All language subtitles for Nostalgia de la Luz.ita

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SRT project e' lieta di presentare

"Nostalgia della luce"

Traduzione:
Patagonia [SRT project]

Il vecchio telescopio tedesco,

che ho visto ancora una volta,
dopo tanti anni,

funziona ancora, a Santiago del Cile.

E' ad esso che devo
la mia passione per l'astronomia.

Questi oggetti, che sarebbero
potuti essere gli stessi di casa mia,

mi ricordano quel lontano momento,

quando si pensa
di essere divenuti adulti.

In quel periodo,
il Cile era un angolo di pace,

isolato dal resto del mondo.

Santiago dormiva,
ai piedi della Cordigliera,

senza nessun contatto
con il resto della Terra.

Adoravo le storie di fantascienza,

le eclissi di Luna,

e guardare il Sole, attraverso
un pezzo di vetro affumicato.

Imparai a memoria
il nome di alcune stelle,

e avevo una mappa del Cielo.

La vita era provinciale:

non succedeva mai nulla.

I presidenti della Repubblica

camminavano per strada senza scorta.

Il tempo presente,
era l'unico tempo che esisteva.

Questa vita tranquilla,
un giorno' termino'.

Un vento rivoluzionario,
ci catapulto' al centro del mondo.

Io ebbi la fortuna di vivere
questa nobile avventura,

che ci risveglio' tutti.

Questa speranza, rimase
scolpita per sempre nella mia anima.

Piu' o meno nello stesso periodo,

la scienza si innamoro'
del cielo cileno.

Un gruppo di astronomi

scopri' che le stelle
potevano toccarsi con le mani

nel deserto di Atacama.

Ricoperti dalla polvere stellare,

gli scienziati di tutto il mondo
costruirono qui

i piu' grandi telescopi della Terra.

Piu' avanti,

un colpo di stato
spazzo via la democrazia,

i sogni e la scienza.

Nonostante vivessero in una zona
disastrata, gli astronomi cileni

continuarono a lavorare,
con l'aiuto dei colleghi stranieri.

I segreti del Cielo,
iniziarono a cadere su di noi,

uno a uno,
come una pioggia trasparente.

In Cile, l'astronomia
e' una passione di tanta gente,

io sono solo un fan, tra migliaia.

Il nostro pianeta umido,
possiede una sola macchia marrone

dove non esiste umidita'.

E' l'immenso deserto di Atacama.

Mi immagino che presto
l'uomo raggiungera' Marte.

La terra, che ho sotto i piedi,

e' la cosa piu' simile
a quel mondo lontano.

Non c'e' niente.

Non ci sono insetti,
ne' animali, ne' uccelli.

Ma, comunque, e' pieno di storia.

Per 10.000 anni

e' stata una terra di passaggio.

I fiumi di pietra
erano strade naturali.

Le carovane di lama e uomini

andavano e venivano,
dall'Altipiano al mare.

E' una terra condannata,
impregnata di sale,

dove i resti umani si mummificano,
e gli oggetti restano intatti.

L'aria, trasparente,

sottile,

ci permette leggere, in questo
grande libro aperto della memoria

pagina dopo pagina.

I telescopi sono le porte del Cosmo.

Inizia qui, il mistero celeste.

Nel luccichio della notte,
le stelle ci osservano.

Sul fondo dei laghi di sabbia,

ci sono pesci e molluschi pietrificati,

che posso raccogliere con le mani.

Le colline si confondono
con le murature degli indio.

Mi hanno detto,
che ci sono meteoriti sotto le rocce,

che alterano le bussole.

Ho sempre creduto che le nostre
origini stessero nel suolo,

sepolte sotto terra,
o in fondo al mare.

Ma ora, penso che le nostre
origini possano trovarsi in alto,

oltre la luce.

Da dove veniamo,
dove siamo e dove andiamo.

"Da dove veniamo?"
E' una domanda sostanziale, cioe'...

Si amalgama
con la cultura umana, in generale.

Per esempio, la religione...

la cultura scientifica
contemporanea tende...

tende a dividere molto,
la scienza dalla religione, ma...

In qualche modo,
le domande fondamentali

hanno una origine, e una motivazione,
nell'uomo, che viene dalla religione.

E'...
la mia opinione personale.

Alla fine, si tratta di questo:
scoprire l'origine dell'essere umano

del pianeta, e del Sistema Solare.

Come nasce una galassia, come nasce
un pianeta, o una stella.

Tutte queste domande,
che riguardano le nostre origini,

sono cose di cui ci occupiamo
noi astronomi, o almeno proviamo.

E' una domanda... senza fine.

Il grande tormento
degli astronomi, e' spiegarsi le cose.

Perche'... certo, io stesso studio
delle galassie molto diffuse,

ma non si sa come si siano formate

Perche' sono stabili?
Perche' non collassano?

A tutte queste domande fastidiose...
proviamo a rispondere.

La scienza funziona cosi':
studi qualcosa,

provi a rispondere a due domande

ad alcune si risponde bene, ad altre
parzialmente, e ne spuntano altre 4!

Cosi' funziona la scienza,
si puo' dire.

A volte alla gente da fastidio,
dice che non e' molto efficiente.

Non puo' essere, che vuoi rispondere
a 2 domande, e ne spuntano altre 4!

Ma cosi' e' la scienza:
qua non si finisce mai.

E a me questo piace.

Il mistero della scienza,
attraversa il tempo.

Ai piedi di queste dune,

ci sono altri messaggi,
anch'essi provenienti da lontano.

Queste pietre, disegnate
da pastori pre-colombiani,

hanno piu' di 1.000 anni.

Qui, piu' che da altre parti,

ho la sensazione
che il deserto ci riveli un segreto.

Tutte le esperienze
che si hanno nella vita, in realta',

sensoriali, compresa questa
conversazione, accadono nel passato.

Anche se si tratta
di milionesimi di secondo, ma...

certo, la telecamera
che sto guardando ora,

si trova a qualche metro di distanza,
e quindi si trova

a milionesimi di secondo... o...

una cosa del genere,
di tempo indietro nel passato

rispetto al tempo
che segna il mio orologio.

Perche' il segnale
tarda ad arrivare.

La luce della telecamera,
o la luce che rifletti tu,

tarda ad arrivare a me.
Una frazione di secondo.

Una... frazione molto piccola,
perche' la luce e' molto veloce.

E quanto ci mette la luce
della Luna, ad arrivare sin qua?

Poco piu' di un secondo.

- E quella del Sole?
- 8 minuti.

Quindi nulla si vede nello stesso
momento in cui si guarda?

No, questo e' il trucco.

Il presente...
non esiste.

Davvero, cioe',

Io credo che l'unico
presente che esista

e' quello che ho nella mia testa.

La mia coscienza. Potrei dire che
e' la cosa piu' vicina al presente.

E forse nemmeno. Perche' probabilmente,
quando lo penso, il segnale tarda...

tra i miei sensi. Cioe', io dico
"Io sono io", e mi tocco...

E per questo, gia' c'e' un certo...

un certo ritardo, diciamo.

Credo che il passato sia
il grande strumento degli astronomi.

Noi siamo manipolatori del passato.

Siamo abituati a vivere...
in ritardo!

Questa sarebbe l'idea.

Come gli archeologi,
che lavorano sempre con il passato.

Esatto, si'.

E' un passato piu' vicino,
ma in effetti e' lo stesso.

- Che cerca di immaginare...
- Certo, esatto.

- E... per uno storico e' lo stesso.
- Si', e anche per i geologi.

Scavano i vari strati,
e piu' vanno a fondo

piu' sanno che sono cose piu' antiche,
generalmente. Qui e' la stessa cosa.

Cioe', il presente
e' una linea molto sottile.

E' una linea che...
uno soffia un po' e si distrugge.

Si'.

In questo monte,
dritto, piano come una lavagna,

ci sono due volti umani,
che forse rappresentano due maschere.

Impresse nella roccia,
da carovanieri pre-ispanici

che passavano in questo letto di torrente,
considerandola un passaggio naturale,

verso San Pedro de Atacama.

La cosa interessante,
e' che queste icone sono simili

a quelle
impresse nel lato opposto.

Ora, questo e' il cammino preistorico,
costeggiato da pitture rupestri.

Il cammino moderno
si e' sovrapposto a questo.

Li' a destra,

si possono vedere figure
di piccoli lama, con dei personaggi.

Gli astronomi,
attraverso l'astronomia,

hanno creato un telescopio enorme

per avvicinare due cose,
apparentemente, inconciliabili.

Le origini di tutto

e il passato
di tutto cio' che siamo oggi.

Sono come due situazioni...

Perche' loro stanno
ricevendo, oggi, il passato.

Ma, allo stesso tempo, stanno ricevendo
il passato piu' passato di tutti,

che e' l'origine
di tutto il sistema, giusto?

Loro lavorano con un passato,
noi con un altro.

Loro sono nel presente,
registrando quel passato,

e devono ricostituirlo.

Perche' hanno segnali deboli.

Loro sono archeologi, come noi.

La domanda e': perche' ci sono
zone che si prestano a questo?

E questo e' un gran enigma,
in realta'.

Uno si chiede:

perche' ci sono astronomi e archeologi
che vivono nello stesso posto?

La risposta e' molto semplice:
in questo territorio la possibilita'

di accedere al passato
e' maggiore che in altri posti.

Quindi, la trasparenza

e', per gli archeologi-astronomi,

cio' che per noi e' il clima arido.

Che ci permette di controllare la maggior
quantita' di testimonianze, dal passato.

La trasparenza, a loro, permette

di cogliere la maggior parte delle
testimonianze degli enigmi del passato.

Per questo condividiamo
lo stesso territorio, questo.

Ci troviamo in una porta,
che da al passato.

Direi cosi', che e' una porta

dalla quale sappiamo come entrare,

ma come usciremo di qua, cioe',

con quante conoscenze

che trasformeranno la nostra vita...

Questo, per me,
continua ad essere un mistero.

E, invece, siamo in un Paese
che non analizza il proprio passato.

Si trova paralizzato
da un colpo di stato

che lo tiene ancora immobilizzato,
in un qualche modo.

Io credo che questo
sia il paradosso che piu' preoccupa.

Credo sia il nocciolo della questione.

Io credo sia questo che meriti
le tue preoccupazioni e ansie.

Vero?
E lo condivido, assolutamente.

E' un paradosso.

Il passato piu' vicino a noi,
lo abbiamo "incapsulato".

E' un enorme paradosso.

Pensaci.

Quanto ne sappiamo poco

Del diciannovesimo secolo?

Quanti segreti nascondiamo,
del diciannovesimo secolo?

Non abbiamo mai chiarito
perche' emarginiamo i nostri indigeni.

E' quasi un segreto di stato.

Non abbiamo fatto
assolutamente nulla per comprendere

perche' nel diciannovesimo secolo

si generarono questi modelli economici
vertiginosi, come il salnitro.

dopo dei quali non resto' nulla.

Quindi, la nostra storia piu' recente,

la abbiamo mantenuta
ad un livello di occultamento

di copertura...

E' un contro senso.

Come se non volessimo avvicinarci
alla nostra storia piu' prossima,

come se questa potesse accusarci.

E questo, mio caro amico, non serve.

Non serve a nessuno. Ne' alla destra,
ne' al centro, ne' alla sinistra.

Come altri deserti del Pianeta,

il deserto cileno
e' un oceano di minerali sepolti.

A cielo aperto ci sono gli uomini
che morirono lavorando.

Come gli strati geologici,

ci sono strati di minatori e indigeni

mossi dal vento, che non finisce mai.

Erano famiglie nomadi.

Le loro cose,
i loro ricordi, gli sono vicini.

Vicino agli osservatori,
nel mezzo di questo immenso vuoto,

ci sono le rovine di Chacabuco,

il campo di concentramento
piu' grande della dittatura di Pinochet.

Le rovine del campo

sono, in realta',
le rovine di una miniera.

I militari non dovettero costruire
un campo, dato che le celle

erano le case dei lavoratori
del diciannovesimo secolo.

Quando lo sfruttamento
minerario assomigliava alla schiavitu'.

I militari dovettero solo mettere

il filo spinato.

Sono stato in un campo
di concentramento nel nord,

dal 9 novembre 1973,

fino a ottobre del 1974.

E a Chacabuco, hai mai sentito
di un gruppo che guardava le stelle?

Si', perche' io ero uno del gruppo.

Eravamo piu' o meno 20, 25.

E la persona che
vi supervisionava era un astronomo?

Era un medico che ne sapeva abbastanza
di astronomia, il dottor Alvarez.

Lui, durante il giorno,
ci faceva delle lezioni teoriche,

e di notte uscivamo
a guardare le stelle.

Praticamente, cio' che
riuscimmo a imparare di astronomia,

fu riconoscere le costellazioni.

Avevate un telescopio?

No.

Il vantaggio era
che il cielo era cosi' pulito

che in realta' le stelle sembravano...
come lucine, come piccole lampadine.

E come localizzavate le costellazioni?

Ci insegno'
come costruire uno strumento.

Era un tripode con un cerchio sopra,
che segnava l'ora.

Sopra questa cosa circolare,
c'era una specie di bilancia,

e la parte superiore
aveva un ago e due fili incrociati.

che era il mirino, praticamente.

E cosa provavi,
guardando le stelle, da prigioniero?

Senti, quel che ci succedeva a tutti,

era provare
una sensazione di grande liberta'.

Guardando il cielo,
e guardando le stelle,

anzi, meravigliandoci
delle costellazioni,

ci sentivamo assolutamente liberi.

"In questa casa vivevano
i prigionieri politici:

"Victor Astudillo,

"Luis Henriquez,

"Rene' Olivares,

"Enrique..."
Si vede solo la "E".

"Enrique Pastorelli."
Me lo ricordo bene.

E qui sotto: "Federico
Quilodran Chavez".

I militari proibirono
il corso di astronomia.

Erano convinti che
i prigionieri potessero scappare

guidati dalle costellazioni.

La nobilta' di Luis
risiede nella sua memoria.

Non pote' scappare,

ma, comunicando con le stelle,

riusci' a conservare
la sua liberta' interiore.

Lui ricorda le orme
che si sono cancellate,

le recinzioni elettrificate,
le torri di guardia.

Luis e' un trasmettitore di storia.

Miguel,
l'architetto della memoria,

anche lui e' un amante delle stelle.

E' stato in 5 centri di detenzione,

dove contemplo' il cielo,
e utilizzo la sua memoria

per registrare
ciascun carcere nella sua mente.

Quando i militari
videro pubblicate le piante dei campi

che essi stessi avevano smantellato,

rimasero stupefatti.

Uno, due... due e mezzo.

3, 4, 5 e 6.

7... e mezzo.

Uno, due...

3, 4, 5, 6, 7.

1, 2, 3, 4, 5.

6, 7 , 8 , 9.

Cosi'.

Contavi cosi'?

Esatto.

Quando presi la decisione che c'era
bisogno di lasciare testimonianza

di quel che era un campo
di concentramento costruito in Cile,

ho iniziato, in questo modo, a misurare
esattamente ogni recinto, ogni spazio

con l'obiettivo di essere in grado

di disegnarli, un giorno,
se fossi stato liberato.

Camminando, tutti i giorni, quando
uscivamo e tornavamo dal lavoro,

attentamente misuravo l'ampiezza
del giardino dove ci radunavano.

Stabili' che era di 30 metri,
ovvero 10 volte 3 o 5 volte 6.

1, 2, 3, 4, 5.

Ecco.

30 metri.

Bene, qua manca una cosa importante,
alla fine, qua, c'era

un padiglione per quelli in isolamento.

Anch'esso un modulo 6 per 9.

E, si separazione, qua,
un altro recinto

Facci caso, quante ce n'erano.

E di notte,
illuminato da una candela,

disegnavo.

E ogni volta che li facevo, si',

li facevo a pezzetti.

Che conservavo, nel caso di notte
ci fosse stata qualche perquisizione.

Il mattino dopo,
ero uno dei primi che si alzavano,

andavo alle latrine,
che stavano fuori.

e li gettavo li' dentro.

Cosi' ho memorizzato
senza nessun problema.

E quando arrivai in Danimarca

li riusci' a disegnare,
praticamente senza problemi.

E' cosi', la memoria.

Almeno per un architetto in grado

di memorizzare le dimensioni.

Miguel e sua moglie sono, per me,
come una metafora del Cile.

Lui e' il ricordo,

mentre Anita e' la dimenticanza,

a causa dell'Alzheimer.

A 5.000 metri, vari Paesi stanno
costruendo il radio telescopio ALMA.

Avra' 60 antenne,

cioe', 60 orecchie
ad ascoltare le onde del cielo.

Potra' ascoltare i corpi
la cui luce non arriva alla Terra.

Registrera' l'energia
che si produsse durante il Big Bang.

Victor, un ingegnere di 29 anni,

sara' uno dei pochi
testimoni di questo evento,

che a me sembra surreale.

Come sei giunto all'astronomia?

Grazie a mia madre, lei mi ha incoraggiato
a far domanda all'ESO, all'osservatorio.

- Sei nato in Germania?
- Sono nato in Germania.

- Sei figlio dell'esilio.
- Figlio dell'esilio.

Figlio di nessun posto,
in un certo senso.

Ne' sono cileno,
ne' sono del Paese dove sono nato.

- Stai bene qua?
- Si', mi piace. Mi sento cileno, in fondo.

Sono un cileno.

Questa energia, catturata
da quest'antenna, e' stata emessa

miliardi di anni fa.

E' energia emessa nel passato,
che ci sta giungendo ora.

Ma e' storia,
fa parte del passato.

Tua madre e' stata
espulsa durante la dittatura.

E ora lei si prende cura degli
ex prigionieri, che furono torturati.

Sei consapevole del fatto che
sia tu che tua madre avete a che fare

con il tempo passato?

Io credo che entrambi lavoriamo
con informazioni del passato.

Credo che entrambi...

proviamo a apprendere
da cio' che e' successo, dalla storia,

e a partire da questo,
migliorare, costruire un futuro.

Una commissione ufficiale

determino' che in Cile
ci sono 30.000 ex torturati.

Ma si stima che altri 30.000
non si siano presentati a dichiarare.

Le donne che cercano i propri morti,

esigono una risposta da quelli...

da quelli che fecero
sparire i loro morti.

Questa gente si ritrova

quelli che parteciparono
alla sparizione dei loro cari,

per le strade del loro paese.

Con i torturatori, che sono
liberi e camminano per la strada...

Queste cose, sono quelle che
traumatizzano maggiormente le persone.

Ritrovarsi davanti a chi sai che...

arresto' tuo marito o tuo figlio...

questo e' un fattore che
traumatizza, in maniera molto forte.

Forse questa e' una differenza, tra

le due ricerche del passato.

Se tradurre vi appassiona
e diverte, venite a tradurre con noi.

[SRT project]
www.phoenix.forumgalaxy.com

Cosa ne pensi di queste donne,

che nel deserto continuano
a cercare i resti dei propri familiari,

scavano e continuano a lavorare?

Be', cercando di fare un
confronto, un po' azzardata,

dato che non si possono confrontare,

ma e' simile a quel che fa un
astronomo, ma con una enorme differenza.

Che...

noi possiamo dormire tranquilli,

dopo una nottata
di osservazioni a guardare il passato.

Cercando qualcosa nel passato,
possiamo dormire tranquilli.

A volte si dorme male per l'aria secca,
ma siamo tranquilli, e il giorno dopo

torniamo al passato,
senza conflitti o cose del genere.

Ma non credo
che queste donne vadano a dormire

dopo aver cercato...
i resti.

Provando a cercare
un passato, che non trovano.

Non dormiranno mai tranquillamente,
finche' non lo troveranno.

E credo che questa
sia la maggior differenza.

Cioe', non c'e' confronto.

Questo e' quel che penso.

Ora, la cosa strana e' che

la societa' dovrebbe capire di piu'
le donne che ricercano queste cose,

piuttosto che gli astronomi.
Ma succede il contrario.

La societa' capisce
molto di piu' gli astronomi,

direi io,
in questa ricerca del passato,

delle donne che cercano questi resti.

C'e' una specie di "allergia" a
questo, ed e' quel che mi preoccupa.

Si sente dire:
"Ma e' passato tanto tempo!"

E non credo sia possibile,
ovvero, finche'...

non troveranno i loro
cari, i familiari che sono li',

non avranno mai pace...
Quindi

io non riesco nemmeno
a immaginare una cosa del genere.

Io a volte provo a immaginare...

di avere una sorella,
o un fratello, o un genitore, che sia

da qualche parte nel deserto,

in questa immensita'.

Per me sarebbe come...
cioe', se avessi sempre questa vita...

il nesso che farei, sarebbe immaginare
mio padre o mia madre nello spazio.

Persi da qualche parte nella galassia.

E io cercassi di trovarli,
con il telescopio.

Proverei molta angoscia,
perche' lo Spazio e' cosi' grande...

che trovarli sarebbe quasi impossibile.
E credo per quelle donne sia lo stesso.

Il deserto di Atacama,
per esempio, e' gigantesco!

Chi lo sa dove sono?

Per 17 anni

Pinochet assassino',
e seppelli' i corpi,

di migliaia di prigionieri politici.

Per impedire che venissero ritrovati,

la dittatura dissotterro' i corpi,
trasporto' i resti in altri posti,

o, piuttosto, li lancio' in mare.

Le donne di Calama
hanno cercato per 28 anni,

fino al 2002.

Alcune continuano ancora, dato
che le vittime continuano ad apparire.

Durante le riprese
di questa pellicola,

si e' trovato il corpo
di una detenuta scomparsa

in un altro punto del deserto.

Loro ci hanno iniziato a fornire
dei dati, e tra tutti questi dati,

questo era le chiave di tutto.

Mentre percorrevano il deserto,

scoprirono qualcosa di molto strano:

c'erano piccoli ossicini umani.

Avevano avuto conferma del fatto
che, davvero, erano ossa umane.

La cosa strana,
era che fossero cosi' piccoli.

Non erano scheletri, erano...
frammenti di cranio, di piedi...

un frammento di osso lungo.

Quindi,

quando ci portano li', noi,
da archeologi, ci rendiamo conto

che in quel posto
c'era stata una rimozione della terra.

Questi ossicini qua,
che sono piu' piatti,

penso siano schegge
di femore o ossa lungo del braccio.

Che, restando coperti,
sono abbastanza lisci.

Ma questo, dev'essere
di qualche parte interna di osso.

perche' e' poroso.

E' un osso molto piu' grosso.

Ma sono tutti bianchi a causa
della calcinazione del Sole.

Cos'e' che sei riuscita
a trovare, di tuo fratello, alla fine?

Un piede.
Un piede che era dentro la scarpa.

Parte della dentatura.

Ho recuperato
parte della fronte, del naso.

Praticamente tutta questa parte,
la parte sinistra.

L'orecchio, la parte dietro
dell'orecchio, con un segno di pallottola.

Che usci' da questa parte, cioe',

cio' indica che lo uccisero
dal basso verso l'alto.

Non so in che posizione stava,
come sia successe.

Oltre che un colpo mortale in fronte.

Si vedeva la frantumazione... questa
parte era completamente frantumata.

Ovvero, ci sono stati due
colpi di pistola alla testa.

Mi ricordo il suo sguardo affettuoso,

e si e' ridotto tutto a questo.
In qualche dente, e pezza d'ossa.

E un piede, un piede che...

E anche se sembra impossibile,
l'ultimo incontro che ho avuto con lui

e' stato con il piede,
che avevo a casa.

Perche' quando si trovo' la fossa

io sapevo che era la scarpa di Pepe,
sapevo che era il piede di Pepe.

La notte, alle 3 di mattina, mi alzai,

e andai a accarezzargli il piede.

C'era...

un odore di decomposizione,

aveva ancora il calzino...

Un calzino color...
cosi', amaranto... non saprei,

Un rosso scuro.

L'ho tirato fuori
dalla sacca, lo guardavo...

Poi mi sono seduta sulla
poltrona del soggiorno, un paio d'ore...

Pero' con la testa
completamente vuota.

Non riuscivo a pensare a nulla.

Ero in uno stato di shock.

E il giorno dopo
mio marito ando' a lavorare.

E io passai tutta la mattina
con il piede di mio fratello.

Ci stavamo rincontrando.

E' stato il gran rincontro,
e forse anche una grande delusione.

Perche' fu in quel momento

che presi coscienza
del fatto che mio fratello era morto.

I corpi di Calama

sono stati estratti
da una macchinario.

Di quelli che scavano,

macchinari a 5 denti che scavavano.

Quindi, questi corpi

sono stati estratti, per ordine
dell'Alto Comando Militare, ovviamente.

Ma ci fu uno spostamento
di resti di cranio

dal lato destro del macchinario,

e uno spostamento
di piedi dal lato sinistro, quindi

questi corpi furono
caricati su un camion.

Abbiamo fotografato le tracce,
abbiamo ricostruito tutto il processo.

E poi, quindi,

da quel camion furono portati
a un luogo che, ad oggi, non si conosce.

Questo camion aveva un autista.

Quel camion... c'erano soldati
per scaricare quei corpi.

E, cosa piu' importante, quel
camion era parte di un distaccamento

di un dipartimento militare,
con un'autorita' militare.

Da loro dovranno arrivare informazioni,

perche' gli amici di Calama

possano seppellire
i propri morti, come si deve.

E tu continuerai a cercare?

Finche' posso...

se c'e' da continuare,

io continuero'.

Anche se...
ho molti dubbi, ho

molte domande
a cui non riesco a rispondere.

Perche' dicono di averli presi,
messi in delle sacche,

e portati e gettati fino al mare.

Il mio dubbio e':
li hanno gettati in mare?

E' qualcosa a cui
non posso rispondere.

E se invece li avessero
gettati qua, tra le montagne?

Cioe', a questo punto della mia vita,

ho 70 anni,

mi risulta difficile
credere a qualsiasi cosa.

Cioe', loro
mi hanno insegnato a non credere.

E' difficile, per me.

A volte,
credo di sembrare una stupida.

per fare domande, domande, domande.

E alla fine, nessuno
puo' darmi le risposte che cerco.

Quindi, se mi dicessero

"Guarda, li hanno gettati
sulla cima della montagna"

io, non so come,
ma arriverei lassu'.

Non ho la stessa forza di 20 anni fa,

no' la salute, di 20 anni fa.

Quindi...
sarebbe dura,

ma la speranza da tanta forza.

La speranza...

Guarda,
gia' tante volte

siamo andate io e Vicky
nel deserto, tante, tante.

Siamo andate con tanta speranza...

e siamo tornate a testa bassa.

Ma l'abbiamo rialzata,

ci siamo prese cura
di noi vicendevolmente,

e siamo ripartite l'altro giorno, con
la stessa, o con ancora piu' speranza

e con piu' voglia
e desiderio di ritrovarli.

A volte molti si chiederanno

perche' vogliamo delle ossa.
Io le voglio, le voglio.

E molte altre donne le vogliono.

Quando mi hanno detto che era stata
ritrovata una mandibola di Mario...

io non la voglio.

L'ho detto alla dottoressa,
che e' Patricia Hernandez,

"Patty, io lo voglio intero.

"Se lo sono portati via intero,
e non ne voglio un pezzo".

E non solo di lui...

ma di tutti!

Di tutti!

Io...

Se lo trovassi oggi, e mi dicessero
che domani moriro'...

me ne andrei felice, felice!

Ma non voglio morire,

non voglio morire
senza averlo incontrato prima.

Ho sempre pensato,
come ti dicevo l'altro giorno,

Magari...
i telescopi

non puntassero solo al cielo.

Ma potessero vedere
attraverso la terra.

Per poterli trovare..

Guardare li'...

Passare avanti, se non c'e' nulla.

Sarebbe come perlustrare
il deserto, con un telescopio.

- Verso il basso.
- Verso il basso.

Be', e poi ringraziare
le stelle, per averli ritrovati.

Io sogno, sogno.

Quelle cose che vedi li',
fatte cosi'... formano uno spettro.

E'... l'impronta
digitale di una stella.

E lo spettro e' questo.

Queste sono
le linee di calcio della stella.

Questo e' uno spettro
proveniente dal nostro laboratorio.

Queste linee
si trovano in posizioni note,

e ci permettono di convertire le onde
provenienti dalle stelle

in onde create in laboratorio,
cosi' sappiamo cosa stiamo guardando.

Queste sono le linee di risonanza
del calcio, lo stesso delle nostre ossa.

Anche qui.

Quando faccio lezioni pubbliche,
dico sempre alla gente che raccontero'

la storia

di come e' stato fatto
il calcio che e' nelle loro ossa.

E questa...

e' la storia delle nostre origini.

E nelle nostre origini...

parte del calcio che ho nelle ossa,
si e' formato poco dopo il Big Bang.

Ed e' sempre stato li'.

Viviamo tra gli alberi,
ma anche tra le stelle.

E tra le galassie.
Siamo parte dell'Universo.

E il calcio nelle mie ossa,
era li' dall'inizio.

Se avessi avuto un figlio fucilato,

indipendentemente
da che tipo di dittatura,

solo per questo fatto,

io, per come sono fatto,
per la educazione e le ideologie,

io non potrei dimenticare.

Avrei l'obbligo etico
di preservare questa memoria.

E' impossibile
dimenticare i nostri morti.

Dobbiamo mantenerli nella memoria.

Bisogna lasciare che
le giustizia faccia il suo lavoro,

che le associazioni dei diritti
umani facciano il proprio lavoro,

che tutti i coinvolti
si possano difendere,

tutto questo puo' succedere.

Ma dimenticare una tragedia di questo
tipo, e' assolutamente impossibile.

"Fossa comune di Pisagua, giugno 1990"

Dobbiamo vivere,
in condizione di ricerca continua.

Se sono stati gettati in mare,

a un certo punto
qualcosa succedera'.

E, effettivamente, in gran numero
furono gettati in mare.

Se li avessero buttati
in qualche miniera,

o in un posto abbandonato,
in qualche momento appariranno.

Io credo che loro sono contenti,
ogni volta che rimaniamo meno donne.

Meno problemi.

Perche' noi siamo un problema.

Per la societa', per la giustizia,
per tutti, siamo un problema.

Come dico io, ci guardano
sempre come se fossimo spazzatura.

Siamo i lebbrosi del Cile.

E' una cosa che vedo io,
che penso io.

"Non c'e' stata un guerra,
e' stato un massacro"

In molte altre citta' ci furono
gruppi di donne che cercavano:

ad Arica, Iquique,

Pisagua, La Serena,

...Colina, Paine, Lonquen,

Concepcion, Temuco,

e Punta Arenas.

La loro ricerca, non incrocio'
mai la ricerca degli astronomi,

che cercavano un altro
tipo di corpi: i corpi celesti.

Mentre le donne
toccavano la materia del deserto,

gli astronomi scoprirono
che la materia della Terra

era la stessa,
in tutti gli angoli del Cosmo.

10.000 anni fa,
i primi abitanti Atacama

presero nelle loro mani
le pietre che portava il mare.

Essi conoscevano anche le stelle

e seppellivano
i propri morti di notte.

Gli scienziati hanno raccolto
i resti di questi antichi uomini

e li ordinarono meticolosamente.

Li studiarono, come fossero
pagine di un libro unico,

e oggi li conservano
come fossero un tesoro.

Quando ero un bambino,
mia madre mi portava al museo

per osservare
lo scheletro di una balena.

Stavo molto tempo,
al di sotto di questo scheletro.

che oggi si trova nello stesso posto.

Mi immaginavo
fosse il tetto di una casa

dove altre balene
avrebbero potuto vivere.

Oggigiorno esistono altre ossa
che non si trovano in alcun museo.

Sono fatte di calcio, lo stesso
di cui sono formate le stelle.

Ma, al contrario loro,
non possiedono nome.

Non si sa a che anima
sono appartenute.

Sono resti di resti.

Resti degli scomparsi
della dittatura militare

che ancora aspettano
di essere identificati.

Io mi chiedo

quanto tempo riposeranno
dentro queste casse?

Un giorno verranno
riposte in un monumento?

Avranno diritto a un museo,
come la balena?

Un giorno verranno seppelliti?

Valentina lavora nella principale

organizzazione astronomica
presente in Cile.

Suo nonno
le ha insegnato a guardare il cielo

quando era piccola.

E' sposata e ha due figli.

Nel 1975, quando aveva un anno,

fu imprigionata, insieme ai suoi
nonni dalla polizia di Pinochet.

Io sono figlia
di madre e padre detenuti scomparsi.

Prima hanno arrestato i miei nonni.

Sono stati incarcerati per molte ore.

Durante le quali
sono stati costantemente minacciati

dicendogli che se non avessero
rivelato dov'erano i miei genitori,

anche io sarei scomparsa.

E, con questa minaccia,

alla fine i miei nonni
li portano dove vivevamo.

E in quel momento
sono stati arrestati,

e mi riconsegnano ai miei nonni,
che mi hanno cresciuta.

L'astronomia mi ha aiutato,
in un certo senso,

posso dire, a dare un'altra
dimensione al dolore,

alla privazione,

alla perdita, che...

quando uno...

Quando uno lo vive
in maniera cosi' intima,

anche questi sono momenti necessari,

il dolore diventa opprimente.

E pensare
che fa tutto parte di un ciclo,

che non e' cominciato,
ne' finira', con me,

ne' con i miei genitori,
e nemmeno con i miei figli.

Invece facciamo
tutti parte di una corrente

di un'energia,
o di materiale che si ricicla.

Come succede con le stelle,
le stelle devono morire

in modo da far nascere altre stelle,
altri pianeti, perche' nasca la vita.

E con questa prospettiva

io penso che
cio' che e' successo ai miei genitori,

o la loro assenza,
assume un'altra visione.

Assume un altro senso,
e mi alleggerisce un po',

da questa pena e grande dolore...

e fa sentire che le cose
non finiscono davvero.

I miei nonni...
sono la felicita' nella mia vita.

E grazie a loro
io ho potuto scrivere la mia storia.

Non solo dolorosa,

ma anche allegra,

ottimista...

con la forza di continuare.

Credo che loro
abbiano avuto la saggezza

di sentire sempre
una doppia responsabilita'.

Ho sempre avuto le figure
di mio padre e mia madre

come punti di riferimento importanti.

Pieni di ideali e coraggio.

E d'altra parte i miei nonni
sono stati capaci di dominare il dolore

e crearmi un luogo

di allegria e infanzia felice.

Mi sento come

come un prodotto
che ha un difetto di fabbricazione.

Ma che non si vede.

Mi fa ridere quando la gente dice:

"Non si direbbe, che sei figlia
di detenuti scomparsi".

Quel che voglio dire, e' che
i miei figli, non ce l'hanno.

Me ne accorgo.

Nemmeno mio marito ce l'ha.
E mi piace.

In questo momento
sono circondata da gente

che non ha nessun difetto
di fabbricazione, e mi piace...

E mi piace vedere
che mio figlio cresce cosi'.

Comparati all'immensita' del Cosmo,

i problemi dei cileni,
potrebbero risultare insignificanti.

Ma se li ponessimo sopra un tavolo,

sarebbero grandi come una galassia.

Facendo questo film,
guardando indietro,

anche queste biglie mi ricordano

l'innocenza del Cile,
di quando ero piccolo.

A quel tempo,

ognuno di noi poteva tenere
nelle proprie tasche

l'intero Universo.

Io credo che la memoria
abbia una forza di gravita',

ci attrae sempre.

Quelli che hanno memoria

sono in grado di vivere
nel fragile tempo presente.

Quelli che non ce l'hanno,

non vivono da nessuna parte.

Ogni notte, lentamente,
impassibile,

il centro della Galassia
passa sopra Santiago.

Traduzione:
Patagonia [SRT project]

Se tradurre vi appassiona
e diverte, venite a tradurre con noi.

[SRT project]
www.phoenix.forumgalaxy.com