparmiare
per una macchina fotografica e un'auto.

Era molto legato alla sua famiglia,
l'amava e ne parlava molto.

Ricordo quando arrivai al lavoro
l'11 dicembre.

A dicembre, a Chicago si gela.

Il registratore di cassa
era proprio davanti alla porta,

le persone entravano e uscivano
e io avevo freddo.

Rob aveva un bellissimo piumino blu.

Gli chiesi se potesse prestarmelo
per indossarlo mentre lavoravo alla cassa.

C'era un uomo di mezza età
con una camicia di flanella

che girava per il negozio.

Chiesi al farmacista
e mi disse che era un appaltatore

ed era lì perché stavano pensando
di ristrutturare il negozio.

Con l'avvicinarsi della sera,

Rob tornò al banco e disse:
"Posso riavere la mia giacca?

Devo uscire a parlare di un lavoro
con quell'appaltatore".

Poi si mise la giacca e uscì.

Il negozio era pieno di clienti.

Non mi accorsi del tempo che passava
e del fatto che stavamo per chiudere.

Sua madre entrò per sapere dove fosse.

Io le dissi: "È qui fuori
a parlare di lavoro con un appaltatore".

Lei disse di non averlo visto di fuori.

Poi disse: "Gli dica di chiamarmi
quando torna e verrò a prenderlo".

L'ora di chiusura era alle 22:00.

Sua madre chiamò e disse: "È tornato?"

E io: "No, qui non c'è".

Sapevo che era il compleanno
della mamma di Rob.

Lei aspettò un po',
perché avevano organizzato una festa.

Rob non si sarebbe mai perso
il suo compleanno.

Era scomparso.

UNA DOCUSERIE NETFLIX

- Lascia perdere quel "signor Gacy".
- Ok, John.

Era una questione tecnica.

Non so a chi diavolo stai parlando.
È solo John.

Ok, John, continua.

John, J.W. o come diavolo mi chiamano.

O come ti pare, se ti faccio arrabbiare.

IN ATTESA DEL PROCESSO PER OMICIDIO,

JOHN WAYNE GACY FU INTERROGATO
DAL NOVEMBRE 1979 ALL'APRILE 1980

DA UN MEMBRO DEL SUO TEAM
DI DIFESA LEGALE,

LA CUI FAMIGLIA HA CHIESTO L'ANONIMATO.

FURONO REGISTRATE
PIÙ DI 60 ORE DI CONVERSAZIONE.

I NASTRI NON SONO MAI STATI PUBBLICATI…
FINO A ORA.

Nessuno vuole accettare quello che dico.

Perché quello che vi dico
è ciò che so per certo.

Non ho niente da guadagnare o da perdere
a dirvi qualcosa che non sia la verità.

Ma ormai continuo
a ripetere ogni cazzo di cosa.

Sono al punto di non poterne più.

Non so per quanto ancora
sopporterò questa merda.

- Cosa pensi sia successo a…
- Non lo so.

Davvero.

Nel 1978 avevo appena lasciato
l'incarico di difensore d'ufficio.

Avevo deciso di mettermi in proprio.

Ero seduto nel mio nuovo ufficio
e ricevetti una telefonata.

Dissi: "Studio legale".

"Ciao, Sam. Sono John Gacy."

"Ciao, John, come stai?"

"Puoi farmi un favore?"

"Certo. Cosa ti serve?"

"Scopri perché la polizia mi pedina."

"Certo, lo scoprirò."

Ero stato capo difensore d'ufficio
a Des Plaines, il luogo dei fatti.

Conoscevo tutti quanti:
il capo della polizia, il sindaco.

L'avrei scoperto,
avrei chiesto un po' in giro.

Così, il mio primo cliente privato
fu John Gacy.

Tutti quelli del quartiere,
della periferia nord-ovest di Chicago,

conoscevano John Gacy.

Aveva un'impresa edile chiamata
"Painting, Decorating & Maintenance".

Era anche capitano di distretto
dei Democratici della contea di Cook.

I capitani si prendono cura
della gente del quartiere.

Se a qualcuno serviva un bidone,
cambiare una lampadina,

spazzare il vialetto di casa o altro,

il capitano era lì per aiutarlo.

Gacy era il miglior capitano di distretto
dei Democratici di Norwood Park.

Lo conoscevano tutti.

Ero entrato nel Partito Democratico
perché volevo entrare in politica.

Lo conoscevo per quello.

Mi chiamò per la mia influenza.

Non pensava che fossi un buon avvocato,
ma che avessi influenza.

La prima cosa che feci
fu andare alla polizia.

"John Gacy è un brav'uomo.
Perché lo state pedinando?"

"C'è un ragazzo scomparso.
Pensiamo sia coinvolto."

"Siete pazzi! Un ragazzo scomparso?
Avete sbagliato persona."

CITTÀ DI DES PLAINES - CENTRO CIVICO

INDAGINE PIEST - PRIMO GIORNO
12 DICEMBRE 1978

Fui assegnato al caso di Robert Piest
il giorno dopo la sua scomparsa.

Piest lavorava part-time
alla farmacia Nisson,

sulla Touhy Avenue a Des Plaines.

La famiglia Piest denunciò la scomparsa.

Erano sotto shock, credo,
perché non era da lui scomparire così.

Quando i signori Piest
entrarono in ufficio,

erano completamente sconvolti.

Erano stati fuori tutta la notte
a cercare Rob.

Parlammo e in un minuto mi convinsero

che avevamo tra le mani
qualcosa di più di un fuggitivo.

Quello portò il nostro ufficio,
cioè l'ufficio del procuratore,

a essere coinvolto nel caso.

Rob Piest era un tipico
ragazzo americano di 15 anni.

Veniva da una famiglia solida,
era benvoluto da tutti,

non aveva problemi con le ragazze o altro.

Aveva un fratello e una sorella.

Era il più giovane.

Tutti andavano d'accordo
con quella famiglia.

L'agente che aveva registrato
la denuncia di scomparsa

tornò alla farmacia

e chiese chi c'era quella sera

e registrò tutti i nomi
delle persone presenti.

Tra questi c'era John Wayne Gacy.

Era lì per fare una stima
per un lavoro nella farmacia.

Una cosa che facciamo sempre
è vedere con chi abbiamo a che fare.

Così iniziammo a controllare
nomi e fedine penali.

Il penultimo nome fu quello di Gacy.

Scoprimmo subito che era stato
in galera in Iowa per sodomia.

Questo lo mise subito in cima alla lista
come possibile indiziato.

FARMACIA NISSON

John Wayne Gacy viveva a Norwood Park.

È un indirizzo di Chicago,

ma è una zona non incorporata
della contea di Cook.

Joseph Kozenczak era l'investigatore capo
della polizia di Des Plaines.

Andò a parlare con John Gacy.

Il tenente Kozenczak, lo stronzo
della polizia di Des Plaines,

mi ha parlato della scomparsa di Piest.

Mi ha chiesto di fare una deposizione.

Ho detto che non avevo tempo,
che avevo avuto un lutto,

che stavo aspettando una chiamata
da mia madre in Arkansas.

Disse a Kozenczak
che doveva occuparsi di cose di famiglia

e Kozenczak gli disse
che ci sarebbe voluto poco.

Questo lo disturbò molto.

Disse: "Kozenczak
non ha rispetto per i morti".

Ho detto: "È scortese,
in un momento di lutto".

E gli ho detto:

"Passerò quando avrò tempo, più tardi".

"Quanto più tardi?"
"Non lo so, ma passerò."

Un detective fu assegnato
a sorvegliare la casa.

Videro arrivare Gacy sul suo furgone.

Quando il furgone ripartì,
lo seguirono pensando che ci fosse Gacy.

In realtà, nel furgone c'era
uno dei suoi dipendenti.

Quando alla fine lo raggiunsero,
capirono che non era lui.

Ormai Gacy era sparito.

Quando Gacy venne alla centrale

erano le tre del mattino
e non c'era nessuno.

Era ricoperto di fango,
sui pantaloni e sulle scarpe.

Il paraurti dell'auto era sporco di fango.

C'era fango fino agli assali,
fango sul pianale.

Non c'era nessuno per parlargli,
così se ne andò.

Sono andato alla centrale,
perché sapevo che mi aspettavano.

E chi hai visto?

Ho detto: "Devo vedere Kozenczak".
E lui: "Se n'è andato ore fa".

Ho detto: "Ok, gli dica
che tornerò domattina".

Ma cos'era successo?

Perché era coperto di fango?

Perché c'era fango nell'auto?

INDAGINE PIEST - SECONDO GIORNO
13 DICEMBRE 1978

Sono andato alla stazione di polizia
verso le 10:00 o le 11:00 del mattino.

Hanno detto: "Kozenczak vuole parlarle".

E io "Ok, aspetterò qualche minuto".

Sono arrivate le 11:00 e le 12:00.

Ho detto: "Devo andare,
ho delle cose da fare".

Non so cosa stessero aspettando.

Mi dissero di intrattenerlo per un po'.

Non era in arresto,
non potevamo trattenerlo.

Dovevo usare l'immaginazione
per tenerlo lì.

Ero bravo a giudicare le persone

e avevo capito subito
che aveva un grande ego,

così gli diedi un po' di corda.

Spesso diceva un sacco di stronzate,
esagerava la sua importanza,

ma a me importava solo
che restasse lì senza doverlo costringere.

SALA INTERROGATORI

Entrai nella stanzetta, mi presentai.

Dissi: "Vuole darci il permesso
di dare un'occhiata a casa sua?

Dato che non ha niente da nascondere".

"No, non vi darò il permesso."

Sospettavo già di lui.

La domanda era: cosa aveva da nascondere?

Se serviva un mandato,
bisognava averlo presto,

così non avrebbe distrutto
potenziali prove.

Poi, verso le 15:30 o le 16:30
o non so che cavolo di ora fosse,

mi hanno chiesto le chiavi di casa.

"Perché volete le mie chiavi?"

"Abbiamo un mandato di perquisizione.

O ci dà le chiavi
o buttiamo giù la porta."

Ho detto: "Non devo darvi niente".

Ma mi hanno preso le chiavi.

Gli investigatori di Des Plaines,
durante la perquisizione,

stavano cercando Robert Piest.

Speravamo che fosse tenuto prigioniero.

La casa di Gacy aveva
un arredamento molto eclettico.

Aveva un tiki bar e un tavolo da biliardo.

Nelle camere da letto
aveva quadri di clown.

Erano un po' strani.

Credo che fossero più clown malvagi
che clown buoni, ma…

a ciascuno il suo.

Aveva un ufficio
dove teneva di tutto sulla bacheca,

ma il corridoio che andava
dalla cucina alle camere sul retro

era davvero bizzarro.

Era marrone scuro

e aveva delle linee a zig-zag
di vernice gialla in fondo.

Trovammo libri che parlavano di…

Uno dei titoli forse era
"I gay devono morire".

PEDERASTIA: SESSO TRA UOMINI E RAGAZZI

PEDOFILIA

Trovammo giocattoli sessuali,
giocattoli di tortura.

Trovammo catene, manette.

Controllammo la spazzatura
e trovammo la ricevuta di alcune foto.

RICEVUTA PER IL CLIENTE

Oggi molti non lo sanno,

ma una volta in farmacia
si portavano le pellicole a stampare.

Ti davano un talloncino
staccato da una busta.

Non sapevamo cosa potesse essere,
ma speravamo di trovare un collegamento.

Trovammo anche un anello
del liceo di Maine West.

Maine West si trova a Des Plaines.

C'erano le iniziali J.A.S.

Patenti di guida temporanee,
documenti di identità di altre persone.

A cosa gli servivano?

Una delle cose che scoprimmo
era un vespaio.

L'accesso era in una botola
in un ripostiglio.

Laggiù la falda freatica è alta
e le pompe d'estrazione funzionano sempre.

Soffro un po' di claustrofobia
e per me era difficile scendere,

ma lo misi da parte.

Ciò che vidi laggiù era fango, in pratica.

Nel caso di una fossa appena scavata,
si cerca un mucchio di terra,

ma là non c'era nulla.

Niente era stato smosso là sotto.
Non c'erano corpi o vestiti.

Senza corpo, non c'è crimine.

Solo un quindicenne scomparso.

Non potevamo incriminarlo,
ma almeno potevamo parlare con lui.

Gli ho detto che ero uscito dalla Nisson
e non avevo visto il ragazzo.

Nient'altro.

Non gli avevo mai parlato.

Gacy era arrogante.

Davvero sprezzante.

Era offeso dal fatto
che gli chiedessimo cose simili.

Gacy diceva, scusate l'espressione,
un sacco di stronzate.

Si vantava sempre
di quanto fosse bravo e ricco,

in ogni occasione.

Continuavano a prendermi per il culo,
a scambiare battute.

Avevo fatto la mia deposizione.
Cos'altro volevano da me?

Ho detto: "O mi accusate di qualcosa
o mi lasciate andare".

Poi arrivammo al punto
di doverlo incriminare o lasciarlo andare.

Non potevamo trattenerlo.

Non sapevamo cos'era successo a Piest,
ma sospettavamo Gacy.

Quella condanna sessuale in Iowa
ci aveva resi ancora più sospettosi.

Valeva la pena indagare.

Waterloo era un posto fantastico.

I bambini giravano in bici.

Stavano fuori, andavano in giro
e non c'era molto crimine.

Ti sentivi al sicuro nella comunità.

Arrivai a Waterloo nel 1963
dopo aver studiato legge all'università

e fui assunto in una banca
come agente fiduciario.

Ben presto entrai nei Waterloo Jaycees.

Nel giro di due anni,
mi candidai alla presidenza.

Fu in quel periodo
che John Gacy arrivò a Waterloo.

Mi sono trasferito a Waterloo, Iowa.
Sono entrato ed ero attivo nei Jaycees.

I Jaycees, negli anni '60 e '70
e anche negli anni '80,

erano in pratica un'organizzazione
di giovani dai 18 ai 35 anni.

Facevamo raccolte di beneficenza.

Per un giovane era un modo
per fare qualcosa per la comunità.

Fui avvicinato da John Gacy nel 1966.

Venne a dirmi che era interessato
a entrare nell'organizzazione.

Sapevo che era sposato.

Mi sono fidanzato con Marlynn
il 13 marzo del 1964.

Ci siamo sposati a settembre.

Mi sono goduto
i primi due anni di matrimonio.

Ero molto coinvolto.

Mi dava una bella sensazione di calore.

Ero molto felice con lei.

E coi due bambini, Michael e Christine,

era come essere in chiesa tutto il tempo.

Quando ci siamo trasferiti in Iowa,
il matrimonio non stava andando male.

Ma dopo un anno con suo padre,
non lo sopportavo più.

John Gacy arrivò a Waterloo per gestire
i locali Kentucky Fried Chicken

di proprietà di suo suocero.

Non riuscivo a soddisfarlo.

Mio suocero è identico a mio papà.

Niente bastava a soddisfare mio papà.

Mio suocero è uguale.

Io e papà non siamo mai andati d'accordo
quando vivevo ancora a casa,

perché non sono mai stato
all'altezza dei suoi standard.

John era considerato assillante.

È un'affermazione giustificata.

Ad alcuni non piaceva.

Ad alcuni non importava.

Un tratto particolare che spiccava
era che guidava veloce ovunque andasse.

Nessuno amava salire con lui.

Ogni volta che saliva in auto
sembrava correre verso un incendio.

Non so dove andasse
e non so nemmeno se lo sapesse lui.

Ma era…

Aveva chiaramente una motivazione.

Nel 1967 avevo 18 anni.

Ero uno studente
all'Ellsworth Community College

di Iowa Falls, Iowa.

Andavo a scuola con altri due ragazzi
che vivevano a Waterloo.

Una certa notte del gennaio del 1967,

passarono a prendermi a casa.

Uno dei ragazzi con cui andavo a scuola

lavorava in uno dei locali
di Kentucky Fried Chicken.

Disse che doveva fermarsi
al Kentucky Fried Chicken

per ritirare il suo assegno
prima di tornare a Iowa Falls.

Fu allora che conobbi John Gacy.

Sembrava molto gradevole,
molto amichevole.

Ma all'epoca non aveva
niente di eccezionale.

Mentre eravamo lì,
John Gacy disse ai due ragazzi:

"Ehi, dovreste venire da me.

Mia moglie e mio figlio
non ci sono, sono a Chicago.

Perché non venite da me?

Giocheremo a biliardo,
berremo qualcosa e altro".

La casa di John Gacy era una casa normale,

in una periferia borghese di Waterloo.

C'era un seminterrato che aveva sistemato.

C'erano un bar con bancone
e un bel tavolo da biliardo.

Iniziammo a giocare a biliardo
e all'epoca ero un ottimo giocatore,

lo stavo battendo a ogni partita.

A un certo punto,
chiese se volessi giocare a soldi.

Io accettai.

Così iniziammo a giocare
per un dollaro a partita.

Mi disse anche che era originario
della zona di Chicago

e che aveva molti contatti laggiù.

Mi disse che era amico personale
del sindaco di Chicago

e del capo della polizia.

Lungo tutte le pareti
erano appesi certificati incorniciati.

Un certificato in particolare

era della commissione
per il sesso e la salute

del governatore dell'Illinois.

Mi disse che era in una commissione
che studiava gli omosessuali.

Ci sono tre tipi di sesso.

C'è il sesso eterosessuale.

C'è quello omosessuale.

E quello bisessuale.

Non si può prendere la definizione clinica
e applicarla a me, perché non penso così.

Un eterosessuale è qualcuno
innamorato del sesso opposto.

Un omosessuale è innamorato
del proprio sesso.

Un bisessuale fa sesso
solo per il sesso in sé.

È una forma di masturbazione.

Farà sesso con chiunque,
senza alcun sentimento.

Posso dire che non ho mai avuto
una relazione omosessuale,

perché ho solo avuto
rapporti orali o anali,

senza alcun amore.

Non c'era sentimento, non c'era amore.

I due ragazzi con cui ero lì
si stavano ubriacando

e iniziarono a parlare di una festa
che stavano organizzando

e volevano che John Gacy ci andasse.

Quindi i miei due amici dissero:

"Nemmers, forse dovresti
passare la notte con Gacy.

Domattina guiderai fino a Iowa Falls
e gli mostrerai dov'è tutto".

Io non volevo passare la notte
a casa di John Gacy.

Non lo conoscevo.

Ma pensavo che sarebbe stato più sicuro
restare a casa di John Gacy

che tornare in auto in inverno
con un guidatore ubriaco.

Lasciarono la casa di Gacy
e noi continuammo a giocare.

John Gacy cambiò l'intero discorso,

mi guardò e disse: "Ho un'idea.

Perché non giochiamo una partita
per una posta davvero grossa?

Se vinco io, dovrai compiere
un atto sessuale su di me.

Se vinci tu, dovrò farlo io a te".

Il mio approccio era
di proporlo a qualcuno.

Se era interessato,
avrebbe continuato la conversazione.

Non puoi avvicinare qualcuno per strada

e chiedere se vuole
fare sesso con un uomo.

Senza beccarti un pugno o altro.

Lanci segnali o spargi semi
e lasci che loro reagiscano.

Gli dissi: "Scordatelo.

Non voglio che tu compia
un atto sessuale su di me

e di certo non lo farò io su di te".

Lui iniziò a ridere.

Poi mi chiese se avessi mai visto qualche…

A quei tempi i film pornografici
li chiamavamo "film a luci rosse".

Mi disse: "Vuoi vederne uno?"

Tirò fuori il proiettore
e lo sistemò su un tavolo.

Allestì anche un grande schermo.

Alzò lo schermo.

Accese il proiettore e se ne andò.

Non passarono neanche cinque minuti.

All'improvviso si accesero le luci

e nello stesso istante
sentii un clic dietro di me.

Mi girai e…

vidi una pistola puntata alla testa.

Potevo vedere i cilindri.

Era una rivoltella
e vedevo i proiettili nei cilindri.

Sapevo che era una pistola vera
ed era puntata alla mia testa.

Poi disse che voleva
che mi abbassassi i pantaloni

e che avrebbe compiuto
un atto sessuale su di me.

Io piangevo.

Piangevo.

Lo imploravo di non farlo.

Dopo un minuto di puro terrore,

lui rise e disse: "Cammina, vai al…

Tirati su i pantaloni e vai al bar".

Continuò a ridere e parlare
della sua particolare fissazione

nel fare pressione psicologica
alle persone

per vedere le possibili reazioni.

Mi disse che mi aveva analizzato
per tutto il tempo.

Avevo abbassato del tutto la guardia.

Pensavo di essere al sicuro.

Insomma, con questo tizio,
per quanto strano o stravagante,

mi ero sentito al sicuro.

Poi disse: "Vuoi andare a letto?

Andiamo a letto
e domattina ci alzeremo presto.

Faremo colazione e andremo a Iowa Falls".

Facevo fatica ad addormentarmi.

Poi sentii una mano sulla mia coscia.

Aprii gli occhi e vidi John Gacy
seduto accanto al letto.

E…

grazie alla luce dalla finestra,
vedevo il suo volto.

Beh, è un'immagine
che mi perseguita ancora oggi.

E…

il viso che vidi quella notte era…

Non so come spiegarlo, era spaventoso.

Aveva un coltello puntato
al piccolo buco della gola qui.

Spingeva quel coltello proprio qui.

E allo stesso tempo mi sfregava la gamba.

Mi disse che avremmo finito
quello che avevamo iniziato di sotto

e che avremmo compiuto
atti sessuali l'uno con l'altro.

Così ricominciai a urlare.

Non facevo altro che piangere
e implorarlo di non farlo.

Subito dopo, smise
di fare pressione con il coltello

e ricominciò a ridere,

spiegandomi
che era frustrato con se stesso

per non essere riuscito
a farmi cedere nel seminterrato

mentre mi faceva quei test psicologici.

Era frustrato
e voleva fare un altro tentativo.

Non ci credevo.

Se ne andò in camera sua,

io mi vestii e rimasi seduto
su quel letto fino alle 6:30.

La mattina bussai alla sua porta
e dissi: "Sono pronto ad andare".

Iowa Falls dista
circa un'ora e mezza d'auto.

Lui disse: "Steve,
so che sei arrabbiato con me.

Ma voglio che tu capisca.

Se scopro che ne hai parlato con qualcuno,

devo solo prendere il telefono
e fare una telefonata a Chicago.

Il giorno dopo ci sarà un uomo
a Iowa Falls per ucciderti".

Non lo denunciai alla polizia di Waterloo
perché non volevo parlarne.

Ero un ragazzino di 18 anni

e c'era un uomo adulto
che mi faceva abbassare i pantaloni,

mi puntava un coltello alla gola
e mi massaggiava la coscia.

Non è una cosa
di cui un ragazzino vuole parlare.

Avevo sempre pensato
che John fosse aggressivo

e volesse avanzare
all'interno dei Jaycees.

Alla fine fu nominato
da uno dei miei successori

come cappellano dei Waterloo Jaycees.

In sostanza doveva dire
una preghiera prima dei pasti.

Fu in seguito che emersero
le sue aspirazioni a diventare presidente.

Immagino che fu allora
che iniziarono a diffondersi le voci

secondo cui John Gacy
non era quello che sembrava.

Nel '67, quando mi sono candidato
alla presidenza dei Jaycees,

ho chiesto a Donald Voorhees Sr.
di farmi da manager della campagna.

Don Voorhees Sr.
era un membro dei Jaycees.

Poi si candidò al parlamento statale

e fu eletto membro
del parlamento dell'Iowa.

Nell'episodio con Donald Voorhees Jr.,
lui aveva 15 anni.

Credo fosse nel '67, in estate.

Ad agosto o a settembre del '67,
una cosa così.

Donald Voorhees…

Io guidavo da un locale all'altro,
era la mia routine quotidiana.

Donald Voorhees faceva l'autostop.

L'ho fatto salire.

Mi faceva domande sui film a luci rosse.

Così io, da bravo coglione,
l'ho portato a casa e glieli ho mostrati.

Mi sono arrapato a guardarli.

Comunque, per farla breve,
è successo che mi ha fatto un pompino

e io l'ho fatto a lui.

Avevo una moglie. Avevo due figli.

Avevo un'impresa. Ero ricco.

Perché cazzo sono finito
a farmi coinvolgere da un ragazzo?

REATO CON UN MINORENNE

L'ha detto a suo padre,
che ha contattato il procuratore di Stato

e poi mi hanno incriminato.

Dopo l'arresto di John
per l'aggressione a Donald Jr.,

in città diventò
un argomento di conversazione.

Così sono stato incriminato per sodomia.

ACCUSA DI SODOMIA PER GACY

VALUTAZIONE PSICHIATRICA

Alla valutazione psichiatrica a Iowa City

hanno detto che avevo
una personalità antisociale.

La consideravano una cosa occasionale

e pensavano che non sarebbe ricapitato e…

È stata una cosa stupida.

NEGAZIONE TOTALE

Non sarebbe mai dovuta succedere.

Ecco perché dico
di non essere il colpevole, ma la vittima.

Sono stato usato.

INCOLPA GLI ALTRI

Pensavo ai bambini e a Marlynn.

Non avevo mai avuto guai

e nel rapporto prima della sentenza
hanno consigliato la libertà vigilata.

Abbiamo cambiato dichiarazione
da "non colpevole" a "colpevole".

Mi hanno condannato a dieci anni
e sono quasi svenuto.

Non ci credevo.

DIECI ANNI DI CARCERE

Il giorno dopo la condanna, ho ricevuto
la richiesta di divorzio di Marlynn.

Motivata dalla condanna.

È venuta a trovarmi per l'ultima volta.

È venuta da me e mi ha detto
che doveva divorziare.

Se non l'avesse fatto,
il padre le avrebbe tolto i figli.

Erano i tuoi figli naturali, vero?

Esatto.

Erano piccolissimi.

Il 1968, l'ultima volta che li ho visti.

INDAGINE PIEST - TERZO GIORNO

Gacy fu condannato
per aver abusato di un ragazzo.

Wow, in quel momento ci aprì gli occhi.

Cosa dovevamo fare?

Come potevamo tenere d'occhio Gacy?

Dove avrebbe potuto portarci?

Il tenente Joe Kozenczak,
a capo delle indagini,

pensò a una sorveglianza
24 ore su 24 su Gacy.

Così Bob Schultz e Ron Robinson
iniziarono da mezzogiorno a mezzanotte.

E Dave Hachmeister
da mezzanotte a mezzogiorno.

Diventai suo partner e seguimmo Gacy
da mezzanotte a mezzogiorno,

ovunque andasse.

La polizia doveva essere sotto copertura,

ma gli ci volle meno di un giorno
per capire che lo stavamo seguendo.

A quel punto, dovevamo provare
a cambiare la nostra tattica.

Stabilimmo che Gacy avrebbe subìto
una maggiore pressione psicologica

se avessimo eseguito
una sorveglianza palese.

Una sorveglianza palese
è quando bussi alla porta di una persona,

ti presenti e gli dici
che sei della polizia

e che lo seguirai 24 ore su 24,
sette giorni su sette, ovunque vada.

INDAGINE PIEST - QUARTO GIORNO
15 DICEMBRE 1978

Il primo luogo pubblico in cui andò
fu la Moose Lodge a Des Plaines.

Quando Gacy entrò,
la gente disse: "C'è John!"

Si radunarono intorno a lui.
"Come stai? È bello vederti!"

Sembrava l'anima della festa.
Successe spesso.

Sembrava apprezzare l'indagine.

Accettò di buon grado la schermaglia,
il botta e risposta con la polizia.

Ero sotto sorveglianza continua.

Avrei potuto seminarli
e fuggire in ogni momento,

ma mi fermavo sempre
e cercavo di aiutarli.

Mi rallentavano.

Mi ha detto: "Non ti fermi mai".

E io: "Ho delle cose da fare.

Ho un lavoro ad Aurora, Illinois.
Uno a Waukegan, Illinois.

Ne ho tre a Chicago.

Mi serve tempo
per andare da uno all'altro".

Giocava al gatto col topo con la polizia.

Cercava di fregarli,
di manipolare ciò che facevano

e dimostrare di avere
il controllo della situazione.

Un modo in cui John poteva vendicarsi
per il nostro pedinamento

era guidare come un pazzo.

Ogni giorno metteva alla prova
le nostre capacità di guida.

Sceglieva le strade secondarie.

Andava a 60 o 80 km/h
su queste strade secondarie.

Quando prendevamo la Kennedy Expressway,

a volte per cercare
di stare al passo con John

dovevamo guidare sul ciglio della strada,

all'interno o all'esterno della Kennedy,

solo per stargli dietro.

Stavamo sempre con lui.

Se entrava in una caffetteria,

entravamo con John
e ci sedevamo a bere un caffè.

Se entrava in un bar, entravamo con lui.

Durante le soste al ristorante,
parlammo a lungo con Gacy.

La gente iniziò a vederci sempre insieme,

quindi diceva che eravamo l'FBI
che cercava di incastrarlo per droga.

In un paio di posti disse
che eravamo le guardie del corpo.

Ma ci disse anche che aveva assunto
delle persone per seguire noi,

per controllarci,

e che se avesse dato il segnale,
loro ci avrebbero fatto fuori.

Sapevamo che Gacy era pieno di sé.

Una volta ci disse che aveva saputo

che Rob Piest era stato trovato
in Wisconsin e stava bene.

Rob non sarebbe mai scappato.

Qualcosa non andava.

La polizia venne a scuola
con la famiglia Piest

per vedere cosa aveva detto Rob
e dove era andato.

Spiegai che aveva detto che sarebbe uscito
a parlare con l'appaltatore di un lavoro.

Mi dissero che l'appaltatore
aveva negato tutto,

che io mentivo e non aveva mai parlato
di un lavoro a quel ragazzo.

Ero furiosa, perché non mento mai.

INDAGINE PIEST - QUINTO GIORNO
16 DICEMBRE 1978

Lavoravo con la polizia di Des Plaines,
ma non ne facevo parte.

Ero investigatore della contea di Cook,
assegnato all'ufficio del procuratore.

Ero una specie di intermediario.

Per fortuna, potevo agire come volevo
quasi sempre, grazie alla mia posizione.

Se c'era da indagare, lo facevo io.

Non dovevo chiedere permessi,
uscivo e lo facevo.

Guardammo la sua fedina.

Aveva avuto altri arresti,
ma non sembravano legati al sesso.

Erano disturbo della quiete pubblica
o aggressione o altro.

Non entravano nei dettagli del fatto
che adescasse ragazzi per fare sesso.

Non c'erano dettagli.

Gacy faceva parte
del potente Partito Democratico.

Il dipartimento di polizia
avrebbe potuto ricevere una chiamata:

"Lasciatelo in pace, è una brava persona".

È così che funzionava la contea di Cook.

All'epoca la gente
disprezzava i ragazzi gay.

Pensate che la polizia
avrebbe ascoltato un ragazzo gay

che si lamentava di Gacy,

che tutti conoscevano
ed era amico di tutti?

Gacy sceglieva sempre come operai
dei ragazzi giovani, di bassa statura,

di solito con i capelli chiari.

I due ragazzi più importanti
furono Mike Rossi e David Cram.

Rossi e Cram erano assistenti di Gacy
alla PDM Contractors.

Lavoravano sempre
a stretto contatto con lui.

In pratica erano i suoi piccoli…

Erano i suoi galoppini
e l'aiutavano a gestire l'impresa

Nel corso della nostra indagine,
parlammo con la gente e scoprimmo:

"Sì, c'è un ragazzo che si chiama così.

Lavorava per Gacy, non lo vedo da tempo".

Poi la gente iniziò
a farsi avanti dicendo:

"Lo conosco, lavorava lì.
È scomparso anche lui".

Gregory Godzik era un ragazzo di Chicago.

Aveva lavorato per Gacy ed era scomparso.

Poi scoprimmo che un altro ragazzo
che aveva lavorato per Gacy era scomparso.

Un giorno John Butkovich
non andò al lavoro.

Nessuno lo vide più.

La polizia andò fare domande: niente.

Gacy negò di sapere
della scomparsa del ragazzo.

L'anello del liceo con le iniziali J.S.

che trovammo a casa di Gacy
durante la perquisizione

si rivelò essere di un ragazzo
di nome John Szyc.

Aveva vissuto a Des Plaines,
ma si era trasferito in città.

Contattammo i suoi genitori

e sua madre ci disse
che era scomparso da un po'.

L'auto di John Szyc
non era mai stata ritrovata.

E poi, nel corso dell'indagine,

quando i genitori di Szyc
ci dissero quale auto guidasse,

uno dei ragazzi, forse Tovar, disse:

"È la stessa auto che guida Mike Rossi".

Il numero di telaio era alterato.

Gacy l'aveva venduta a Rossi
per pochi spiccioli.

Questo metteva John
in contatto o conoscenza

con quattro o cinque diverse persone

che erano scomparse
e non erano mai state ritrovate.

Era molto insolito.

La maggior parte della gente
non conosce nessuna persona scomparsa,

figuriamoci quattro o cinque.

Tutte queste cose
avvenivano nello stesso momento.

Sospettavamo una brutta conclusione.

Ma sapevamo anche di non avere corpi.

Perché scompaiono
senza essere più ritrovati?

Corpi mai scoperti.

C'era da scervellarsi.

Cos'è successo? Sono svaniti.

Mai ricomparsi, dove sono finiti?

Quando finirà?

Cosa abbiamo qui?

Non lo sapevamo davvero.

INDAGINE PIEST - SESTO GIORNO
17 DICEMBRE 1978

La cosa allarmante era che i suoi avvocati
si erano rivolti alla corte federale

per chiedere un'ingiunzione federale
contro l'ufficio del procuratore

e la polizia di Des Plaines.

Io e Leroy Stevens,
il suo avvocato civilista,

stavamo preparando una causa federale
contro la polizia di Des Plaines,

per impedire loro di tormentare Gacy.

Gli stavano rovinando gli affari,

perché lo seguivano da vicino
e ne violavano i diritti civili.

Terry Sullivan, il procuratore,
giocava a carte coperte.

La polizia faceva lo stesso.
Non riuscivamo ad avere informazioni.

L'unico modo per sapere qualcosa
era fare causa.

Se avessero approvato l'ingiunzione,
sarebbe stata la fine.

Avremmo dovuto tirarci indietro,
senza interrogare lui o i dipendenti.

Bisognava fare presto, senza dubbio.

Dovete capire che all'epoca

io e Leroy credevamo davvero
che Gacy fosse innocente.

Alla fine Terry Sullivan mi raccontò
del caso di John in Iowa.

Era un caso di sodomia
e questo mi sconvolse.

Chi si aspettava che Gacy,
il capitano di distretto,

avesse una condanna?

Nessuno lo sapeva.

Mi hanno mandato a Fort Madison, Iowa.

Era un penitenziario.

Poi hanno rivisto il caso.

Era la prima condanna
e avevo meno di 26 anni.

Mi avrebbero mandato
al riformatorio di Anamosa.

Mi hanno mandato laggiù
ed ero terrorizzato.

Non ero mai stato arrestato
o messo in carcere.

Non sapevo cosa fosse,
pensavo mi avrebbero ucciso.

NATALE AD ANAMOSA
SEZIONE NOTIZIE SPECIALI, 1969

Alla fine sono finito dentro
e mi sono organizzato.

Sono entrato
con un atteggiamento positivo.

Sono diventato
non solo popolare, ma potente.

Salve, sono John Gacy.
Vengo da Waterloo, Iowa.

Sei un uomo di una certa autorità.
Qual è il tuo titolo?

Beh, sono capocuoco in cucina

e mi occupo del pasto mattutino
e del pasto pomeridiano.

Il cibo era una strada verso il potere.

Immagino che potrei descriverlo così,
una strada verso il potere.

E John la usava implacabilmente.

Rompevi le palle a John Gacy

e ti conveniva iniziare
a mangiare da un'altra parte,

perché potevi dare per scontato
che avresti trovato qualcosa come,

in mancanza di descrizioni migliori,

escrementi di topo nel tuo cibo,

perché non avevi fatto come diceva.

Senza sforzi, controllavo la cucina,
dove c'erano circa 55 detenuti.

Ma non mi piegavo davanti a nessuno.

L'altra cosa, ovviamente, erano i Jaycees.

È così che l'ho conosciuto.

Ero seduto lì a leggere

e lui disse: "Ciao, sono John Gacy
e sto reclutando per i Jaycees".

Allora non sapevo neanche
cosa diavolo fossero.

Ma a metà del periodo che passammo lì,

diciamo verso la fine del 1969,

quella era una delle sezioni più grandi
in tutto lo Stato dell'Iowa,

in gran parte grazie agli sforzi
di reclutamento di John Gacy.

Sono stato premiato come Uomo dell'Anno
al riformatorio maschile di Anamosa.

Ho costruito il primo golf in miniatura
dentro un riformatorio.

È un esempio delle capacità
e del talento di quell'uomo.

Credo si possa sostenere
che c'era un John buono e uno cattivo.

Io conoscevo il John buono.

Avevo intravisto altre cose.

I deboli non sopravvivono in carcere.

Finisci agli ordini di qualche gang
o di qualche altro detenuto violento.

Fai come dicono o ti fanno a pezzi.

Io mi non mi sarei piegato a quella merda,

perché nessuno mi comanderà mai.

Stava camminando
nella sua zona, nell'edificio sud,

e vide un detenuto che faceva una fellatio
a un altro detenuto in una cella.

Si avvicinò e lo colpì
a calci in faccia quattro volte,

rompendogli la mascella.

Combatteva con i suoi impulsi sessuali
verso gli omosessuali.

A mio parere, si manifestava
nella sua personalità

come rabbia, come collera.

John, da quanto sei qui?

Sono qui da un anno e due settimane circa.

Ti dispiace se ti chiedo
per quanto tempo intendi restare qui?

Beh, spero di uscire a maggio.

Beh, buon per te.

Continuerai a fare il cuoco
e lo userai come lavoro?

Sì, era il mio lavoro prima di entrare.

- Bene.
- La ristorazione.

Era intorno a Natale.

Eravamo molto coinvolti
nel progetto "Toys for Tots".

Eravamo molto coinvolti
nel banchetto di Natale per i Jaycees.

Erano in ballo molte cose.

Ma poi il padre di John morì.

Il 18 dicembre papà è finito in ospedale
e non mi hanno detto nulla.

Papà è morto il 25 dicembre,
il giorno di Natale.

Me l'hanno detto solo dopo la sepoltura.

Anche dopo essere finito in carcere
per la condanna per sodomia,

il padre era ancora vivo.

A un certo punto John avrebbe potuto
provare a ricucire quel rapporto.

Ma non dopo la morte.

Era finita, andata.

Dopo quel fatto, non ricordo
di averlo mai più sentito ridere.

Dico solo ciò che mio papà
mi ha sempre detto: sono un debole.

Solo uno stupido ragazzino, un incapace.

Aveva ragione su molte cose.
L'ho deluso quando è morto.

La maggior parte delle persone
condannate a dieci anni

ne scontava circa due.

Ma visto chi eravamo
e quello che facevamo dentro,

io e John uscimmo in 18 mesi.

Io e lui uscimmo
nella seconda settimana di luglio,

ci stringemmo la mano e ce ne andammo.

INDAGINE PIEST - OTTAVO GIORNO

Stando con John sempre e ovunque,
stavamo cercando di farlo crollare.

Penso che tu possa essere il cittadino
più rispettoso della legge al mondo,

ma non vorresti che la polizia ti seguisse

ventiquattro ore al giorno,
sette giorni su sette.

Col tempo, mentre gli investigatori
interrogavano conoscenti e amici di Gacy,

alcuni iniziarono a capire
che c'era qualcosa sotto.

Gacy parlava soltanto con noi.
Nessuno voleva avere a che fare con lui.

In un certo senso, John iniziò a pensare
che fossimo i suoi migliori amici.

Non gli davamo fastidio,
lo seguivamo e basta.

Ci invitò spesso a entrare,

cercando di mostrare
che era buono e gentile con noi.

Così entrammo nella casa.

Avevamo ricevuto una richiesta
dal tenente Kozenczak.

C'erano una TV e una radio scomparse
appartenenti a una persona scomparsa.

La madre di John Szyc ci aveva detto

che un piccolo televisore
che aveva in camera

era sparito da casa sua.

Lo descrisse come un televisore Motorola

e ricordammo di averne visto uno simile
durante una perquisizione a casa di Gacy.

Così Bob Schultz disse
di aver bisogno del bagno,

per andare a cercare
dall'altra parte della casa.

Il mio compito era di intrattenere John,
perché non andasse a cercare Bob.

Bob si guardò intorno, ma non trovò la TV.

Era in bagno, a tirare lo sciacquone
come ogni bravo ragazzo.

Poi entrò in funzione il riscaldamento.

Quello fece tutta la differenza,

perché Bob era accanto
al condotto del riscaldamento

e sentì una zaffata
di qualcosa di incredibile.

Subito pensò: "Odore di putrefazione?"

Proprio così.

Facevamo quel lavoro da troppo tempo,
avevamo manipolato troppi cadaveri.

Se lui diceva che era così,
potevi esserne certo.

Schultz riconobbe un odore
che sapeva essere carne in decomposizione.

Un corpo, un cadavere.

Tornò alla fine del turno
e mi raccontò della puzza.

Nello stesso momento,
io ero impegnato a trovare un modo

per far innervosire Gacy,

fargli perdere le staffe
e fargli commettere un errore,

dire qualcosa di incriminante.

David Cram lavorava per lui,
per la sua impresa, la PDM.

Dissi: "Portiamo qui Cram
e interroghiamolo.

Facciamolo parlare ancora".

Stavo parlando con Cram e gli dissi:

"Hai mai visto Gacy
perdere completamente le staffe?"

Rispose: "Sì".

E io: "In che circostanze?"

"Gacy mi aveva fatto scavare nel vespaio.

Avevo cambiato direzione.

Invece di una linea retta,
ero andato in diagonale.

Gacy era venuto a controllare
come stavo scavando.

Aveva visto una diagonale
e aveva perso le staffe.

Imprecava, saltava, urlava.

'Te l'avevo detto.
Voglio che scavi qui, non qui!'"

Questo mi fece pensare.

Fino ad allora avevamo cercato
di capire dove fossero finiti.

Dove erano?

Nei miei sogni più sfrenati
non pensavo fosse possibile,

poi sentimmo la storia

e pensammo: "È possibile
che ci sia qualcuno laggiù?"

Così la mia missione diventò…

convincere Terry Sullivan
a darci un secondo mandato.

Una cosa inusuale.

Due mandati per la stessa proprietà.

Era assurdo! Ottenere un secondo mandato…

Terry disse: "Non si può avere
un secondo mandato".

"Trova un modo! Sei un avvocato!"

In quei giorni avevamo bisogno di prove.

Dovevamo collegare le prove a Gacy
in modo che gli restassero addosso.

"Sono tornata a casa dopo la scuola
per mangiare prima di fare shopping.

Mi hanno chiamata
per chiedere della pellicola."

La sera in cui Rob scomparve,

stavo consegnando un rullino
da sviluppare alla farmacia.

SVILUPPO PELLICOLE RAPIDO

Avevo riempito la mia busta

e l'avevo messa nel pacco
che avrebbero dovuto ritirare.

Avevo strappato la ricevuta

e l'avevo messa nel cestino
accanto al registratore di cassa.

Poi mi ero bloccata.

Avevo fissato la ricevuta
e la ricevuta aveva fissato me.

Senza sapere perché, l'avevo presa
e infilata nella giacca di Rob.

Grazie a Dio, Kim Byers
aveva messo quella ricevuta,

nella tasca di quella
che risultò essere la giacca di Rob.

Sono presentimenti, intuizioni
o come volete chiamarli,

che ci spingono a fare cose
senza sapere perché.

Io li chiamo "sussurri di Dio".

Qualcuno ti guida a fare qualcosa.

Quella ricevuta era finita in un cestino
a casa di John Wayne Gacy.

Fu il nostro primo collegamento
con Robert in quella casa.

La mandammo al laboratorio

per vedere se corrispondeva
alla busta della pellicola sviluppata.

In effetti c'era una corrispondenza esatta
tra come era stata strappata

e i diversi pezzetti e angoli
che erano ancora presenti.

Combaciava perfettamente.

Ne fummo molto felici,
perché era una prova solida.

La ricevuta della pellicola di Kim Byers,

in aggiunta all'odore,

era sufficiente perché Terry desse l'ok
e scrivesse il secondo mandato.

INDAGINE PIEST - NONO GIORNO
20 DICEMBRE 1978

In quel momento avevamo roba scottante.

Dal comportamento di John si capiva
che anche lui sentiva la pressione.

In quel momento
la rete si stava stringendo su di lui.

Il gioco del gatto e il topo
stava finendo.

Credo che iniziammo a notare
che gli stava succedendo qualcosa.

Alla fine fu così,
alla fine andò un po' fuori di testa.

John Gacy mi chiamò per vedermi.

Disse che aveva qualcosa di nuovo
da dire a me e a Leroy Stevens.

"John, se è qualcosa di nuovo, va bene.

Altrimenti, non voglio sentire
le solite stronzate."

Razionalmente e comprensibilmente,

sono andato a parlare
con Sam delle molestie.

Non nei miei confronti,

ma nei confronti dei miei dipendenti.

Perché li difendevo?

Avevo paura che dicessero
qualcosa di quello che facevo?

Venne e mi raccontò la solita storia,
negando tutto su quel ragazzo.

Non gli credevo più, davvero.

Avevo una foto di Robbie Piest

presa dalla prima pagina del Daily Herald,
il quotidiano di quella zona.

Iniziai a battere sul tavolo, dicendo:
"Guarda qui, Gacy! Guarda qui, John!

Questo ragazzo è scomparso!
Pensano sia stato tu!

Smettila di mentirmi!"

Gli urlavo contro e battevo.

Si mostrò molto abbattuto e disse:
"Hai qualcosa da bere?"

Versai un po' di vino per me,
un po' per Gacy e un po' per Stevens.

Bevemmo tutti un bicchierino.

Gacy disse: "Riempimi il bicchiere".

Gli riempii il bicchiere.

Lo buttò giù tutto.

Guardò la foto di Robbie Piest e disse:

"Questo ragazzo è morto".

Proprio così.

Il mio cuore…

Il mio cuore iniziò a battere forte.

Pensavo: "In cosa mi sto cacciando?"

Io e Leroy eravamo seduti
a guardare e lui disse:

"Sono stato giudice, giuria
e carnefice di molte persone.

Ora voglio esserlo di me stesso.

Voglio dirvi tutto".

Quella sera invecchiai di molti anni,

sia come avvocato che come persona.

Fu una delle notti
più spaventose della mia vita.

Il cuore mi batté forte
per il resto della serata.

Fumai una sigaretta dopo l'altra.

Leroy accese le sigarette al contrario,
col filtro dalla parte sbagliata.

Dopo averci raccontato tutto…

si addormentò.

Non ricordo bene cos'è successo.

Ricordo l'ufficio di Sam,

ma non ero andato
per dirgli quelle stronzate.

Evidentemente, quando sono arrivato…

qualcun altro ha preso il comando
ed è iniziata un'altra conversazione.

Ero in una posizione orribile,
professionalmente ed eticamente.

Avevo 30 anni.

Con Leroy dovevamo capire…

La cosa migliore
era portarlo da uno psichiatra

e poi capire cosa fare di lui.

Fissammo un appuntamento
per le otto o le nove del mattino

con uno psichiatra
trovato durante la notte.

Io e il mio partner iniziammo la serata

nell'ufficio dell'avvocato di Gacy,
Sam Amirante, a Park Ridge.

Quando arrivai all'edificio,

Sam Amirante
e l'altro avvocato Leroy Stevens

stavano uscendo dall'ufficio
ed erano nell'atrio dell'edificio.

Ci invitarono a entrare.

Non avrebbero potuto essere più gentili.

"Volete una bottiglia?
Qualcosa da mangiare?

Qualsiasi cosa, ve la daremo.

Non lasciate andare Gacy.

Se prova ad andarsene,
sparategli alle gomme.

Non lasciatelo andare, non fatelo."

Dicemmo: "Sam, non spareremo
alle gomme di nessuno.

Perché dovremmo fare
questo genere di azione?

"Fate quel che potete.

Non posso dirvelo,
ma non lasciatelo andare."

Verso le sei del mattino,
iniziò a fare luce.

Gacy iniziò a svegliarsi e disse:
"Cosa ci faccio qui?

Ho cose da fare, posti dove andare.
Sono molto impegnato".

E io: "Mi hai detto tutto,
sei stato qui tutta la notte.

Hai raccontato tutto a me e Leroy".

"Non posso parlarne.
Ho posti dove andare, cose da fare.

Me ne vado."

E se ne andò.

Sottotitoli: Jacopo Oldani